giovedì 3 ottobre 2019

Fotografie: New York

Quando il lavoro di Jan glielo permetteva lui e Sigrid andavano in giro per la città con la metro. E Sigrid da sola anche in autobus (Jan quando ha un carico di nuove bottiglie di vino da fare assaggiare ai clienti usa spessso lo scooter). Altri anni facevamo queste uscite tutti e tre insieme ma stavolta non me la sento di fare escursioni che vanno oltre il nostro quartiere. Ma non mi pesa: quest’anno è così e basta. Come ho già detto prima, sto volentieri a casa dove non mi manca nulla. E quando questi bei figli tornano a casa hanno storie da raccontarmi e fotografie da mostrarmi. Sigrid è andata da sola anche al Metropolitan Museum dove ha visitato le sale di Arte Moderna. Ha scattato qualche foto dei lavori che più le sono piaciuti. Su alcune foto fatte sotto casa figuro anch’io e si vede bene la casa situata in una delle più belle strade del South Bronx.
 
Festa di San Gennaro
 
 
Williamsburg Bridge
 

Brooklyn
 
 
 
Bronx
Sotto casa
 

mercoledì 2 ottobre 2019

Noi tre a New York

 
L’anno scorso Sigrid ed io non siamo venute a New York dato che la casa al Bronx non era ancora abitabile. E adesso invece ci troviamo noi tre insieme al Bronx. Prima sono venuta io dall’Italia e dopo una settimana è arrivata Sigrid dall’Olanda. Durante i primi giorni ho camminato con Jan per le belle strade di Mott Haven. Mi ha mostrato la chiesetta più antica del Bronx, la Sant’Anna, e le strade con più negozi. Era bello esplorare il quartiere. Poi al supermercato Pioneer abbiamo comprato pane e kiwi’s. Tornando per la 139a Strada una signora affacciata al cancelletto di casa sua ci ha salutato con le parole: “Che bello vedere gente come voi camminare per la mia strada.” Abbiamo chiacchierato un pò, una signora molto carina. Come ogni anno avremmo fatto in seguito gite turistiche in giro per New York, ma un piccolo incidente ha alterato il programma. Il 30 agosto, alzandomi da una poltroncina, ho sentito all’improvviso un vuoto attorno e sono caduta per terra, sul sedere. Per fortuna non si è rotto niente, solo i muscoli vicini all’inguine destro sono rimasti doloranti, specialmente quando salgo o scendo le scale. Ho cercato su internet e sembrerebbe che questo smarrimento sia dovuto al fatto che dopo tante ore sull’aereo seduta in posizione scomoda il mio collo ne ha sofferto provocando una cervicalgia con giramenti di testa. In piu’ dopo le 9 ore d'aereo le ginocchia si sono gonfiate più del solito e anche il piede destro si è molto gonfiato. Ieri Jan e Sigrid mi hanno accompagnata da un medico di quartiere per un controllo. Non è niente di grave, succede spesso dopo lunghi voli. Una volta tornata a Roma dovrò fare ulteriori esami. Alla coscia si tratta di uno strappo muscolare. Adesso sono costretta a camminare molto meno e percio’ quest’anno mi faccio una scorpacciata di questa bella casa con solo  qualche breve uscita per Mott Haven. E’ stato il destino a decidere e a dire il vero non mi annoio, su nello studio ascolto bella musica, ho tanti libri da leggere e anche il computer mi tiene occupata. Sono molto felice che Jan e Sigrid escano insieme per New York o, se Jan ha troppo da lavorare, che Sigrid vada a spasso da sola.
 
 
          
La sera mi piace preparare la cena nella grande, moderna e accogliente cucina. Ieri sera Jan ha fatto uno squisito risotto con le lenticchie. Finito di mangiare rimaniamo seduti a tavola per un po’ e ricordiamo eventi del passato, della nostra vita in comune a Roma e delle nostre vacanze in Italia e all’estero.  Eravamo una famiglia felice e unita e lo siamo ancora.
Jan sente ogni giorno Jennifer dalla Giamaica e, da Roma, David ci ha fatto sapere che dopo una bella vacanza ad Ascoli sono ricominciate le lezioni a scuola. Lunedì scorso ha passato un giorno ad Avellino con le cugine. Mi ha assicurato che sta badando alle piante sul balconcino. Kevin fa sapere a Sigrid che anche là tutto procede bene. Racconta che una sera ha preparato il rijsttafel, una specialita’ indonesiana di cui io sono ghiotta. Dopo aver cenato hanno visto un film sul computer seduti tutti e tre sul divano (e m’immagino che come sempre Gina si è cercata un posticino fra loro). Quando le figlie si sono poi avviate per andare a letto, Livia gli ha detto: “Papa’ che bella serata che è stata.” Kevin era commosso. E’ una cosa rara che Livia, riservata com’e’, esprima i suoi pensieri intimi, al contrario di Flaminia che ha un carattere più aperto.

      

Davanti casa.


 

Sigrid a New York

 
Il 5 settembre Jan è andato a prendere Sigrid all’aeroporto. Sono venuti a casa molto tardi perchè al controllo dei passaporti Sigrid ha dovuto affrontare una fila interminabile impiegando almeno due ore. Mentre aspettavano, le altre covittime si sono scambiate fra loro occhiate incredule per questa situazione da terzo mondo. Quando finalmente l’ho abbracciata ho notato che nonostante tutto cio’ Sigrid aveva un buonissimo aspetto.  E di nuovo noi tre insieme a New York! Che gioia!
I giorni seguenti Sigrid fortunatamente non ha sofferto il jetlag. Anche lei ha ammirato moltissimo la nuova casa al Bronx  e, come ha fatto con me, Jan le ha mostrato il quartiere. Questo zona del South Bronx si chiama Mott Haven. E l’opinione di Sigrid è stata come la mia: ci eravamo aspettate di peggio. Non è bello come Harlem ma ci sono delle buone prospettive, dei miglioramenti stanno già prendendo forma. La nostra strada e quelle attigue sono fra le piu’ belle della zona con affascinanti case stile brownstone e, come Jan, altri proprietari hanno restaurato le proprie palazzine o lo stanno facendo. A poca distanza c’è una biblioteca comunale ma purtroppo non danno più in prestito dvd’s e per me non c’e’ nessun corso da seguire come gli altri anni nelle succursali di Harlem. Ci sono poi anche due supermercati abbastanza vicini e camminando per le strade si incontrano tante scuole con i loro spaziosi cortili per la ricreazione.  E come in tutta New York anche qui ci sono tanti community gardens: piccoli giardini dove alcuni volontari coltivano con passione tanti tipi di verdure che spesso poi regalano alle soup kitchens.  Anche qui si fa molto per la gioventù con playgrounds e campi sportivi dappertutto. Sono molto più belli e ben costruiti che non in Italia e in Olanda e le e piscine comunali sono a ingresso gratuito: dovrebbero essere un esempio per altri paesi. La lingua che si sente molto da queste parti è lo spagnolo perchè molti abitanti (il 72%) sono di origine portoricana, messicana e dominicana
Sabato scorso siamo andati noi tre all’inaugurazione di un grande murales a due passi di casa.  Il lavoro si intitola: “We have a Story to tell” – “Tenemos una Historia que contar” E’ stato eseguito dall’artista cilena Virginia Ayress Moreno con l’aiuto di tanti artisti volontari. Parole di Virginia: “Io sono dalla parte dei nullatenenti e sono contro il razzismo.” C’era musica e un gruppo di signore messicane eseguiva dei balli. Jan ha scattato qualche foto di loro assieme a Sigrid. Abbiamo parlato con diverse persone coinvolte con anima e corpo nell’impresa di migliorare il Bronx.
L’ambiente era caloroso, ci siamo sentiti molto a nostro agio, ben accetti. E’ stata un’esperienza molto simpatica.





 


giovedì 19 settembre 2019

Hunger Free New York.



Al piano superiore della casa c’è anche lo studio/ufficio con computers e stampatrice.  La vista è sulla strada. Quest’ampia camera serve anche da stanza per gli ospiti ed io ci dormo in un letto comodissimo. Ieri mattina presto dalla finestra ho visto un camion con la scritta CITY HARVEST da dove venivano scaricate grandi quantità di scatole e bustoni. Un pò più tardi si è formata una lunga fila di donne e uomini che avevano con sè carrelli delle spese. Ad un certo punto, con molto ordine e calma, degli addetti hanno comiciato a distribuire scatolame, frutta e verdure fresche riempendo i carrelli della gente in fila.
Ho chiesto poi a Jan di cosa si trattava e mi ha raccontato che a New York ci sono tante organizzazioni di volontari che raccolgono ogni giorno quello che donano i supermercati e ristoranti delle loro merci non vendute o non consumate. Ogni quartiere della città ha un giorno della settimana dedicato alla donazione di cibo alla gente bisognosa. E qui nella 140a Strada del Bronx è il mercoledì.
La prima executive director di questa organizzazione, Helen verDuin Palit, quando distribuiva pasti alla gente bisognosa in una Soup Kitchen si accorgeva di come fosse difficile nutrire tutta questa gente. Una sera in un ristorante, consumando un drink ed un appetizer di bucce di patate, una specialità locale, ha chiesto allo chef: “Che ne fate di tutte le patate sbucciate?” Lo chef ha risposto che venivano buttate. Helen ha replicato che per la Soup Kitchen sarebbe un bene enorme poter ricevere tutto quello che il ristorante non utilizzava. Il giorno dopo lo chef ha donato 120 chili di patate già bollite che la Soup Kitchen ha subito usato per arricchire il minestrone della giornata.
Nel dicembre del 1982 Helen ed amici hanno fondato la City Harvest: una serie di camions ritira cibi avanzati da ristoranti e supermercati e poi consegna il cibo direttamente ai posti di distribuzione dove si raduna la gente che ne ha bisogno. Un’idea intelligente e semplice come Food Rescue (Salvacibo) è arrivata a sfamare tante persone che soffrono la fame.
Da quel giorno ad oggi Helen ha aiutato a creare 1335 sedi di City Harvest nel  mondo. E tutto questo è cominciato con un drink ed un appetizer di bucce di patate.
Nel 1987 un altro gruppo di newyorchesi notando che nella citta c’era un’abbondanza di cibo in eccesso mentre un gran numero di famiglie lottava per nutrirsi, ha fondato New York Cares. I suoi tantissimi volontari si dedicano a nutrire coloro che hanno fame, assistono i malati, visitano persone anziane, si dedicano ai bambini bisognosi, sistemano giardini e molto altro ancora. Insomma per coloro che vogliono offrire un pò del loro tempo libero ai meno fortunati ci sono tante opzioni tra le quali scegliere. Se abitassi qui e se avessi qualche anno in meno mi sarebbe piaciuto dare il mio piccolo contributo.                                                                                                                                                

martedì 10 settembre 2019

La casa al Bronx


Domenica 25 agosto sono arrivata con l’Alitalia a New York. C’era Jan che mi aspettava e che gioia rivederlo! Abbiamo preso un taxi e a casa era bello rivedere Jennifer con la cena pronta. Lei sempre bella e in forma. Mi sono gustata le buonissime verdure al forno, avevo un bell’appetito perchè sull’aereo avevo saltato il secondo pasto sapendo che avrei cenato con Jan e Jennifer. E’ la prima volta che vengo qui nella casa del Bronx. Due anni fa Jan me l’aveva fatta vedere, da poco acquistata, quando era un rudere. Dopo mesi e mesi di lavoro è diventata una casa stupenda, una casa da sogno. Non sembra vera questa trasformazione; nel 2017 aveva l’aspetto di una casa devastata da un bombardamento, il tetto era a pezzi, detriti dappertutto sul pavimento sfaldato, mura diroccate.

Lavori in corso








Sono qui da 10 giorni e ancora mi meraviglio di come Jan e Jennifer abbiano curato ogni particolare in tutte le stanze. E con gusto. Anche i mobili dell’appartamento di Harlem sono qui e diverse cose nuove hanno trovato un posto a loro adatto. Alle pareti risaltano i grandi quadri e le incisioni di Jan, le fotografie, disegni e incisioni di David e vari miei collages. E tante fotografie. Persino I bagni e la lavanderia giù in cantina non sono digiuni di arte. E le mani d’oro e artistiche di Jennifer si sono impegnate nell'abbellire giardino e terrazzo (deck). Il giardino è diventato un orto con piante di melanzane, pomidoro, rosmarino, salvia e insalata tenera quasi un pò piccante. Bellissime piante ornamentali completano il tutto. Anche sul terrazzo tante piante stupende. Il basilico poi cresce a dismisura. Con le melanzane Jennifer ha fatto dei piatti squisiti alla parmigiana fino al loro esaurimento.


Su indicazioni di un’amica Jennifer ha da poco installato un sistema di irrigazione automatico nel giardino e anche sul terrazzo, e il 28 agosto è volata in Giamaica per fare altrettanto nel giardino della casa che ha costruito su quell’isola. E’ l’isola dov'è nata e ci va volentieri ogni tanto quando il suo lavoro qui a New York attraversa un momento tranquillo. Dalla finestra della stanza da letto matrimoniale del piano superiore ho una vista ampia sui giardini delle case e non c’è dubbio: il giardino “nostro” è il piu bello e il più curato. Jennifer ha fatto un grande lavoro. Ha il pollice verde e tanta inventiva.



domenica 25 agosto 2019

Sigrid flauto traverso 1980 (10) Saggio


Il 4 giugno, giorno dopo il matrimonio, i nostri ospiti sono tornati a casa loro. Sigrid  aveva organizzato per quel pomeriggio una festa con giochi e sono venuti tanti compagni della sua classe: Carlotta, Serena, Barbara, Raffaella, Marco, Andrea, Ettore, Francesca, Massimo e Elena. Qualcuno ha portato un pensierino, Francesca tre rose gialle. Sigrid, che amava fare i dolci e spesso ne faceva uno di sua iniziativa, questa volta non ne ha avuto il tempo e perciò ne ho fatto uno io ed è riuscito molto bene. Jan che tutto il pomeriggio era rimasto a casa a disegnare mi ha dato una mano a preparare sandwiches al forno con formaggio. I ragazzini mangiavano e bevevano in cucina e giocavano con impeto nell'ampio soggiorno. Si divertivano e pur nella loro vivacità non hanno combinato guai. Era già tardi quando i genitori sono venuti a prelevare i loro rampolli. La mamma di Ettore è rimasta a chiacchierare.
La mattina del 5 giugno Pino ed io ci siamo avviati alla scuola di Sigrid. Nella palestra c'era il saggio di fine anno della classe musicale di pianoforte, violino e flauto. Sigrid col suo flauto è andata benissimo. Pino purtroppo aveva un impegno di lavoro e se ne è andato dopo aver salutato il maestro di flauto, così non ha sentito il bel duetto eseguito da Sigrid e Barbara accompagnate dal pianoforte. Finito il saggio le altre mamme mi hanno suggerito di non far cambiare scuola a Sigrid. Il papà di Gisella, Pompeo, mi si è avvicinato e meravigliato e quasi incredulo mi ha detto: "E tutto questo l'ha imparato in un solo anno?" Sigrid è rimasta tutto il giorno eccitata per via del saggio. Suonava in continuazione il flauto. Avrebbe voluto subito tenere un altro concerto. Meno male che si è distratta andando alla festa del compagno Marco Manni. Pino dopo il lavoro è andato a prenderla.  Peccato che non c'è nessuna foto del saggio. Non esistevano ancora i cellulari con cui scattare immagini.
Il 7 giugno Pino ed io eravamo invitati dai genitori di Ettore Zuanelli ad un dopocena dove abbiamo conosciuto tanta gente simpatica.
E l'8 giugno per Sigrid c'è stato il primo bagno nella piscina del CAR insieme all'amichetta Ilaria T. L'acqua era molto fredda, non era ancora riscaldata a sufficienza dal sole che quel giorno si faceva vedere a intermittenza.
Il 9 giugno è venuta Gisella per tutto il giorno. Sigrid e Gisella hanno pranzato sul balcone in una tenda fatta da loro con lo stendino del bucato e un paio di coperte Quante volte le figlie di Sigrid avrebbero costruito nell'identico modo una tenda qui nel corridoio, le volte che erano da noi a Roma. E anche loro si portavano dentro le provviste. Adesso che sono più grandi non lo fanno più.
David ha cambiato il suo look tagliandosi i lunghi capelli e trasformandosi nell'Ultimo dei Mohicani e l'11 giugno ho scattato qualche foto di lui insieme a Jan. Questa pettinatura originale gli stava bene e ho mandato una foto alla nonna in Canada. Il suo commento? "Speriamo che Jan non lo imiti, in famiglia uno conciato così è più che sufficiente."
Ormai era cominciata la vacanza estiva ma quella mattina c'era l'ultima lezione di musica. Dopo scuola Sigrid ha passato il pomeriggio dalla compagnetta Barbara. Quando sono andata a prenderla la mamma di Barbara mi ha raccontato che le bambine avevano suonato il flauto anche a casa.


giovedì 22 agosto 2019

Sigrid flauto traverso 1980 (9) Augurazione della casa.

Al pianterreno del palazzo c'erano il garage, le cantine e la lavanderia. Ogni inquilino aveva il suo turno per usare la lavatrice e l'asciugatoio. A me toccava il venerdì pomeriggio ed era un impegno andare su e giù con le buste piene di bucato, e rispettare l'orario. A volte era necessario dare l'avvio ad altri giri dell'asciugatoio. Quando stiravo Sigrid e Sissi mi aiutavano con le cose facili e si divertivano. Una volta alla settimana veniva una signora per le pulizie ma non combinava molto. Era avversa all'ascensore, prendeva le scale e la si sentiva ansimare dalla fatica. Per prima cosa voleva pane e prosciutto, e un caffellatte. Poi si fermava sempre a parlare e parlare. Dopo le vacanze estive non è più venuta.
L'8 maggio avevo preso un grosso mazzo di basilico al mercato dove ero andata in macchina con la nostra dirimpettaia. Mi ha offerto di prepararmi il pesto: guardando come faceva ho imparato a farlo anch'io. Poi la sua mamma è venuta con me a casa per bere un tè freddo e la figlia, Giorgia, è venuta a fare i compiti con Sigrid, avevano la stessa età ma non frequentavano la stessa scuola.  A sorpresa è venuta la mamma di Sissi per portarmi una piantina di rose. La signora anziana la trattava in maniera snobbish e le dava del tu. Non mi piaceva per niente e ho commentato. "La mamma di Sissi è una signora." Sigrid aveva una tonnellata di compiti mentre Giorgia pochi, come sempre. Sigrid ha esclamato, quasi in lacrime: "Non è giusto." Ha bussato Ines per invitarmi da lei a fare la maglia insieme. E quante volte ci siamo fatte compagnia, anche insieme ad altre signore del palazzo.
Per il sabato pomeriggio, 10 maggio, abbiamo invitato per le 17.00 i genitori della classe di Sigrid della scuola elementare con i quali avevamo avuto rapporti stretti per cinque anni. Un ricevimento per inaugurare la nuova casa. Avevamo preparato un buffet. Anche Sissi ha dato una mano. Sono venuti in tanti portando anche i figli. Eravamo in 32! Nel diario ho elencato tutti i nomi.  Diversi hanno portato un pensiero per la casa. E' stato un pomeriggio ben riuscito. Sembra ieri ma sembra anche un secolo fa.
Andare e venire da da scuola ogni giorno con l'autobus era un impegno molto gravoso per Sigrid.
Doveva scendere una scalinata per arrivare alla fermata di Piazza Medaglie D'Oro dove passavano diversi bus. Ma quasi sempre si aspettava un secolo prima che venisse il bus giusto e questo anche col freddo o con la pioggia. E in più con la borsa pesante e il flauto. Poi doveva fare ancora un bel tratto
a piedi. Era un po' troppo per una bambina di 11 anni. E perciò Pino ed io abbiamo guardato nel nostro nuovo quartiere se si fosse una scuola media. Ne abbiamo viste due ma non ci hanno fatto una buona impressione. Quasi per caso ne abbiamo scoperta un'altra nella quale si entrava da Piazza Medaglie d'Oro ma anche da Via Lucilio, dietro casa nostra. Una bella scuola raccolta, accogliente. Abbiamo parlato con la simpatica preside. Sì, ci sarebbe stato un posto per Sigrid il prossimo anno scolastico. Lei (la preside) ha anche fatto la domanda per una classe con musica e sperava in una risposta positiva. Insomma dovevamo decidere.
Ci sarebbe qualcosa da raccontare su ogni giorno nel mio diario. Ma faccio un salto in avanti e vedo che il 18 maggio c'era la cresima di Sissi. Dopo la cerimonia in chiesa, Joana, la mamma, ha invitato tutti a casa sua per un piccolo festeggiamento. Sua sorella l'aiutava.  Sissi contenta con tanti regali. Il 24 Pino ed io siamo andati  a cena dal direttore del carcere di Regina Coeli con la nostra amica olandese Irre. Irre era molto amica di questo direttore che risultava essere una persona garbata. Solo alle 2.00 eravamo di nuovo a casa, vuol dire che siamo stati molto bene. 
Il 2 giugno sono arrivati ospiti da Avellino: mia suocera che io ho chiamato sempre mamma, mia cognata Norma col marito Alfonso, la cognata Tina e la figlia Rosa. Sigrid che veniva sempre invitata alle feste di compleanno nel pomeriggio è andata alla festa del compagno di classe Andrea Quattropani. Pino per cena ha preparato pasta allo scarpariello ed io il secondo. Alfonso dormiva in albergo. Il giorno dopo c'era il matrimonio del cugino di Pino, Carlo, con Elda. E il pomeriggio del giorno dopo tutti a prepararsi per ore davanti agli specchi, mentre Pino ed io eravamo pronti in un attimo. Quando Pino mi ha visto uscire dal bagno ha detto:"Come stai bene!" Mi ero messa un leggero vestito nero e sandali rossi col tacco molto alto; i capelli li avevi pettinati in su fissandoli con pettini rossi. La cerimonia si celebrava nel bellissimo Mausoleo di Santa Costanza, seguita da una cena in una sala dell' hotel Quirinale in Via Nazionale. C'erano tantissimi parenti dello sposo e della sposa. I ragazzi erano seduti tutti insieme ad un lungo tavolo. Quando David e Jan che non erano venuti in chiesa sono entrati nella sala da pranzo per sedersi con i cugini, Pino ed io abbiamo visto che tutti gli occhi erano rivolti verso di loro, erano uno spettacolo. Fra una portata e l'altra mi sono seduta un attimo al tavolo dei giovani, vicino a Jan, che poi mi ha detto: "Mi è venuto uno shock quando ti ho vista così elegante, hai tanto una bella figura." Ho scritto una volta che sono cresciuta in un paese dove i complimenti non si fanno e perciò ho annotato nei miei diari, quasi con meraviglia, i complimenti ricevuti da quando ho lasciato l'Olanda.