giovedì 25 febbraio 2016

addio amate cassette musicali



Non me la sono sentita di arrampicarmi su una sedia e spolverare lo scaffale in alto sopra il tavolo nella mia stanza e così ho chiesto a David di farlo. Ha tirato giù tutte le cose che ci sono esposte, le ha pulite ben bene rimettendole poi di nuovo sullo scaffale spolverato a dovere. Ha tenuto però giù sul tavolo una grande quantità di musicassette conservate chiedendomi cosa farne. Ho deciso di disfarmene perchè non vengono più ascoltate. Averle là in alto, lontano dagli occhi è una cosa, averle di nuovo sotto gli occhi però fanno tornare in mente i momenti indimenticabili dedicati al loro ascolto.
Nel 1963 sono state inventate dalla Philips e quanto piacere hanno offerto a grandi e piccoli fino all'arrivo dei CD's negli anni '80. Ma per tanti anni abbiamo continuato a sentirle. Portavamo con noi le cassette di Vivaldi a Venezia dove anni fa avevamo un pied-à- terre ed era una musica adatta a quell'ambiente con il perenne suono delle onde del canale che si infrangevano sui muri esterni della casa. Vivaldi era di Venezia e sicuramente mentre era concentrato a comporre, i caratteristici suoni della città lo accompagnavano in sottofondo. Pino adorava Vivaldi, Marcello ma anche i canti gregoriani e Louis Armstrong.
Dopo una giornata di lavoro e di studi spesso Sigrid ed io ci sedevamo di sera nella stanza di Jan che si era trasferito negli Stati Uniti e ci rilassavamo a fare la maglia ed ascoltare le musicasette. Mettevamo su musica leggera italiana, americana, portoghese (Amalia Rodrigues, Dulce Pontes) intercalata da musica classica: Grieg, Mozart, Rachmaninov, Beethoven, Haydn, Schubert, Liszt, Dvorak, Mussorgsky, Borodin, Tchaikovsky, Pachelbel ecc.ecc. E come ci piaceva Sergio Endrigo. Ancora ci ricordiamo quelle serate deliziose.
Ed io ero appassionata di Enya; una cassetta sua la portavo al corso di yoga e la sentivamo durante la lezione, era una scoperta per la maestra Puran. Kate Bush l'ho ascoltata per la prima volta in macchina quando eravamo ospiti da amici a Cerchiara di Calabria; la trovo grande! 
Il 24 dicembre prima di cena io correvo nella stanza di Jan dove c'era lo stereo per mettere su la solita cassetta con musica natalizia che cominciava con il suono delle campane. Per me non era Natale se non c'era quella musica.
Spesso da sola ascoltavo i Lieder di Mahler. Assorta, seduta al tavolo, con la testa sulle braccia: mi davano un'emozione grandissima. 
Quando Jan si è trasferito a Los Angeles col suo gruppo Astaroth suonava nei locali con un repertorio di Heavy Metal, lui alla batteria. Quando non avevano impegni musicali rimaneva volentieri a casa  da solo a dipingere e ad ascoltare musica classica come faceva a Roma con noi. Gli altri del gruppo uscivano a fare vita notturna e brontolavano dato che Jan non veniva con loro, insistevano, ma a Jan quelle serate belle e tranquille piacevano troppo.
Negli anni '70 l'amica Puck mi ha regalato delle cassette con musica olandese: la rapsodia di Piet Hein di Peter van Anrooy, il cantante Piet Veerman, e quando ho sentito cantare Robert Long ho pensato di come è bella la lingua olandese. Ogni lingua è  bella quando viene parlata da una bella voce e con una buona pronuncia e Robert Long soddisfaceva queste esigenze.
A scuola, circa nel 1947, avrò avuto 16/17 anni, durante la lezione di tedesco, sfogliando nel libro di testo, mi è caduto l'occhio sulla poesia Annchen von Tharau (ci vorrebbe un Umlaut sulla A di Annchen, ma non c'è sul computer). Questa poesia è stata creata dal poeta Simon Dach (1605-1659) insieme ad alcuni amici. Leggendola mi ha affascinato tantissimo. Solo molto tempo dopo ho scoperto che la poesia è stata musicata nel 1627 dal compositore Heinrich Albert e nel 1827 è stata rinnovata dal compositore Friedrich Silcher. In quest'ultima forma molti cori l'hanno inserita nel proprio repertorio ed io ce l'ho su una cassetta, cantata da Fritz Wunderlich. E' un Lied bellissimo, mi commuove ogni volta che lo sento.
Quando i figli erano piccoli una delle canzoni che cantavo per loro, seduta su uno dei letti, era Muss i denn; tempo dopo per caso l'ho sentita cantare da Elvis Presley col titolo Wooden Heart. Il mondo è pieno di canzoni bellissime, ogni paese ne ha tante. Io le vorrei ascoltare nei secoli dei secoli. In questo momento viene verso di me, dalla stanza di David, la voce di Tom Waits che canta Saving all my love for you, le sue sono canzoni formidabili. Non è una cassetta che sta trasmettendo ma You Tube.







lunedì 22 febbraio 2016

Allegra + Simona + Shirley = foto

Finito l'evento del tè culturale di domenica 24 gennaio ho salutato la padrona di casa Allegra assieme a Flavia e Simona, complimentandoci dell'interessante intrattimento e del tè e dolci squisiti. Allegra poi ha raccontato alle mie amiche da quanti anni ci conosciamo e di quando lei e sua madre sono venute al matrimonio di Pino e me. Aveva sette anni. Alla festicciuola nell'appartamento di Via Ruggero Bonghi Pino l'aveva invitata a ballare ed era così emozionata, si era sentita una principessa, non si è mai scordata di quella festa. Nel 1968 è stata ospite da noi per un paio di settimane quando lei e il suo papà John, dopo una permanenza in Inghilterra, sono tornati a Roma per cercare casa. Una volta trovato un appartamento sono venuti anche la mamma Mave ed i fratelli Renato e Simon. Allegra aveva allora 16/17 anni. Sigrid era neonata. Allegra si ricorda che un paio di volte è andata con David al cinema e che David era un bambino in gamba che capiva tutto.
Ho aperto gli albums fotografici. L'unica foto che ritrae Allegra e la mamma, il 22 marzo 1959, è al ritorno dalla chiesa in Via Ruggero Bonghi. Non faceva mica caldo ed io ero vestita molto leggera con il vestito da sposa di piqué e un soprabitino. Ma non ero freddolosa come adesso. E' stata una giornata memorabile, bellissima.


Ad un pranzo da me, poco fa, Simona ha raccontato a Flavia di come ha conosciuto Jan quando lei stava ancora con il suo ex marito. Gianni le parlava sempre del suo miglior amico descrivendolo nei particolari. E lei ha detto: "ma mi sembra di conoscerlo, assomiglia ad un ragazzo che incontro sull'autobus ogni mattina che vado al lavoro, un ragazzo alto, con i capelli lunghi, bellissimo. Sta là nel retro del bus con le braccia conserte."  Un giorno che Gianni le ha presentato Jan era proprio il ragazzo del bus. Jan e Gianni hanno frequentato insieme il Liceo Artistico. La loro amicizia continua tuttora.


Jan, marzo1984

Il 28 gennaio mi ha telefonato l'amica Marcella che abita nel mio palazzo. Diceva che il giorno prima era andata all'Istituto Culturale Francese a Largo Giuseppe Toniolo dove segue una volta alla settimana un corso di francese avanzato (è stata insegnante di francese al liceo). In questo istituto qualche volta ho visto un film francese insieme a lei.  Insomma mi ha raccontato che finita la lezione si è incamminata verso la fermata del bus insieme ad una signora del corso. Alla fermata hanno commentato la lezione e si sono informate a vicenda sul numero del bus che aspettavano e dove abitavano. Quando Shirley ha sentito che Marcella è domiciliata in Piazza Dante ha esclamato: "Oh, Piazza Dante! Là abita una mia carissima amica, Aukje!" Marcella ha replicato: "E' anche amica mia!" Shirley ha continuato: "Aukje da giovane era bellissima, anche adesso lo è però. Pino era eccezionale e i loro figli tutti e tre bellissimi. Poco fa ho incontrato Jan e Jennifer ad una festa a New Jersey." Shirley avrà raccontato sicuramente tante altre cose, è una brillante oratrice. Il giorno dopo Shirley mi ha telefonato e mi ha mandato anche una mail che diceva: "What a small world. I was amazed to find my colleague from the French lessons lived in Piazza Dante, and in your very building. I just sent some photos  of you and Pino courting. Photos that I transferred from old slides. What wonderful memories." C'erano anche accluse foto dei cari amici Mike, Nina, Bert e di Shirley, del tempo di Via Ruggero Bonghi. Ero emozionata .
Parole di Gunter Grass: Che cos'altro al mondo, quale romanzo sarebbe mai l'epico respiro di un album di fotografie?

Passeggiata a Colle Oppio

   
Foto in terrazza a via Ruggero Bonghi nel 1958 (Shirley, Nina, Mike, Bert).


Shirley

Mike


giovedì 18 febbraio 2016

Pomeriggio di tè culturale da Allegra






Una volta al mese Allegra organizza a casa sua un tè culturale. Questa volta era il 24 gennaio. Come la volta precedente è venuta con me la mia amica Flavia. Ho chiesto anche all'amica Simona di venire perchè dato che lei insegna inglese in una scuola elementare pensavo che questo ambiente inglese-italiano le potesse piacere.  
La casa di Allegra si trova nel Ghetto ed è molto bella. E' arredata con mobili e quadri antichi e con qualche tocco di modernismo. I dipinti d'arte contemporanea sono di John, il papà di Allegra; John però non c'è più. Era bello salutare Mave, mamma di Allegra, e Renato, fratello di Allegra. C'erano una trentina di ospiti. Sui tavolini nelle stanze c'erano già le belle teiere pronte con diversi tipi di tè.  Tante torte e dolcetti fatti in casa. Simona, informata in anticipo da me sull'abbondanza di cibarie che avrebbe trovato, a pranzo si era tenuta leggera con solo un brodino. L'ambiente era caldo e rilassante, la gente presente sorridente. Finita l'ora del tè, nel grande soggiorno la designer tessile Livia Crispolti ha proiettato e commentato diapositive sul tema "La moda nel'800 tra tradizioni e rivoluzioni". Nel dépliant presente ho letto nel curriculum che Livia Cispolti è fra l'altro docente di Cultura Tessile e Storia della Moda presso l'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Le immagini dell'abbigliamento  mostrate oscillavano tra 800 e 2000. Due secoli fa dal modo di vestire si capiva subito a che classe sociale apparteneva la gente. Vedo su internet che la chiesa, nella moda, è sempre intervenuta, pronta a fustigare i costumi eccentrici (e scollati) che possono risvegliare gli animi e stuzzicare i sensi. Naturalmente coloro le quali venivano messse in guardia erano da subito le donne.
Adesso, meno male, la differenza di vestiario non esiste o è minima. La moda ha uniformato tutto il pianeta. E' un peccato però che il vestiario caratteristico di  molti paesi stia scomparendo. Attravverso l'abbigliamneto c'è comunque una comunicazione, un linguaggio senza parole, il modo di vestirsi dice chi siamo, è un indice della nostra personalità. Oscar Wilde dicva: "Solo le persone superficiali non giudicano gli altri dall'aspetto esteriore. Il visibile, non l'invisibile costuisce il vero enigma del  mondo." Un proverbio napoletano dice: "A secondo di come sei vestito così sei giudicato". Ma attualmente c'è molta più libertà nel conciarsi in confronto a neanche tanto tempo fa. Quando negli anni '50 facevo l'indossatrice e la moda esigeva che la gonna arrivasse tanti centimetri sotto il ginocchio tutte le donne ubbidivano portando le proprie gonne alla lunghezza richiesta. E le scarpe da ginnastica, ormai anche qui in Italia chiamate sneakers, chi se le metteva? C'erano poi solo le Superga bianche e blu; visitando i miei in Canada le portavo con me in altri colori e fantasie. Adesso in tutto il mondo le sneakers vengono indossate da tutti, a qualsiasi età ed in qualsiasi momento della giornata. Forse è vero che l'abbigliamento più corretto per affascinare è composto da abiti che fanno sentire a proprio agio, perchè l'aspetto e il compartamento di colui che si sente bene nella propria pelle e con quello che la copre irradia sicurezza e simpatia.






lunedì 15 febbraio 2016

Haarlem, 6 gennaio 2016. Partenza

Abbiamo avuto fortuna ad Haarlem col tempo. C'è stato qualche giorno di pioggia, poco sole ma niente freddo polare. Mentre ieri, 5 gennaio, nel giornale e nel notiziario televisivo si vedevano immagini delle tre province nordiche Friesland, Groningen e Drenthe invase da un repentino e forte abbassamento di temperatura. Dopo una pioggia gelata le strade cittadine erano coperte da uno strato di ghiaccio sul quale la gente pattinava.
Le bambine sono andate a scuola ed io, in casa a Popelingstraat, alle 8.00 ho sentito le loro squillanti e carinissime voci mentre si avviavano con Kevin verso la macchina.
Era purtroppo il nostro ultimo giorno a Haarlem, il giorno dopo David doveva presentarsi al Liceo Artistico di Roma nel quale lavora.  Ha detto che sarebbe rimasto volentieri almeno un'altra settimana in Olanda. In questi giorni si è trovato su un lembo di benessere e rilassatezza, e anche senza grandi impegni non si è annoiato mai un attimo. Gli piace molto stare con le nipotine, gli piace la città e la gente e anche la lingua che però non sa parlare. Alle bambine dice che la sa parlare benissimo e che devono imparare da lui e poi esterna parole storpiate mentre la sua faccia fa buffe smorfie per l'impegno impiegato nel pronunciarle. Le bambine lo correggono ridendo forte. Ma David replica che loro sbagliano, che la sua parlata è quella giusta. Di questo gioco non si stancano mai. Sigrid che si è laureata in olandese come prima lingua lo parla correntemente e ha una tale ricchezza di parole che mi meraviglia.

La nuova casa in questa stradetta tranquilla situata in questo vecchio quartiere fascinoso e  avvolgente è un acquisto eccellente, di meglio Jan non avrebbe potuto fare. In mattinata Sigrid mi ha preparato la valigia, è una delle sue specialità e quando era ora Sigrid e David si sono recati a prelevare le bambine a scuola.
Kevin è venuto già alle 14.30 dal lavoro e tutti e quattro ci hanno accompagnato a Schiphol. Flaminia in macchina diceva che dovevamo rimanere con loro in Olanda e che David poteva far l'insegnante in una scuola di Haarlem. All'aeroporto Kevin ci ha dato una mano col check-in della valigia ed era arrivato il momento di salutarci. Ci siamo abbracciati ma Flaminia non la smetteva di correre verso David e me abbracciandoci, con gli occhi rossi. Livia ha cominciato ad imitarla finchè Kevin in modo scherzoso ha abbracciato tutti quanti e ci siamo messi a ridere. Dopo tutto alla fine di febbraio ci rivedremo a Roma.

giovedì 4 febbraio 2016

Haarlem vacanze natalizie 2015/16 #3

Leggo nel mio diario che la mattina del 2 gennaio Kevin e le bambine sono andati a pattinare sul ghiaccio e che la sera Sigrid e Kevin hanno accettato il nostro consiglio di andare al cinema per poi mangiare in un ristorantino. Sigrid che è una cuoca molto brava ci aveva preparato in anticipo una buonissima torta salata che abbiamo mangiato insieme ad un'insalata di cetriolo, un'omelette e appelmoes che piace tanto alle bambine e a me. Appelmoes è una crema di mele che in Olanda si serve insieme ai cibi salati. Si può comprare appelmoes già pronta in vasetti di vetro oppure si fa con le mele fresche. In Italia la faccio con le mele renette.


Tutti e quattro abbiamo mangiato con grande appetito. Per dessert c'erano i mirtilli e lo yoghourt. Poi David raccontava una storia e raccontando ha accompagnato le bambine su e mentre si lavavano i denti e si mettevano in pigiama lui continuava a raccontare, le bimbe erano assorte, avrebbero voluto che lo zio continuasse all'infinito, volevano ancora e ancora. Io ho da poco finito di rileggere i due racconti di J.D.Salinger, Franny e Zoey (sorella e fratello). Zoey, parlando con la sorella, adopera un linguaggio affascinante. Lo scrittore usa nei suoi confronti l'espressione "acrobazia verbale". Di David si potrebbe dire che possiede una fantasia acrobatica. Ha promesso che il giorno dopo avrebbe raccontato il seguito della storia e Livia e Flaminia si sono avviate alle loro stanze.
Il giorno dopo Sigrid, Kevin e le bambine sono andati a teatro nella cittadina di Hoofddorp a vedere "Koning Arthur" (Re Artù) e David e io abbiamo dato un'occhiata ad un grande shopping centre. Nelle vicinanze c'erano i binari del treno, quando le sbarre del passaggio a livello chiudevano e il treno passava David l'ha filmato. Poi, quando tutti erano tornati a casa e io stavo con le bambine che disegnavano, David e Sigrid hanno fatto una lunga passeggiata. Quella sera Kevin ha cucinato un rijsttafel che sarebbe cibo indonesiano; a me piace tantissimo ed è piaciuto molto a tutti. Appena finito di mangiare, una breve gradita visita di un'amichetta di Livia, Annabel, col suo fratellino Bram e il loro papà che è pilota. Erano stati dai nonni che abitano nelle vicinanze e hanno pensato di bussare dagli Zuidhof. In quel quartiere diversi piloti e assistenti di volo hanno il loro domicilio. Livia il giorno dopo l'ha passato con questa compagna di scuola.
Il 4 gennaio Kevin è uscito presto per andare in ufficio a Den Haag. Sigrid, Flaminia e David hanno fatto le spese sul Grote Markt e dintorni perchè a pranzo avevamo ospiti: Yvonne e le sue tre bambine che frequentano la stessa scuola di Livia e Flaminia. Sono arrivate con un mazzo di bellissimi fiori e le tante buone cose sul tavolo hanno svegliato l'appetito di tutti. Flaminia fiorisce quando ha delle amichette con cui giocare e dopo aver mangiato si sono scatenate nella sua camera al piano di sopra. Anche la piccolina di tre anni è salita con loro e le sorelline l'hanno aiutata poi a ridiscendere perchè aveva in braccio tanti peluches. Quando il tavolo da pranzo si è liberato, le bambine sono state fornite di carta e colori,  David ha dato loro un tema da svolgere e con la sua supervisione hanno prodotto lavori d'arte (??) Si divertivano e il tempo è volato.
Il 5 gennaio, primo giorno di scuola. Come di consueto Kevin ha accompagnato le bambine in macchina continuando poi il suo viaggio per L'Aia. David e Sigrid sono andati a riprenderle, la scuola finiva alle 15.00. David guidava la bakfiets con Flaminia seduta dentro. Sigrid e Livia sulla loro bicicletta. La bicicletta di Livia Kevin la porta a scuola nel bagagliaio la mattina, purtroppo non c'è posto per quella di Flaminia. Durante il viaggio verso casa hanno pedalato lungo il fiume Spaarne. Hanno scattato foto molto belle. La foto che David  ha messo su Facebook ha ricevuto più di 100 likes.




Nel pomeriggio Sigrid ha incaricato David e me di diverse commissioni ed è stato gradevole svolgerle camminando per la città. Nei negozi dove facevamo le compere abbiamo chiacchierato con  proprietarie e commesse, erano gentili e simpatiche. Dopo la cena che consisteva di un'ottima zuppa a base di zucca David ha raccontato una storia a Flaminia nella sua stanza e Kevin ha chiacchierato con Livia che, a fine giornata, ultimamente adora riassumere la propria giornata vissuta tra scuola e famiglia. Kevin poi è andato a giocare a tennis. C'è da chiedersi dove peschi tutta quell'energia, è indaffarato dalla mattina alla sera.