Nel nostro palazzo, in una stradetta in cima a Via Teulada, è venuta ad abitare Adriana Retacchi, collega di Pino, e suo marito Franco; si erano appena sposati. Si sono conosciuti ed innamorati a casa nostra. Eravamo molto amici, si cenava insieme, a casa nostra o a casa loro, ci vedevamo spesso. Hanno poi avuto due figlie.
Quando abbiamo traslocato a Via Goiran (prima abitavamo a Viale
Angelico) David aveva circa un anno e mezzo, era un bambino molto
vivace. Esplorando io e lui il nuovo quartiere è corso in un cortile di Via Teulada finendo poi in un piccolo
giardino privato, il cancello era aperto. Come al solito io gli sono corsa
dietro. Nel giardino c'erano due ragazzini che vedendo David hanno esclamato
entusiasti: "Oh che bel bambino, ciao bambino come ti chiami?" Gli hanno fatto tante feste. E'
uscita di casa anche la loro mamma e anche lei ci ha accolto con molto
calore. Ci siamo intrattenuti per un pò e nel momento di salutarci la
signora mi ha pregato di tornare a fargli visita. E, regolarmente, sono
andata con David a trovare questa gentilissima signora ed i suoi dieci
figli, tutti amorevoli. Qualche volta c'era il marito che suonava il
pianoforte. David che amava guardare le figure nei libri, un giorno ha
sfogliato un grosso libro che stava da loro sul tavolo ed indicando con
un dittino ci ha detto contento: "Ecco, qui c'è Dante Allighieri." La
signora Bozzi ha dato un'occhiata e ha detto basita: "Sì, hai ragione. E chi è
questo Dante Allighieri?" "Ha scritto La Divina Commedia." E giù esclamazioni tipo "Ma che bambino prodigio!" Ci sentivamo così benvenuti da loro. E in genere la signora diceva: "Che bello che siete venuti, ci fate un regalo.con la vostra presenza." A volte preparava un panino per David che lui addentava con voluttà. Anche lei qualche volta è venuta a casa nostra, sola o con delle figlie. L'amicizia poi si è spenta per cause di forza maggiore. Ma ho sempre nel cuore questa famiglia speciale.
Sotto casa David giocava con i bambini della nostra strada. Quando c'era Marcello di due anni più grande, tutti e due erano contentissimi di vedersi. Marcello aveva una paura matta del padre. Quando era ora che tornasse a casa e il padre veniva a chiamarlo, correva davanti a lui temendo di prendere le botte, guardava alle sue spalle per vedere che intenzioni aveva il papà. Una volta un ragazzo grande ha incolpato David e Marcello di aver toccato il suo motorino rompendo lo specchietto. Giusto allora i genitori di Marcello uscivano per chiamare il proprio figlio e, sentendo le accuse del ragazzo, il padre ha chiesto a Marcello chi di loro due fosse il colpevole. Marcello senza dubitare ha detto, sbattendo gli occhi: "David", evitando così di essere menato. La madre ha detto: "Non giocare più con David." Con alti e bassi sono rimasti amici per diversi anni.
Un'altro amichetto del quartiere era Stefano. Abitava in una traversa di Via Teulada in un bel vecchio palazzo che tanti anni dopo è stato restaurato ed è diventato la Casa Rossa. Non c'era ancora la strada Panoramica e il palazzo confinava con una natura selvaggia. Ci abitavano solo due famiglie. Al piano di sopra Stefano, i suoi genitori e la sorellina piccola. Gli abitanti non più giovani del pianterreno erano Sor Alfredo e Sora Genoveffa. Nel loro giardino che era un disastro per come era maltenuto scorazzavano tante galline e un gallo.
Da loro compravo le uova fresche e se portavo del pane raffermo mi regalavono uno o due uova. Erano semplici e gentili. In questo giardino David e Stefano giocavano per ore mentre io scrivevo una lettera, facevo la maglia o rammendavo calzini. Quando salivo a casa di Stefano la mamma mi diceva: "Si metta a sede" Mi offriva un tè dicendo "Oh, manca il cucchiarino." Per me era molto simpatico sentir parlare in romanesco, doveva piacermi se ancora adesso me lo ricordo. I giorni di pioggia Pino mi telefonava dal lavoro per informarmi quali films per bambini c'erano nei cinema più raggiungibili. Invitavo Marcello a venire con noi e a volte veniva, a volte no ed era sempre perchè, diceva la mamma, aveva appena avuto un clistere. Anche Stefano veniva volentieri con noi, salvo le volte che la sorellina era in punizione e allora neanche lui poteva uscire. O perchè la piccola Maria era malata e Stefano doveva farle compagnia.
Un altro punto di giochi era Piazza Mazzini, un paio di chilometri da casa (David già camminava lunghe distanze) con tante mamme che ci portavano i figli. David per ore correva con i compagnetti nel giardino di questa bella piazza. Una volta è caduto nel laghetto. Meno male che faceva caldo quel giorno.
David e Stefano |
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