Il 12 marzo siamo andati con Cristina e Giulio a Piazza San Pietro,
dopodichè abbiamo portato un pacco con cibari alla signora Raparelli. Il
15 marzo è venuta la signorina Sondaal a prendere un tè da noi, Io
avevo preparato un dolce. E' venuto anche Pino che aveva finito di
lavorare. E' stata una visita molto carina. Durante la notte seguente
Pino aveva mal di stomaco e verso mattina sono subentrati tanti attacchi fortissimi
di dolore. Mi ricordo che rotolava nel letto, disperato.
Il suo pigiama verde era diventato nero dal sudore. Il medico di
famiglia non rispondeva al telefono. Ho anche chiamato il medico di
lavoro: è venuto quasi subito, ha visto le sofferenze di Pino e la mia
disperazione e nello scompiglio, zitto zitto è uscito dalla porta di
casa lasciandomi senza aiuto. Mi sono ricordata che nel palazza a
fianco c''era un ambulatorio medico. Ci sono andata ed un infermiere è
venuto con me a casa. Mi ha consigliato l'ospedale Gemelli. e ha
chiamato l'autoambulanza. Ho lasciati i bambini dalla portiera. Ormai
era l'una che siamo arrivati alla policlinica. D'urgenza sono stati fatti tutti gli
accertamenti e alle 15.13 Pino stava sotto i ferri. Era un'ulcera allo
stomaco perforata con l'inizio di una peritonite. Ancora due ore e
sarebbe stata la fine. E' stato salvato. Mi ricordo di come camminavo sola soletta per i corridoi dell'ospedale seguendo tutti gli spostamenti di Pio. Sperduta, frastornata, preoccupata, piangendo, sola. Ho scritto: "una giornata terribile, terribile". Verso le 20.00 stavo di nuovo a casa. I bambini
c'erano insieme a Cristina che li aveva trovati dalla signora Elena. Io
non potevo quasi più vedere per il forte mal di testa e gli occhi rossi.
Ho fatto mangiare i maschietti e ho telefonato il mio cognato Gino ad
Avellino che era medico.
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