Per il Natale del 1966 Jan ha ricevuto in regalo una bicicletta. Aveva 2 anni e mezzo e dopo un pò ha voluto che le fossero tolte le rotelline laterali. Nel cortile di casa pedalava avanti e indietro. Nei primi tempi non sapendo ancora frenare finiva apposta a tutta velocità contro un muretto mettendo subito i piedi per terra. Amava andare in bicicletta. Spesso lo facevo pedalare nella nostra strada correndogli a fianco. In quei giorni non c'era molto traffico, Via Goiran era senza uscita e non avevano ancora costruito la strada Panoramica. In quell'angolo della città le macchine erano (ancora) scarse. Altri bambini più grandi fra i quali David biciclettavano in quelle strade tranquille. A Jan dedicavo molta attenzione, era ancora così piccolo anche se era un tipetto molto in gamba. Parlava pure già benissimo. Il giorno prima del suo terzo compleanno (16 giugno 1967) siamo andati tutti insieme alla scuola di David, era l'ultimo giorno prima delle vacanze estive e abbiamo salutato e ringraziato, con un bel mazzo di fiori, la maestra. Nella classe di David Jan si è intrattenuto con alcuni bambini piuttosto discoli e, più tardi, ci ha riferito che la maestra ha esclamato: "Questi stupidi maledetti asinelli." Nel mio diario scrivo che sicuramente Jan aveva inventato queste parole, ma chissà....
Quel giorno Pino è andato all'anagrafe con l'amico avvocato Carlo Carlevaris e, dopo tre anni di causa, è tornato a casa con la bella notizia che Jan poteva finalmente chiamarsi ufficialmente Jan. Alla sua nascita l'impiegato dell'anagrafe non ha accettato il nome Jan essendo un nome straniero, ma era un concetto ottuso e ambiguo di quei tempi, perchè altri nomi stranieri non venivano esclusi, p.e. Oscar e Walter. A Pino piaceva tantissimo il nome di mio padre, breve e forte. Come secondo nome abbiamo aggiunto Saul che ci piaceva molto. E il suo padrino inglese, Robin Anderson, un convertito cattolico, ha espresso il desiderio che il terzo nome fosse Maria.
Il giorno del suo terzo compleanno ho anche corso con lui che andava in bicicletta, ma questa volta più lontano. Era tanto contento al termine che mi ha detto: "Mamma la mia faccia assomiglia alla tua. Ti voglio dare sempre tanti baci e carezze."
La sua festa l'abbiamo spostata al 20 giugno perchè solo quel giorno Pino era libero dal lavoro. Appena alzati Jan ha avuto da noi i suoi regali e, più tardi al mercato ho comprato dei fiori per lui che prontamente ha detto: "Mamma grazie per i fiori." Bramava la sua festa del pomeriggio. Alle 4 arrivavano i primi bambini. Jan eccitato e vivace apriva la porta e, ogni volta che riceveva un regalo, si sedeva in terra per scartarlo.
Sono arrivati 21 bambini e qualche mamma è rimasta a chiacchierare. La festa è durata a lungo perchè i piccoli si divertivano tantissimo con Pino che li intratteneva. Il culmine era la torta e la pesca.
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