lunedì 20 gennaio 2025

Meredith Mc Neal

 
 
Inside Outside Triple Window (Monte Verde, Roma), 2018, ink and watercolor on paper, 75x55"

 
 
Diversi anni fa da New York Jan mi ha fatto sapere che una sua amica di Brooklyn teneva una mostra dei suoi quadri in una galleria di viale Manzoni. Jan mi ha suggerito di andarci. La galleria era situata nel nostro rione, a due passi da casa. Ci sono andata insieme a David. I lavori esposti mi piacevano molto e abbiamo conosciuto l'autrice. Era molto simpatica e l'ho invitata a pranzo per il giorno dopo. Ed è venuta a piedi dal Gianicolo dove era ospite nell'istituto per artisti americani. E' stato un incontro molto carino ed eravamo in sintonia. In seguito, durante altre sue brevi vacanze romane, è tornata a casa nostra per un pranzetto nella nostra spaziosa cucina abitabile. Siamo rimaste in contatto via e-mail e ogni anno per Natale mi spedisce una cartolina raffigurante uno dei suoi bellissimi lavori. Io ricambio i suoi auguri con l'immagine di un mio collage. Anche quest'anno è arrivata la sua cartolina ma non mi è stato possibile risponderle per via della difficoltà che ho nel sedermi al computer. Adesso ho trovato un abilissimo segretario in David e tramite lui, anche se in ritardo, le mando gli auguri per un bel 2025. Dear Meredith I wish you all the best for this 2025. Your card is like always beautiful. Much love. Aukje.
 

Aukje Fennema - Collage


domenica 19 gennaio 2025

David che compone

 


David insegna Pittura al Liceo Artistico di via di Ripetta. A volte la sera prepara la lezione e il tema da assegnare il giorno dopo ai suoi studenti. E ogni lunedì ha i colloqui telefonici con i gentori che si sono prenotati. Poi ci sono i consigli di classe dove tra prof. si discute sull'andamento di ogni sezione. E due volte all'anno ci sono gli scrutini per le pagelle. A volte va alle mostre dei suoi ex allievi e ultimamente anche alla mostra della madre di una sua studentessa. Si sposta con metro e autobus perchè al momento il motorino è rotto. Adesso che (da un pò di tempo) sono peggiorata con i movimenti (mi sposto col deambulatore) David pensa anche alle faccende domestiche: lavatrice, spesa, lavaggio piatti, cucinare, bollette, posta, banca, ecc. Meno male che da un paio di giorni riesco di nuovo a cucinare la cena così  da diminuire i suoi oneri. Poi si dedica alla musica e al disegno, sue grandi passioni da sempre. Quando era piccolo si chiudeva per ore nel soggiorno e ascoltava i dischi che io gli compravo. Quando aveva 13 anni per il suo compleanno gli abbiamo regalato una chitarra acustica, una Yamaha FG 140, che ancora possiede e suona. Con questa chitarra sta componendo e registrando i suoi pezzi, notte e giorno, senza sosta. Nel 1978-79 Little Tonny, al tempo amico di suo padre, dall'America gli ha portato una chitarra elettrica; una Fender Stratocaster. Qundo lo sento suonare nella sua stanza penso: geniale!!! A volte mi mette le cuffie per farmi ascoltare qualche sua composizione. Così giorni fa, quando ha messo un suo nuovo pezzo che mi è particolarmente piaciuto. Sono rimasta esterrefatta per come ha combinato armonie e arrangiamenti, parti vocali e chitarristiche. Tante voci sovrapposte su un ricco tappeto di suoni.

 

P.S.

Questo post è stato scritto sotto dettatura



David con la chitarra di Little Tony nel 1979
   David con la chitarra di Little Tony nel 1979

                                       


 David con il suo gruppo Puffy Saigon nel 2022

                                              

 

 

 



Jan e Jennifer in Messico

Il 13 di questo mese Jan e Jennifer sono tornati a New York dopo una vacanza di venti giorni in Messico. Prima hanno soggiornato a Izamal e Merida nello stato dello Yucatan e poi a Campeche e Bacalar. Jan ci telefona qui a Roma ogni domenica alle 16 e così ha fatto anche dal Messico raccontandoci le loro vicissitudini messicane. Hanno girato in macchina e anche in bici, visitando posti bellissimi, antiche città Maya e natura incontaminata. La popolazione è molto gentile e per strada tutti si salutano, anche tra estranei. Purtroppo ci sono sempre piu' obesi; nei paesini non c'è acqua potabile e quindi la gente beve piu' coca cola che non acqua. Si sono poi spostati a Mexico City, una metropoli enorme di 21.580.827 abitanti. Erano già stati in questa città circa 10 anni fa e stavolta l'hanno trovata ancora piu' vivace, pulita e vivibile. Anche per questo ci abitano sempre piu' giovani americani, i cosiddetti  "digital nomads", che riescono a lavorare in qualsiasi parte del mondo grazie al computer e che scelgono quindi posti piu' economici dove vivere. Jan raccontava che in giro per la città, soprattutto nei quartieri piu' belli, per strada si sente parlare moltissimo in inglese, ma anche francese e tedesco. E proprio perche e' diventata una citta' cosi' attraente per tanti expats (chi decide di trasferirsi in un certo paese non per necessita' ma per scelta di vita), Mexico City e' inevitabilmente diventata molto piu' cara. E l'avvento degli americani e della loro cultura delle mance ha fatto sì che ora, quando si mangia al ristorante, a fine pasto col conto arriva anche la richiesta di una mancia del 10% o 15%. Gli abitanti messicani non sono del tutto contenti di questi sviluppi.










venerdì 17 gennaio 2025

Carlos su Facebook

 


A sorpresa su Facebook è comparsa una foto di Carlos e me con una scritta che mi ha commossa. Carlos è il mio figlioccio, l'ho tenuto a battesimo nel Marzo del 1967. Pur non essendo cattolica ho avuto un permesso per poterlo fare. La sua mamma è una mia amica cubana che si sposò a Roma con Julio, spagnolo. Quando Carlos era molto piccolo si sono separati. Cristina si è quindi trasferita a Parigi raggiungendo suo padre Oscar. Carlos è rimasto col padre in Italia. Durante la separazione dei genitori  è stato ospite da noi, ci chiamava zio e zia ed io lo presentavo come mio nipote. Era un grande piacere averlo qui con noi. Adesso lui vive alle Canarie, fa l'addestratore di cani, ha due bei figli. Ogni anno passa a trovarci e sta con noi qui a Roma. Il nostro affetto per lui è grande.

mercoledì 15 gennaio 2025

Due melodie d'annata non dimenticate.

Quando avevo 9-10 anni abitavamo nella Generaal Botha Straat, non lontano dalla mia scuola. Nell'intervallo del pranzo tornavo a casa per mangiare un panino. Mi apriva Beppe, la mia bisnonna, nonna di mia madre, che abitava con noi da sempre. Sentivo cantare mia madre che di sopra puliva le stanze, salivo per salutarla. La finestra sul retro si affacciava sul nostro piccolo giardino che confinava con quello di un asilo, li divideva uno steccato. Quel giorno nel giardino della scuola c'erano diversi bambini che giocavano sorvegliati da due giovani maestre. La scena illuminata da un bel sole. Le maestre hanno cominciato a cantare e i bambini le hanno seguite. Quello che si svolgeva davanti ai miei occhi e il motivo che tanto mi coinvolgeva mi hanno così colpito che non ho mai più dimenticato quella scena. E ancora oggi ricordo quella melodia struggente.
Anni dopo, durante l'adolescenza, sono andata con la mia cugina-amica Wietske a vedere un film italiano. La melodia della colonna sonora mi ha talmente colpito che la ricordo ancora. In quei giorni l'ho insegnata a mia cugina e poi l'abbiamo adottata come richiamo. Io andavo da lei in bicicletta e invece di bussare fischiavo la prima parte di questa melodia per segnalare la mia presenza. Lei subito rispondeva con la seconda parte per dirmi: "Ho sentito, ora scendo".
 
P.S.
Post dettato a David che ha imparato e suonato i pezzi che gli ho varie volte canticchiato.
 
 
 
 
Ecco la melodia dei bambini!
 

 

E questa è la melodia del film




                                                  Wietske, sua cugina ed io (circa 1946-47)





sabato 11 gennaio 2025

Melodia d'infanzia

 
 
 

 
 
Dal 1937 al 1943 ho frequentato la scuola elementare pubblica ad Haarlem, nei Paesi Bassi. La scuola primaria in Olanda dura sei anni. Poi si accede direttamente alla scuola superiore visto che non c'è la scuola media. In questa ottima scuola che si chiamava Frans Hals School si cantava molto e anche in casa si cantava, con mia madre e i miei due fratellini. Mio padre era stonato ma fischiava molto bene ed amava ascoltarci. Quando avevo 11 o 12 anni, a volte, camminando da sola per strada, dentro di me si formavano, quasi da sole, delle melodie. Non volevo assolutamente dimenticarle ma, non conoscendo la musica e non potendondole quindi trascrivere, le armonie si sovrapponevano e venivano presto da me dimenticate. E perciò ho deciso di salvarne almeno una cantandola regolarmente. E così ho fatto negli anni, fino ad oggi, nel 2025. Questa storia l'ho raccontata a David, gli ho cantato la melodia e subito lui ha preso la chitarra per trovare gli accordi giusti e accompagnare il cantato. In poco tempo ha imparato il motivo suonandolo e cantandolo con precisione. Poi è arrivata la sua ragazza e ha fatto un video nella mia stanza, così la mia piccola creazione musicale è uscita dal limbo dorato e remoto del mio intimo per vedere la luce. Sono emozionata.
David, con le sue chitarre, la sua voce, e il suo computer, compone e registra la sua incredibile musica. Piano piano lavorerà a questa mia creazione orchestrandola e arrangiandola. Ci vorrà un pò di tempo perchè ha mille impegni. Dopo più di ottanta anni, con mia grande emozione, questa melodia è ascoltabile da tutti. 
 
P.S.
Questo post l'ho dettato a David




sabato 27 gennaio 2024

Jan a New York, 1986

 


 
Jantje,
Ho visto per caso nel mio diario del 1986 che quell'anno sei stato a New York dopo aver vinto quel concorso. Sei partito il 3 agosto. Dopo qualche giorno ci hai fatto sapere: "adesso stiamo in uno schifoso alberghetto." Per il resto non so niente del concorso e della tua permanenza a NY. Puoi farmi sapere in breve qualche dettaglio in più? Ne voglio scrivere su un post.
 
Cara mamma, scusa la tarda risposta, ieri ero in viaggio tutto il giorno, in treno un pò fuori città per dei tastings, tornato a casa alle 8 stremato ma soddisfatto.

Sì, era il 1986; erano stati scelti 5 studenti di varie nazioni europee per passare un mese a NY e fare vari servizi sociali. Lo sponsor era JC Penney, un grande magazzino. Arrivati a NY ci hanno sistemato nel Bronx, nella malfamata zona chiamata Fort Apache che in quegli anni era davvero terra di nessuno. L'alloggio era in una vecchia palestra squallidissima dove non c'erano letti e dormivamo sopra un ring da pugilato, il posto piu' morbido dove potersi stendere. Durante il giorno spesso portavamo bambini di famiglie povere a fare delle gite nella spiaggia di Orchard beach, con i famosi school buses gialli, attraversando paesaggi urbani di degrado e abbandono. Erano ancora gli anni in cui tante palazzine del Bronx venivano messe a fuoco per cacciare via gli inquilini morosi e anche per ottenere risarcimenti dalle assicurazioni. Altri giorni con la metro raggiungevamo Battery park, la punta al sud di Manhattan, da dove con un piccolo motoscafo ci portavano a Ellis Island dove passavamo ore a disboscare quella che era stata l'isola d'approdo di milioni di emigrati nel 1900. Era rimasta in uno stato selvaggio per decenni ed era una foresta; il progetto era di rimetterla in sesto e trasformarla in museo, cosa che è stata poi compiuta. Successe che delle ragazze del gruppo di studenti scopri' che JC Penney aveva offerto un budget generoso per il vitto e alloggio di ogni studente e che solo una piccolissima parte veniva adoperata e così si sono rivolte ad un canale TV per denunciare questo mezzo scandalo. Sono state intervistate e hanno fatto così notizia che JC Penney è intervenuto e ci hanno spostato da Fort Apache ad un hotel vicino Times Square, a quei tempi zona per niente salubre. Fatto sta che l'hotel era anche peggio della palestra, frequentato in buona parte da prostitute e drogati, con camere fatiscenti e bagni mezzi rotti con bacarozzi in fila indiana che facevano su e giù per le pareti. Bè le ragazze hanno fatto un nuovo scoop e la TV e' venuta a fare riprese in hotel e anche i bacarozzi sono finiti nel telegiornale.
Inutile dire che io mi sono trovato benissimo e ho girato la città in lungo e in largo, trascinandomi paurosi studenti anche ad Harlem che allora terrorizzava solo a sentirla nominare (e non era per niente terrorizzante). Solo un anno dopo partivo per Los Angeles e nel 1991 mi sarei stabilito a NY, che, grazie a quell'avventuroso mese passato lì nel 1986, mi è subito apparsa accogliente e familiare.

Un bacione,

Jan

Come l'hai descritto scritto bene. Lo metterò tal e quale su un post. Questo soggiorno era iniziato con un concorso: scrivere un tema su New York? E di ogni paese europeo venivan scelti 5 vincitori e il premio era un mese a New York etc etc?

Esatto, bisognava scrivere un piccolo tema in inglese spiegando cosa ti invogliava ad andare a NY e perchè avrebbero dovuto scegliere proprio te tra i candidati.

 


                                                        Davanti alla palestra di Fort Apache


                                                                             Ellis island