A David piaceva tanto andare al giardinetto il pomeriggio, saltellava e cantava alla mia mano. Trovava sempre bambini con cui rincorrersi, gli venivano le guance rosse stando all'aria aperta. Qualche volta ci andavamo di mattina e allora c'erano più bambini della sua età che erano però tutti più piccoli di lui. Una mamma mi ha detto: "Ma suo figlio non deve andare a scuola?" Ed era sorpresa quando le ho detto che aveva da poco compiuto tre anni. A volte David piangeva quando era ora di tornare a casa, voleva rimanere finchè l'ultimo bambino non se ne fosse andato. Quando i bambini molto più grandi non volevano che participasse ai loro giochi perchè ritenuto troppo pischello, David piangeva dalla delusione. Andavamo anche dall'amichetta Germana di mezz'anno più grande, a casa della nonna, a Viale Angelico. Germana aveva tantissimi giocattoli. Veniva con la mamma anche da noi e i bambini giocavano tutto il pomeriggio senza mai litigare. Con Olga, la sua mamma, sono rimasta amica.
A David piaceva trasvestirsi, da cowboy, da indiano e, delle scarpe che Pino gli ha fatto col cartone, simili a quelle che indossavano gli zampognari che a Natale suonavano sotto casa, era orgogliosissimo. Pino gli ha costruito anche un teatrino di cartone e dei pupazzetti di stoffa, ci giocavano insieme animatamente.
Andando a cena da Alberto, collega di Pino e dalla moglie Rossella c'era Donatella la figlia coetanea di David con cui giocare, e come erano vivaci.
Un pomeriggio sono andata con David a trovare la sua giovane madrina Daniela, che però stava a letto al piano di sopra con l'influenza. C'era sua mamma Luisa, con la quale mi trovavo molto bene. Anche questa volta abbiamo chiaccherato a non finire. Le piaceva il berretto fatto a mano che avevo in testa e l'ha voluto subito imitare, cercando nel suo cesto della lana bianca, era un genio con i lavori manuali. Mi ha fatto come al solito tanti complimenti e di David ha detto che era un bimbo stupendo. David in continuazione andava su da Daniela.
Il 2 febbraio siamo andati in montagna a Roccaraso. Alle 10 abbiamo preso un taxi fino a Termini. Allora si faceva una lunga fila per i biglietti del treno. Si partiva alle 11 e alle 3 si cambiava treno. Alle 4.30 siamo arrivati a Roccaraso. Un lungo viaggio ma David si è divertito tutto il tempo intrattenendosi con molti dei passeggeri, tanto che alla fine tutti lo conoscevano. Eravamo fortunati, c'era la neve. E nell'albergo Trieste abbiamo trovato tanti bambini con i loro simpatici genitori. C'erano anche i signori Fioravanti con i loro tre figli. I bambini dell'albergo rotolavano tutto il tempo nella neve e David è andato su uno slittino preso in affitto. Pino ed io, seduti sulle sedie a sdraio, abbiamo preso il sole. Con una slitta trainata dai cavalli ci siamo avviati al Rifugio degli Alpini. Un'altra volta lo skilift ci ha portato sulla montagna, un posto bellissimo. La settimana è volata e il 9 febbraio siamo tornati a Roma. Durante il viaggio David ha dormito e a casa non era stanco per niente. Abbiamo pranzato, io ho letto la lettera settimanale di mia madre ed altre lettere di amici e poi abbiamo deciso di andare a Via Cola di Rienzo dove c'era la sfilata dei bambini in maschera di carnevale accompagnati dai genitori. David felicissimo con addosso le piume da indiano e la faccia dipinta. Faceva freddo e c'era molto vento. Tutti a letto presto.
Sulla neve a Roccaraso |
Roccaraso |
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