Negli anni a Via Govoni, durante le vacanze natalizie, era consuetudine fare insieme un puzzle da 1000 pezzi. E questa volta, nei momenti in cui ai figli era impossibile fare lunghe passeggiate per via delle forti piogge, Jan ed io abbiamo cominciato un puzzle da 500 tasselli. Non era per niente facile perchè il colore giallo dominava ovunque. Dopo qualche giorno e diverse ore l'abbiamo finito. Eccolo.
Abbiamo avuto a turno diversi ospiti a cena. Per via del Covid solo sei persone alla volta possono incontrarsi. Una volta è toccato a Flavia e mentre si mangiava pasta al sugo fatto da me si parlava di films, la passione di Flavia. Io ricordavo il nome di tanti attori e trame di films del passato e Jan mi ha detto: "Mamma hai la mente di una ventenne" Un'altra volta Rosanna e Rachele: per prima c'erano fettuccine con un condimento fatto da Jan a base di barbabietole e gorgonzola, per secondo avevo preparato una padella con cavolo rosso mela, patate, cipolle e chiodi di garofano. Poi un'altra volta Mauro, Rachele e anche Flavia, la nostra vicina di casa, che ha portato un carrello con verdure varie preparate da lei. Io avevo polenta al forno con sugo e formaggio e un'insalata mista con avocado. A fine pasto un dolce di riso molto buono, un regalo di Natale da un'amica di David: Edvige. Ad ogni cena si stappavano diverse bottiglie di vino da assaggiare. Jan e Rosanna lo facevano da esperti: a New York lavorano nel mondo del vino, gli altri commensali giudicavano secondo il proprio gusto. Io purtroppo sono nata astemia e pure Sigrid: non siamo contro le bevande alcoliche ma non ci piacciono affatto. Alle 22.00 c'era il coprifuoco per via del Covid e gli ospiti ci salutavano a malincuore avviandosi alle rispettive case, Flavia che ha casa sul nostro pianerottolo poteva rimanere più a lungo.
Alla cena del 31 eravamo noi tre più Rachele. C'erano fra altro lenticchie al sugo e Rachele ha fritto delle specialità di Ascoli, la sua città. La bella cena era seguita da un film turco mica male. Parlava di una famiglia turca residente in Germania. Flavia che aveva cenato da suo fratello che abita nelle vicinanze è venuta da noi alle 10 e ha visto il film inieme a noi. Jan aveva già lavato i piatti. A mezzanotte, dopo gli auguri tutti (meno io) sono saliti sul terrazzo condomniale per incontrarsi con altri abitanti del palazzo. Tanti fuochi d'artificio.
A novembre del 1957 sono venuta ad abitare a Roma. Avevo una camera in affitto a Piazza Santa Maria in Trastevere. Una nuova vita in un nuovo paese. Ho scritto già delle mie vicissitudini di allora. Ma non ho ancora raccontato del mio primo capodanno a Roma. Con altri giovani a mezzanotte si voleva uscire per vedere i fuochi d'artificio in lontananza al Gianicolo. Ma siamo dovuti tornare dentro di corsa. C'era pericolo di vita per le strade. Dalle finestre buttavano di tutto: piatti, pentole, rifiuti organici ma anche sedie, armadi, tazze del bagno, bidets. Tutte cose vecchie messe da parte per l'occasione. Un rito barbaro che per fortuna con gli anni si è estinto.
Qui a Roma ogni giorno Jan lavorava al computer ed era in contatto con Jennifer e anch'io la salutavo su Skype. I tre gattini in Giamaica sono cresciuti e sono inseparabili. Ecco una loro foto recente.
Jan che ha energia da vendere il 7 gennaio ha preso un treno diretto a Tarquinia per assaggiare il brandy che produce un amico di Max Cipicchia. Max è un etrusco di Tarquinia e quando negli anni '80 con Jan e altri due formavano la Heavy Metal Band Astaroth nei fine settimana provavano in un casolare situato in quella cittadina. Andavano d'accordissimo e che entusiasmo avevano. Quei giorni Jan frequentava l'Accademia di Belle Arti e mi ricordo che nel suo tempo libero attaccava manifesti di un loro prossimo concerto ovunque in città. E' sucesso che un giorno il casolare prese fuoco e loro, assieme ai pompieri, si sono dati da fare per spegnere l'incendio. Jan aveva folti capelli lunghi. La vita è piena di ricordi e le foto aiutano a riviverli.
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