Nel gennaio del 2009 io e David ci siamo trasferiti dalla Balduina all'Esquilino, da una casa enorme ad una più piccola. Per forza e con dispiacere ci siamo dovuti disfare di tanti mobili, quadri, vestiti, oggetti. Nel corso degli anni, ogni volta che andavo in Canada dai miei, ho acquistato dai nativi americani vari oggetti di artigianato. Il primo è stata una piccola testa d'indiano intagliata nel legno. Poi ho acquistato due piccoli totems in legno dipinto. Con mio fratello Minze abbiamo fatto un giro in macchina attraversando le riserve indiane. Mi è sembrata una terra desolata, abitata un tempo da un popolo fiero e orgoglioso. Ogni volta che andavo in Canada l'aereo mi portava fino a Toronto e là dovevo prendere un aerobus destinazione London Ontario. Una volta arrivata a London, sull'aereo da cui scendevo salivano a bordo uomini d'affari elegantissimi con cravattino e cappello da cow boy: andavano a Toronto per affari. Questa scena l'ho raccontata a Pino una volta tornata a Roma. Era incuriosito, anche affascinato. Da allora ho portato dal Canada diversi cappelli per Pino che, con grande piacere, ha cominciato a indossare spesso quando usciva in giro per Roma. Uno di questi cappelli l'ha messo anche Kevin, alcuni anni fa, durante un set fotografico di David su in terrazza.
Mia madre aveva un'amica, Jean, che abitava nella stessa zona e ogni tanto andava da mia madre per passare una serata a vedere qualcosa di interessante in TV. Quando ha saputo che c'ero io è venuta a trovarmi e ci siedevamo in giardino con scoiattoli che correvano su e giù per gli alberi. Sapendo che a me piaceva tanto leggere mi portava dei libri che prendeva da City Lights, un negozio di libri usati. Lei era molto simpatica e chiacchieravamo volentieri. Un sabato lei e suoi parenti hanno organizzato un Garage Sail e là ho comprato una minuscola zucca trasformata in Pinocchio che ora sta in un bicchiere poggiato su un ripiano nel bagno di casa a Roma.
Dopo la mia partenza Jean è andata da mia madre per vedere uno spettacolo musicale di Andrè Riu un violinista di cui erano fans. Jean non arrivava e non rispondeva al telefono di casa. Il giorno dopo nel giornale locale mia madre ha letto un articoletto che diceva che Jean, uscendo di casa, era sata investita da una macchina ed era morta. Vicino a lei, sull'asfalto, la pizza che aveva comprato per lei e mia madre. Nel punto della tragedia, che era mal illuminato, hanno installato un semaforo e un lampione.
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