domenica 24 febbraio 2019

Libri di Cronin

 
 
 
 
Da ragazza in Olanda ho letto con passione diversi libri di Archibald Joseph Cronin (1896-1981), un medico scozzese diventato scrittore. Fino agli otto anni è cresciuto felicemente con la mamma protestante e il papà cattolico.
Quando a 8 anni perse il padre per malattia, lui e sua madre si trasferirono dai nonni materni. Eccelleva negli studi e a 18 anni gli fu assegnata una borsa di studio all'Università di Glasgow. Ha scelto di studiare Medicina dopo che la sua famiglia lo mise davanti ad una scelta: o Medicina oppure Religione. Molti anni dopo lui così spiegò: "Io ho scelto il male minore". Nel 1919 si è laureato con lode. Esercitò presso i minatori del Galles, interessandosi ai loro problemi sociali.
Nel 1930 gli fu diagnosticata un'ulcera duodenale cronica con la prescrizione medica di stare a riposo per sei mesi in un posto tranquillo. Si trasferì con moglie - anche lei medico - e due figli  (poi tre) in una fattoria vicino al lago Loch Fyne. Là scrisse il suo primo libro "Il castello del cappellaio". Il primo editore al quale si rivolse accettò da subito il manoscritto. Il libro uscì nel 1931 e fu immediatamente un enorme successo, tanto che Cronin decise di cambiare la sua professione da medico in scrittore. Su una pagina di una copia privata di questo libro scrisse. "Questa, la mia prima novella, un grande successo, ha rimosso lo stetoscopio dalla mia mano e l'ha sostituito con una penna."  Ha scritto tantissimi libri e alcuni di loro sono stati tradotti in films.
Nel mercantino non lontano da casa ho trovato per caso due suoi libri e  ricordando di come mi erano piaciuti da ragazza li ho presi. Il primo, Anni Verdi, l'ho gustato anche adesso: bello e delizioso. Da poco ho finito anche il secondo, Le Chiavi del Regno, e l'ho trovato  bellissimo. Moderno anche se è stato pubblicato nel 1942.
Il protagonista, Francis Chisholm, orfano di entrambi i genitori, viene allevato con affetto dalla zia Polly. Cresciuto, dopo la morte della ragazza di cui è innamorato, accetta di prendere i voti e diventa prete. Per i suoi superiori un prete scomodo e perciò gli viene assegnata una missione in Cina. Nonostante il susseguirsi di mille avversità e con pochissimi mezzi a disposizione lotta con grande altruismo, umanità e fede ed è tollerante e aperto alle altre confessioni, fonte questa di sbigottimento da parte di un clero ancora troppo legato a una dottrina tradizionale. Padre Francis, ribelle verso le ingiustizie del mondo, è solo contro i dogmi della chiesa. Non ha imposto la conversione a tutti i costi (si rifiuta di fare prosetilismo tramite prebende) e le gerarchie ecclesiastiche lo condannano per il numero irrisorio dei suoi convertiti. Dopo 35 anni torna in patria da pensionato.
In Cina l'è venuto a trovare l'amico d'infanzia Anselm Mealey che già da ragazzino aveva la vocazione alla vita ecclesiastica. Anselm, prete mondano, seguendo i giochi politici e sociali della chiesa ha fatto carriera diventando vescovo e dedicandosi anima e corpo alle missioni (Propaganda Fide). Frequentando la High Society, con le sue amabili maniere è riuscito ad ottenere grandi donazioni che gonfiano le borse delle Missioni straniere e grande considerazione gli arriva direttamente da Roma. Qualche sua frase rivolta a Francis durante la permanenza in Cina: "Se solo tu fossi meglio riuscito nella tua opera missionaria presso qualcuno dei maggiorenti locali, intendo i ricchi mercanti, avresti ottenuto di più. Non valorizzi abbastanza il tuo lavoro. Personalmente vivi in un modo troppo modesto. Dovresti importi meglio agli indigeni: mantenere una portantina, dei servi. Insomma, più messinscena. Come farai a ricostruire la chiesa? Noi della Società delle Missioni non siamo in grado di farti avere il denaro occorrente."

Anche non appartenendo a nessun partito religioso questo libro scritto magistralmente con il suo protagonista pieno di umanità l'ho trovato affascinante.


Frasi di Cronin:
Un freddo sentimento di smarrimento al pensiero che gli uomini potessero odiarsi per il fatto di adorare con diverse parole il medesimo Dio.

Noi, la Santa Chiesa cattolica - che dico, tutte le grandi Chiese della Cristianità - noi condoniamo la guerra mondiale. Di più, la santifichiamo, e mandiamo milioni dei nostri figli migliori al massacro, a farsi mutilare nell'anima e nel corpo....a uccidere e uccidersi a vicenda, accompagnandoli con un sorriso ipocrito e una benedizione apostolica: muori per il tuo paese, e tutto ti sarà perdonato.

Non dimenticare la massima di Lao Tze: "Molte sono le religioni, la ragione è una, siamo tutti fratelli".

Cristo fu un uomo perfetto, ma Confucio aveva un più vivo senso dell'humor.

L'inferno è lo stato di chi ha cessato di sperare.

Voi missionari arrivate col vostro Vangelo e ripartite con le nostre terre.




martedì 5 febbraio 2019

Facebook di David

 
Sul suo profilo Facebook David pubblica spesso foto che riguardano le sue giornate: amici, luoghi, musica, arte, scuola. Le didascalie che aggiunge a volte sono molto spiritose oppure sono mini racconti che spesso sembrano veri ma che sono invece pure invenzioni e molti cascano nel tranello credendole vere. Ogni tanto guardando nei vecchi albums di famiglia prende una foto che lo colpisce e la scansiona per poi pubblicarla.
E così poco tempo fa ha pubblicato una foto di suo padre ragazzo, quindicenne, in mezzo agli amici e compagni di scuola. Leggendo i commenti, uno in particolare  mi ha dato grande emozione. Era quello di un abitante della strada dove abitavamo prima di cambiare casa e quartiere. Ecco le sue parole: "Ciao David, era identico tuo padre, la stessa espressione, gli stessi occhi, la flemma di quando lo vedevo camminare a Via Govoni......Lo avevo riconosciuto subito.....Come tiene le mani, eleganza innata......"
 

Pino, al centro della foto
Sempre, negli anni, quando mi capitava sotto gli occhi questa foto esultavo ed esclamavo: "Ma quanto era carino, che bel ragazzino."
Ed è così: è stato sempre elegante nel portamento, negli atteggiamenti, nel modo di parlare e di vestirsi. E in più, essendo snello, la sua figura esprimeva oltre all'eleganza anche una certa raffinatezza. 
I nostri figli hanno l'identico pregio. Quando David frequentava l'Accademia di Belle Arti un professore lo chiamava Principe per via dei suoi modi di fare. Una professoressa dell'università che ha seguito Jan quando lui, prima di partire per l'America, ha frequentato per un anno mi disse: Che ragazzo fine e gentile, che bei  modi. Di Sigrid in tanti affermavano che era una ragazza fine e di classe.








Ischia, Settembre 1986.


 

giovedì 31 gennaio 2019

Tornati a Roma, gennaio 2019


Ed è ricominciata la vita romana. Nel pomeriggio del 6 gennaio, il giorno della Befana, l'amico di David, Mauro, con il quale si è diplomato all'Academia di Belle Arti, ci ha portato una cassetta piena di cachi raccolti nel suo giardino. Da quando sono in Italia mangio con grande piacere questo frutto dolcissimo che non avevo mai assaggiato prima. In famiglia, a marito e figli non piaceva perché troppo scivoloso, finchè quando l'anno scorso Mauro ce li ha portati dal suo giardino, David, provandone uno per curiosità, si è convertito con meraviglia. E adesso è un kakifan e non capisce perché si sia sempre rifiutato di mangiarli.  Dato che l'albero quest'anno era stracolmo, una settimana dopo Mauro è tornato con un altro carico di cachi e, sempre dal suo giardino, qualche giorno fa ci ha portato una bellissima zucca, un gioiello della natura. Sta sul tavolo in cucina a farsi ammirare. David le ha scattato qualche foto per il  mio blog. Bisogna mangiarla al più presto perché si trova in una casa riscaldata. La dividerò con le amiche vicine di casa. Preparerò delle buone pietanze scelte fra le tante ricette che si trovano su internet.  E pensare che la zucca è sbarcata in Europa  insieme alla patata e al pomodoro. Quante ricchezze ci ha regalato il Sud America. E la Cina, paese d'origine del caco.




 
In serata l'amica Flavia ha bussato alla porta, era bello rivederla. Mi ha regalato una grande scatola di biscotti Gentilini e io per lei avevo dall'Olanda biscotti Café Noir e un vasetto Delftsblauw per lo scaffale che dedica ormai con passione a questa porcellana. E' bello avere lei come vicina di  casa, regolarmente prendiamo un tè insieme, anche con altre amiche e visitiamo il Mercatino.
Ho sentito Sigrid al telefono: Livia ricominciava il  7 gennaio con la scuola e Flaminia l'8 con la scuola e il nuoto. Sono rimaste contentissime con i regalini. Anche Jan ha chiamato, lui e Jennifer si trovavano  ad Arezzo ed erano in partenza per il Piemonte. L'11 gennaio mi ha telefonato da Pisa. Il 13 partenza per New York.



 

lunedì 28 gennaio 2019

Roma, 6 gennaio 2019. Buche e clochards.

 
 
In Olanda, camminando per la città, David osservava: "Qui non si incontra neanche un mendicante, un barbone, o un senzatetto e le buche nelle strade sono inesistenti nonostante il clima rude. Quando nella mattinata del 6 gennaio - il giorno dopo il nostro ritorno dall'Olanda - David ed io abbiamo fatto le spese in un supermercato del rione Esquilino: questuanti e buche in abbondanza e dappertutto. Ho sempre monete nella tasca per i bisognosi, una goccia nell'oceano.
Mi è venuto il pensiero che il problema delle buche potrebbe essere risolto incaricando imprese straniere: inglesi, olandesi, tedesche, svizzere, con i loro attrezzi all'avanguardia, materiale di prim'ordine e mano d'opera specializzata. In poco tempo eseguirebbero un buon lavoro, duraturo e ad un costo onesto: gli esempi si possono osservare nei loro paesi. Ma è un'utopia. Qui quasi ogni giorno nei giornali viene citato lo stato  disastroso del manto stradale in tutta la penisola, gli incidenti anche mortali, i costi esorbitanti per gli eventuali restauri, e si parla anche di un nuovo materiale miracoloso. Parole non ne mancano, fatti però sì.
Sotto i portici e negli incavi fra i palazzi grandi cartoni stesi per terra che i clochards usano per dormirci sopra. E con questo freddo. Il contrasto è enorme con il paese nordico appena lasciato. Non vedo via d'uscita. Vedere questi esseri poveri abrutiti, abbandonati da stato e chiesa fa malissimo. La Caritas offre un pasto al giorno e per pochi c'è anche un posto dove dormire la notte ma dalla mattina alla sera devono stare fuori con afa, pioggia, freddo e neve.
Sotto le colonnate c'è sempre una signora seduta su una cassetta della frutta, delle volte anche su una sedia, e fa l'uncinetto. Fa dei lavori complicati, molto belli. Le porto sempre un sorriso e una moneta. Dice che si chiama Alessandra. Ogni giorno è vestita in un altro modo, d'estate è adorna di mille collane e braccialetti, sul capo si drappeggia foulards con fantasia e si trucca alla perfezione. Le sue borse non si contano. E sorride. Mi ha chiesto una borsa, collane, filo per fare l'uncinetto. Le ho regalato fino a quattro borse, gioiellini, cotone di tanti colori portato per lei dall'Olanda, ma di tutte queste cose non ho mai visto più niente. Adesso che è inverno indossa vestiti e copricapi ben caldi, a variando ogni giorno: almeno non soffre il freddo. Mesi fa mi ha raccontato qualcosa della sua vita, ma è senza denti e non capisco molto di quello che dice. Solo una frase per me comprensibile mi è giunta: "Se mia mamma mi vedesse seduta qui" Questa frase mi accompagna con malinconia. Come mi piacerebbe ci fossero case, un tetto, per questi senzatetto, un luogo dove possano essere accuditi e seguiti in tutto.
 
 
Alessandra
 
Leggo sul giornale che a Roma ci sono ottomila persone registrate che non hanno un alloggio per la notte (ma si suppone siano il doppio). Dormono nei tunnels, nei sottopassaggi, nei parchi, nelle piazze e strade e davanti alle chiese. Dall'arrivo delle basse temperature sono morti sette clochards per ipotermia. E passa il tempo e non cambia niente.
 
 


In Olanda, 2 gennaioi 2019

 
Come regola io dormo poco o niente, dappertutto, ma la cosa strana è che ad Haarlem neanche David riesce a dormire. Sarà perché dove si erge adesso la Nieuwe Kerk, Chiesa Nuova, situata accanto alla nostra casa, nei tempi remoti c'era un convento con annesso cimitero e forse per ragioni misteriose la terra emana energie occulte? Ma questa potrebbe essere una supposizione bizzarra. 
Il 2 gennaio Kevin ha ricominciato il suo lavoro a l'Aia. Livia è andata per negozi a comprare dei regalini per il compleanno di due amiche che avevano organizzato una festa in comune nella cittadina di Bennebroek. Le amiche invitate ci passavano anche la notte. Per Flaminia è arrivata l'amica Anna accompagnata dalla mamma Arya che è rimasta un po' a chiacchierare. Più tardi David e Sigrid sono usciti a fare le spese ed io rimasta a casa con le bimbe ho cominciato un lavoro a maglia con lana sintetica dai bei colori caldi, acquistata da Sigrid in un  mercantino benefico. Un pullover per Sigrid che lei poi avrebbe finito con calma. Le nipotine non sentono mai freddo e perciò i tanti vestiti, pullovers, gilets e cardigans li indossano solo quando fa veramente freddo.
Per cena Sigrid ha preparato dei piatti messicani, anche Anna è rimasta. Ci siamo leccati i baffi. Alle 20.30 Anna è stata prelevata dalla mamma e noi abbiamo visto un simpatico programma televisivo Steenrijk Straatarm. Un programma in cui per una settimana una famiglia modesta scambia casa con una famiglia benestante. Non solo scambiano casa ma anche budget. Finita la settimana le due famiglie si incontrano e si raccontano come hanno vissuto questi sette giorni. Per queste due famiglie, genitori e figli, sentivamo simpatia talmente erano carini.
Anche questa volta c'era un mucchietto di disegni da incollare negli albums. Livia non disegna più tanto da quando ha molti compiti però Flaminia si dà ancora da fare. Prima di partire sono riuscita a portare a termine il mio impegno.  Flaminia e David questi giorni hanno fatto un disegno su un tema dato da David: "una persona con un cane". Ho incollato anche quello di David nell'album di Flaminia: un bel ricordo. David e Flaminia hanno ancora suonato insieme.



Nel pomeriggio del 3  gennaio Kevin è tornato in anticipo dal lavoro e siamo andati a trovare degli amici che prima abitavano anche loro nel Vijfhoek (il nostro quartiere). Quando è nata la terza figlia si sono trasferiti in una casa più grande al Parklaan (laan=viale). Alla fine di questo viale c'è la mia vecchia scuola superiore. Esiste sempre ma è diventata una scuola elementare. Aperitivo tutti insieme attorno al tavolo.
Il 4 gennaio Sigrid ha preparato per cena lasagne e budino al cioccolato con savoiardi come usava fare mia madre in Canada, il mio contributo era insalata di cetrioli e una ciotola con la scapece (insalata di carote, menta, aglio, olio e aceto) di cui Kevin è ghiottissimo ma, per via dell'aglio, può mangiare solo quando il giorno dopo non va al lavoro.
E siamo arrivati all'ultimo giorno, il 5 gennaio. David ed io abbiamo ordinato la casa e portato la biancheria a Korte Annastraat e ancora le ultime spese. Sul tavolo ho sistemato come ormai è d'uso dei regalini per le bambine e due euro.  Sigrid  mi ha fatto la valigia e a mezzogiorno lei e Kevin ci hanno accompagnato all'aeroporto Schiphol. Non era facile salutarci dopo tanti bei giorni insieme. Sigrid aveva gli occhi rossi. Già alle 17.30 eravamo a casa, a Roma. Una casa gelida dopo dodici giorni d'assenza. Tanto faceva freddo che abbiamo acceso il termosifone, il forno e una stufetta: un cortocircuito, la stufetta era di troppo. David ha aggiustato l'inconveniente. Eccoci di nuovo a Roma. (Ci sono voluti un po' di giorni finchè la casa fosse riscaldata a sufficienza).

 

giovedì 24 gennaio 2019

In Olanda, 1 gennaio 2019




La mattina del 1° gennaio Sigrid e David sono andati in bicicletta al Ponte Bianco: Witte Brug e al mulino Adriaan dove David ha scattato le  foto con Sigrid che teneva davanti alla faccia una foto di un uomo. Dato che Sigrid ha usato la bakfiets e il posto davanti casa dove era parcheggiata si era liberato ho approfittato per spazzare via il cumulo di foglie trasportate qui dal vento scambiando un saluto e un sorriso con la gente che passava. Più tardi ho depositato, negli appositi contenitori del riciclo che finiscono sotto terra, carta vecchia, bottiglie e plastica. Ogni tanti pioveva. Tornando a casa ho dato un'occhiata alla mini biblioteca a forma di casetta per uccelli situata a Korte Houtstraat. Ed era piena di libri e riviste d'arte. Ho scelto un libro. Ogni volta che vengo ad Haarlem ci trovo qualche libro di mio gusto. Una volta letto lo rimetto a posto, ma se si vuole si può tenerlo. Ci ho messo anche libri italiani per adulti e per bambini che avevamo in sovrappiù e dopo qualche giorno erano spariti. Questo tipo di bookcrossing è nato per mano di Todd Bol a Hudson, USA, nel 2009, per onorare sua madre insegnante e grande lettrice. Ha costruito una casetta somigliante ad una scuola nel suo giardino davanti casa, riempendola di libri per grandi e piccini: Little Free Library, e invitando tutti di servirsene e, volendo, di scambiarli con i propri libri. Quest'idea ha avuto un grande successo ed ha cominciato a espandersi per tutta l'America. Momentaneamente esistono tantissime biblioteche stradali sparse nel mondo intero. Dal 2011 questo fenomeno ha preso forma in Olanda. Nel 2012 John Locke, architetto-artista americano,  ha dato una nuova funzione alle cabine telefoniche ormai in disuso: le ha trasformate in biblioteche stradali.

John Locke













In Europa la prima biblioteca simile è nata in Inghilterra nel 2008, nelle cabine telefoniche.  E nel 2014 questo scambio gratuito di libri dal mondo anglosassone è approdato in Italia, ad Arona, in provincia di Novara, dove è apparsa una cabina telefonica riconvertita in biblio-cabina: prendere e lasciare un libro. Poi piano piano questa iniziativa ha attecchito anche in altre città.
A New York camminando per le strade capita di vedere dei libri appoggiati su un muretto davanti ad una casa o depositati sugli scalini con una scritta a caratteri cubitali FOR FREE. Una volta, passeggiando per Brooklyn con Jan,  Doyle e Nicky, da un mucchietto di libri davanti ad una casa abbiamo scelto un bel libro con ricette vegetariane.
La sera del 1° gennaio Sigrid ha preparato per cena spaghetti con lenticchie, io ho pensato all'insalata. Per dessert c'era un carrotcake, opera di Sigrid e Flaminia: un capolavoro. Sigrid quel giorno ha fatto mille cose e si vedeva dalla sua faccia stanca. Tutti siamo andati a letto piuttosto presto. Kevin però dopo cena ha stirato 9 camicie con una precisione e velocità incredibili: ha impiegato 40 minuti. Stira con tutte e due le mani, forse è questo il segreto.


 

martedì 22 gennaio 2019

Vacanze di Natale in Olanda, 29, 30, 31 dicembre 2018

 
A Roma David sta facendo una serie di fotografie di donne che mostrano la foto dell'uomo dal quale sono state abbandonate. Tante amiche hanno già posato per lui. Non si vede la parte superiore delle donne perché la foto dell'uomo stampata su carta la tengono davanti al proprio viso. Qui ad Haarlem David ha visto posti che gli piacevano come sfondo ma non avendo amiche in città ha chiesto a me e dopo anche a Sigrid di posare per lui. Il 29 dicembre sono andata con David in un giardino pubblico che si trova in una traversa del Groot Heiligland, la strada del Frans Hals Museum e di altre case storiche. Non era facile scattare la foto perchè un forte vento gelido faceva svolazzare l'immagine dell'uomo che io tenevo ferma davanti al viso. Solo durante una pausa del vento David è riuscito a scattare.
Alle 16.30 Sigrid e Kevin sono andati al cinema. David e Flaminia disegnavano, Livia non si è unita a loro anche se fino a poco tempo fa era un'accanita disegnatrice. Da Sigrid ha avuto un rimprovero perché non fa altro che stare col telefonino.
Quando ho cominciato a cucinare Flaminia si è alzata per assistermi; lei ama dare una mano in cucina. Ho sbucciato tante mele renette e le ho messe a bollire con poca acqua. Quando erano cotte Flaminia, stemperandole, ne ha fatto una purea per poi aggiungerci cannella e zucchero. Insieme abbiamo sbucciato patate, lavato peperoni tagliandoli dopo a piccoli pezzi. E con anche una grossa cipolla ho fatto un piatto che noi chiamiamo borbottone. Una specie di peperonata con patate alla quale a fine cottura si aggiunge il Philadelphia in modo che diventi cremosa. David ha preparato una scodella con fagioli cannellini e borlotti e diverse erbe e olio, la sua specialità. Alle 19.00 abbiamo cenato tutti insieme con appetito.
Jan e Jennifer si trovavano in vacanza nel nord dell'Italia e Jan ha chiamato da Genova, che a loro piaceva molto. Prima di Genova erano stati alle Cinque Terre. Bellissimi posti.
Il 30 dicembre nel tardo pomeriggio è tornata Livia che aveva passato diverse ore dall'amica Sara, e mentre Sigrid andava a riprendere Flaminia dall'amichetta Merthe, dove aveva trascorso la notte, Kevin ha cucinato una cena indonesiana: il Rijsttafel (letteralmente tavolo di riso). Ogni volta che vengo ad Haarlem lo prepara perchè sa che mi piace tantissimo. Lo prepara in scala ridotta ma ugualmente la tavola è piena di tante portate, naturalmente tutte vegetariane.




Il 31 dicembre, dopo pranzo, in compagnia di un sole esitante, Kevin, David e Livia, come turisti si sono avviati verso il pittoresco villaggio Broek in Waterland, situato più a nord di Haarlem e caratterizzato da edifici storici in legno dipinto di vari colori. Dopo Broek in Waterland hanno visitato il villaggio De Rijp. Una volta questo villaggio era un'isola, adesso si trova fra terre prosciugate: polders, lavoro eseguito dall'architetto-ingegnere Jan Leeghwater nato a De Rijp, uno dei più famosi realizzatori di polders. Anche qui bellissime case di legno. David è rimasto incantato da questa gita.



Broek in Waterland




 

Sigrid ha cucinato e la cena era di nuovo ottima: ratatouille, riso, patate e fagioli, gelato. Alle 12 meno un quarto è venuto come ogni anno il vicino di casa Hans per brindare con noi e mangiare un oliebol e un appelflap. Poi Kevin ha fatto un autoscatto di noi col bicchiere in mano da spedire a Jan e Jennifer. Jan  aveva già telefonato per gli auguri. Livia non figura nella foto perché era salita di sopra a vedere i fuochi d'artificio. Gina col chiasso di fuori si è nascosta sotto al divano. Hans è rimasto poco  ed è tornato dal suo amato gatto Elvis. Siamo rimasti alzati parecchio: tanto i botti non ci avrebbero fatto dormire. Ed era bello stare insieme.