Sabato scorso, il 15 ottobre, è venuta una mia amica a pranzo, Hanny, venuta dall'Olanda per una riunione di vecchi amici del liceo, uno dei quali abita e lavora a Roma. E' venuta anche a trovare me nella mia casa nuova, ma è arrivata in ritardo perchè non riusciva a prendere un taxi, per via dei disordini in città. La nostra amicizia è cominciata con lo scambio di casa circa 30 anni fa. E' rimasta vedova e col suo nuovo compagno ci siamo recentemente visti a casa di Jan a New York. Dopo un paio di belle ore passate insieme mi ha detto che le sarebbe piaciuto tornare a piedi al suo alloggio in Trastevere, dal Campidoglio sarebbe stata capace di trovare la strada dato che il giorno prima con i suoi amici aveva fatto questo percorso. Da Piazza Vittorio il Campidoglio non è lontano e così ho voluto accompagnarla. In Via Merulana c'era tanta gente con bandiere. Persino il parco del Colle Oppio era affollato, e Via Labicana e la piazza intorno al Colosseo. Non era possibile trovare un passaggio in quella moltitudine agitata. Siamo tornate indietro un pò spaventate. Si capiva che era in atto una manifestazione ma visto che in casa abbiamo abolito la televisione, e i giornali li guardo superficialmente, non conoscevo lo scopo di questa ennesima manifestazione. Camminando Hanny ha avuto una chiamata sul suo cellulare. Era la figlia che in Olanda vedeva alla televisione i grandi disordini romani ed era preoccupata. Hanny l'ha tranquillizzata dicendole che con un taxi sarebbe tornata al più presto dai suoi amici a Trastevere. In lontananza vedevamo nuvole nere. Incendi? Incontravamo ancora più gente e poliziotti di prima: in Via Merulana, Piazza Vittorio e dintorni, fino alla stazione Termini. Al taxi-stand c'era la fila, di Italiani e stranieri. Ma dato che tante strade erano chiuse al traffico non c'era un taxi per tutti. Vedendo l'indirizzo di Hanny un tassista ha detto :"Proviamo." E così ci siamo salutate.
A casa ho sentito David nella sua stanza. Dalla sua finestra si vedevano regolarmente delle grandi fumate nere e si sentivano esplosioni. Sul computer abbiamo seguito l'andamento della manifestazione che avrebbe dovuto essere pacifica. Ho appreso che è stata organizzata da cittadini di tutt'Italia, che si sono autonominati "gli Indignati", per ridurre il potere delle banche e delle multinazionali. E fermare gli speculatori. Ma è degenerata in episodi di violenza. Degli infiltrati col volto coperto da passamontagne hanno distrutto, incendiato, vandalizzato, lanciato bombe e sampietrini (togliendoli dalle strade) . Tutta questa enorme aggressività faceva paura.
La polizia era in grande minoranza ed avendo avuto l'ordine di non farci scappare il morto, come era successo a Genova in una situazione simile, era impedita ad agire con mano ferma.
Vedendo le scene sul computer e dalla finestra le colonne di fumo nero, con la colonna sonora dei botti, delle grida e del continuo rumore degli elicotteri della polizia che sorvolavano la zona, mi sentivo sgomenta: come possono dei giovani, col volto coperto per non farsi riconoscere, con viltà danneggiare cose altrui, rompere, distruggere con brutalità inaudita. Com'è che hanno questa rabbia nel corpo? Persino degli adolescenti si sono buttati in mezzo alla mischia.
Mi sono venuti in mente i libri di Alice Miller (12-l-1923/14-4-2010. psicoanalista e saggista, autrice di 13 libri, tradotti in 30 lingue) che ho letto non tanto tempo fa: "Il dramma del bambino dotato", del 1958, e "Il bambino inascoltato", del 1989. Libri che mi hanno fatto molto riflettere. Tratti dei suoi libri ed interviste li trascriverò qui.
E' vero che la guerra scatena l'aggressività latente. Ma per essere scatenata deve essere già presente.
Non solo il maltrattamento, ma anche la negligenza di cui sono vittime i bambini piccoli, l'ignoranza dei loro veri bisogni, la mancanza di rispetto possono spiegare la violenza attuale. Nel caso in cui questi bisogni vitali del bambino vengono frustrati, l'integrità del bambino viene lesa in maniera irreparabile. I sentimenti di ira, impotenza, disperazione, desiderio struggente, paura e dolore, ormai scissi dallo sfondo che li aveva motivati, continuano tuttavia ad esprimersi in atti distruttivi rivolti verso gli altri (criminalità e sterminio) o contro se stessi (tossicomanie, alcolismo, prostituzione, disturbi psichici, suicidio).
Gli individui che nell'infanzia non hanno dovuto subire violazioni alla loro integrità, e a cui è stato consentito di sperimentare protezione, rispetto e lealtà da parte dei loro genitori, da giovani e anche in seguito saranno intelligenti, ricettivi, capaci di immedesimarsi negli altri e saranno molto sensibili. Godranno della gioia di vivere e non avranno affatto bisogno di far del male agli altri o a sè stessi, nè addiritura di uccidere. Useranno il proprio potere per difendersi e non per aggredire gli altri. Non potranno fare a meno di rispettare e proteggere i più deboli. Essi saranno in grado di affrontare in maniera più razionale e creativa le minacce presenti nella realtà.
Da questa coraggiosa psicoanalista e scrittrice ho appreso il termine "Pedagogia Nera". Nei suoi libri ne scrive e mi ha toccato l'anima. Chi volesse saperne di più su Alice Miller e le sue deduzioni basta cliccare il suo nome su Google.
Intorno a me vedo tanti giovani sofferenti per aver avuto un'infanzia infelice ma non tutti sono diventati aggressivi verso gli altri, tutt'al più verso sè stessi, soffrendo di depressione, bulimia, attacchi di panico, giorni di apatia. Alice Miller non c'è più per aiutarli.
Un'ultima cosa. Per esperienze personali Alice Miller aveva notato che la maggior parte degli psichiatri e degli psicoanalisti scelgono questo mestiere per aver vissuto un'infanzia problematica. Il ragazzo, soprannominato Er Pelliccia, 23 anni, beccato mentre lancia un estintore contro le forze dell'ordine, frequenta il primo anno di psicologia in un'università privata.
Un'ultima cosa. Per esperienze personali Alice Miller aveva notato che la maggior parte degli psichiatri e degli psicoanalisti scelgono questo mestiere per aver vissuto un'infanzia problematica. Il ragazzo, soprannominato Er Pelliccia, 23 anni, beccato mentre lancia un estintore contro le forze dell'ordine, frequenta il primo anno di psicologia in un'università privata.
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