lunedì 18 giugno 2018

Carlos da noi, 1977 (5) (Piazza di Siena)


Domenica 15 maggio su un giornale è uscita una recensione del libro scritto da Pino Gli Scampati. Una recensione molto buona. Pino felice e noi con lui. Ho fatto una torta, ho tagliato i capelli a David e siamo andati alla messa nella cappella della RAI. Ho preparato un minestrone.
David e Jan a turno lavavano i piatti e poi spazzavano la cucina dove si mangiava. Pino lavorava tutto il giorno, David e Jan avevano impegni con amici di scuola, Sigrid leggeva e giocava con me sul terrazzino al sole mentre anch'io leggevo, scrivevo una lettera e rammendavo i pantaloni dei ragazzi. Vicino a noi c'era come al solito la nostra amata gattina Poesjemauw: dormiva beatamene sul cuscino di una sedia.


Carlos ha giocato l'intero pomeriggio nella nostra strada (senza uscita) con Mauro, Christian e Leonardo. Quando ho sentito giù per strada vociare forte mi sono affacciata (succedeva che Carlos litigasse con gli amichetti in modo aggressivo usando parolacce). Io scendevo, lo calmavo e con un braccio intorno alle sue spalle lo portavo su a casa. C'era tempo per un bagno e poi la cena. Il pomeriggio del giorno dopo Jan, Carlos e Fulvio hanno preso l'autobus per andare al CAR a giocare a pallone e a pingpong. All'improvviso è sceso il diluvio e i ragazzini sono tornati a casa inzuppati. Jan aveva 12 anni , quasi 13. Carlos 10 anni.
Il 17 maggio era il mio compleanno: 46 anni. A colazione tutti assieme abbiamo ascoltato il disco che ho avuto in regalo: Demis Roussos, e ho ballato con Sigrid. Ancora adesso mi piacciono molto le canzoni di questo cantante greco. I ragazzi sono andati a scuola e più tardi ci è stata consegnata la torta ordinata alla pasticceria Antonini di Via Sabotino, la nostra preferita. Mi hanno fatto festa. Nel mio diario leggo: Che giornata felice.
Carlos ha cominciato ad andare a catechismo insieme a Sigrid. Ho chiesto a Julio per telefono se Carlos poteva fare la prima comunione con Sigrid  e ho telefonato anche al parrocco della chiesa del vecchio quartiere di Carlos e hanno dato il consenso.
Nel pomeriggio del 21 maggio, un sabato, abbiamo preso un autobus per Piazza di Siena, a Villa Borghese. Eravamo Pino ed io con Sigrid e Carlos. Come ogni anno Pino e il suo collega Riccardo presentavano il Carosello dei Caroselli, un grandioso spettacolo, unico al mondo, offerto dai Carabinieri a Cavallo nella cornice magnifica di Piazza di Siena. La manifestazione cominciava alle 17.00.  Si sentiva il profumo dei molti alberi che circondano la piazza. Noi seduti in tribuna avevamo la vista sulla Casina dell'Orologio. Il tempo era bellissimo, l'atmosfera gioiosa. Per Carlos era la prima volta che assisteva a questo evento e se lo godeva in pieno ed era emozionato di sentire la voce dello zio che annunciava  e descriveva insieme al collega ogni numero del programma.  Alle 18.00 ci ha raggiunto Jan. Alle 19.30 lo spettacolo è giunto alla fine. Ci siamo intrattenuti ancora con i genitori di Riccardo e poi camminando per Via Veneto abbiamo preso un taxi che ci ha portato a casa.
 
 
 
 
 
 
 
Il giorno seguente, dopo la messa alla RAI, abbiamo mangiato pasta alla genovese. Questo sugo è rimasto uno dei preferiti in famiglia. Dopo pranzo Pino è tornato al lavoro, David e Jan si sono diretti allo stadio per l'ultima partita di campionato ed io, finiti i lavori in cucina, ho preso un autobus insieme a Sigrid, Carlos, Mauro e Antonella per il CAR, a Tor di Quinto. I ragazzi erano molto indaffarati con i giochi ed io su una panchina mi godevo il verde, la quiete, l'aria gradevole e scrivevo la solita lettera settimanale. Una signora si è seduta vicino a me per scambiare qualche parola. Ci conoscevamo tutti in quell'ambiente, almeno di vista. Sigrid, 8 anni, e  la sua bambina di 10 anni  hanno giocato insieme. E' venuto da noi anche il marito di questa signora con la figlia più grande. Leggo nel mio diario che il loro cognome era Pancia. Il mio diario è pieno di nomi, ma spesso non ricordo a chi appartenevano, anche perché spesso erano conoscenze di breve durata. E anche di eventi sono pieni i diari ma sono troppi per descriverli tutti.
 
 
 
 
 

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