lunedì 30 settembre 2013

Dumbo Årts Festival



Il Dumbo Festival dove siamo andati ieri pomeriggio non era movimentato come l'anno scorso con spettacoli nelle strade. L'affluenza di visitatori ci e' sembrata superiore ma la street art era quasi inesistente in confronto agli anni precedenti. Era comunque bello camminare per le strade e nel bel parco lungo l'East River. Tanta gente sdraiata sui prati al sole, seduta sulle rocce vicino al fiume e sulle innumerevoli panchine. Come l'anno scorso c'erano coppie appena sposate, di ogni colore, che venivano immortalate con i loro parenti, damigelle e bestmen. A una certa distanza dalla riva era ancoreggiata una barca, chiamata Ship of Tolerance che sventolava una enorme vela fatta di tanti quadri uniti insieme.

Dall'altra parte del East River c'e' Manhattan, un paesaggio incredibile con un sole che faceva brillare l'acqua e i grattacieli.
Questo festival e' un'esplosione di colori. Ne partecipano le bellissime piante e cespugli nel parco e  nelle strade.

Qui i bambini vengono molto considerati, per loro sono organizzati tanti giochi e ci sono spazi riparati con tavolini e sedie dove possono svolgere lavori manuali con tanto materiale a loro disposizione. Mi sono divertita molto a guardare questi piccoli in azione e ammiravo questa iniziativa. Anche in Olanda esistono queste attivita' e in Italia qualcosa in piccola scala sta cominciando a vedersi.
La galleria d'arte dove siamo andati a trovare Meridith si trova in un quartiere chiamato Clinton Hill. Ci sono case bellissime con piante fiorite sui gradini d'entrata e nei bassi cortiletti. In un contenitore su un marciapiedi c'erano tante mele rosse.




Di ritorno il Brooklyn Bridge era chiuso per lavori e tutto il traffico ha dovuto spostarsi sul Manhattan Bridge. Macchine a non finire. Jan ci ha guidato in mezzo stile gymcana e siamo arrivati dall'altra parte molto piu' veloci delle macchine a quattro ruote.
 Dopo cena abbiamo visto un film francese preso alla biblioteca: Tutti i battiti del mio cuore. Non era male.

sabato 28 settembre 2013

Meridith


In aprile Jan mi ha mandato una mail dicendo che una sua amica americana teneva in quei giorni una mostra pittorica non lontano da casa mia.  Era a Viale Manzoni nella galleria Hyunart Studio e il 9 aprile sono andata all'inaugurazione. Una mostra molto bella intitolata Camera con Vista, con quadri di "Sperlonga and Roman Windows". Quadri molto luminosi che uno vorrebbe volentieri avere in casa propria. Ho conosciuto l'artista Meridith McNeal. C'era una immediata simpatia reciproca e qualche giorno dopo, una domenica, e' venuta a pranzo da me. Il giorno dopo tornava in America.
Qui abbiamo ripreso contatti e domenica scorsa e' venuta a cena da noi a Harlem, portando un bellissimo mazzo di fiori. Con lei non c'e' un momento di noia, e' molto estroversa ed abbiamo parlato di tutto. Le e' piaciuto il sugo alla genovese e le devo dare la ricetta. Anche lei e' vegetariana.
Meridith e' un'artista che vive a Brooklyn.
E' anche insegnante, curatrice, arts administrator e...hula hooper. Nel 2008, 2009 e 2010 e' stata Visiting Artist nella American Academy a Roma. Viene rappresentata da diverse gallerie e il suo libro Magical Things e' stato pubblicato nel 2009.
Nel suo catalogo ho letto le sue seguenti parole: "Sono stata un'artista da quando mi ricordo. Recentemente ho realizzato che non importa su quale tema o idee sto lavorando, il cuore del mio lavoro e' trovare la magia nell'ordinario."
Oggi nel pomeriggio Jan ed io andiamo al Dumbo Art Festival a Brooklyn e la' ci incontreremo con Meridith. Chissa' se riuscira' a farsi vedere in azione come hula hooper, abbiamo sentito dire che e' molto brava, percio' le ho detto che oltre a tutto quello che gia' fa potrebbe perfino lavorare in un circo.
Ecco qualche lavoro di Meridith McNeal.

Apples by the Academy in Rome
Rome Terrace
La mia cucina a Roma, 2010
Dopo essere stati all'Art Festival abbiamo visitato Meridith nella Corridor Gallery, sempre a Brooklyn, zone Clinton Hill, dove e' la curatrice della mostra intitolata Justice Blind che mette in questione le varie interpretazioni del termine giustizia, anche in confronto degli animali.  Questa "giustizia/ingiustizia" alla quale e' anche dovuta l'imprigionamenti di tanti innocenti. Ci ha illustrato tutti i lavori esposti, alcuni molto belli e comunque molto interessanti.
Di mattina dirige con entusiasmo una classe di bambini ed adulti che disegnano e dipingono seguendo questo tema. 
Pubblico qui qualche foto della mostra piu' una foto artistica di Meridith nella sua veste di hula hooper.






venerdì 27 settembre 2013

Pompieri


Nel pomeriggio del 21 settembre Jan ed io siamo andati a piedi al Central Park. Gli alberi cominciano pian piano a colorarsi. Ho raccolto belle foglie di ginkgo biloba sparse per terra. Vicino al Harlem Meer (meer sarebbe l'olandese per lago) siamo entrati nel bellissimo playground East 110, appena messo a nuovo. E' uno dei 21 parchi gioco di Central Park. Sono uno piu' bello dell'altro e vengono regolarmente restaurati e riforniti di giochi dal design sempre piu' moderno.


Verso le 5.30, di nuovo a casa, abbiamo sentito un odore di fumo ed un attimo dopo suonava il citofono con insistenza. Jan e' sceso perche' questo citofono e' solo un campanello e non ci si puo' comunicare a voce. Risulta che erano i pompieri che volevano entrare nella nostra palazzina e che gia' cominciavano asfondare la porta di ingresso prima che Jan potesse arrivare ad aprirgli. Nel pianterreno della casa a fianco c'era un incendio. Jan e' rimasto giu' e, mentre io mi preparavo nel bagno perche' dovevamo andare a cena fuori, ho sentito battere cosi' forte contro i muri divisori e contro il tetto che sembrava che la casa stesse per essere abbattuta. Quasi contemporaneamente c'era un fracasso assordante nel soggiorno di vetri che si frantumavano. Sono uscita di fretta dal bagno e ho visto una scala dei pompieri  che colpiva la finestra fino a distruggerla. Jan e' venuto di corsa su preoccupato che mi fosse successo qualcosa, ma si e' tranquillizato nel vedermi sana e salva. Dato che il fumo viaggia verso l'alto, durante gli incendi per evitare che il fumo soffochi gli inquilini, la prima cosa che i pompieri fanno e' rompere una finestra dell'ultimo piano per creare uno sbocco. Jan da giu' ha gridato: "It's the wrong building!" "State prendendo il palazzo sbagliato" "Sorry" ha detto un pompiere. Appena dopo la scala ha rotto la finestra giusta. Avevano tentato anche di sfondare il tetto ma senza successo, per fortuna.
L'incendio era provocato da un cortocircuito tra i cavi nel muro: poche fiamme ma molto fumo. Quando l'incendio e' stato spento sono saliti da noi due giovani pompieri seguiti da altri tre ed insieme hanno  tolto la finestra con ancora attaccati pezzi di vetro affillati, poi hanno preso la scopa e hanno pulito il pavimento cosparso di vetro in ogni angolo. Per la precisione, volevano buttare il tutto giu' nel cortiletto davanti casa, ma Jan gli ha fatto notare la pericolosita' di una simile azione e quindi lo hanno portato giu' per le scale. Erano giovani dalla mano pesante, ma molto educati e gentili. Prima di andarsene hanno sistemato col nastro adesivo un telone di plastica per coprire l'apertura della finestra.  Jan ha offerto loro qualche bottiglia di vino da bere in caserna durante la cena, ma loro, dispiaciuti, hanno risposto che non possono bere in servizio.



Per quest'accaduto eravamo in ritardo per la cena a Brooklyn, cosi' Jan ha avvisato gli amici telefonicamente. Sotto casa c'era gente che seguiva tutta l'operazione ed abbiamo contato una fila di ben 8 camion dei pompieri. Ho detto a Jan, ridendo: 8 camion, un mucchio di pompieri ed hanno spaccato la finestra sbagliata. si' che meritano un po' di bottiglie di vino!
Da Nicki e Doyle abbiamo passato una gradevolissima serata. C'era anche Liz che abbiamo conosciuto da loro l'anno scorso. Nicki ha preparato una cena squisita, ispirandosi alla cucina asiatica.


C'era ancora un'altra presenza: il loro gatto bianco e nero, sempre vicino a noi. Il caso vuole che Doyle e' un pompiere in pensione. Loro sono una amabile coppia.
La mattina dopo un falegname ha levato il telo di plastica e l'ha sostituito con una tavola di legno. Aspettiamo con impazienza il vetraio.


giovedì 26 settembre 2013

In giro per Harlem

Dopo la nostra prima colazione delle 7.30 Jan si mette subito a lavoro al computer e al telefono, va giù a fare il bucato e scende di nuovo per mettere tutto nell'asciugatoio, fa il suo letto e anche il mio con le lenzuola appena lavate e di sera prepara il tavolo e lava i piatti, insomma è un vulcano. Ma di sera mi dedico con grande piacere a preparare la cena e stamattina ho stirato tante camicie. Jan aveva appuntamenti con clienti e, usciti in scooter, mi ha lasciato nell'East Harlem. In questo quartiere abitano per lo più ispanici che fra loro parlano lo spagnolo. Ho visto belle strade alberate e belle case brownstone. Sono entrata nello shopping center East River Plaza che visto da fuori à parecchio squallido, ma gli spaziosi negozi che ospita sono identici a quelli sparsi per tutta New York, come per esempio Target, Old Navy e Marshall. Al pianterreno c'è un enorme discount all'ingrosso e la gente esce con carrelli strapieni, forse divide la spesa con i propri famigliari e amici. Da Target, oltre all'abbigliamento, articoli per ufficio e per la casa c'è anche il reparto alimentare. Mi piace curiosare tra gli scaffali. Fra i vestiti per bambini vedo spesso cose molto carine e capita che a qualcosa non resisto. Aldi, un enorme food store che ha base in Germania, si e' installato l'anno scorso in questo mall ma non ha attecchito; non c'erano quasi clienti e di tutte le casse solo una era in funzione. Suppongo che gli abitanti di questo quartiere frequentano così poco questo supermercato perchè ci sono molti marche straniere mentre loro preferiscono acquistare cio' che e' a loro piu' familiare. Ho preso una scatolina di crauti (Sauerkraut) che voglio preparare un giorno di questi con patate, cipolle, banane e formaggio, al forno. E una vaschetta di gelato di crema di vaniglia e arachidi che per me e' una novita'. Sopra la scatola c'e' scritto All Natural.


Dopo aver fatto le mie piccole spese ho preso l'autobus 116 che passa per tutta la 116a Strada. Quando siamo usciti faceva freddo, 8 gradi, ma la temperatura e' salita a 22 gradi ed il tempo era cosi' gradevole e dolce che dopo aver pranzato mi sono messa su una panchina nel Morningside Park godendomi il sole che pochi giorni fa col gran caldo evitavo. Con una signora ci siamo sorrise, mi diceva che per lei il sole si stava facendo troppo caldo mentre quella mattina andando presto al lavoro "it was freezing", era freddissimo.  Ora tornava a casa nel Bronx e si sarebbe messa sul suo balcone al 15o piano con la vista sullo Yankee Stadium. Quando in questo stadio viene giocata una partita di baseball alla fine lei si gode lo spettacolo dei fuochi d'artificio.


Dopo aver letto qualche pagina del mio libro ho preso la 123a Strada per andare in biblioteca. All'angolo della Amsterdam Ave e la 123a c'e' la scuola pubblica PS 36 costruita parzialmente su una enorme roccia, una visione macabra, mi fa una certa impressione. La biblioteca del quartiere si trova sulla 125a e si chiama George Bruce Library. Ho riportato i films visti e ne ho presi altri tre. Alle pareti c'erano appesi i lavoro d'arte degli studenti della Harlem Village Academy, una esibizione molto varia.



La biblioteca organizza anche corsi gratis di diversi generi, per esempio di computer, d'inglese, di spagnolo, di creative writing, di uncinetto, maglia e arti marziali per bambini. Organizza anche feste e giochi per bambini e gli vengono lette storie ad alta voce. Qualche mattina fa hanno proiettato The Great Catsby e sono andata a vederlo.
Ho deciso di tornare al Morningside Park e ho camminato fino al laghetto che si trova all'altezza della 113a Strada. Ho visto tanti bambini giocare nei bellissimi playgrounds, ragazzi piu' grandi indaffarati con la pallacanestro e il calcio e nel laghetto tante tartarughe nuotare e le innumerevoli oche camminare con il loro passo dondolante e buffo. I rami di un verde delicato dei salicipiangenti si muovevano dolcemente sopra l'acqua scura dello stagno, sul loro sfondo le imponenti rocce quasi nere. Sul sentiero di ritorno ho visto una signora con delle scatoline vuote di cibo per gatti. Una gattara!!  Abbiamo chiacchierato e mi ha indicato un gruppetto di gatti in alto su una roccia dicendo che in questo parco ci sono almeno 100 gatti adulti e ora anche tanti piccoli. Ogni giorno lei e altre signore si sono prese l'impegno di portar da mangiare a questi mici. Aveva sentito da una sua amica che e' stata in vacanza a Roma che la' i gatti vivono bene. Le ho raccontato di Largo Argentina con il suo centro adozioni di gatti randagi. La signora aveva con se il figlio di una dodicina d'anni, molto carino, come sua madre, e la accompagna sempre quando va dai gatti.
A Jan ho raccontato dei miei incontri e lui ascolta con un sorriso, poi ha preso la bicicletta per fare un giro per Central Park. Abbiamo cenato con una minestra di zucca e spaghetti spezzati, mozzarella e insalata. Il nostro film serale e' stato The Help. Non ci e' sembrato vero come negli anni cinquanta, dopo tutto poco tempo fa, l'atteggiamento dei bianchi versi i neri fosse cosi' depecrabile.

lunedì 23 settembre 2013

Verdi Square



Domenica 15 settembre, consultando il vasto programma di eventi a Manhattan, abbiamo scelto di andare, come l'anno scorso, allo Street Fest della YMCA, nella Lexington Ave. Quindici isolati di questa avenue erano chiusi al traffico (dalla 79a alla 94a Street) e innumerevoli stands internazionali offrivano depliants e articoli del proprio paese. Allo stand del Giappone giovani giapponesi insegnavano ai bambini del pubblico l'arte dell'origami, che sarebbe la piegatura della carta in forme diverse. (ori= piegare, gami=carta)
origami dell'artista Akira Yoshizawa
Su un palcoscenico un gruppo eseguiva danze ungheresi e su altri palchi c'era Live Music  e World Music. Allo stand dell'Indonesia mi hanno regalato una borsa di stoffa con su scritto "Wonderful Indonesia." Venivano anche fatte varie dimostrazioni di ciò che offrono i corsi tenuti alla YMCA. Incredibile quanti corsi si possono seguire, di tutti i generi e per tutte le età, cominciando dai 5 mesi. Poi abbiamo visto bambini che si arrampicavano come alpinisti su una roccia finta mentre da un'altra parte erano intenti a dipingere e disegnare con materiale messo loro a disposizione. C'erano ancora altri vari intrattenimenti per bambini ed era uno spasso vedere che i genitori si divertivano come se non più dei propri figli.


C'erano bancarelle che vendevano le solite cose da mangiare. Qui le pannocchie vengono sgranocchiate volentieri, come anche i pickles: cetrioli sotto aceto. Un grande camion nero, elegante fuori e dentro, con scritto sui lati Boutique On Wheels ha richiamato la mia attenzione. Ne esistono di tanti colori e vendono a prezzi discount abbigliamento e scarpe per adulti e bambini e anche cappelli e gioielli. Qualcuno ha avuto l'idea, ispirandosi ai tanti ristoranti su quattro ruote, di offrire a coloro che hanno poco tempo per fare shopping un modo sbrigativo di rifornirsi di cose veramente belle ed economiche.

 
Dopo la visita al festival abbiamo fatto le spese da Trader Joe's. Si scendono le scale e si entra in un supermercato a due piani. La clientela è così vasta che per arrivare alla cassa si forma una fila che passa come una girandola per tutto il negozio. Non c'è da spaventarsi: ci sono trenta casse. I cassieri quando hanno finito con un cliente sventolano una bandiera rossa e i due ragazzi spartitraffico dal loro piccolo podio indicano ai clienti dove dirigersi. Tutto il personale è estremamente gentile.


Tornando a casa ci siamo imbattuti a sorpresa in un concerto a Verdi Square, un piccolo giardino triangolare dal quale si puo' scendere alla metropolitana. Ogni anno, e questo è l'ottavo, la città offre ai cittadini tre concerti gratis nel giardino. Ci siamo fermati e seduti su dei sedili di pietra e abbiamo ascoltato due ragazze e due ragazzi che cantavano il Rigoletto e La Donna è Mobile. Centinaia di persone ascoltavano con trasporto questi cantanti d'opera di grande talento, diplomati ad un conservatorio. Su Broadway e Amsterdam Avenue che fiancheggiano il piccolo parco il traffico scorreva imperterrito. Quest'anno è il duecentesimo anniversario della morte di Giuseppe Verdi.




Tornati a casa abbiamo calcolato di avere camminato almeno 40 blocks (isolati). Dopo un risotto con zucchine ci siamo sorbiti il film "Uovosodo" che David ha registrato per noi. Era carino. La casa è così calorosa ed accogliente che è un piacere starci.

mercoledì 18 settembre 2013

Sabato 14 settembre 2013: Nick Brandt


Sabato pomeriggio, ben vestiti, Jan ed io ci siamo avviati sullo scooter verso il quartiere Chelsea. La temperatura si era abbassata da 34 a 19 gradi quasi da un giorno all'altro e sullo scooter in movimento il freddo si sente di più. A Chelsea tutte le gallerie d'arte sono aperte da martedì a sabato e specialmente il sabato c'è un gran flusso di visitatori che entra ed esce da una galleria all'altra. Abbiamo visitato diversi di questi negozi d'arte commentando fra di noi quello che era esposto. Anche all'aperto c'era un'opera d'arte: un artista ha creato un'istallazione in una stazione di benzina: un prato d'erba verdissima dove intorno ai vari distributori pascolavano finte pecore bianche. Mah.
Quella che mi è davvero piaciuta era una mostra fotografica nella galleria Hasted Kraeutler. Foto bellissime di grande formato di animali selvaggi nell'Est Africa scattate dal fotografo Nick Brandt. E' come se ci fosse un'intesa fra il fotografo e gli animali, come se posassero per lui. Dopo le mie solite indagini posso raccontare quel che segue:
Nick Brandt e' nato nel 1966 in Inghilterra. Dopo i suoi studi artistici, nel 1992 si e' stabilito negli Stati Uniti dove ha diretto molti premiati video musicali. Nel 1995, mentre dirigeva un video per Michael Jackson in Tanzania, Brandt si è innamorato del paese dell'Est Africa e dei suoi animali. Negli anni seguenti, frustrato per non poter fissare su film i suoi sentimenti e il suo amore per gli animali, si è reso conto che poteva meglio esprimerli attraverso la fotografia in uno stile non usato da nessuno prima di lui.
Nick Brandt fotografa esclusivamente in Africa essendo il suo scopo quello di creare un ultimo testamento agli animali selvaggi e il loro habitat, un'elegia a loro dedicata prima che scompaiano per colpa della mano dell'uomo.
Nel 2001 ha cominciato a scrivere una trilogia della quale i primi due libri, intitolati "On This Earth" e "A Shadow Falls". Il terzo libro "Across The Ravaged Land" viene pubblicato in questo mese. Una trilogia che presenta un memoriale alla magnificenza dell'Est Africa che sta scomparendo.


Guardie forestali con zanne di elefanti uccisi da bracconieri
Queste guardie fanno parte della fondazione "Big Life", una organizzazione fondata da Nick Brandt nel 2010 per aiutare a proteggere gli animali selvaggi del Est Africa. "Big Life" ha nel suo staff 280 rangers che proteggono circa 9000km quadrati. (www.biglife.org)
Dopo le gallerie abbiamo camminato
sul High Line, l'incredibile parco creato sui binari elevati dove una volta passava il treno che trasportava la merce da fabbriche e magazzini direttamente in citta' senza ingombrare il traffico stradale. Il parco lo trovo piu' bello ogni volta che ci ritorno, con piante e cespugli sempre piu' rigogliosi. C'era tantissima gente che ci passeggiava e che fotografava il panorama che varia ad ogni passo. Su una panchina era seduto un uomo che all'uncinetto lavorava ad una variopinta coperta, sembrava disteso e tutto assorto nei suoi pensieri.


Poi al Chelsea Market da Amy's Bakery abbiamo comprato un pezzo di squisito carrot cake che a casa abbiamo mangiato dopo la nostra cena a base di rape ( dal Farmer's Market all'Union Square), patate, mozzarella e insalata.




martedì 17 settembre 2013

New York Rockettara

Il 7 settembre sono arrivata a New York per stare un mese con Jan. Per qualche giorno c'è stata anche Jennifer che poi è andata in Giamaica per continuare i lavori dentro e fuori la bella casa che ha costruito.
Il giorno dopo il mio arrivo abbiamo fatto le spese al supermercato Best Yet. Tutto qui mi è così familiare.
Faceva un caldo tremendo per via dell'alta umidità e nel pomeriggio era bello camminare per l'incantevole Morningside Park che si trova alla fine della nostra strada. Era domenica e dappertutto i tavoli da picnic erano occupati da famiglie numerose che festeggiavano un compleanno o che semplicemente si riunivano per passare un pomeriggio insieme all'aria aperta.
Il laghetto è pieno di piccole tartarughe. Una mini cascata rifornisce lo stagno di acqua fresca. C'erano come sempre le oche canadesi, mi sembra in numero maggiore rispetto all'anno scorso. Il bel playground (parco giochi) per bambini era pieno di piccoli con i loro genitori o con le loro tate. Playgrounds così ben fatti se li sognano in Europa.
Come in praticamente tutti i parchi di questa città ci sono enormi massi. Mi sono sempre chiesta: come mai queste rocce, quale è la loro origine? E così ho deciso di soddisfare la mia curiosità cercando una risposta su internet e trascrivo in breve quello che ho trovato.
New York City è conosciuta nel mondo per le sue meraviglie fatte dall'uomo, ma ha anche tratti geologici non meno interessanti e monumentali.
La sua storia geologica si può trovare in molti parchi dove si incontrano affioramenti di rocce. Park designers di tempi passati e anche di tempi moderni hanno incorporato nei loro progetti questi elementi geologici naturali.
 
 
In profondità, sotto edifici e strade trafficate, sotto il labirinto dei tunnels e stazioni della metro, ci sono le fondamenta geologiche che fanno di New York una città unica al mondo. Queste fondamenta consistono di cinque strati diversi. Uno di questi strati è il "Manhattan chist", roccia solida che ha reso possibile la realizzazione della famosa skyline della città. Il scisto di Manhattan è un tipo di roccia  metamorfica che si è formato circa 450 milioni di anni fa e si trova a profondità diverse: dai 5 metri sotto la superficie di Times Square agli 80 metri sotto il Greenwich Village. Quando questa roccia è troppo lontana dalla superficie non è possibile costruirci dei grattacieli sopra perchè viene a mancare la  necessaria stabilità strutturale e quindi il sostegno. Ed è questa la ragione per cui ci sono pochi edifici alti nel Greenwich Village, mentre nel centro della città, dove il "chist" è più vicino alla superfice, ci sono nugoli di grattacieli.  La città di New York è arrivata alla sua imponente altezza grazie a queste forti fondamenta.
 
 
Nel Morningside Park ci sono dei gatti randagi e delle gattare che li cibano. Con la pancia piena questi felini si sdraiano su una grande roccia.
Vicino al laghetto c'è una scultura che rappresenta un fauno che suonando un piffero si ripara sotto una roccia mentre un orso lo osserva dall'alto. Questa statua è fatta di bronzo e si intitola: "Bear on rock with faun sheltering", è del 1914, realizzata dallo scultore Edgar Walter. Ecco un'altra roccia nel parco, ma di materiale diverso.
 

sabato 7 settembre 2013

Due collages.

Questi giorni sono stata molto tesa per via dell'ultimo post mi ha tanto emozionata. E anche per la mia prossima partenza per New York. Come già da diversi anni nel mese di settembre Jan mi ha mandato un biglietto aereo e già da subito mi trovo col pensiero un pò qui e un pò là. Felice di dividere un mese con questo figlio lontano, ma anche un pò ansiosa per il viaggio che devo affrontare e la valigia da fare. Dentro di me però, camminando per strada o nei parchi con le amiche oppure con il cane, facendo i lavori di casa, andando al mercato, leggendo sul balconcino, c'è una voce che canticchia gioiosa. Mi godo in anticipo tutto quello che Jan ed io faremo insieme. Anche le uscite che faccio da sola mi piacciono, le mie piccole avventure a N.Y. Due giorni fa un'amica di Jan mi ha mandato un messaggio: "Ci onori anche quest'anno con la tua presenza?" E con lei ed altri amici organizzeremo delle belle cenette. Va di  moda ormai anche qui di dire "Wow".
Questi giorni di attesa mi sentivo spinta a fare mille cose e negli intervalli dentro casa mi sono distratta creando i soliti segnalibri ma ho anche ripreso, dopo secoli che non ne facevo uno, a fare due collages. Uno dei due l'ho fatto con una giraffa che David aveva disegnato per le nipotine in agosto affinchè la potessero copiare o che servisse loro da ispirazione. Ogni volta che le bambine partono incollo i loro più notevoli disegni in un album e fra tutte le scartoffie ho trovato questa giraffa che mi è piaciuta un sacco. Domina questo collage. Mi gratifica che David lo trovi molto carino. Gli ho chiesto di fare una foto di tutti e due i lavoretti e mi è venuta la voglia di mostrarli su questo post. Al mio ritorno ci dipingo intorno e diventano: Tecnica Mista.
I giorni sono passati in un soffio: domani parto.








giovedì 5 settembre 2013

Sono passati dieci anni

Oggi, 27 agosto, è l'anniversario della morte di Pino. Ieri sera, andando a letto ho preso il mio diario del 2003. Volevo leggere del giorno che ha finito di essere fra noi mortali, ma ho letto molto di più, del prima e del dopo la sua morte. Delle tre settimane abbondanti che è stato ricoverato nel policlinico Gemelli. Ero molto scossa rivivendo quei giorni. David ed io ne abbiamo parlato di quei tempi difficili, e anche con Sigrid al telefono. A Jan ho mandato una mail: "Oggi sono dieci anni che è morto papà. Ho letto fino a tardi stanotte il mio diario di quei giorni. Che bello che tu e Sigrid abbiate fatto in tempo ad essergli vicino in quegli ultimi momenti."
Mi ha risposto: "Sì, è vero, nonostante la grande tristezza di quei giorni, ricordo con un'amara dolcezza quell'agosto, tra noi c'era grande intesa e calore e papà era così felice di averci accanto a lui. Una bella famiglia. Un grande bacio mammina."
I giorni in ospedale sono stati molto sofferti, per Pino è stata una via crucis. Era molto coraggioso. Gli davano le flebo e non trovavano la vena, dopo molto provare il suo corpo era pieno di buchi: nel braccio, nelle mani, nelle gambe, nelle ginocchia, nei piedi. Finchè gli è venuta una flebite. Ho chiesto al medico che ogni mattina faceva il giro di controllo nelle stanze, circondato da studenti, se poteva aggiungere vitamna C al liquido delle flebo. Ma non lo ha fatto. Questo medico e il personale erano molto gentili. Sarebbe dovuto venire un dermatologo per via del forte prurito del quale Pino soffriva già da un pò, ma era in vacanza, e per tutto il tempo non si è visto un sostituto.
Il 16 agosto Jan è venuto da New York dopo un lungo viaggio: il giorno della partenza c'era un completo black-out in città. Ha fatto una coda di sei ore per aspettare che un aereo partisse. Poi ha dovuto cambiare aereo a Parigi aspettando sei ore. Il 23 è venuta anche Sigrid dall'Olanda. Come era felice Pino quando  questi figli venuti dall'estero lo hanno abbracciato. Il medico dava la mano a Jan e a Sigrid e vedendo l'affettuosità fra di noi osservava: "Siete una famiglia molto unita."
Faceva molto caldo, anche nell'ospedale dove passavo tutta la giornata badando a Pino e seguendolo in tutto e per tutto. I ragazzi stavano anche per ore con il loro papà, lo accarezzavano, gli tenevano le mano e a volte andavano nel bagno a soffiarsi il naso.
Alla sera David o Jan mi venivano a prendere affinchè potessi farmi una doccia e dormire nel mio letto e alla mattina stavo di nuovo con Pino. Sembrava che stesse migliorando. Jan raccontava al suo papà che si era visto con una sua ex ragazza. Pino prendeva la  mia mano dicendo: "Questa è la mia ragazza da 44 anni."
Poi a Pino è venuta la febbre alta: un'altra flebite, nel braccio. Ho deciso di rimanere anche di notte. Il giorno dopo stava di nuovo meglio. Gli imboccavo un pò di frutta e caffelatte con pane biscottato. Ma era un'illusione. Gli è venuta una polmonite ai due polmini e lo hanno riempito di medicine e antibiotici e gli hanno messo una mascherina di ossigeno. E' entrato in stato comatoso.
Il 26 sera quando sono rimasta sola con Pino ho sentito che respirava in un altro modo e ho chiamato il medico di turno che mi ha detto : "Sappiamo che la sua situazione è critica." Ho visto che la fine era vicina. Piangevo. Ho chiamato i ragazzi dicendo: "Papà quasi non respira più." E poi: "Non respira più." I tecnici sono venuti di corsa con i macchinari. David, Jan e Sigrid sono venuti immediatamente e il medico è venuto a farci le condoglianze." Era la mezzanotte passata. Il 6 settembre è stato cremato.
I ragazzi hanno sbrigato tutte le faccende burocratiche: un grandissimo sostegno.
Di notte i miei pensieri andavano sempre verso le sofferenze che aveva subito Pino, e con quale coraggio. Una notte di insonnia ho pensato: "Sette anni di cure sbagliate, decine di medici consultati, operazioni molto dubbie, terapie e ricoveri a volte inutili e continui l'hanno ucciso:  The doctors killed him ed io ero impotente."
E mi ricordavo che nei momenti bui mi diceva: "Vorrei stare con voi ancora un pò." Gli raccontavo di quando andavo in Canada dai  miei, i managers che prendevano il piccolo aereo che li portava per lavoro da London a Toronto, erano vestiti con un abito molto elegante e con in testa un capello da cowboy. Nei viaggi successivi gli ho portato dal Canada un capello da cowboy. Se lo metteva, gli stava molto bene perchè era un personaggio originale, artistico, si poteva permettere cose non comuni.
Una volta parlando con Jan al telefono gli disse: "Grazie ai capelli che mi porta mamma mi diverto e faccio volentieri due passi nel quartiere."