venerdì 31 luglio 2015

Pino studente

Durante gli anni del liceo papà Stanislao controllava che i figli studiassero, s'interessava ai loro voti.
Pino giocava a calcio come portiere. Mi ha raccontato che gli piaceva mettersi in mostra, nelle mosse era teatrale, ma nel gioco era una pippa. Una volta è venuto suo padre a vederlo giocare e guardando il figlio in azione ha alzato le spalle e se ne è andato.
Poi ha preso giurisprudenza all'università di Napoli. I giorni che andava a lezione portava con se una pagnotta preparata dalla mamma. Durante gli anni universitari ha continuato col teatro e col canto insieme agli amici Palumbo e a tanti altri. Quando c'era un evento studentesco al solito era lui il protagonista. C'è una foto che raffigura una sfilata di studenti e Pino è il principe sul cavallo. Participando ad una gara di imitazioni, ha vinto il microfono d'argento che purtroppo è andato perduto.


Andando ad Avellino, e passando prima per Napoli, ci ha fatto vedere qualche volta l'università dove ha studiato. Ne era rimasto affezionato. Abbiamo camminato per la città visitando Forcella e il suo mercato, Spaccanapoli,  i Quartieri Spagnoli con i celebri bassi e Castel dell'Ovo.

Spaccanapoli
Gli amici lo chiamavano capo. Anche quando ormai eravamo sposati incontrando i vecchi amici loro si rivolgevano a lui con quell'appellitivo. Con il suo più caro amico, Peppino De Maio, siamo sempre rimasti in contatto. E dalla bocca di Peppino usciva di continuo capo qui, capo là.
Il secondo giorno di Pasqua, Pasquetta, se non pioveva, era consuetudine che Pino ed un gruppo di amici salissero per un sentiero fino alla cima di Monte Vergine, impresa ardua. Una volta nel santuario alloggiavano dai frati, dormendo nelle celle. Quante volte Pino ha raccontato queste avventure ai nostri figli ancora piccoli, inserendo incontri con spiriti e presenze misteriose, e i bambini volevano sempre riascoltare queste storie.
Naturalmente aveva delle fidanzatine, ma il suo sogno era di sposarsi un giorno con una ragazza straniera. Mi ha raccontato di quella volta che sua cugina di secondo o terzo grado, Italia, che abitava a Venezia, è venuta per qualche giorno ad Avellino. Tutti i maschi si sono infatuati di lei forse perchè  era un pò diversa dalle ragazze che frequentavano normalmente. Un pomeriggio hanno organizzato una scampagnata, cugini ed amici, in onore di Italia. Hanno attraversato un tratto boscoso. Il sentiero era stretto con ai lati folti cespugli. Si era costretti a camminare in fila indiana. Gli ultimi erano Gino e Italia. E, dato che la gonna di Italia si è impigliata ad un arbusto, sono rimasti parecchio indietro. All'improvviso quelli davanti  hanno sentito la voce di Italia che gridava forte: "Mi fai male! Lo stai spingendo dentro! Non così forte! Basta! Smettila." Quelli davanti si sono guardati in faccia: "Vuoi vedere che Gino ha concluso qualcosa?" Ma che cosa era successo? Era entrato qualcosa in un occhio di Italia e Gino stava provando a toglierlo. Che risate. Qualche volta Italia è stata ospite da noi a Roma con la sua nipotina Marina che giocava con i nostri figli.

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