Oggi pomeriggio sono andata alla mostra degli allievi della scuola comunale d'Arte e dei Mestieri di Via di San Giacomo che si svolge ogni giugno a fine anno scolastico. Quando sono a Roma e non ho altri impegni ci vado perchè tanti anni fa (Circa 19? Sembra ieri!) ci ho frequentato il corso Pittura su Stoffa. Allora quasi ogni pomeriggio mi recavo alla scuola e disegnavo, lavoravo al tavolo luminoso, facevo "maschere" che appplicavo su una base di stoffa, poi tamponavo gli spazi vuoti con una spugnetta intrisa nel colore. In questo modo si potevano decorare sciarpe, federe da cuscino, tovaglie, T-shirts, oppure creare dei quadri. Tutta la classe con il valido e stimolante aiuto del nostro professore lavorava con zelo. Il buffo era che ogni tanto David, mio figlio, faceva un salto in classe per vedere come sua madre se la cavava (in genere sono i genitori che seguono i figli). Chiaccherava con il mio professore Roberto Cumbo e sono diventati amici. Mi ricordo che un giorno è entrato nel nostro locale un insegnante di un'altra classe che, vedendo David che mi osservava mentre lavoravo, si è meravigliato che io avessi un figlio così grande e che questo figlio si interessasse ai progressi di sua madre. Questo docente si vestiva sempre in modo drammatico, con un nero mantello ed un cappello a larghe falde. A fine anno scolastico ho partecipato alla preparazione della mostra di noi allievi ma poi sono partita per il Canada. David mi ha fatto sapere per telefono che era andato all'esposizione e, tra i miei lavori, era piaciuto specialmente il quadro, e che il mio voto sulla pagella era un dieci. Io non sapevo niente di voti e ho riso incredula. Quel quadro Sigrid e Kevin ce l'hanno sopra il divano e chissà, forse se ne sono anche stancati. Alla parete dietro il loro tavolo da pranzo è appeso un bellissimo quadro di David raffigurante un cavallo. Mentre ero ad Haarlem Livia ha disegnato, e molto bene, la testa di un cavallo. E per il mio compleanno, il 17 maggio, mi è arrivata una cartolina da Jan e Jennifer con sopra un cavallo dipinto da un'adolescente.
Oggi, durante la visita, ho dato un'occhiata in tutte le classi insieme alla mia amica Rieteke. In ogni classe viene insegnata una materia diversa. Regnava un'atmosfera cordiale e simpatica. In ogni locale c'era, come ogni anno, un tavolo con sopra cose buone da mangiare e da bere, anche torte fatte in casa. Un uomo mi ha salutato come una vecchia conoscenza. Io, con la prosopagnosia che mi ritrovo non l'ho riconosciuto all'istante e gli ho detto che non mi ricordavo quale materia insegnasse. E lui: "Ma io sono Filippo, è vero che mi sono fatto crescere la barba e ho tanti capelli grigi. E' lei che ha quel figlio alto non è vero?" Gli ho detto con serietà che è diventato più bello e mi è venuto in mente che è il prezioso bidello che facendo i salti mortali riusciva a fornirci il materiale che ci serviva in classe.
Nella classe di Pittura su Stoffa c'era un'altra insegnante e anche se i lavori esposti erano fatti bene mancavano quelle impronte fantasiose suggerite da Roberto. Ho appreso da una ragazza che Roberto è diventato direttore di una succursale di questa scuola che si trova in Piazza San Paolo alla Regola e che anche là è in corso la mostra degli allievi. Ci andrò per salutarlo.
Mi affacciavo alle finestre della scuola di Via di San Giacomo: la vista dei vecchi bellissimi palazzi con i loro giardini pensili mi incantava. Questi colori di Roma mi ammaliano.
Il cavallo di Livia |
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