martedì 28 ottobre 2014

Harlem Museo, passeggiate, cena

Il 5 ottobre siamo saliti fino in cima al Morningside Park per fare qualche spesa a Broadway. Poi lungo la strada abbiamo trovato tante bancarelle di agricoltori con i loro prodotti freschi di raccolto ed una piccola zucca si è fatta da noi acquistare. Nell'Amsterdam Avenue abbiamo dato un'occhiata alla Hungarian Pastry. Era piena di studenti della Columbia University occupati con il loro brunch. Le paste in questo negozio sono squisite e l'ambiente molto accogliente, studentesco.
Il sole era caldo, all'ombra faceva quasi freddo, un tempo ideale per camminare ed abbiamo macinato una trentina di blocks
Ogni domenica il museo "The Studio Museum" alla 125a Strada dedicato all'arte afro-americana è aperto gratis al pubblico da mezzogiorno in poi. Ogni anno ci piace molto visitarlo, i lavori esposti sono sempre nuovi. Questa volta erano in mostra quelli dell'artista Charles Gaines eseguiti fra il 1974 e il 1989  parte dei quali non è mai stata mostrata prima. I quadri esposti erano gridwork sarebbe a dire lavoro di reticolato, a grata. Una maniera antichissima per prima dividere la tela in piccoli quadretti con numerini e poi dipingerci sopra. Ci piaceva che i quadri al muro formassero quasi un collage.


 In una seconda sala una simpatica signora ci ha chiesto di dove eravamo, lei e sua sorella erano venute in vacanza dall'Inghilterra. Nel piccolo negozio del museo vendevano delle cartoline con su scritte delle frasi che ci hanno fatto sorridere.
Il tempo era bello e perciò abbiamo optato per non fare ancora ritorno a casa e, camminando per belle strade con bellissime case brownstones, siamo arrivati al Marcus Garvey Park. Mi sono ricordata che in questo parco ci sono stata diversi anni fa con Jan e Jennifer in occasione di uno spettacolo nell'anfiteatro.


Siamo passati vicino ad una scalinata che porta su fino ad una grande piattaforma chiamata Acropolis sulla quale si fanno spettacoli e concerti ed ogni tanto si organizzano feste. Naturalmente tutto è gratis.


Vicino ad uno degli spazi giochi ho visto una casetta su di un piedistallo. Mi sembrava una casetta per uccellini. Da vicino ci siamo accorti che all'interno c'era una fila di libri e sulla porticina c'era scritto che tutti i bambini potevano attingerne a volontà. I volumi vengono sempre sostituiti con nuovi esemplari.


Anche qui c'erano dei tavoli dove si gioca a scacchi e le grandi rocce nere erano immancabilmente presenti. Ci ha colpito un cespuglio con voluminosi fiori rossi.


D'estate c'è una piscina aperta a tutti dove danno anche lezioni di nuoto. New York offre innumerevoli piscine sparse per tutta la città: gratis.
Anche questa volta abbiamo camminato per circa 30 blocks.
A casa abbiamo subito preparato il grande tavolo in soggiorno e dato gli ultimi tocchi in cucina: la maggior parte della cena l'avevamo già preparata. Verso le 19.30 sono venuti i nostri ospiti Yolonda, Jacqueline e Ron Merlino. Era bello rivederli dopo tanto tempo. Con le due ragazze ci seguiamo su Facebook. Yolonda è attrice ed abbiamo scoperto che dipinge anche, non lo sapevamo mica. Questa sera ci ha fatto vedere per la prima volta qualche sua opera sul telefonino e sono quadri molto belli. Jacqueline è personal trainer e personal shopper. Ron organizza concerti classici e operistici in tutto il mondo, ha una sua impresa affermata, in più è un conoscitore di vini. Lui e Jan si sono conosciuti un paio di anni fa ad un wine tasting. Mentre si mangiava abbiamo parlato di mille cose e si vedeva che la cena è piaciuta: zuppa di piselli molto speziata, un sartù di riso e un abbandonante insalata mista con a fianco pane e formaggi e diversi vini. Per dessert c'era il gelato portato da Yolonda, chocolate chip e speculaasjes, biscotti olandesi trovati per caso qui a New York e che sono piaciuti particolarmente.
Di Ron c'era un porto dolce, un prodotto di Madeira che era ottimo accompagnato alle cose dolci.
Verso mezzanotte gli ospiti se ne sono andati con ognuno due bottiglie di vino regalate da Jan e Yolonda con un doggy bag.  Per me era un "arrivedederci al prossimo anno" Adesso mi godo ancora i fiori portati da Jacqueline che ho aggiunto a quelli rimasti dal compleanno di Sigrid.

 

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