giovedì 14 settembre 2017

Marzo 1967 - 2

Il 12 marzo siamo andati con Cristina e Giulio a Piazza San Pietro, dopodichè abbiamo portato un pacco con cibari alla signora Raparelli. Il 15 marzo è venuta la signorina Sondaal a prendere un tè da noi, Io avevo preparato un dolce. E' venuto anche Pino che aveva finito di lavorare. E' stata una visita molto carina. Durante la notte seguente Pino aveva mal di stomaco e verso mattina sono subentrati tanti attacchi fortissimi di dolore. Mi ricordo che rotolava nel letto, disperato. Il suo pigiama verde era diventato nero dal sudore. Il medico di famiglia non rispondeva al telefono. Ho anche chiamato il medico di lavoro: è venuto quasi subito, ha visto le sofferenze di Pino e la mia disperazione e nello scompiglio, zitto zitto è uscito dalla porta di casa lasciandomi senza aiuto. Mi sono ricordata che nel palazza a fianco c''era un ambulatorio medico. Ci sono andata ed un infermiere è venuto con me a casa. Mi ha consigliato l'ospedale Gemelli. e ha chiamato l'autoambulanza. Ho lasciati i bambini dalla portiera. Ormai era l'una che siamo arrivati alla  policlinica. D'urgenza sono stati fatti tutti gli accertamenti e alle 15.13 Pino stava sotto i ferri. Era un'ulcera allo stomaco perforata con l'inizio di una peritonite. Ancora due ore e sarebbe stata la fine. E' stato salvato. Mi ricordo di come camminavo sola soletta per i corridoi dell'ospedale seguendo tutti gli spostamenti di Pio. Sperduta, frastornata, preoccupata, piangendo, sola. Ho scritto: "una giornata terribile, terribile". Verso le 20.00 stavo di nuovo a casa. I bambini c'erano insieme a Cristina che li aveva trovati dalla signora Elena. Io non potevo quasi più vedere per il forte mal di testa e gli occhi rossi. Ho fatto mangiare i maschietti e ho telefonato il mio cognato Gino ad Avellino che era medico.

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