sabato 28 novembre 2015

New York, maggio 2004

In un post precedente ho scritto che anche nel 2004 Sigrid era venuta dall'Olanda per passare due settimane con Jan e con me a New York. Io sono arrivata il primo maggio e Sigrid sette giorni dopo.
Jan allora abitava in un bell'appartamento della Manhattan Avenue, lo conoscevo già perchè nel 2001, tornando dal Canada, mi ci ero fermata per 10 giorni e perciò mi era tanto familiare. Prendo il mio diario di quell'anno che mi servirà come appoggio della mia memoria.
Trascrivo.
Al mio arrivo ho trovato sul tavolo davanti alla finestra un vaso con un enorme bouquet di rose. Sono arrivata di sera e dopo aver cenato ho cominciato a sentire la stanchezza del viaggio e mi sono sdraiata sul letto. Jan si è messo al computer e per curiosità ha cercato su Internet Fennema, il mio cognome, e ha trovato pagine intere dedicate ai portatori di questo nome, sparsi in tutto il mondo.  Incuriosita mi sono rialzata per vederle insieme a lui e tutti e due eravamo più che sorpresi. In un lunghissimo albero genealogico siamo arrivati alla mia famiglia, ai miei genitori, ai miei fratelli ed a me e ho trovato che una cosa non era esatta: dice che i miei fratelli ed io siamo nati a L'Aia (Den Haag o 's Gravenhage) mentre siamo venuti al  mondo a Den Helder. Con la mia famiglia non ho mai vissuto a L'Aia. Non molto tempo fa ho visitato di  nuovo questo sito per trovare dei dati sulla mia bisnonna Johanna Visser che poi ho usato in un post.
Il giorno dopo era domenica e in mattinata in una grande chiesa abbiamo assistito ad un servizio gospel. Il coro sul podio era composto da gente di colore vestita di bianco. Anche il ministro, in un elegante abito bianco, che cantava e predicava, era un afro-americano. Sembrava un lavoro teatrale ben eseguito. Vicino a noi una signora nera ballava con le braccia alzate, era in trance. E non era l'unica in questo stato. Tanti turisti in chiesa. Poi a casa abbiamo chiamato Sigrid in Olanda. Diceva: "Che strano saperti a New York." Lei e Kevin avevano ospiti spagnoli che avevano conosciuto in Spagna, marito,  moglie e bambina ed era come se si conoscessero da sempre. David rispondeva sul suo cellulare. Stava nel suo studio di Via Morin a dipingere. Dopo aver pranzato e riposato un'oretta Jan ed io abbiamo preso la metro per camminare per tantissimi blocks downtown riposandoci poi su una panchina nel Washington Square Park a guardare la gente. La stessa cosa che continuiamo a fare adesso.
Voglio raccontare di una mia piccola avventura. Tre giorni dopo il mio arrivo, il 4 maggio, nel pomeriggio Jan è andato via per lavoro e io ho deciso di fare una passeggiata al centro. Ho preso la metro e ho camminato per le strade del West Village, guardando i bei negozi e poi passando per il parco di Washington Square dove mi sono seduta al sole. Sentivo la stanchezza dovuta al jet-lag ed ho deciso di tornare a casa. Non sapevo dove trovare la metro ed ho chiesto informazioni ai passanti e così all'Astor Place ho preso il treno per la 125a Strada. Il treno era bellissimo, nuovo, ben attrezzato. Pensavo: devo dire a Jan che ci sono dei treni più belli e moderni di quelli che prendiamo di solito.
Sono scesa alla 125th Street. Arrivata su per strada non riconoscevo il posto, mi era completamente sconosciuto. Era strano, non passava quasi nessuno, un quartiere isolato, e alla mia domanda su come arrivare a Manhattan Ave. le rare persone incontrate non avevano una risposta. Camminavo guardandomi intorno. Arrivata ad un grande palazzo illuminato sono entrata, sembrava un albergo di lusso. Alla reception desk  rivolgendo la mia domanda ad una signorina elegante lei si è alzata per chiedere un'informazione ad altri all'interno dell'albergo. E' tornata con un giovane slanciato che indossava un camice bianco: lui mi ha detto che proprio in quel momento aveva finito il suo turno di lavoro e mi poteva dare un passaggio in macchina perchè andando a casa passava proprio nella Manhattan Avenue. Risultava che era un medico filippino e l'albergo un ospedale (Henry J.Carter Specialty Hospital and Nursing Facility) Mi ha lasciato davanti casa. Ringraziandolo gli ho detto che è stata una fortuna averlo incontrato perchè mi ero sentita persa. Erano le 19.30 e mi sono messa a cucinare, ero stancamorta ma cucinando mi è passata la stanchezza. Alle 20.00 è venuto Jan insieme a K., sua compagna di allora. K. bella e carina come sempre. Una volta era venuta da noi a Roma. Questa sera portava un mazzo di fiori, carrot cake e cheese cake, io per lei avevo una collana. Abbiamo mangiato con appetito la cena: borbottone, fatto con peperoni, cipolla, patate e philadelphia, frittata e insalata, come dessert le torte. Poi ho chiacchierato con K su tanti argomenti, eravamo sulla stessa lunghezza d'onda. Jan mi ha detto dopo: "Mamma, sembri così giovane, sai parlare di tutto." L'ho scritto nel mio diario, questo complimento mi ha fatto tanto piacere. Avevo quasi 73 anni. Jan e K. mi hanno preso in giro per diversi giorni perchè accettavo passaggi in macchina dagli sconosciuti. Sigrid il giorno dopo al telefono sentendo della mia avventura ha anche lei fatto una risata.

Henry J.Carter Specialty Hospital and Nursing Facility



mercoledì 28 ottobre 2015

Ritorno a Roma

Il 9 ottobre: giorno di partenza. Alle 16.00 Jan mi ha accompagnato in taxi all'aeroporto, in netto anticipo perchè alle 18.00 aveva un wine tasting in un'enocoteca di Harlem. Ma il traffico era impazzito e si andava a passo d'uomo. Si sentiva forte la pioggia sul tetto e i lampi guizzavano nell'aria. Siamo arrivati all'aeroporto J.F.Kennedy giusto in tempo per il mio aereo e con la compagnia Delta tutto è andato veloce, al check-in neanche c'era bisogno di levarsi le scarpe. Dal taxi Jan aveva già fatto sapere all'amico dell'enoteca che non sarebbe arrivato all'ora stabilita, è stato compreso e rassicurato.  Io e Jan ci siamo salutati e una volta passata attraverso i controlli, girando l'angolo per prendere la strada verso il  gate G14, ho dato un'ultimo sguardo all'indietro e mi è sembrato che da ormai molto lontano Jan mi stesse salutando un'ultima volta con le due braccia alzate, ma con tutta quella folla non ero sicura che fosse lui.
Una volta nell'aereo il capitano del volo ha comunicato al microfono che ci sarebbe stata un mezz'ora di ritardo. Ma invece che alle 19.30 l'aereo è partito due ore più tardi. E' stato sempre il pilota a spiegare ai passeggeri che per colpa dei lampi non era stato possibile rifornire l'aereo di carburante, sarebbe stato troppo pericoloso farlo, ma dato che avremmo incontrato un vento favorevole saremo arrivati  non troppo in  ritardo.
Durante il viaggio i miei pensieri erano rivolti in continuazione ai giorni trascorsi insieme a Jan e Sigrid. Jan così premuroso, lo vedevo mentre alla sera mi preparava il letto sull'ampio divano e la mattina in un lampo lo disfaceva piegando lenzuola e coperta e mettendole nell'armadio. E' sempre pieno di attenzioni. In volo mi distraevo vedendo i films del vasto programma sul piccolo schermo davanti a me. Stavo comoda perchè sugli aerei della Delta c'è più spazio per le gambe. La cena vegetariana era buona, il personale molto gentile. Di turbulenze ce n'erano tantissime: "Rimanete seduti sulle vostre poltrone, tenete allacciate le cinture." Vedevo intorno a me la gente che dormiva ma a me il sonno è rimasto sconosciuto. L'aereo era pieno, solo due posti vicino a me erano vuoti e non è venuta l'amica immaginaria dei miei racconti a trovarmi per chiacchierare insieme degli elementi acqua, fuoco e aria. Si è rintanata in quei racconti e ci è rimasta. Le uniche parole dette da me durante tutto il viaggio sono state: "I should like a glass of applejuice" alla domanda dell'hostess che chiedeva cosa desiderassi bere, e poi "thank you".
Addizionando le ore oziose prima del decollo alle ore di volo, il viaggio è stato lungo. Ho spesso guardato l'orologio.
A Fiumicino c'era David, mi stava aspettando da tanto tempo. Era bello rivederlo. Che fortuna avere dei figli così amorevoli!
Ho lasciato New York con la pioggia e ho ritrovato la pioggia a Roma. Mi aspettavo come gli altri anni giorni ancora caldi ma questa volta l'autunno è arrivato presto e i sandali e i vestiti leggeri non li ho più messi. David ha mandato una mail a Sigrid e Jan per avvertirli che ero arrivata bene. Alle 4 del pomeriggio Jan mi ha chiamato per dirmi che ieri dall'aeroporto ha preso la metro e alle 19.30 si è presentato nell'enoteca dove agli ultimi clienti ha fatto assaggiare i suoi vini. Il proprietario giapponese, amico di Jan, vuole organizzare fra breve un altro wine tasting. Poi, dice Jan, una volta arrivato a casa era strano non trovarmi, gli mancavo. Era comunque un piacere mangiare le carote con cipolle fritte che gli avevo preparato in mattinata, prima di partire: Jan, che è un mago, avrà aggiunto un pò di questo e un pò di quello per far diventare le carote un piatto da ristorante. Dopo la giornata stressante lui, stanchissimo, era a letto già alle 23.00.
La mia vita romana è pian piano ricominciata nonostante il jet lag da smaltire. E continuo a viaggiare senza sosta, mi sposto con grande facilità nei luoghi dove stanno i miei amati. In un racconto del 25 gennaio 2004 ho scritto così: "Sulle ali del pensiero mi sposto in continuazione, non ci sono frontiere, solo passato, presente e futuro. E si viaggia gratis."



giovedì 22 ottobre 2015

Ultimi giorni ad Harlem: aria di Halloween

Mancavano due giorni alla mia partenza e perciò ho portato indietro il mucchio di films presi in prestito. Ho camminato fino alla biblioteca comunale che si trova a fianco del Marcus Garvey Park e consegnando i films ho avuto una brutta sorpresa: mi toccava pagare una multa perchè quasi tutti i films venivano riconsegnati in ritardo. La signorina ha fatto il calcolo ed erano 72 dollari. Mi è venuto un colpo. Ho aperto il mio borsellino ma non bastavano i soldi. Desolata ho detto che non sapevo di queste regole, che abitavo in Italia e che ero in visita qui da mio figlio, ma la colpa era mia perchè ero stata io, usando la tessera di mio figlio, ad aver preso in prestito questi DVD. La signorina ha preso il telefono e con voce sommessa ha parlato con qualcuno, dopodichè ha messo sul banco lo scontrino con la somma finale di 72 dollari cambiata in 0 dollari. L'ho ringraziata molto e come mi sentivo sollevata di non dovermi presentare a Jan con una multa da pagare.
Poi con lui camminando per le strade di Harlem abbiamo visto che come d'incanto era, quasi da un giorno all'altro, avvenuto il risveglio di Halloween. In alto, sugli scalini delle case apparivano oltre le piante fiorite anche zucche di diversi formati e davanti al supermercato Best Market erano sistemati grandi scatoloni strapieni di zucche di varie specie e colori, enormi e minuscole. Ogni anno nella 116a Strada gli abitanti di una casa brownstone addobbano la scaletta d'entrata e il cortiletto antistante in grande stile, ma solo durante la nostra ultima passeggiata abbiamo trovato il tutto avvolto di decorazioni Halloween  talmente abbondanti che abbiamo esclamato: "che esagerazione questa volta." Jan ha scattato qualche foto.



116a Strada


In autunno molti newyorkesi fanno una scampagnata per godersi la natura con gli alberi che si colorano di rosso e giallo-oro; gli agricoltori mettono a disposizione qualche frutteto dove cogliere, a pagamento, con le proprie mani le bellissime mele mature.


Quando ero ormai già tornata a Roma Jan ha immortalato un campo di zucche lo stesso giorno che con Viviana e Leo è andato a cogliere mele in campagna. Solo Viviana le ha raccolte pagando 20 dollari per 20 mele. Il weekend successivo ha preparato per gli amici una cena buonissima a base di mele. Jan mi ha scritto che gli è venuta voglia di zucca, l'ha comprata al supermercato già tagliata a dadini, l'ha cucinata e come se l'è gustata.



campo di zucche (foto di Jan)


venerdì 9 ottobre 2015

Cena a casa

E' un rito che ogni anno invitiamo Jolonda e Jacqueline a cena. Finalmente martedì 6 ottobre eravamo tutti liberi da impegni ed abbiamo chiesto anche ad Andreas di venire. Andreas è greco e l'anno scorso andando in Grecia a trovare dei parenti ed amici, fermandosi un giorno a Roma, è venuto a pranzo da me. Lui e Jan si sono conosciuti attraverso il mondo del vino.
Di mattina ho già preparato il sugo alla genovese e nel pomeriggio, dopo una passeggiata nel parco Morningside, portandomi un libro, e una scappatina a Best Market, ho fatto un dolce alle pesche. Jan si è liberato dal lavoro già alle 19.00 e, come di consueto, dopo una doccia ha fatto mille cose in un lampo. E quando alle 19.30 sono arrivate Jacqueline e Jolonda il tavolo era apparecchiato con sopra  svariate pietanze. Meno male che era tornato il bel tempo ed ho potuto indossare un vestito estivo, mettendo da parte la felpa.
Era un grande piacere rivedere dopo un anno le due "ragazze". Ormai ci conosciamo da tanti anni e le vedo sempre uguali. Jacqueline lavora come personal trainer (allenatore personale) e anche come personal shopper (consulente per gli acquisti) ed adesso sta seguendo un corso di dietologia on line che la tiene molto occupata. Comincia già alle 6 di mattina e perciò ha detto in anticipo che doveva tornare a casa alle 22.00.

Jacqueline
Yolonda fa l'attrice. Fra una puntata e l'altra di uno sceneggiato televisivo in questi giorni ha un breve intervallo. Su Facebook vedo sempre foto stupende di lei. Un attimo dopo è venuto anche Andreas con una torta salata fatta in casa. Le due amiche hanno portato dei dolcetti. E Jacqueline mi ha regalato un bel libro intitolato Advanced Style dell'autore Ari Seth Cohen. La dedica sulla prima pagina è: "Para Aukje, one stylish and sweet lady!! Love Jacqueline." I foulards che avevo portato per loro da Roma sono piaciuti molto. La cena è stata gustata appieno, anche la torta di Andreas era squisita. E il dolce alle pesche è stato un successo. La serata era così gradevole che Jacqueline non aveva voglia di andarsene anche se pensava con spavento all'alzata di buon ora che l'aspettava. Con l'occhio ai tanti impegni che ognuno di noi aveva il giorno dopo Jan alle 23.00 si è alzato dicendo: "Ragazzi è ora per andare a nanna." Non molto dopo se ne sono andati, per rivederci il prossimo anno. Jan, come al solito ha dato ad ognuno una bottiglia di vino e una fetta di dolce da portar via. E mentre Jan impacchettava i cibi, Yolanda ha lavato i piatti.

Yolonda

Il libro Advanced Style è fotografico, raffigura tante signore non più giovani che indossano vestiti  di proprio gusto. A volte di una semplicità ricercata con accessori importanti, altre volte vestite in modo classico oppure sofisticato, ma anche a volte da sbarazzine e persino da stravaganti ed eccentriche. Ma sempre con stile personale studiato. Il motto di molte di loro è "Celebrate ogni giorno e non guardate il calendario". Insomma fashion deve essere divertimento ad ogni età. Una signora dice che da giovane si vestiva per gli altri, adesso per se stessa. Una signora di cento anni afferma che anche per uscire a comprare una cosa sotto casa si veste e si trucca a puntino perchè non si sa mai chi potrebbe incontrare. Un'altra dichiara: "La mia filosofia è che la moda dice "anch'io", mentre style dice "solo io". Una signora con i capelli corti rossi dice: "Feel beautiful inside, and you will be beautiful outside." Tutte le signore nel libro sono bellissime, una diversa dall'altra. Il fotografo è stato molto bravo a captarle per le strade di New York e di coglierle in una posa adeguata.

Unveiling visions e Brooklyn

Ad Harlem, nell'istituto Schomberg Center for Research in Black Culture c'è una mostra intitolata Unveiling Visions: The Alchemy of the Black Imagination che Jan ed io siamo andati a vedere la mattina del 3 ottobre. Era una lunga camminata e le nostre orecchie facevano male per il vento freddo. Nella mostra ci sono illustrazioni, graphic design, letteratura, posters, avvisi di teatro e lavori d'arte mixed media in digitale e analogico di 87 artisti, emergenti, conosciuti e già affermati. Come tutti i popoli di questo pianeta anche nella cultura nera esistono figure esoteriche, da favola e di fantascienza. Questa mostra interessante apre gli occhi sull'immaginario nero, l'Afrofuturismo, science fiction, horror, comics e fantasia magica.
L'istituto ha una vasta biblioteca sulla cultura Afroamericana e i libri si possono consultare ai tavoli nella sua grande sala ben illuminata. Attraverso gli alti vetri ho visto studenti neri e bianchi studiare in santa pace.
Terminata la nostra ora culturale ci siamo incamminati di buon passo verso il nostro supermercato Best Market.
Anche questa volta abbiamo divorato un bel mucchio di blocks. Calcolando erano 34.
Il giorno dopo Jan aveva diversi impegni a Brooklyn ed io sono andata con lui. Più tardi nel pomeriggio ci siamo incontrati con l'amico di Jan, Doyle, e sua moglie Nikki che abitano in un bel loft a Brooklyn. Ci hanno fatto vedere il bel parco nel loro quartiere e le strade con le belle brownstone houses. Ad un certo punto, scendendo le scale, arrivata agli ultimi gradini, il mio ginocchio destro ha ceduto e piegandomi indietro mi sono trovata seduta su di un gradino. Quando Jan si è girato e mi ha visto non in piedi ma seduta si è spaventato. Ma poteva andar peggio, almeno non sono caduta. Le mie ginocchia da tanto tempo non sono in ottime condizioni e salendo e scendendo tante scale qui ad Harlem - in più la camminata veloce del giorno prima - la situazione è peggiorata. Ma nonostante il ginocchio dolorante ho potuto continuare la passeggiata. Nella lunga strada di Doyle e Nikki erano ordinatamente esposti per terra davanti ai cancelletti delle case, a disposizione dei passanti, libri, riviste, vestiti, giocattoli, utensili ecc.ecc. Doyle ha raccolto un bellissimo libro con ricette vegetariane e lo ha dato a Jan. Arrivati davanti alla loro casa ci siamo salutati. Nikki aveva da finire un lavoro sul computer e Doyle voleva continuare a scrivere il libro che aveva iniziato due giorni prima. Non ha scritto mai niente in vita sua e all'improvviso ha scoperto che scrivere gli piace proprio tanto. Gli ho detto che appena finisce il suo libro lo vorrei leggere.
Jan aveva un altro impegno e perciò abbiamo preso la metro per Soho dove voleva salutare il suo amico Roberto che quel giorno aveva organizzato un BBQ per strada, davanti al suo ristorante. Dentro e fuori tutti i tavolini erano occupati da gente che aveva riempito ben bene i propri piatti con tutto il ben di dio esposto sui tavoli. Non abbiamo accettato l'invito di Roberto di servirci anche noi, era troppo presto per cenare. Ci siamo incamminati verso Washington Square. Anche qui come in tutti i parchi vasi enormi con bellissime piante. Su una panchina abbiamo preso gli ultimi raggi di sole.
Da Agata e Valentina Jan mi ha comprato un budino di pane alla mele e noci. Strada facendo una signora ci ha offerto di farci delle foto davanti ad una casa ornata di piante che stavamo ammirando.
A casa ho preparato un piatto saporito a base di cavolo. E dopo cena al cinema "D'Amore" un film della biblioteca abbastanza carino Love is all you need, con Pierce Brosnan.



Cena al Metropolitan Museum

Sigrid è partita ed è cominciato il brutto tempo con freddo e pioggia. Una coperta extra sui letti. Sigrid a Haarlem in Olanda ha trovato tempo bello. Diceva su SKYPE che un raggio di sole solleva sempre lo spirito.  Le bambine vicino a lei, felici con la loro mamma.
E noi ad Harlem? Io ho fatto vita di quartiere dove c'è sempre da scoprire cose nuove e Jan, che lavora sempre tantissimo, una sera è tornato a casa più tardi perchè suonava la batteria con un nuovo gruppo nel quale canta il suo amico Frank. Gli ho fatto trovare la cena pronta con uno dei suoi piatti preferiti.
La sera del 2 ottobre è stata molto particolare. Jan ha presentato i suoi vini ad una cena al Metropolitan Museum. La serata era dedicata ai vini e cibo del sud ed hanno scelto i vini che Jan importa. Sono venute 48 persone, $250 a testa. Jan poteva portare un ospite e così sono andata io e ho chiacchierato con diverse simpatiche persone. L'ambiente era molto elegante e così la gente. Prima della cena Jan ha parlato dei suoi studi, dei suoi lavori, della sua vita musicale e a come era arrivato al mondo del vino. Uno speech con molto garbo e humor, la gente rideva e applaudiva. Poi con ogni nuovo piatto ha parlato del vino che l'accompagnava. Ancora applausi. Solo per noi due c'era un menu vegetariano. Jan ha mangiato poco perchè vari ospiti volevano saperne di più su questi vini. Insomma, Jan è stato bravissimo ed ha avuto un grande successo. Alla fine della cena ci siamo intrattenuti ancora un pò con gli ospiti, tutti molto alla mano e simpatici. I managers hanno ringraziato Jan per come ha condotto la serata e si sono rivolti a me sempre con molta gentilezza. Mi hanno regalato la composizione di fiori che stava sul nostro tavolo. Due signore, sorelle, hanno voluto una foto insieme a noi.



Una piccola avventura imprevista prima della cena: quella sera con freddo e pioggia ci eravamo diretti, portando l'ombrello, verso il Metropolitan Museum prendendo l'autobus sotto casa che si ferma proprio davanti al museo. Nel bus intorno a noi ben cinque persone parlavano al cellulare e  all'improvviso squillava il telefonino di Jan. Un manager del museo informava che per sbaglio dal magazzino avevano portato delle bottiglie di vino rosso di una certa marca invece del bianco della stessa marca. Che bisognava fare? Siamo scesi dall'autobus e fermato un taxi ci siamo avviati verso un'enoteca, un cliente di Jan, l'unico che vende il tipo di vino necessario in questa occasione. Meno male che c'erano ancora bottiglie a sufficienza e Jan ne ha prese otto in prestito. Questo vino è piaciuto particolarmente e in tanti hanno voluto sapere dove fosse possibile acquistarlo. Non tutto vien per nuocere, in questo caso un detto appropriato.... 







Brooklyn - Dumbo

Quest'anno non si è tenuto il DUMBO Festival ma a noi andava comunque di girovagare intorno ai ponti: Manhattan Bridge e Brooklyn Bridge. Così abbiamo fatto, arrivando a Brooklyn con la metro. E' una strana sensazione sapere che ad un certo punto il treno passa sotto l'East River, fiume di acqua salata. Quel giorno, il 27 settembre, non c'era il sole e Brooklyn era avvolta da una luce particolare, il cielo grigio emanava un colore magico. Nel nostro cammino abbiamo passato un dog run, un giardino per cani ed i loro padroni. Mi impressiona sempre di come siano belli questi sfoghi per cani a New York; questo aveva il particolare di essere collinoso e in alto ci correva una fila di cani di diverse razze e colori che si stagliava contro un cielo cupo.



Un quadro. Nei giorni di sole il giardino gode parzialmente dall'ombra regalata dal ponte che lo fiancheggia.
La passeggiata nel Brooklyn Bridge Park lungo il fiume, è stata bellissima. La vista su Manhattan è incredibile. In lontananza si vede la Statua della Libertà e anche una parte del New Jersey. C'è un'abbondanza di alberi, di rocce imponenti, prati invitanti, un sentiero per biciclette, recinti dove giocare a palla, campi da tennis e da calcio, piste da pattinaggio e persino un approdo per il kayak sul'acqua. E come gli alri anni coppie di freschi sposi che posavano per le fotografie di rito. Fra la molta gente che passeggiava intorno a noi abbiamo sentito parlare italiano. Erano due coppie di coniugi non più giovani. Abbiamo scambiato due parole con loro. Una coppia abita a New York, l'altra era in visita. Col telefonino di Jan hanno scattato qualche foto di noi tre e Sigrid a sua volta li ha immortalati con il loro cellulare. Panchine dappertutto e in abbondanza, belle e forti, a prova di vandali.



Sigrid davanti ad un campo di Volley Ball

Arrivati alla fine del parco abbiamo dato un'occhiata ai playgrounds a tema che io avevo già visto due anni fa con Jan. I bellissimi giardini, molto frequentati, sono divisi secondo l'età dei bambini.
Poi per andare alla stazione della metro abbiamo camminato per le strade accattivanti e signorili di Brooklyn Heights, con case belle e negozi eleganti.
Anche questa volta Jan ha preparato la cena, un risotto da leccarsi i baffi.
Che giorni felici.
E il giorno dopo, il 28 settembre, è partita Sigrid. I dieci giorni sono volati in un soffio. La mattina dopo ci siamo sentiti e visti su SKYPE. Quando la mattina Sigrid è arrivata a casa ad Haarlem si aspettava che le bambine fossero già andate a scuola, ma che sorpresa, Kevin, Livia e Flaminia la stavano aspettando e insieme hanno portato le bimbe a scuola; in questa occasione non importava arrivare un pò in ritardo.