lunedì 30 luglio 2018

15 - 18 giugno 1977, Sorrento, Capri

 
Il 15 giugno, mentre stavamo facendo colazione, prima di andare a lavorare è venuto a salutarci Nino, il fratello maggiore di Pino, marito di Lina e padre di Steny, Rita e Paoletta. Era avvocato. Mi ricordo che una volta Pino ed io siamo andati al tribunale di Avellino per vederlo lavorare ad una causa. Era simpatico e bambinesco. Una volta, era di giugno e faceva molto caldo, prima di andare in tribunale è venuto sotto casa e ha chiamato la mamma, quando lei si è affacciata al balcone lui le ha chiesto: "Mamma posso levarmi la maglia di lana?" E lei:"No figlio mio, aspetta ancora qualche giorno."
Walter e le sue figlie con Pino ed il nostro trio hanno fatto una gita in campagna, l'Irpinia è bellissima. Io e Norma abbiamo fatto le spese e ho comprato una t shirt per David. Le cuginette poi sono come sempre rimaste a pranzo. E' venuta la loro mamma, Marisa. Aveva cucito un triangolo nel pantaloncino corto di Jan per allargarlo. Marisa mi piaceva molto. Insegnava al liceo classico, dipingeva, aveva le mani d'oro e trovava sempre, con un sorriso, una soluzione ai problemi. Ilaria ha chiamato la sua bambina come la nonna. Ho preparato le valigie. Alle 16.30 è venuto a prenderci l'autista prenotato in anticipo. Eravamo stati invitati da un amico d'infanzia di Pino a passare qualche giorno a Sorrento. Attraversando con calma stupendi paesaggi e la brutta cittadina  di Castellamare in due ore ci siamo arrivati. L'amico Mario B, commissario di polizia, ci stava aspettando nel suo ufficio insieme al figlio Alessandro di 12 anni e alla figlia Cristina di 5. Divisi su due macchine siamo andati all'hotel Europa Palace. Dopo aver cenato tutti insieme Mario e figli sono tornati a casa loro. Le nostre belle stanze avevano la vista sul mare. In albergo c'era un gruppo di turisti olandesi della Christoffel Reizen.
 
Hotel Europa Palace
 
 
La mattina dopo, finita la colazione, col gruppo di olandesi abbiamo preso una nave che ci ha portato a Capri, un viaggio di un'ora. Il mare era molto agitato e Sigrid aveva paura finchè col papà si è seduta fuori, all'aria aperta. E come era bello rivedere Capri! La via Krupp, che collega il centro storico a Marina Piccola, spesso è chiusa per via di possibili cadute massi; questa volta l'abbiamo trovata aperta e l'abbiamo percorsa fino a Marina Piccola dove ci siamo seduti per un po' sulla spiaggia. Tutto ci era così familiare. Al ritorno abbiamo preso un bus e abbiamo pranzato al ristorante Diana e un po' più tardi è arrivato anche il gruppo olandese.  Dopo pranzo una passeggiata su Via di Tragara, un'altra bellissima strada affacciata sul mare che passa sopra ai Faraglioni e alla casa di Curzio Malaparte. Per Jan abbiamo comprato un costumino Speedo, per Sigrid una bambolina Fiammiferino e una gattina di raffia, per la figlia di Mario un anello di corallo. Dopo esserci riposati sulla piazzetta centrale, davanti ad un bar con una bibita fresca, era ora di tornare a Sorrento. Di  nuovo con il gruppo di olandesi abbiamo preso la nave alle 16.30. Ho parlato con una signora irlandese, raccontava che suo marito commerciava in mele. Il mare era calmo e Jan e Sigrid hanno girato per tutta la nave. Un pullman  ha portato noi ed i turisti all'albergo. Dopo cena eravamo seduti sulla bellissima terrazza dell'hotel che era piena di ortensie ed altre piante fiorite.
Sull'isola avevamo fatto gli auguri a Jan, era il suo tredicesimo compleanno. Mi commuovo pensando a come fosse un ragazzino bello e in gamba. La nostra nipotina Livia adesso ha tredici anni.



Capri
 
Questa gita non ci è costata nulla: eravamo stati incorporati nel gruppo turistico olandese.
Il 17 giugno sia di mattina che di pomeriggio siamo stati sulla spiaggia dell'albergo, un ascensore costruito nella roccia ci ha portato giù. A me faceva impressione, sapendomi chiusa lì dentro, in mezzo alle rocce. Nel tardo pomeriggio Mario con i figli Alessandro, Stefano (appena arrivato da Roma con la mamma), Cristina e un maresciallo ci hanno fatto vedere tutti i posti belli di Sorrento. Abbiamo mangiato la pizza al Cavallino Bianco.
La  mattina dopo un po' di spiaggia. Sigrid ha fatto un giro in barca con la direttrice dell'albergo. Ho fatto le valigie. Sono venuti Mario con la moglie Lena e i figli, abbiamo pranzato insieme all'aria aperta. Poi, seduti sulla terrazza, qualche foto. E dopo saluti, baci e abbracci. Siamo stati benissimo. Il maresciallo e suo figlio ci hanno portato fino ad un hotel e di là con il solito gruppo di turisti siamo saliti su un pullman con l'aria condizionata. Il maresciallo aveva organizzato tutti i nostri andirivieni. A San Vittore siamo scesi dal pullman per una leggera cena. La guida, un giovane molto simpatico. A Piazza Vittorio, Roma, un taxi. Alle 20.30 a casa. Appena sentita la nostra chiave Poesjemauw è corsa alla porta. Ero un po' preoccupata, ma stava molto bene. Abbiamo portato dei regalini alla portiera e alle sue bambine. 


Sorrento
 
 

sabato 28 luglio 2018

Avellino, 12,13,14 giugo 1977


Domenica 12 giugno c'era la prima comunione di Ilaria e Lydia. Pino ed io siamo andati alla funzione in chiesa.  Sigrid, meno male senza febbre, è rimasta a casa per affrontare meglio la festa della sera. David e Jan sono andati allo stadio con Luigi, un cugino di Pino. La chiesa era piena di famigliari, amici e conoscenti. Il servizio solenne non era organizzato bene come a Roma; alcuni giovani cantavano  accompagnati dalle chitarre. Abbiamo abbracciato e fatto gli auguri alle due sorelline. Faceva molto caldo: Pino ed io ci siamo ripresi un attimo sedendoci su una panchina nel verde della villa comunale. Mamma aveva il pranzo pronto.
Dopo una siesta, nel tardo pomeriggio ci siamo vestiti per la festa al Jolly Hotel che cominciava alle 19.30. Tutti eleganti. In una sala c'era un abbondante buffet.  E' stato un piacere intrattenerci con gli altri numerosi invitati. Le nostre cornicette sono piaciute molto alle festeggiate. David e suo cugino Diego stavano sempre insieme e la cuginetta Paoletta cercava sempre Sigrid. Com'erano belli questi incontri di famiglia.
La mattina del giorno dopo Sigrid e le cuginette Rosa, Ilaria e Lydia sono andate insieme alla Standa. Pino ed io abbiamo ordinato una torta, pizze, salatini etc. perché avevamo deciso di rifesteggiare in famiglia la prima comunione di Sigrid. Jan è venuto con noi per negozi dove ha chiesto e ottenuto tanti adesivi pubblicitari di cui faceva la collezione. Ognuna delle tre cuginette ha scritto nell'album dell'amicizia di Sigrid  una poesia molto carina inventata lì per lì.
Alle 18.30 hanno cominciato ad arrivare gli invitati: zia Wilma con zio Emidio, la cognata Lina con le figlie Rita e Paoletta, Diego e Raffaella. C'erano già mamma, Norma, Tina, Rosa, Marisa, Walter, Ilaria e Lydia. Per caso Diego indossava una camicia identica a quella di David e anche il bluejeans era uguale. Nella sala da pranzo avevamo allestito un ricco buffet e c'era un assalto, specialmente le pizze sono volate via. Alla fine c'era la torta di 5 chili. I ragazzini fra loro giocavano indiavolati. Anche Diego e Raffaella hanno scritto nell'album di Sigrid e più tardi anche Marisa. Sono rimasti tutti sorpresi quando abbiamo distribuito le bomboniere, non se le aspettavano. Per i bambini confetti con ombrellini e per gli adulti una scatola con dentro i confetti e posate per l'insalata. Tutto è piaciuto molto per l'originalità. E' stata una bella festa. E mamma era contenta: era più che altro per lei che avevamo organizzato questa festa. Sigrid ha avuto tanti bei regali. 
Il 14 giugno, un martedì, le cuginette Ilaria e Lydia sono venute a giocare con Sigrid e Rosa. Sotto casa, al Corso, vicino al cinema Giordano (che non esiste più) ho scattato qualche foto dei ragazzini.
C'erano le svendite e abbiamo fatto qualche acquisto per tutta la famiglia.
Rivivo nel pensiero queste belle giornate ad Avellino e mi rendo conto che molte persone qui nominate non ci sono più. Tanti hanno lasciato la vita terrena perché arrivati ad un'età avanzata, altri ci hanno lasciato troppo presto, quando erano ancora troppo giovani. Tristezza e melanconia.



 
 
 

venerdì 27 luglio 2018

10 - 11 giugno 1977, Avellino

 
Il 10 giugno, l'ultimo giorno di scuola, Sigrid ha portato un regalino alla sua maestra. David aveva bisogno di scarpe e sono andata con lui a comprare un paio di  desert boots, misura 45. David aveva 16 anni. E' venuta Artemisia a pulire la casa. Dopo pranzo abbiamo lasciato le chiavi dalla portiera Elena e un taxi ci ha portato alla stazione. Il treno era in ritardo di 20 minuti e, una volta arrivato, c'è stato un assalto, sembrava la guerra. Mi ricordo che la gente spingeva valigie e bambini dentro ai finestrini per occupare i posti. Io ho trovato un posto in uno scompartimento, gli altri sono rimasti nel corridoio. Pino era seccato. A Napoli abbiamo mangiato una granita. Un caos, un chiasso, un traffico indisciplinato: indescrivibile. Prendendo prima un pullman caldissimo poi un taxi siamo arrivati a casa di mamma, mia suocera, ad Avellino. C'erano anche le mie cognate Norma e Tina, con sua figlia Rosa. Rosa cresciuta e molto carina, indossava già scarpe con i tacchi. Aveva circa 14 anni. Mamma ha preparato pasta e fagioli, era una brava cuoca. Più tardi sono venuti a salutarci il fratello di Pino, Walter, con la moglie Marisa e le figlie Ilaria e Lydia. Era bello rivedere tutti.
Siamo andati presto a letto. David e Sigrid non si sentivano in forma. Sigrid aveva 39° di febbre. Il mattino dopo è venuto l'anziano medico di famiglia, il dottor Preziosi, e ha constatato che Sigrid aveva una tonsillite e David una tonsilla infiammata. Pino è andato subito a comprare le medicine. Nel pomeriggio è venuto Walter a prenderci. Sigrid è rimasta a casa. In macchina siamo andati a visitare Candida, il paese di mio suocero Stanislao, a circa 10 chilometri da Avellino. Un paesino molto carino circondato da abbondante vegetazione. Abbiamo camminato per le viuzze, non c'era anima viva. Pino ci ha indicato la casa dei suoi nonni paterni e ha visto ad una finestra in alto la faccia di sua zia Delia. Siamo entrati. Zia Delia era sopraffatta dall'emozione per la nostra visita. Ci ha offerto da bere e poi ha raccontato senza sosta dei suoi genitori, di quando erano giovani e di come lei e le sue sorelle hanno dovuto sacrificarsi per far studiare il loro fratello, che poi è diventato medico. Zia Delia, piccola e esile, bei tratti delicati, la pelle olivastra come suo fratello. Sarebbe stato bello rivederla ancora, ma non è successo mai.
 
Candida
 
Non lontano da Candida si trova Sant'Angelo all'Esca dove c'è un grande terreno di proprietà di mia suocera che tutti in famiglia chiamano l'Esca. Ci siamo andati. Una bellissima superficie con vegetazione e alberi da frutta.  C'era un casolare fatiscente. Ci abitava un colono che lavorava la terra con moglie e figli. Mi ricordo che uno dei bambini si chiamava Diego. L'uomo molto gentile ci ha portato dei rami con ancora attaccate le ciliegie e sua moglie aveva per noi piselli e aglio. Ad una fontana abbiamo bevuto dell'acqua freddissima. Ci siamo tornati l'anno seguente perché ci piaceva molto questa terra affascinante e selvatica.
Questi contadini vivevano lavorando la terra ma, non avendo macchine e prodotti agricoli per lavorare e migliorare la terra, vivevano di stenti. Anni dopo sono emigrati e l'Esca è rimasta abbandonata e più incolta che mai.
Sigrid aveva meno febbre. Le cuginette le hanno fatto compagnia.
 
 
 
 

lunedì 16 luglio 2018

Shirley


Nel 1958 con Shirley ed altri amici americani convivevo, per risparmiare sull'affitto, in un appartamento in Via Ruggero Bonghi. Eravamo un gruppetto affiatato. Era la mia famiglia lontano da casa. Shirley è stata la mia prima amica romana. Lei gioiva quando uno di noi aveva successo, non sapeva che cosa fosse l'invidia.


 
Ho conosciuto Pino e nel marzo 1959 ci siamo sposati. Erano tutti presenti nella parrocchia dei Santi Marcellino e Pietro in Via Labicana, angolo via Merulana. Nessun famigliare. A "casa mia", a Ruggero Bonghi, c'è stata una festicciola. Sono state scattate delle foto. Ho ancora le due fruttiere di vetro verde che Shirley ci ha regalato per il matrimonio. E' stata una giornata indimenticabile.
Pino ed io siamo andati ad abitare a Viale Angelico, vicino alla RAI. Abbiamo continuato a vederci con gli amici: noi da loro e loro da noi, a pranzo o a cena. 
I miei genitori erano molto ansiosi di rivedermi e con Pino abbiamo deciso che prima dell'arrivo dei figli sarei andata a trovarli in Canada. Eravamo emigrati in Canada nel 1955, io dopo un solo anno sono tornata in Europa, prima in Olanda e poi in Italia. I miei genitori ed i miei fratelli hanno preso la cittadinanza canadese. In casa, allora, tra di noi si parlava in olandese.
Quando nell'agosto di quell'anno mi trovavo dai miei a London, Ontario, Shirley era a Chicago perché il padre era gravemente malato. Sembrava che stesse meglio e Shirley ha preso un pullman Greyhound  per essere ospite qualche giorno a casa dei miei. I miei due fratelli, più giovani di me, stavano ancora a casa e a noi due è stata assegnata la stanza con vista giardino. Dormivamo insieme in un grande letto. Dormire? Chiacchieravamo per ore, gli argomenti non si esaurivano mai. Shirley è piaciuta a tutti.
Non molto tempo dopo anche tutti gli altri hanno lasciato Ruggero Bonghi, chi per impegni di lavoro chi per formarsi una famiglia. Shirley si è trasferita in un grande appartamento il cui spazioso terrazzo si affacciava su Campo dei Fiori. Aveva ospiti paganti. A volte dava una grande festa con tanti invitati. Il parapetto della terrazza era ornato di candele. Si ballava. Mi ricordo che durante una di queste feste - io da poco incinta del primo figlio -  un famoso attore (Richard Harris), un po' brillo, non voleva smettere di ballare con me. I rapporti con tutti gli amici bonghiani negli anni sono rimasti affettuosi, ma purtroppo il tempo e le vicissitudini di ognuno di noi hanno scemato i contatti o li hanno persino interrotti.
Però con Shirley ci siamo visti spessissimo. Quando poi abitavamo in Via Goiran, a due passi dalla RAI di via Teulada, succedeva che Pino tornasse a casa insieme a Shirley. Perché lei allora conduceva, insieme all'amico Gary, un programma di lezioni d'inglese. Shirley con la sua voce squillante. E come era carina! Ammirava i nostri tre figli.
Un altro flashback di alcuni anni dopo. Io camminavo con Jan su Via del Corso. Tra la folla che veniva dall'altra parte c'era Shirley. Che bel rivedersi! Abbracci. Diceva Shirley: ho visto da lontano Jan e ho pensato: è un attore, lo conosco, ma non mi ricordo il nome. 
Un'altra volta ero da Jan a New York. Anche Shirley era in città e ci ha invitato a pranzo nella casa di artisti che lei poteva usare in loro assenza. Una casa labirintica. Dopo pranzo Jan è dovuto tornare a lavorare e Shirley ed io abbiamo camminato per lunghissimo tempo, godendoci la città e chiacchierando. Aveva i capelli tinti di rosso e ha ricevuto diversi commenti simpatici. Non ha voluto accettare l'invito a pranzo da noi ad Harlem, a casa di Jan. Harlem le faceva paura, nonostante io la rassicurassi e le dicessi che mi sentivo sempre sicura durante tutti i giri che ci facevo da sola. Tanti anni fa Harlem aveva fama di essere un quartiere malfamato ma è completamente cambiato, adesso è vibrante, ospitale, sicuro, multietnico. Con tante strade con bellissime case brownstones.
Qualche anno dopo, quando ero di nuovo a New York, Shirley era ospite di amici nel New Jersey e Jan ed io siamo stati invitati di raggiungerla per assistere ad una festa con musica a casa dei suoi ospiti. Abbiamo preso un pullman che ci ha portato attraverso un tunnel sotto il fiume Hudson al New Jersey. Una bella casa circondata di tanto verde. Molti invitati. Shirley era figlia di casa. Il padrone di casa John Eaton, un famoso compositore e musicista ed amici suoi, nel soggiorno hanno suonato per gli ospiti. Musica jazz. Ci siamo trovati molto bene con questi amici eclettici, artistici, eccentrici, fuori del comune. La moglie di John, Nelda, simpaticissima. Verso sera Shirley e Nelda hanno accompagnato Jan e me fino al pullman. Strada facendo mi hanno aiutato a raccogliere un po' di terra per la mia amica Heidi a Roma che colleziona terra da tutto il mondo.
Il 2 novembre 2015 Jan e Jennifer sono stati a New Jersey, invitati da Shirley a casa di Nelda e John per un dinner party. Shirley mi ha mandato due foto scattato quel giorno di Jan e Jennifer. Diceva che meno male Jan era riuscito ad afferrare nelle sue braccia il gatto che era scappato di casa. Forse confuso per il via vai di tanta gente. Tutti felici.
Nei primi anni '90 avevamo un pied-à-terre a Venezia e una volta è venuta Shirley a stare con noi per una settimana.  Si avventurava da sola per la città e anche con Pino e con me. Era entusiasta della nostra casetta e di tutto il bello che vedeva in giro. Ad ogni fontanella si abbeverava. E, in un bar no e in uno sì,  prendeva un caffè. E' stata un'ospite speciale, sempre di buon umore.
A Roma ha avuto lo sfratto e si è trasferita in un appartamento più piccolo, sempre nello stesso palazzo. Abbiamo spesso pranzato da lei assieme ad altri amici nella sua spaziosa cucina. Ogni vano pieno di  quadri e oggetti per lei importanti. Un museo.
Seguiva sempre tanti corsi, curiosa com'era e affamata di cultura. All'istituto francese (San Luigi dei Francesi) d'inverno ogni settimana proiettavano un film francese e diverse volte ci siamo incontrate là. Sedute vicine, negli intervalli si chiacchierava. La sua grande passione era l'opera e viaggiava per l'Italia e per l'Europa per assistere a eventi operistici importanti.
Jan e Jennifer durante una piccola vacanza a Roma le hanno fatto visita. Ne è stata contentissima. Al telefono mi ha fatto sapere che Jennifer le era piaciuta "a lot".
Nove anni fa David ed io ci siamo trasferiti in un appartamento più piccolo all'Esquilino e solo una volta (per via dei gradini all'entrata) è venuta da me a pranzo. Avevo preparato dei gustosi piatti vegetariani e una torta di mele. Ha mangiato poco di tutto, solo del dolce si è servita in abbondanza. E' tornato David dal liceo artistico dove insegna e si è seduto a tavola con noi. Ha chiesto a Shirley quale fosse il suo piatto preferito. Senza esitare un attimo ha risposto: le salsicce.
Proprio quando compiva ottant'anni Sigrid, Kevin e le bambine si trovavano a Roma. David e Kevin sono andati in motorino alla sua festa. C'è sempre stato un contatto fra di noi attraverso Facebook e le mails. Le mandavo foto delle nipotine e ne era entusiasta.




Soggiorno casa di Shirley

Non molto tempo fa David ed io siamo andati a trovarla nella sua ultima casa, un appartamento sopra il teatro dei Satiri. Abbiamo briosamente parlato di tante cose. Shirley raccontava sempre così bene di scorci della sua vita che le ho suggerito di scrivere un'autobiografia. Quest'idea non l'ha rifiutata ma credo che, anche se appariva sempre vitale, non aveva più le forze sufficienti per realizzarla. Le operazioni a tutte e due le ginocchia non erano riuscite bene per niente e un paio di anni fa le è stato scoperto un brutto tumore: Multiple Myeloma. Attraverso le mails informava gli amici che il suo meraviglioso medico la curava con delle medicine miracolose. Riceveva trasfusioni di sangue. All'inizio della cura riusciva anche con molte precauzioni a fare dei brevi viaggi spostandosi su una sedia a rotelle. Le sue mails sempre ottimistiche: Life Is Good. Nonostante continue sofferenze e dolori. Nella sua mail del 19-8-2017 scrive a tutti, amici e parenti: "Come sapete, dalla primavera dell'anno sorso sto combattendo una forma di tumore al sangue che non è necessariamente fatale, però adesso Revlimid, la medicina meravigliosa che mi ha dato mesi liberi da trasfusioni di sangue, non fa più effetto e sfortunatamente gli effetti collaterali hanno reso difficili le ultime settimane."
Ha dovuto indossare un busto/gabbia di ferro per proteggere le sue ossa diventate fragili.
Rileggo le sue mails: vedeva sempre i lati positivi e affrontava tutto con coraggio. Incredibile Shirley!
Ha fatto sapere a tutti che il 19 giugno si trasferiva nell'Hospice del Nuovo Regina Margherita. Pensava per una permanenza di 5 giorni. David quello stesso giorno è andata a trovarla. E' rimasto shoccato. Era sciuppata e talmente dimagrita che quasi non l'ha riconosciuta. Parlava con difficoltà. Cerano due amiche che badavano a lei. Era contenta di vedere David. E' entrata in coma e il 22 giugno è morta.
Nel pomeriggio del 25 giugno tutti gli amici e parenti presenti a Roma si sono riuniti a casa di Shirley per commemorarla. Io ci sono andata con David, in motorino. Ho 4 anni più di Shirley e sarà per l'insonnia che non mi muovo più con la solita facilità. Un paio di ore tutti noi amici in casa sua, senza di lei, la vivacissima Shirley, con i suoi mille interessi. Era una persona fuori del comune.
Sul computer leggo le emails di amici e parenti che raccontano periodi vissuti insieme a Shirley. Mi commuovono enormemente. Mi sembra di aver perso una sorella. Dentro di me piango.

 
 


domenica 1 luglio 2018

7,8,9 giugno 1977


Il 7 giugno l'insegnante Palumbo, del liceo artistico, ci ha telefonato per dirci in anticipo che David era stato rimandato in matematica. Come eravamo delusi, Pino ed io, con tutte le lezione private e con tutto il mio aiuto. David aveva gli occhi rossi. La matematica ha inguaiato i suoi anni scolastici, una sofferenza e un'ansia continue. Gli insegnanti lo rimproveravano, dicevano che non studiava a sufficienza, che non si concentrava, che non prestava attenzione, che era pigro, svogliato. Quando io l'assistevo con i compiti di matematica, spiegandogli le formule con pazienza, sembrava poi che avesse capito tutto, riusciva a portare a buon fine il compito. Ma il giorno dopo tutto si era cancellato dalla sua mente. Solo dopo aver finito gli studi ha saputo da un'amica psichiatra che quella sua incapacità verso l'aritmetica aveva un nome: discalculia, che è da intendersi come una sorta di "cecità ai numeri", che si evidenzia con significativa difficoltà fin dai primi anni di vita nell'esecuzione dei compiti più semplici. Se questo disturbo fosse stato diagnosticato in tempo quanto più facile sarebbe stata la vita di David, e la nostra. Mi chiedo come sia possibile che nessuno gli abbia mai diagnosticato questa "malattia". Adesso che David è professore incontra fra i suoi studenti diversi dislessici. E vengono trattati con estremo riguardo, aiutati in tutti modi. David dislessico non lo è. Legge e ha sempre letto tantissimo, e il bello è che ricorda con chiarezza tutto quello che ha letto. Scrive e si esprime benissimo, in modo sempre appropriato. La sua fantasia non ha limiti, quando racconta le storie da lui inventate è un fiume in piena. Fa divertire tutti.
 
L'8 giugno Jan ha pranzato dall'amico Fulvio e più tardi sono andati al CAR per fare una nuotata in piscina. Di sera è venuto il suo amico Ruggero a trovarlo, accompagnato da un suo ospite, amico di Perugia, e sono rimasti a cena. Con Sigrid avevo fatto shopping in Via Candia e lei ha comprato una bambola di stoffa per 2000 lire. Per lungo tempo è stata la sua beniamina.
Il 9 giugno una bella notizia: sul giornale Momento Sera c'era una recensione molto  buona del  libro Gli Scampati (Guida Editore, Napoli).
Jan è tornato con Fulvio dalla Vecchia America, vicino al Colosseo. Un paio di giorni prima c'ero stata io con lui. Aveva provato dei blue jeans ma non erano di suo gusto, però una Tshirt gli era piaciuta (1000 lire). A Fulvio è piaciuta tanto che se l'è voluta comprare anche lui.
Jan aveva quasi 13 anni. Era un ragazzino molto cosciente e in gamba, viaggiava da solo e con gli amici negli autobus per la città.

P.S.
Oggi 3 luglio 2918 è arrivata una mail da Jan. Dice Jan che ha letto questo post e si ricorda ancora, dopo 41 anni, che sulla maglietta era stampata la bandiera americana e la scritta: Dare To Be Great.





 
  

lunedì 25 giugno 2018

Carlos da noi, 1977 (6) Prima Comunione

Il 24 maggio è apparsa sulla rivista Il Settimanale un'altra recensione del libro di Pino, anche questa molto buona. Dopo pranzo è stato Carlos a lavare i piatti. Più tardi ho portato Sigrid e Carlos a fare catechismo nella chiesa di Santa Lucia e, dopo averli ripresi, sono andata con Sigrid a Via Cola di Rienzo dove con i soldi, mandati dalla nonna dal Canada, si è comprata una gonna beige e una camicetta abbinata, e si è scelta un paio di scarpe beige di corda.  In quei giorni in Italia l'offerta di vestiti per bambini era scarsissima, adesso è molto migliorata. Solo da pochi anni  le case di alta moda si sono rivolte in quella direzione e hanno scoperto questo mercato redditizio.
Jan e Carlos nel soggiorno hanno costruito una specie di tenda e ci hanno dormito dentro.
Il 26 maggio ha telefonato Cristina da Parigi, per caso Carlos si trovava vicino al telefono e ha risposto lui. Ha parlato di tutto con la sua mamma e poi sono stata io parecchio tempo al telefono con lei, abbiamo parlato di Carlos e dei suoi altri tre figli. Dato che la maggior parte dei vestiti di Sigrid dell'anno precedente erano ormai troppo piccoli Cristina mi ha chiesto di metterli da parte per la sua bambina.
Carlos ha avuto da Jan il permesso di usare la sua bicicletta da corsa ed io ho acconsentito a condizione che non uscisse dalla nostra strada. Me lo ha promesso. Ma non ha mantenuto la promessa. Ci ha assicurato poi che si era pentito e che non l'avrebbe più fatto. Il giorno dopo l'ho messo alla prova: ha di nuovo avuto il nostro permesso, ma neanche questa volta ha mantenuto la parola. Si è difeso giurando che aveva sgarrato solo una volta.
28 Maggio, sabato. Alle 8.45 ho accompagnato Sigrid e Carlos per il loro giorno di ritiro a Santa Lucia, la nostra parrocchia sulla Circonvallazione Clodia. Sigrid era eccitatissima e ha contagiato Carlos. Io ho fatto le spese, preparato le bomboniere e mille altre cose. Pino ha ripreso i due bambini alle 18.30. Avevano visitato le catacombe. Era stato un bel giorno.
Il 28 maggio, giorno della prima comunione, Sigrid e Carlos non riuscivano a fare colazione, troppo emozionati. Abbiamo dato loro i nostri regali: per Carlos un orologio, un paio di scarpe da ginnastica e il disco dell'inno della Roma. Per Sigrid una musicassetta di Mary Poppins e il bagno di Barbie. Erano molto contenti. E' venuta Alicia, figlia di Paquita, la matrigna di Carlos. Alicia era rimasta a Roma in un collegio di suore per finire l'anno scolastico. Ogni tanto passava un pomeriggio da noi.
Alle 9.30 ci siamo avviati tutti alla chiesa di Santa Lucia. Fra gli astanti c'erano molti conoscenti ed amici, anche Gisella con i suoi genitori. La cerimonia è stata bella e commovente. Tornati a casa ho preparato un pranzo speciale, per dessert c'era una torta profitterol. Più tardi i maschi sono usciti a giocare sotto casa con i loro amici.
La stessa mattina, ma un'ora prima, anche l'amichetta di Sigrid, Francesca, ha fatto la prima comunione e la mamma Natalia ci ha invitato alla festa. Ci siamo andati con i nonni di Francesca. Una festa in grande stile con camerieri che passavano fra gli invitati. Siamo rimasti solo un paio di ore perché Pino doveva presentarsi al lavoro. A casa David e Jan erano in collera con Carlos: aveva tirato loro dei sassi. La prima comunione non l'aveva reso più santo.

 
Ha telefonato Julio. Forse sabato prossimo sarebbero venuti a riprendersi Carlos e Alicia.
Il giorno dopo, 30 maggio, Sigrid e Carlos hanno portato a scuola, dentro un cestino, le bomboniere a forma di ombrello, accompagnate da un biglietto con una poesia di Padre Igino. Quando sono tornati a casa hanno raccontato del successo riscosso dalle bomboniere.
Da Gisella Sigrid ha ricevuto in regalo un rosario e, uscendo da scuola, Silvia, Nicoletta e la loro mamma Patrizia, le hanno dato un cestino con dentro una bambolina: Virgoletta. Sigrid ci ha giocato tantissimo. Ho chiamato per ringraziare e Patrizia mi ha detto che loro erano presenti in chiesa e hanno ammirato, più degli altri, il vestito semplice indossato da Sigrid. Lei e il marito hanno deciso che l'anno venturo anche le figlie si sarebbero vestite in questo modo per la prima comunione.
Ho fatto una telefonata alla maestra di Carlos per informarmi della pagella. Mi ha detto che lei e tutta la classe sono stati felicemente sorpresi con le bomboniere: "Bomboniere carinissime!"
Nel pomeriggio del 1° giugno ho preso un autobus e un altro ancora insieme a Sigrid e Carlos che ci hanno portato al Colosseo. Ci siamo entrati e ho raccontato la storia del Colosseo (mi ricordavo ancora tutto quello che avevo studiato nell'anno santo del 1975 quando, per aiutare un'amica che non ce la faceva da sola a mostrare Roma ai suoi gruppi di pellegrini belgi, mi sono messa con il naso sui libri e sono stata una guida turistica per un mese).
Poi nel parco di Colle Oppio ho mostrato ai bambini la casa di Nerone. Hanno giocato e mangiato un gelato al baretto del parco. Era una giornata buia ma lo stesso ho scattato loro una foto.  Jan quella sera andava a cena fuori con il suo club calcistico.



Il 2 giugno hanno sparato alle gambe di Indro Montanelli.
Spesso Sigrid dopo scuola tornava a casa portando con sé un'amichetta. Questa volta era Olivia. Jan e Carlos hanno fatto un giro per i negozi del quartiere per chiedere adesivi pubblicitari. Era una mania di quei giorni.
3 Giugno. In Via Teulada hanno sparato alle gambe del direttore del TG 1. Almeno 15 proiettili. Nel tardo pomeriggio Pino ed io eravamo invitati ad una festa d'addio in casa del console dei Paesi Bassi. Quando siamo tornati a casa abbiamo saputo dell'ultima birichinata di Carlos: aveva fatto la pipì dal balcone (quarto piano).
Domenica 5 giugno, alle 10 di mattina Julio, Paquita e il piccolo Miguel, nato il 13 aprile, sono venuti a riprendersi Carlos. Alicia era già con loro. Julio e Paquita erano in ottima forma, come mai prima, e Paquita si meravigliava di come stava bene Carlos. Pino ha parlato a quattr'occhi con Julio prima che la famigliola intraprendesse in macchina il viaggio di ritorno per Sant'Elpidio a Mare.
Ci saremmo rivisti a breve perché la nostra conoscente e suo marito, datori di lavoro di Julio e Paquita, ci hanno invitato a casa loro. 
Pino è andato al lavoro ed io con Sigrid abbiamo assistito alla messa nella cappella RAI. Poi abbiamo dato ai nostri conoscenti domenicali una bomboniera e la poesia. Padre Igino ha regalato a Sigrid una barra di cioccolato e la signorina Arena un bell'album di foto con la dedica. La signora Greco ha invitato Sigrid a casa sua a giocare con i suoi sette figli. Dopo pranzo David l'ha accompagnata ed io sono andata a riprenderla alle 19.00. Jan aveva il saggio di flauto dolce.






lunedì 18 giugno 2018

Carlos da noi, 1977 (5) (Piazza di Siena)


Domenica 15 maggio su un giornale è uscita una recensione del libro scritto da Pino Gli Scampati. Una recensione molto buona. Pino felice e noi con lui. Ho fatto una torta, ho tagliato i capelli a David e siamo andati alla messa nella cappella della RAI. Ho preparato un minestrone.
David e Jan a turno lavavano i piatti e poi spazzavano la cucina dove si mangiava. Pino lavorava tutto il giorno, David e Jan avevano impegni con amici di scuola, Sigrid leggeva e giocava con me sul terrazzino al sole mentre anch'io leggevo, scrivevo una lettera e rammendavo i pantaloni dei ragazzi. Vicino a noi c'era come al solito la nostra amata gattina Poesjemauw: dormiva beatamene sul cuscino di una sedia.


Carlos ha giocato l'intero pomeriggio nella nostra strada (senza uscita) con Mauro, Christian e Leonardo. Quando ho sentito giù per strada vociare forte mi sono affacciata (succedeva che Carlos litigasse con gli amichetti in modo aggressivo usando parolacce). Io scendevo, lo calmavo e con un braccio intorno alle sue spalle lo portavo su a casa. C'era tempo per un bagno e poi la cena. Il pomeriggio del giorno dopo Jan, Carlos e Fulvio hanno preso l'autobus per andare al CAR a giocare a pallone e a pingpong. All'improvviso è sceso il diluvio e i ragazzini sono tornati a casa inzuppati. Jan aveva 12 anni , quasi 13. Carlos 10 anni.
Il 17 maggio era il mio compleanno: 46 anni. A colazione tutti assieme abbiamo ascoltato il disco che ho avuto in regalo: Demis Roussos, e ho ballato con Sigrid. Ancora adesso mi piacciono molto le canzoni di questo cantante greco. I ragazzi sono andati a scuola e più tardi ci è stata consegnata la torta ordinata alla pasticceria Antonini di Via Sabotino, la nostra preferita. Mi hanno fatto festa. Nel mio diario leggo: Che giornata felice.
Carlos ha cominciato ad andare a catechismo insieme a Sigrid. Ho chiesto a Julio per telefono se Carlos poteva fare la prima comunione con Sigrid  e ho telefonato anche al parrocco della chiesa del vecchio quartiere di Carlos e hanno dato il consenso.
Nel pomeriggio del 21 maggio, un sabato, abbiamo preso un autobus per Piazza di Siena, a Villa Borghese. Eravamo Pino ed io con Sigrid e Carlos. Come ogni anno Pino e il suo collega Riccardo presentavano il Carosello dei Caroselli, un grandioso spettacolo, unico al mondo, offerto dai Carabinieri a Cavallo nella cornice magnifica di Piazza di Siena. La manifestazione cominciava alle 17.00.  Si sentiva il profumo dei molti alberi che circondano la piazza. Noi seduti in tribuna avevamo la vista sulla Casina dell'Orologio. Il tempo era bellissimo, l'atmosfera gioiosa. Per Carlos era la prima volta che assisteva a questo evento e se lo godeva in pieno ed era emozionato di sentire la voce dello zio che annunciava  e descriveva insieme al collega ogni numero del programma.  Alle 18.00 ci ha raggiunto Jan. Alle 19.30 lo spettacolo è giunto alla fine. Ci siamo intrattenuti ancora con i genitori di Riccardo e poi camminando per Via Veneto abbiamo preso un taxi che ci ha portato a casa.
 
 
 
 
 
 
 
Il giorno seguente, dopo la messa alla RAI, abbiamo mangiato pasta alla genovese. Questo sugo è rimasto uno dei preferiti in famiglia. Dopo pranzo Pino è tornato al lavoro, David e Jan si sono diretti allo stadio per l'ultima partita di campionato ed io, finiti i lavori in cucina, ho preso un autobus insieme a Sigrid, Carlos, Mauro e Antonella per il CAR, a Tor di Quinto. I ragazzi erano molto indaffarati con i giochi ed io su una panchina mi godevo il verde, la quiete, l'aria gradevole e scrivevo la solita lettera settimanale. Una signora si è seduta vicino a me per scambiare qualche parola. Ci conoscevamo tutti in quell'ambiente, almeno di vista. Sigrid, 8 anni, e  la sua bambina di 10 anni  hanno giocato insieme. E' venuto da noi anche il marito di questa signora con la figlia più grande. Leggo nel mio diario che il loro cognome era Pancia. Il mio diario è pieno di nomi, ma spesso non ricordo a chi appartenevano, anche perché spesso erano conoscenze di breve durata. E anche di eventi sono pieni i diari ma sono troppi per descriverli tutti.