venerdì 6 giugno 2025

1978 - Frutta e verdura



A casa mia si facevano colazione e pranzo con una tazza di te e qualche fetta di pane spalmata di crema di arachidi, oppure marmellata, o crema di cioccolato o altre cose per guarnire il pane. La sera quando eravamo tutti a casa si cenava con patate e con verdure, sempre diverse. Non si usava mangiare il pane durante la cena. Per dessert c'era una pappa fatta di latte con fiocchi d'avena oppure con riso, o anche semolino o un budino con pane raffermo cosparso di zucchero e cannella più un tocco di burro (questo dessert lo preparo ancora e i miei figli ne sono ghiotti, lo chiamiamo Pappa di Pane). La domenica, giorno libero per tutti, si pranzava con un pasto caldo e solo quel giorno c'era la carne, preparata con un bel sughetto che poi usavamo per tutta la settimana per condire le vivande. Con certi piatti si mangiava un salsicciotto detto Worst. Ci piacevano molto la zuppa di piselli e i fagioli conditi con speck. A casa di Pino, ad Avellino, la colazione non si faceva, giusto un goccio di caffè. A pranzo c'erano piattoni di pasta e pane e formaggio. La mattina, quando mio suocero medico andava al lavoro a volte diceva alla moglie: "Feluccia, oggi a pranzo minestrone!" E tutti i figli in coro: "Nooooooooooo!!!!!!" Il minestrone di mia suocera era veramente buono, somigliava a quello che preparava mia madre. La sera, però, per fare tutti felici: un piattone di pasta. Ogni morte di papa mia suocera cucinava le puntarelle con patate e aglio fritto, piatto apprezzato da tutti. Una volta ha preparato un gateau di patate che è stato divorato in pochi minuti. Solo io non riuscivo a mangiarlo perchè era pieno di interiora di gallina e di chissà quali altri animali. Un paio di volte alla settimana veniva una contadina dalla campagna con un cesto sulla testa che conteneva tutto il necessario per cucinare. Poi prendeva le ordinazioni per la volta successiva. Io non ero ancora a a conoscenza del sacro rituale della pasta e del pane. Eravamo da poco sposati e  Pino prima di andare al lavoro mi ha detto: "Stasera mi prepari una bella cenetta?" Ed io, con molto impegno ho preparato un bel cavolfiore a tocchetti guarnito con una una salsa di latte e maizena e un tocco di noce moscata. Per contorno purè di patate e banane fritte. La sera a cena ho servito i cibi nei piatti. Pino guardava con diffidenza. Con una forchetta ha infilzato un tocchetto di cavolfiore e ha detto: "Mmmmmmhhh, buono!" Ma non è andato oltre. Velocemente si è preparato un piatto di pasta al burro e parmigiano. Mi ha poi detto di non aver mai visto nè tantomeno assaggiato il cavolfiore in vita sua. E nemmeno gli spinaci, la verza, le barbabietole, il cavolo rosso, i fagiolini, i crauti. Nel mio diario del 1978 leggo che Pino nel tempo è cambiato completamente. Quando in casa mancava la verza era capace di correre al mercato per comprarla. Allora ancora non c'erano le verdure surgelate e perciò gli spinaci comprati al mercato dovevo lavarli in cucina spostandoli da un lavabo all'altro finchè la sabbia non era scomparsa. Poi li mescolavo con patate bollite e, non essendo noi ancora vegetariani, accanto servivo degli hamburger o una fetta di carne fritta con cipolla e acqua, tanto da formare una deliziosa salsetta: un piatto apprezzatissimo che veniva spesso richiesto. La sera preparavo un sugo e mangiavamo un piatto di pasta. A volte ci pensava Pino. Ricordo poi che tutte le verdure erano le benvenute in tavola. Quando di recente Jan è venuto a Roma ha preparato lui la cena prendendo gli spinaci dal freezer. Mi ha detto: "Mamma, ricordo bene quando lavavi gli spinaci sotto l'acqua del rubinetto: che lavoro!" A via della Croce, in un alimentari, compravamo un pane in cassetta con fette molto ampie (solo lì si trovava il pane in cassetta allora). Durante la stagione delle fragole spalmavo la margarina sulle fette schiacciandoci poi sopra le fragole col pollice, poi zucchero a volontà. Era un dopo pranzo o una merenda squisita. Gisella, una vecchia amica di Sigrid e sua compagna alle elementari, durante una recente visita a casa nostra ha detto di ricordare ancora quelle fette di pane con le fragole.








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