lunedì 12 settembre 2011

Saltando per l'Asia


Quando torno a casa dopo le spese o dopo una camminata, trovo sul computer di Jennifer, trasmesse da un CD fissamente inserito, le foto che Jan e Jennifer hanno scattato in India durante il loro viaggio-trekking attraverso l'Asia, cinque anni fa. Quando il computer è acceso ma in riposo, automaticamente appaiono queste foto. Le immagini scattate in tutti i paesi asiatici sono tantissime e in gran parte sono straordinarie. Le ho viste e riviste tutte negli anni passati. Sono così belle e interessanti da reiterare il piacere di guardarle.
Quando hanno cominciato la loro avventura nel 2006, ad un certo punto hanno cominciato a stufarsi delle solite foto e hanno deciso di riprendersi a vicenda saltando. E così saltavano davanti ai monumenti, nelle strade in mezzo alla gente, nelle risaie, nei campi, insomma ovunque. Coinvolgevano anche la gente del posto e mano nella mano saltavano insieme con grande divertimento. Contagiavano altri trekkers che incrociavano sulla loro strada, che proseguivano il loro viaggio saltando.
Sono stati Jan e Jennifer ad inventare questa nuova moda di scattare foto ricordo?  L'ho chiesto a loro, ma  non ne erano certi. Su questo mondo se pensi di aver un'idea nuova può succedere di scoprire che qualcun altro prima di te oppure nello stesso momento ha avuto l'identico pensiero.  In ogno modo se esisteva già loro l'hanno divulgata.
In luglio ho letto su una rivista che un giovane couchsurfer  ha preso parte ad una mostra fotografica inserendoci delle foto con salti,  scattate durante un suo viaggio.
E' bello sapere che sul nostro pianeta oltre i tanti fatti tragici c'è gente che saltella giocosamente.

sabato 10 settembre 2011

Livia va alla scuola elementare





Martedì scorso, il 6 settembre, era per Livia il primo giorno di Scuola Elementare. Sigrid su SKYPE ha detto a Jan e a me che lei e Kevin l'hanno accompagnata emozionati. La loro primogenita già così grande.  Un giorno importante nella vita di tutti loro.
Prima delle vacanze estive c'è stata una piccola cerimonia simbolica di preparazione al grande passo. Al pianterreno della scuola steineriana che Livia frequenta ci sono tre classi d'asilo per bambini dai quattro ai sei anni, e anche delle aule della scuola elementare. Una mattina i bambini dell'asilo hanno costruito nella propria classe un ponte con le loro panchine messe l'una attaccata all'altra che, uscendo dalle tre aule e incontrandosi nel corridoio,  formavano poi un unico lungo ponte che si dirigeva fin dentro l'aula della prima elementare a loro designata. I bambini più grandi e ritenuti idonei ci si avviavano sopra e passavano nel, per loro, nuovo locale per trascorrere il resto della mattinata con la nuova maestra che li avrebbe seguiti per tutti i sei anni delle elementari. I piccoli pupilli attraversavano il ponte ridendo felici, sentendo l'importanza del momento.  I genitori  presenti a questo passaggio erano commossi.
Per Livia questa scuola è quella giusta, si addice al suo carattere introverso e discreto ma nello stesso tempo anche solare.
Nella stanza mansarda che Livia e Flaminia hanno in comune c'è oltre ai giocattoli anche un cesto con vestiti da travestimento. Quando vengono le amichette a giocare spesso si vestono da principesse: chi sceglie il vestito rosa forte, chi viola, chi rosa pallido etc. Pochi giorni fa Livia da quel cesto ha preso una tutina da ballo a pois che non guardava più da tempo, se l'è messa e ha detto a Sigrid che voleva posare per delle foto. A Sigrid non sembrava vero perchè Livia ha sempre protestato quando vedeva apparire la mamma con la macchina fotografica. Sigrid mi ha mandato le foto scattate in quel momento di arrendevolezza e sono bellissime.
Flaminia, che ha voluto imitare la sorellina, ha pescato anche lei un vestitino dal cesto. Ci sono due foto anche con lei: due ballerine.

Caribbean Parade


Dopo Coney Island Jan ed io abbiamo preso la metro per Eastern Parkway a Brooklyn dove si svolgeva l'annuale parata caraibica, qui chiamata Caribbean Parade oppure West Indian American Day Parade. Ci partecipano i newyorchesi con ascendenza caraibica. Questo giorno si festeggiava il 43mo anniversario.  Viene celebrata la cultura delle isole dei Caraibi con costumi piumati e musica reggae e calypso. Tutte le isole, incluse St.Vincent, Giamaica, Guyana, Trinidad, Barbados e Haiti prendono parte a questa sfilata e ognuna si distingue per le proprie maschere e colori che sono grandiosi.
Tante bancarelle con prodotti tipici delle isole e cibarie varie. Migliaia di spettatori lungo la strada dove avanza la parata.
Spostandoci qua e là, scansando il più possibile la puzza di carne arrostita sulle griglie e la musica  trasmessa a volume insopportabilmente alto dai carri che passavano, abbiamo trovato un posticino da dove poter vedere almeno qualcosa dell'evento che viene considerato "New York City's biggest and cultural pride". Jan ha scattato un paio di foto tenendo il cellulare sopra la testa.


Qui lontano dalla brezza marina faceva un caldo afoso, che era un bene per le migliaia di partecipanti nei loro minuscoli costumi variopinti, molti dei quali indossati da belle ragazze, ma purtroppo l'obesità ha il sopravvento. Essere sovrappeso è talmente diventata la norma che con noncuranza (e orgoglio?) i ciccioni espongono la loro nuda carne stra-abbondante e spesso tremolante. Si vede con chiarezza che vergogna non ne provano. Noi che guardiamo sentiamo imbarazzo e pena nel posare lo sguardo su questi corpi deformati. Alle cinque eravamo a casa a Harlem, nella quiete. Bella musica, un bel libro, una bella cenetta. Il mio primo giorno newyorchese alle spalle. Un pochino di jetlag lo sentivo.

Fra le piu' snelle

mercoledì 7 settembre 2011

Coney Island

Ieri, il mio primo giorno a New York era Labour Day. Dopo questo giorno di festa si riaprono le scuole, si chiudono le piscine e finisce la stagione balneare.  Perciò abbiamo deciso, Jan ed io, di andare a Coney Island per vedere per l'ultima volta il Lunapark in azione, le tante bancarelle e la vita da spiaggia.
La giornata era grigia, faceva fresco e l'affluenza di bagnanti era poca, mentre, secondo Jan, d'estate nei giorni feriali la spiaggia è affollatissima. Lui e Jennifer ci vanno ogni tanto più che altro per osservare la enorme diversità umana che si riversa in questo posto del mondo a godersi una giornata di sole e aria marina.  Per me questa era la prima volta a Coney Island. Con il mare grigio, il cielo con le nuvole, la spiaggia con sabbia fine, gialla, e la passeggiata del lungomare fatta di legno, mi sembrava un paesaggio olandese del Mare del Nord. Seduti su una panchina e mangiando i nostri panini guardavamo  la gente che ci passava davanti: una mescolanza di popoli.
Coney Island è una penisola sull'Oceano Atlantico nel sud di Brooklyn. Molto tempo fa era un'isola separata da Brooklyn dalla Coney Island Creek. Prima della seconda Guerra Mondiale questa creek (insenatura) è stata riempita per la costruzione dell'autostrada, la Belt Parkway.
Lo Stato e la Città di New York erano in origine una colonia e una fondazione olandese chiamate Nieuw Nederland e Nieuw Amsterdam. Il nome olandese dell'isola era Conijn Eylandt o, nello spelling olandese moderno, Konijneneiland. Sull'isola c'erano molti e diversi tipi di conigli. Il nome olandese è stato trovato sulla mappa "New Netherland" del 1639 di Johannes Vingboon che risulta essere antecedente a qualsiasi  documento inglese. Ma potrebbe anche darsi che l'isola abbia preso il nome dall'irlandese-gaelico rabbit (coniglio) che è coinin e che anglicizzato è diventato coney. L'Irlanda infatti ha molte isole che si chiamano Coney Island.
Nel 200 Coney Island contava 51,205 abitanti. All'inizio i residenti erano per lo piu' Ebrei, ma ora e' principalmente popolata da Afroamericani, Italoamericani, Ispanici e da recenti immigranti russi ed ucraini.
Spiaggia in una calda estate
Murale
Boardwalk
the Cyclone
Spiaggia, Luna Park e case popolari
                                                                                                                                                                                                                                                                             

martedì 6 settembre 2011

Con Jan a New York

Tre cervi

Il viaggio Roma-New York è andato liscio. Il volo durava 9 ore e dieci minuti, ma calcolando le ore da casa a casa è sempre un lungo viaggio.
Alle 10 di mattina siamo usciti di casa: David e Laura mi hanno accompagnato all'aeroporto di Fiumicino e all'una di notte ero con Jan a casa sua. Sull'aereo dell'American Airlines era seduta accanto a me una giovane molto simpatica e dopo le prime ore di abbacchiamento abbiamo cominciato a parlare un po' di tutto.  Così il viaggio si è abbreviato. Dopo il controllo del passaporto e il ritiro della valigia c'era Jan che  mi aspettava nella hall. E con la sua presenza il mondo nuovo è già da subito diventato familiare. E come lui anche il suo appartamento mi ha accolto con calore. Bei colori, e "cosy". C'è un piccolo cambiamento. Il (nuovo) divano letto è stato messo alla parete di fronte a quella dove stava prima. E questa parete Jennifer l'ha dipinta di un giallo solare. Anche altri tratti di muro hanno cambiato colore. Tinte insolite.
Alle sette di sera, ora locale, eravamo a casa. Siamo andati a fare la spesa al supermercato Bestyet, sul quale l'anno scorso ho scritto un post. Ho disfatto la valigia e Jan ha preparato la cena. Dopo ho letto la mia posta sul computer di Jennifer  che questo mese è a mia disposizione dato che lei sta in Giamaica per gli ultimi ritocchi alla casa che ha costruito. Jan che è tornato dalla Giamaica due giorni fa, dopo una breve vacanza di una settimana,  dice che casa e giardino sono bellissimi.
Alle 11 ora locale siamo andati a dormire. Ho calcolato che in Italia erano le 5 del mattino.
Ho dormito poco ma ho riposato bene. Il letto è comodissimo.

Corteggiamento

Alle prime luci del giorno ho guardato a lungo il grande quadro di Jan che adocchio bene da dove si trova adesso il mio letto. E' bellissimo. Rappresenta due grandi cervi. La femmina guarda pudicamente in basso mentre il maschio la corteggia.  Com'è riuscito Jan a creare una composizione così perfetta? E con questi colori poi. E questo tema da dove gli è venuto?  Constato come al solito che ho dei figli  geniali.

sabato 3 settembre 2011

Il 27 agosto

Non avrei mai immaginato di venire a vivere nel quartiere dove abitavo prima di sposarmi: L'Esquilino.
Il mio indirizzo allora era Via Ruggero Bonghi 27 ed abitando là ho conosciuto Pino. Eravamo giovani, belli, molto innamorati e felici.  Nelle mie frequenti passeggiate al Colle Oppio vedo sempre quel bel palazzo e mi fermo e mi ricordo. Quanti ricordi! Dolci e struggenti. Mi accorgo che i ricordi sono spesso dolci e struggenti. E stravolgono per il grande senso di nostalgia.
Spesso prendo un autobus alla fermata di Via Labicana e là davanti ai miei occhi c'è la chiesa dei Santi Marcellino e Pietro dove ci siamo sposati. Pino voleva per forza sposarsi in chiesa ed io non essendo cattolica ho avuta una dispensa speciale. Altri ricordi.
Adesso quando ci sono le nipotine a Roma, indico loro con un dito:"Vedete quella casa? Là abitava nonna quando ha conosciuto nonno. E passando per la chiesa :"E qui ci siamo sposati. E poi sono nati tre figli. E come eravamo felici di avere questi figli."
Santi Marcellino e Pietro
Livia che ha sei anni si interessa alle mie storie e vuole saperne di più. Flaminia di tre è ancora troppo piccola.



Colle Oppio 1959
Via Ruggero Bonghi 27

Pino era matto dei suoi figli e sicuramente lo sarebbe stato anche delle nipotine.
Il 27 agosto scorso erano otto anni che Pino è deceduto, ma è sempre presente.
Io continuo ad essere felice con i miei figli ai quali si sono aggiunte le nipotine. Vorrei vivere in eterno per stare con loro. Mi piace stare su questo mondo.
Mi fermo qui perchè devo continuare con i preparativi per il mio viaggio. Dopodomani parto per stare un mese con Jan a New York. Ed è già sera. Le giornate si accorciano e sono troppo brevi.

martedì 30 agosto 2011

Ancora una settimana insieme



Nel mentre che Flaminia stava male, il 26 luglio è venuto dalla Spagna Carlos, il  mio figlioccio, per una visita di due giorni. Andava a trovare i suoi nelle Marche e ne ha approfittato per vedere tutti noi dopo tanti anni. Carlos ha un anno e mezzo più di Sigrid. La sua mamma che è messicana/cubana vive a Parigi, suo padre è spagnolo e vive con la seconda moglie nelle Marche. Quando per lavoro si sono trasferiti da Roma nelle Marche, Carlos è stato da noi per un paio di mesi, il tempo di finire l'anno scolastico alle elementari. Si ricorda sempre con piacere di quei giorni, era uno della famiglia e tutti l'aiutavamo con i compiti. Non ci siamo visti spesso negli anni ma c'è stato sempre un contatto fra di noi.
E' arrivato che la casa era piena, ma abbiamo trovato una soluzione. I figli di Rosa, la nostra vicina di casa erano in vacanza e Carlos poteva quindi dormire nella stanza del maschio, io fornivo le lenzuola. Una sera Carlos ha preparato per tutti noi le melanzane alla parmigiana. E' stato bello rivederci.
Anche la mia vicina è andata in vacanza e per tre settimane ho badato alla sua gattina e alle piante sul suo terrazzo. Flaminia quasi tutti i giorni veniva con me, è matta di Moreen, la gattina. Mi chiedeva :"Nonna, andiamo a casa di Rosa?" Accarezzava Moreen, le parlava con voce dolcissima, le portava i croccantini (cibo per gatti) alla bocca dicendo."Mangia Moreen, è per te." E la prendeva in braccio in modo maldestro, sembrava che la strozzasse. Essendo la gatta migliore del mondo Moreen lasciava fare finche non era stufa, si svincolava e saltava sul tetto del terrazzo. Anche se Flaminia la supplicava non tornava indietro. Poi con delle ciotole annaffiavamo le piante, spesso con l'aiuto di Livia e David. Ho chiesto a David: "Mi puoi scattare una foto di Flaminia mentre strozza Moreen?"
Dopo il ritorno dalla Toscana il 13 agosto Kevin è già dovuto tornare in Olanda per lavoro. L'abbiamo  accompagnato al treno per l'Aeroporto. Il giorno prima David sul terrazzo condominiale ha fatto qualche foto della famigliola. Su questo terrazzo le bambine si divertono un mucchio con una piccola piscina gonfiabile. Si bagnavano a volontà e poi correvano tutt'intorno. Anche qui Livia annaffiava tutte le piante con una bottiglietta di plastica, impiegandoci anche un'ora. E' venuta pure Moreen a stare con noi, saliva dalla sua terrazza fino a noi. Io l'avevo lasciata fuori per un pò di ore perchè la casa di Rosa era asfissiante per il grande caldo. Ci cercava e ci parlava miagolando per la gioia di Flaminia.
Un tardo pomeriggio c'era una festa sulla terrazza: una bambina del palazzo compiva gli anni ed eravamo invitati anche noi. Un altro giorno sono venuti i nipoti di Laura: Antonio di 6 anni e Ludovica di quasi 4. David li ha fatti giocare con l'acqua sul terrazzone ed erano come impazziti di vivacità, scatenati a più non posso. La sabbia e l'acqua sono delle calamite per i bambini.
Nelle ore più calde si rimaneva dentro casa. Con l'aria condizionata al minimo ci si sta benissimo. Ci diciamo: "Come facevamo prima senza?" Le bambine guardavano dei filmini, disegnavano oppure giocavano. Una volta Livia era la  mamma e Flaminia il bebè. Dopo quel gioco Flaminia si rivolgeva a Sigrid chiamandola "mamma Sigrid" e ha continuato a farlo fino alla loro partenza, il 20 agosto. David e Laura hanno accompagnato Sigrid e le bambine all'Aeroporto in macchina, io le ho salutate sotto casa. Tornando su mi sono messa a ordinare. Vedendo Cane Morbido l'ho preso in  braccio e mi sono venute le lacrime.
Frattanto mi è arrivato il biglietto aereo Roma - New York - Roma. Me lo ha spedito Jan via computer. Parto il 4 settembre.