Il 23 marzo è venuto Carlos a Roma, da Las Palmas, per stare qualche giorno con noi come fa quasi tutti gli anni. Arrivato a Fiumicino ha però ricevuto un messaggio sul cellulare: un suo caro amico nelle Marche era morto e il funerale si sarebbe svolto la mattina presto del giorno dopo, il l° aprile. E' arrivato da noi all'ora di cena trovando la casa piena di amici di David, un bel casino simpatico. Abbiamo cenato tutti insieme, David ed i sei amici presenti fra i quali anche Andrea Barocci un caro amico d'infanzia: si erano tutti riuniti per andare dopo cena ad un concerto. L'intenzione era che anche Carlos sarebbe andato con loro ma lui dopo cena si è mosso per prendere il pullman che lo avrebbe portato nelle Marche. Per lui sarebbe stata un'occasione, seppur in tristi circostanze, di rivedere gli amici d'infanzia. A Porto Sant'Elpidio abita suo padre Julio con la seconda moglie Paquita e la figlia di lei Alisia. Carlos ha avuto giornate piene e perciò solo la sera del 31 marzo è potuto tornare da noi a Roma. Ci ha raccontato della sua permanenza nelle Marche, degli amici e della sua famiglia. Suo papà Julio, che ha la mia stessa età, sta in buna salute e si occupa ogni giorno dell'orto, la sua passione. Si è visto anche con il fratellastro, Miguel, sua moglie e le loro due belle bambine. Con Miguel va molto d'accordo. Miguel e sua moglie Isabella sono ambedue psicologi. Con la moglie di suo padre, Paquita, non c'è mai stato un buon rapporto. Tempo fa ho già scritto un post su quando da Roma si sono trasferiti nelle Marche; Carlos è rimasto da noi a Roma due mesi per finire qui l'anno scolastico nella sua scuola elementare. Già da piccolo era spesso da noi, prima con la mamma, poi con Julio o anche da solo. Questa volta faceva parte della famiglia e chiamava Pino e me zio e zia. Non era un bambino facile sballottato come era. Non era aggressivo fisicamente ma verbalmente. E quando giocava con gli amichetti sotto casa quante volte sono scesa sentendo le parolacce che rivolgeva a qualche ragazzino insolente. Lo portavo a casa col mio braccio sulle sue spalle e lo calmavo. Andando a vivere a Sant'Elpidio Paquita non l'ha saputo prendere per il verso giusto e Carlos non ha avuto un'infanzia felice. Quando veniva a stare qualche giorno da noi ci raccontava episodi della sua vita in famiglia: una sera c'era una coppia di amici a cena, l'uomo ha detto che il suo hobby era collezionare francobolli. Paquita è uscita dalla stanza ed è tornata con l'album dove Carlos teneva in bell'ordine i francobolli tolti dalle cartoline che suo nonno cubano Oscar gli spediva dai paesi dove cantava col suo gruppo. Paquita l'ha offerto all'ospite con le parole: "Prendilo, tanto Carlos non ne fa niente." Per Carlos è stato un brutto colpo.
Carlos non era invidioso ed era felice per Miguel , figlio di Julio e Paquita, quando veniva colmato di giocattoli e di attenzioni: cose a lui sconosciute.
Mi ricordo che Pino ha parlato a suo tempo col preside della scuola media di Sant'Elpidio e ha ottenuto che Carlos frequentasse la scuola serale prendendo poi il diploma. A sedici anni è andato via da casa badando a se stesso. E' rimasto sempre in contatto con noi che gli davamo un appoggio quando possibile.
Adesso ogni tanto si vede con la mamma, Cristina, ed i suoi tre fratellastri francesi nati da due padri diversi.
Ha lavorato da pizzaiolo in Italia, Germania e Spagna e da tanti anni si è stabilito a Las Palmas. Ha seguito una scuola ed è diventato un ottimo addestratore-educatore di cani. Non segue le regole che insegnava la scuola che ha frequentato, le trova per lo più sbagliate, ma ha sviluppato un modo tutto suo molto efficace. Un talento che possiedono in pochi. Ama i cani e su Facebook vedo foto da lui pubblicate dove è circondato da cani attenti e coll'aspetto beato. Il suo grande cane bianco, Jacko, gli fa da assistente.
Carlos nelle Canarie pratica uno sport orientale e una volta è andato col suo maestro in Tailandia per prendere parte ad una dimostrazione.
Il 2 aprile, dopo due giorni romani intensi, è ripartito per la Spagna. Quel giorno Jan veniva a Roma e Carlos ha fatto in modo di incontrarlo e salutarlo all'aeroporto di Fiumicino. A Jan ha fatto molto piacere rivederlo dopo tanti anni e Carlos aveva gli occhi lucidi per l'emozione.
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