mercoledì 8 aprile 2015

Non c'è due senza tre (la terra)






 Mi ero riproposta di troncare per un lungo lasso di tempo la relazione con la mia amica immaginaria ma non durò molto che mi sorpresi a pensare a lei con nostalgia: dove sarà, perchè non si fa più viva? Non mi era antipatica quest'amica ma, perchè affetta da logorrea, con quel suo continuo flusso di parole mi lasciava stremata. Quando, dopo la sua ultima visita se ne andò, ed io mi ripresi solo dopo un'oretta di riposo, ripensando alle sue esternazioni mi venne da ridere: delle volte era proprio buffa. Un pò di risate tirano su il morale, fanno dimenticare le cose che ci affliggono.
I giorni e le settimane passarono. Le imcombenze quitidiane mi tenevano occupata. Un giorno assolato mi dedicai alle piante sul balcone. Con delle amiche ci eravamo scambiate delle talee, bastava piantarle nei vasi e in un batter d'occhio si sarebbero formate le radici. Che piacere sentire con le mani la terra soffice, fare con le dita dei piccoli fori e inserirci le talee. Con l'immaginazione vedevo crescere le piantine momento dopo momento fino a trasformarsi in rigogliosi arbusti o addiritura in alti alberi.
Di soprassalto sento una presenza vicino a me venuta da chissà dove. Neanche mi spavento perchè capisco immediatamente chi è venuto a trovarmi: è la  mia amica immaginaria della quale ho sentito la mancanza. Come sono contenta che sia qui con me in questo momento. Dopo esserci salutate con molto affetto mi dice: "Ti acchiappo proprio al momento giusto, perchè come sai non c'è due senza tre." Vedendo le mie sopracciglie alzate si spiega meglio: "La prima volta che ci siamo incontrate abbiamo trattato l'argomento acqua, la seconda volta era il fuoco il centro della nostra attenzione. Adesso che ti ho visto affaccendata con le piante mi rendo conto che dai nostri discorsi non possiamo escludere la terra." "Va bene", dico, "parliamo di terra, intanto sediamoci che faccio riposare un pò la mia schiena." Su un tavolino metto due bicchieri e del succo di mela, la mia bibita preferita. Vedo che piace anche a lei. Guardando la lunga fila di vasi da me riempiti dice: "Hai fatto un gran lavoro, capisco che sei a terra." Mi guarda con affetto e dice: "Ti ho cercato per mare e per terra, ho girato tutto il globo terraqueo. Per poco non andavo anche nelle viscere della terra. Non trovandoti sentivo mancarmi la terra sotto ai piedi. E' stato l'stinto che mi ha fatto volare raso terra per trovarti qui a lavorare la terra." Mi abbraccia ed io mi scuso: "Sono stata via, mi trovavo altrove. La prossima volta che vado via ti avviserò in anticipo." Sono curiosa e perciò cambio argomeno, chiedo: "Come va col tuo collega e col tuo amante?" Alla mia domanda la sua espressione cambia, diventa assorta e so già che significa: di quel che il cuore è pieno la bocca trabocca. Parte come un razzo, dice: "Finalmente ho capito che il mio collega è una persona terra terra, le cose che mi racconta non stanno né in cielo né in terra, ascoltando le sue frottole mi spaventai tanto che caddi lunga distesa per terra, tra lui e il  mio amante ci corre quanto dal cielo alla terra. Le sue fandonie non voglio più bere, gli ho dato un calcio nel sedere, di lui non desidero più sapere." L'ansia di sfogarsi invece di farla balbettare la fa rimare. Chiedo: "E il tuo amante? Che ne è di lui?" Questa volta l'espressione della sua faccia diventa sognante, dice: "E' lui l'uomo della mia vita, me ne sono accorta l'altro giorno alla stazione: saltai a terra dal treno in corsa e m'affrettai da lui in macchina pur avendo una gomma a terra. Con lui vivrei su una lingua di terra, su una zolla di terra. Andrei con lui fin nelle terre polari, con lui mi trasferirei nelle terre selvagge e non avrei nostalgia della mia terra. Vivrei con lui sulla terra di nessuno. Gli ho dichiarato il mio amore e lui mi ha stretto con calore tra le sue braccia, sono la donna dei suoi sogni. Lui possiede un pò di terra al sole, vivremo là coltivando la terra, nutrendoci con i frutti della terra. Sul mio, sul nostro futuro, non ho più dubbi: siamo fatti l'una per l'altro." Dopo queste appassionate confidenze beve un altro bicchiere di nettare. Ha l'aria appagata: Si alza, mi abbraccia, dice: "Volo da lui, è stato bello stare con te." Faccio giusto in tempo ad augurarle tutto il bene di questa terra che sparisce. Già  mi manca, è come aver letto delle pagine di un bel romanzo.
Con i pensieri altrove continuo ad occuparmi delle piante e della terra.

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