giovedì 5 maggio 2011

Monologo di Kevin, 9 maggio 2005

Quando stavo in Olanda, dopo la nascita di Livia, nel 2005, ho mandato ad un giornale olandese due "ikjes" (io-ucci), due aneddoti di fatti realmente accaduti. Era un invito del giornale ai lettori e non poteva superare un tot di parole. Ogni giorno arrivavano tantissimi raccontini ma c'era posto solo per uno di essi.  Perciò il giornale si raccomandava di non rimanerci male se il pezzo speditogli non veniva pubblicato. I miei mi sono rimasti nel cassetto. Uno l'ho trascritto sul mio blog, il 23-11-2010, col titolo "Buon Appetito". Il secondo non riuscivo a trovarlo, ma ieri, il 30 marzo, l'ho scoperto in una cartella con sopra un'etichetta dove, con la mia calligrafia c'era scritto: "Un pò di tutto". Ero talmente contenta di ritrovarlo che l'ho tradotto dall'olandese. Come ho già scritto in un recente post Kevin monologava tutto serio con la sua figlia neonata. I suoi racconti erano buffi e simpaticissimi e Sigrid ed io ne eravamo intenerite e ci facevano anche ridere. Di una sua chiacchieratina ne ho fatto un "ikje" e l'ho spedito al giornale. Neanche questo è stato pubblicato e ne arrichisco questo blog.

Monologo

Ieri sera ho assistito ad un ragionamento che un giovane padre volgeva a sua figlia:
"Tesoro mio, sei mòlto carina e fra poco tutti i maschietti vorranno giocare con te nel tuo box. E va bene. Ci sono però alcune condizioni da rispettare. La prima è: non più di due alla volta. La seconda: devono avere addosso un pannolino pulito. La terza: due volte a settimana è sufficiente. E prima di tutto,
naturalmente, devono avere il permesso del tuo papà e della tua mamma. Possono venire anche delle amichette, per loro valgono le stesse regole."
Sua figlia lo guarda fisso negli occhi, senza il solito sorriso. Alla fine del monologo di suo padre gira la testolina e la faccia, con uno sbadiglio profondo,  dice: "Quando è il momento deciderò io chi può giocare nel mio box."
Livia ha sette settimane. E' la mia nipotina.


venerdì 15 aprile 2011

1974 - Decima e ultima parte del Viaggio in Olanda VI

Il 23 luglio è venuto a trovarci un amico di Pino, Giovanni, che abitava ad Amsterdam. Ci ha accompagnato in piscina e mentre Pino si intratteneva con lui io scrivevo la mia lettera settimanale. Abbiamo pranzato insieme sopra De Bijenkorf, un grande magazzino tipo la Rinascente. Da lassù avevamo una bella vista della città. Dopo aver girolonzolato per le strade di Amsterdam, una cosa che non annoia mai, siamo andati con Giovanni nel suo quartiere nelle vicinanze del Erasmus Park. Giovanni è andato a casa sua per cucinare e nel parco David e Jan hanno trovato subito con chi giocare a pallone. Pino, Sigrid ed io ci siamo sdraiati nell'erba. Verso le sette si cenava, e molto bene. Giovanni è un bravo cuoco. Alla tv abbiamo visto il film "Nel segno della croce" che si svolgeva al tempo di Nerone.
E il 24 l'ultima mezza giornata ad Amsterdam. La signorina Sondaal ci è venuta a salutare, per i bambini aveva dei biscottini per il viaggio. Abbiamo scritto due parole nel suo libro degli ospiti, di David ha incollato un disegno. Un pò di cose da sbrigare in città, poi si mangiava un boccone sopra de Bijenkorf, si salutavano i due giovani Hans e con un taxi alla stazione. Alle 4.10 partiva il treno. A Oberhausen c'era da cambiare treno.
A Dusseldorf è entrata nel nostro vagone una ragazza tedesca, Dagmar. Alle 10.30 tutti in cuccetta. I ragazzi dormivano subito. Alla mattina presto Jan si è messo al finestrino, voleva vedere la Svizzera. La sera prima era ansioso di vedere il Reno. Il riscaldamento era acceso. Alle 7.30 abbiamo fatto colazione al sacco. A Milano di  nuovo cambiare treno. A Bologna scendeva Dagmar, c'era il suo ragazzo italiano che l'aspettava. Diventava sempre più caldo e ci siamo levati  le canottiere e le maglie. Da Bologna a Roma il tragitto era interminabile. Siamo arrivati a Roma alle 16.30. Un taxi e alle 5 a casa. Nel cortile sotto casa c'erano gli amichetti Carlo e Enrico ed arrivavano subito altri bambini, tutti contenti che David, Jan e Sigrid fossero tornati.
Quanti giorni belli e movimentati abbiamo passato in Olanda! Che coraggio di affrontare un viaggio così lungo in treno. E Sigrid così piccola è stata incredibilmente brava. Però ce la siamo goduta questa vacanza tutti insieme.
Dopodomani parto con l'aereo per l' Olanda e mi sembra inverosimile di vedere, dopo solo due ore di viaggio Sigrid, Kevin, Livia e Flaminia. Che gioia!
Il mio diario del 1974 lo finisco di trascrivere quando torno a Roma, fra due mesi.

1974 - Nona parte - Viaggio in Olanda V- Volendam

Marken

Volendam

Durante le nostre camminate cittadine abbiamo scoperto un'altra piscina e ci siamo andati il giorno dopo, il 20 luglio. Il nostro trio si è sfogato come al solito, giocando, nuotando e tuffandosi. Poi nella Kalverstraat Sigrid si è scelto un paio di zoccoli svedesi verdi. Al pomeriggio, nell' Oosterpark, David e Jan hanno giocato a pallone con dei ragazzi di lingua spagnola. Nel mentre Sigrid si divertiva nell'angolo giochi, era brava a girare intorno a delle barre di ferro. Dopo aver cenato in un eethuisje (trattoria) ci siamo avviati con un autobus verso un quartiere distante e abbiamo passato una serata molto gradevole a casa di Ans, un'amica della nostra amica Lili di Roma. I ragazzi ascoltavano dischi assieme alla figlia tredicenne Barbara e due suoi amici. Il cane Bobby ed i due bei gatti Cesar e Mitrus accettavano volentieri le carezze.
Il 21 abbiamo preso un treno per Castricum, una cittadina sul mare. Riposandoci ogni tanto abbiamo fatto una camminata di 12 chilometri attraverso le dune. C'erano le indicazioni da seguire: si poteva anche scegliere un tragitto più lungo. Sigrid, cinque anni, era bravissima! Alla fine del percorso c'era un allegro ristorante con tanti tavoli e sedie all'aperto. Ci veniva offerta una enorme frittella-pannekoek, col biglietto del treno: un'iniziativa delle ferrovie olandesi. Poi un bus ci ha portato al mare, ma mentre tra le dune faceva caldo qui faceva troppo freddo per entrare in acqua. I figli hanno bagnato solo i piedi  e hanno giocato nella sabbia. Un bus per Castricum e poi un treno per Amsterdam. In albergo Pino e Jan hanno preparato spaghetti alla boscaiola e i due giovani albergatori, che si chiamavano tutti e due Hans, se li sono gustati anche loro.
Il 22 abbiamo preso un grande autobus per Monnickendam. Il biglietto era valido per tutta la giornata e vedo nel mio diario che il prezzo era veramente basso; 8 fiorini a persona e Jan e Sigrid metà prezzo. Da Monnickendam siamo andati con la nave a Marken con le sue caratteristiche case di legno. Abbiamo mangiato i nostri panini su un prato dove alcune anatre mangiavano dalle mani di David, e Jan e Sigrid imboccavano un paio di capre. C'era molto vento. Dopo una bella bibita calda in un bar di nuovo in nave. Volendam era piena di turisti. Un fotografo nel suo studio ha scattato una foto di David, Jan e Sigrid che indossavano i tipici costumi del posto. Abbiamo avuto il permesso di fotografare anche noi i nostri figli, fuori per strada. I turisti che passavano pensavano di trovarsi davanti a dei veri Volendammesi e scattavano foto. Pino ed io guardavamo a distanza, divertiti. Poi abbiamo comprato per Sigrid un costume autentico che si è tenuto addosso per il resto del viaggio, attirando gli sguardi. Su un ponte un tedesco le scattava delle foto. A Edam abbiamo cenato benissimo in una trattoria. Tornati ad Amsterdam Sigrid era imbarazzata per gli sguardi di ammirazione. Stava un amore.

giovedì 14 aprile 2011

1974 - Ottava parte - Viaggio in Olanda IV - Meppel-Alkmaar

Il 15 luglio abbiamo visitato la casa di Anna Frank e quel giorno ce la siamo presa con tranquillità. La sera, dopo aver comprato il necessario, Pino con l'aiuto di Jan ha preparato nella cucina dell'alberghetto una spaghettata all'amitriciana per noi cinque e per i due giovani simpatici proprietari con i quali c'era una bella intesa. E' stata una serata originale e divertente. Pino sapeva conversare bene in inglese (anche in francese, e se la cavava bene persino col tedesco: era portato per le lingue).
Il giorno dopo siamo andati col treno a Meppel dove tante (zia) Jo, una delle sorelle di mio padre, ci aspettava con un gustoso pranzo. Tante Jo era l'unica zia con la quale ero in contatto, perchè il caso volle che una volta che sono andata a trovare i miei in Canada, ci fosse anche lei, in visita alla figlia Peta e alla sua famiglia. Un giorno intero l'ha passato con suo fratello e con sua cognata, (i miei genitori) e con me. Da allora abbiamo cominciato a scriverci  regolarmente. Nel 1975 è stata per un mese da noi a Roma.
Dopo pranzo i ragazzi si sono avviati ad un parco non lontano dove hanno giocato a pallone con dei giovani del posto (alla sera il commento di David e Jan era che i ragazzi olandesi sono molto simpatici). Intanto erano venute l'altra figlia di tante Jo, Janny, e la sua bambina Jolanda, perciò Pino è andato in bicicletta a prendere i suoi maschietti al parco. Janny in macchina ci ha portato a vedere gli "hunnebedden". Un hunnebed o dolmen è una tomba preistorica megalitica fatta di enormi sassi ammucchiati. Lungo la strada c'erano tante belle fattorie. Dopo una cena a base di pane accompagnato da tante cose sfiziose di nuovo in treno e alle dieci in albergo.

Dolmen
Il 17 luglio in una piscina dietro il Rijksmuseum. Pino ed io, comodamente seduti, guardavamo da un balcone i ragazzi che si divertivano un mondo a tuffarsi da un alto trampolino e andando giù da uno scivolo. Quando Sigrid  è saltata nell'acqua profonda il guardiano vedendola piccola ha fischiato facendola uscire. Io da sopra gli ho detto che Sigrid aveva il diploma e sapeva nuotare in diversi stili. Ha voluto vedere Sigrid in azione e poi ha fatto un cenno "OK". Nel pomeriggio David e Jan hanno trovato con chi giocare a pallone nel Vondelpark, mentre Sigrid giocava nella sabbia.
Il 17 luglio: il mercato delle pulci. Per tanto tempo i ragazzi hanno ripetuto le parole di un venditore che per terra esponeva varie piccole cose: "Kopen, kopen, alles één gulden." (comprare, comprare, tutto un fiorino). Pino che aveva la passione dei cavalli ha comprato un carro trainato da un cavallo, tutto in metallo, e pesante. Come era vivace quel mercato così impregnato di tanti odori di cibarie che venivano preparate diretttamente sulle bancarelle. Di sera abbiamo cenato dalla signorina Sondaal. Pino e Jan avevano pensato alle spese e insieme hanno cucinato un buon piatto di pasta. Tutti sereni e contenti. L'unico neo era che sul tappeto bianco è caduto un pò di pasta col condimento rosso. Tutti a pulire.
Non poteva mancare una gita ad Alkmaar dove ogni venerdì si svolge il mercato dei formaggi, un evento molto folcloristico, un'attrazione turistica. Come in tutte le città d'Olanda anche qui tanti canali. Ad un mercatino dell'artigianato Sigrid ed io ci siamo comprate un braccialetto.

1974 - Settima parte - Viaggio in Olanda III - L'Aia

Il 12 luglio siamo andati all'Artis, il giardino zoologico. Da bambina ci sono andata con la classe della mia scuola in una gita scolastica e l'ho visitato anche con i miei genitori e fratelli. Me lo ricordavo diverso. Allora i visitatori venivano salutati da tanti bei pappagalli in fila in un lungo viale. Mi ha fatto una tale  impressione che ancora adesso ho quest' immagine in mente.

Parlando di pappagalli, il giorno dopo l'Artis la signorina Sondaal ci ha invitato per un tè a casa sua e poi ci ha fatto conoscere una piccola chiesa nascosta in mezzo a case, negozi e insegne pubblicitarie nella frequentatissima Kalverstraat. Il nome di questa chiesetta è Santi Pietro e Paolo ma è soprannominata De Papegaai, Il Pappagallo. Sopra la sua facciata c'è un'immagine di un pappagallo e una statua di San Giuseppe. Alla porta è fissato un grande cartello che reca la scritta: "Un quarto d'ora per Dio", invitando la gente ad entrare e ad abbandonare per un attimo il caos di fuori. Questa chiesa-rifugio è stata costruita intorno al 1700, quando non tutte le religioni erano tollerate, e probabilmente dentro il giardino di un commerciante di uccelli esotici.
Il 14 luglio abiamo preso due treni ed un pullman per andare a Zoetermeer, una piccola città non lontano dall'Aia. Ci abita Anneke, al dodicesimo piano di un moderno palazzo. Abbiamo pranzato da lei e dopo, mentre Anneke ed io chiaccheravamo (avevamo tanti arretrati)  Pino, in balcone, si godeva l'ampia veduta seduto su di una comoda sedia, Sigrid disegnava vicino a lui e David e Jan hanno preso l'ascensore per scendere a giocare a calcio su un grande prato con dei ragazzi che avevano intravisto da sopra. Alle ore 16 Anneke ci ha accompagnato ad un pullman che ci ha portato a Den Haag - L'Aia. Abbiamo girovagato per il centro di questa elegante città e le nostre gambe ci hanno portato al Binnenhof (Corte Interna) un agglomerato di edifici che è da secoli il centro della politica neerlandese e sede del Parlamento olandese. E qui è successa una cosa buffa. Noi non ce n'eravamo accorti ma Pino ha messo il piede sopra la popò di un cane. Faceva di tutto per pulire la sua scarpa raschiandola per terra, sbattendo il piede forte, quasi saltando; infine bagnando la scarpa sotto una fontanella. Mentre era del tutto assorto nell'operazione pulitura è arrivato un pullman pieno di turisti. Turisti italiani, le donne vestite di nero, gli uomini con pantaloncini corti, scarpe da passeggio e calzini corti neri. Tutto ciò faceva supporre che venissero da qualche paesino sperduto. Hanno riconosciuto Pino e si davano di gomito, felici di vedere una faccia conosciuta. Noi, un pò imbarazzati, vedevamo la comicità della scena ma loro si mostravano solo compiaciuti di incontrare, lontano da casa, un personaggio che quasi ogni sera faceva loro compagnia dallo schermo del televisore.
Un tram ci ha portato, passando vicino al Palazzo della Pace, a Scheveningen, città balneare sul Mare del Nord. In spiaggia faceva freddo e c'era un forte vento. Pino e figli hanno camminato sul lungo "pier", il molo, per vedere da vicino le onde indomite di questo mare nordico. Io mi sono trovato un posticino al riparo dal vento. Poi un tram, il treno e alle 10 in albergo.

martedì 12 aprile 2011

1974 - Sesta parte - Viaggio in Olanda II - Haarlem


L'11 luglio abbiamo preso il treno per Haarlem e tutto il giorno  siamo stati in questa città dove io sono cresciuta e dove sono andata a scuola. Abbiamo camminato per i bel parco Bolwerk fiancheggiato dal canale Singel che finisce nel fiume Spaarne, un fiume navigabile con dei ponti levatoi. Ogni inverno i miei fratelli ed io pattinavamo sul Singel e se l'inverno era molto rigido anche sullo Spaarne. Si imparava a farlo sin da molto piccoli. Si vedevano bambini che durante i primi "passi" sui pattini per non cadere con le mani spingevano una sedia davanti a se. Sul ghiaccio c'era qualche bancarella con panchine dove si poteva consumare una cioccolata calda, latte caldo con anice e zuppa di piselli. Il mondo era molto semplice, si era felici con poco. Pattinare era un grande divertimento, si aspettava con ansia che per radio dicessero che il ghiaccio sui fiumi e canali era solido abbastanza per potercisi  avventurare. Da diversi anni quasi non si pattina più perchè d'inverno la temperatura non si abbassa più a  sufficienza. Ho fatto vedere le mie belle scuole e le case dove ho abitato. Abbiamo traslocato molte volte. Da adulta ho chiesto una volta a mia madre il perchè e lei mi rispondeva che ci spostavamo dove l'affitto era più abbordabile. Anche allora c'era una crisi ed eravamo poveri, come tutti intorno a noi. Noi bambini eravamo felici, c'era l'affetto dei genitori, una casa accogliente, si leggeva molto. La scuola finiva alle quattro e dopo si giocava fuori con i bambini del quartiere, non c'era traffico come adesso. Si andava in bicicleta in piscina o al mare. Non sentivamo la mancanza di niente.
Ho cercato e trovato, dopo 24 anni, la casa di uno zio, c'era la targa col suo nome sulla porta, ma non era in casa. I vicini ci hanno detto che lui e la moglie erano andati in vacanza in Frisia.
La piazza centrale, De Grote Markt, è bellissima e davanti al palazzo municipale ci sono tante belle piante. Come anche sui ponti. In una strada convergente Jan si è comprato, in un negozio di articoli sportivi, in saldo, un pantoloncino, un maglione e dei calzettoni, tutto di colore arancione. Della misura di David non c'era niente.
Per pranzo abbiamo mangiato dei bei panini freschi seduti in una piazza. Di sera dopo aver camminato per ore e ore abbiamo cenato in un ristorante italiano, chi pizza, chi spaghetti, chi lasagne. Un bus per la stazione, il treno e alle nove in albergo ad Amsterdam. Chi avrebbe mai pensato che quella piccola Sigrid camminatrice si sarebbe poi sposata con un olandese, che si sarebbero stabiliti a Haarlem  e che avrei avuto due nipotine adorabili bilingue.


1974 - quinta parte - Viaggio in Olanda I


Het IJ

Il 6 luglio siamo partiti per l'Olanda. Allora non c'era l'abitudine che abbiamo adesso di viaggiare in aereo. Si prendeva più spesso il treno. Ed era un lunghissimo viaggio. Si partiva alle 4.25 del pomeriggio, con un'ora di ritardo. Faceva un caldo tremendo nel vagone. Portavamo i panini. La prima fermata era Firenze. A Bologna venivano preparate le cuccette. Alle 4 di mattina bisognava alzarci e spostarci perchè il vagone letto veniva staccato. Non c'erano posti a sedere, solo nel corridoio. Il tempo passava lentamente. Si chiaccherava con gli altri passeggeri. Basilea, Karlsruhe, Dusseldorf. Alle 13,30 al confine di Emmerich. Dopodichè il treno si fermava ad ogni stazione. Dopo il Belgio si entrava in Olanda e si vedeva il cambiamento del paesaggio e delle case. Pino e i ragazzi guardavano con euforia dal finestrino esclamando "che bello che bello!" Si attraversava il Brabante e, dopo Utrecht, ecco Amsterdam. Erano le 15.45. Alla stazione ci aspettava con un mazzetto di roselline rosse una cara amica, una suora laica che conoscevamo da Roma, la signorina Sondaal. Col taxi al piccolo albergo al Prinsengracht che la nostra amica aveva prenotato per noi. Tutto era così bello, la città e l'alberghetto, tutto. Anche per me era una novità, osservando questo nuovo mondo attraverso gli occhi meravigliati di marito e figli. Siamo andati poi con la signorina Sondaal da amici suoi che vivevano in una bella casa lungo il canale "Keizersgracht", per vedere la partita di calcio Germania - Olanda, finale del campionato del mondo. Vinceva la Germania. Tutti erano tanto dispiaciuti. Dietro la casa c'era un bel giardino che non si vedeva dalla strada. Dopo aver mangiato qualcosa in qualche parte ci siamo infilati a letto stanchi morti e ci siamo addormentati all'istante.
La colazione al mattino era abbondante e squisita con tanto companatico. Questa prima giornata abbiamo esplorato il centro di Amsterdam. Seduti sui gradini del Rokin abbiamo mangiato delle patatine fritte con mayonnaise, una leccornia come non si trova altrove. Con gli occhi pieni di meraviglia abbiamo fatto una gita in battello per i canali e Het IJ (un ampio fiume).
Dovrei essere più breve nel raccontare le nostre peripezie in Olanda. Però rileggendo il mio diario rivivo ogni momento, e ogni pagina contiene un piccolo, minimo riassunto che fa rigustare le sensazioni di allora e mi risulta difficile non rievocarle. Continuo questo post e come viene viene.
Nel Vondelpark, il giorno dopo, alle 10.30 c'erano tanti hippies che dormivano ancora nel loro sacco a pelo.
Sigrid giocava con tanti bambini in un grande contenitore pieno di sabbia di spiaggia. E' andata via a malincuore. Ci siamo rifocillati nel ristorante che aveva la vista sul campo di calcio dell'Ajax. Jan poi è sceso nel campo. Un piccolo fan dell'Ajax. La cena in un ristorante cinese era più che abbondante.
Una nuova giornata, il 10 luglio. Visita al Rijksmuseum. Abbiamo visto lavori di Frans Hals, Jan Steen, van Averink, Rembrandt: de Nachtwacht - la Ronda di Notte ecc. Bellissimo tutto. Mangiato nel ristorante del museo. In una sala i figli hanno disegnato con il materiale messo a disposizione dal museo. Non se ne volevano più andare. Gentilezza dappertutto. Col tram fino a Oosterpark dove David e Jan hanno giocato a calcio con dei ragazzi bianchi e di colore. Pino godeva guardando lo spettacolo. In quell'epoca in Italia non c'era ancora un'umanità di tanti colori. Dopo la cena in una piccola trattoria abbiamo incontrato alla stazione la mia carissima amica Anneke. Ci conosciamo dall'Argentina dove tutte e due lavoravamo nella Banco Olandès Unido di Buonos Aires e siamo sempre rimaste in contatto. Che gioia rivedersi dopo tanti anni.