venerdì 27 luglio 2018

10 - 11 giugno 1977, Avellino

 
Il 10 giugno, l'ultimo giorno di scuola, Sigrid ha portato un regalino alla sua maestra. David aveva bisogno di scarpe e sono andata con lui a comprare un paio di  desert boots, misura 45. David aveva 16 anni. E' venuta Artemisia a pulire la casa. Dopo pranzo abbiamo lasciato le chiavi dalla portiera Elena e un taxi ci ha portato alla stazione. Il treno era in ritardo di 20 minuti e, una volta arrivato, c'è stato un assalto, sembrava la guerra. Mi ricordo che la gente spingeva valigie e bambini dentro ai finestrini per occupare i posti. Io ho trovato un posto in uno scompartimento, gli altri sono rimasti nel corridoio. Pino era seccato. A Napoli abbiamo mangiato una granita. Un caos, un chiasso, un traffico indisciplinato: indescrivibile. Prendendo prima un pullman caldissimo poi un taxi siamo arrivati a casa di mamma, mia suocera, ad Avellino. C'erano anche le mie cognate Norma e Tina, con sua figlia Rosa. Rosa cresciuta e molto carina, indossava già scarpe con i tacchi. Aveva circa 14 anni. Mamma ha preparato pasta e fagioli, era una brava cuoca. Più tardi sono venuti a salutarci il fratello di Pino, Walter, con la moglie Marisa e le figlie Ilaria e Lydia. Era bello rivedere tutti.
Siamo andati presto a letto. David e Sigrid non si sentivano in forma. Sigrid aveva 39° di febbre. Il mattino dopo è venuto l'anziano medico di famiglia, il dottor Preziosi, e ha constatato che Sigrid aveva una tonsillite e David una tonsilla infiammata. Pino è andato subito a comprare le medicine. Nel pomeriggio è venuto Walter a prenderci. Sigrid è rimasta a casa. In macchina siamo andati a visitare Candida, il paese di mio suocero Stanislao, a circa 10 chilometri da Avellino. Un paesino molto carino circondato da abbondante vegetazione. Abbiamo camminato per le viuzze, non c'era anima viva. Pino ci ha indicato la casa dei suoi nonni paterni e ha visto ad una finestra in alto la faccia di sua zia Delia. Siamo entrati. Zia Delia era sopraffatta dall'emozione per la nostra visita. Ci ha offerto da bere e poi ha raccontato senza sosta dei suoi genitori, di quando erano giovani e di come lei e le sue sorelle hanno dovuto sacrificarsi per far studiare il loro fratello, che poi è diventato medico. Zia Delia, piccola e esile, bei tratti delicati, la pelle olivastra come suo fratello. Sarebbe stato bello rivederla ancora, ma non è successo mai.
 
Candida
 
Non lontano da Candida si trova Sant'Angelo all'Esca dove c'è un grande terreno di proprietà di mia suocera che tutti in famiglia chiamano l'Esca. Ci siamo andati. Una bellissima superficie con vegetazione e alberi da frutta.  C'era un casolare fatiscente. Ci abitava un colono che lavorava la terra con moglie e figli. Mi ricordo che uno dei bambini si chiamava Diego. L'uomo molto gentile ci ha portato dei rami con ancora attaccate le ciliegie e sua moglie aveva per noi piselli e aglio. Ad una fontana abbiamo bevuto dell'acqua freddissima. Ci siamo tornati l'anno seguente perché ci piaceva molto questa terra affascinante e selvatica.
Questi contadini vivevano lavorando la terra ma, non avendo macchine e prodotti agricoli per lavorare e migliorare la terra, vivevano di stenti. Anni dopo sono emigrati e l'Esca è rimasta abbandonata e più incolta che mai.
Sigrid aveva meno febbre. Le cuginette le hanno fatto compagnia.
 
 
 
 

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