sabato 27 agosto 2016

Terremoto





La notte scorsa non riuscivo a dormire e mi sono messa a leggere seduta sul bordo del letto. Il libro, molto bello, mi catturava. Erano le 3.35 e lievi rumori in casa mi hanno distratta, era come se qualcuno si spostasse per la casa, sentivo un forte tremolio e come se mi girasse la testa. Mica stavo male, così, all'improvviso? No, non ero io. Sentivo sotto i piedi una vibrazione nel pavimento, il letto si muoveva. Guardavo in sù e il lampadario traballava come anche un piccolo quadro appeso sopra il mio tavolo di lavoro e immediatamente ho esclamato dentro di me: ah, un  terremoto! Non avevo paura, pensando che qui non può succedere niente perchè il palazzo è solido, ma ero avvolta da una sgradevole sensazione. L'ho capito all'istante perchè gli stessi sintomi li avevo vissuti già altre volte, una volta in questa casa e un paio di volte nelle case precedenti. La mia preghiera è stata: "che non  siano recati danni a esseri viventi, niente morti e sofferenze". Un'ora dopo ho percepito un'altra scossa, più leggera.
In mattinata ho scritto una mail a Jan raccontandogli l'avvenimento e David mi ha telefonato da Barbarano, anche là si erano sentito le scosse, e Rachele, la sua collega del Liceo Artistico, gli aveva mandato un messaggio che ad Ascoli Piceno dove stava dai suoi in vacanza il terremoto si era sentito fortissimo, c'è stato panico. Quella notte ci sono state 39 scosse in poco più di tre ore, avvenute tra Lazio, Umbria e Marche. 
60 secondi. Tanto è bastato al terremoto per radere al suolo centinaia di abitazioni ad Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto. Questi tre paesi sono considerati tra i borghi più belli d'Italia..
Sono passati un pò di giorni. Fino ad ora ci sono state 1332 scosse dall'inizio dell'evento sismico. 284 morti. Paesi rasi al suolo. Il bellissimo paesino che David ha visto con ammirazione tornando da Ascoli non esiste più. Lutti, dolore, tragedie. Ancora vittime. Scavatrici ancora in funzione e gente che continua a scavare con le mani in cerca dei propri cari sotto le macerie. La gente dorme nelle tende.

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