giovedì 13 ottobre 2011

Studio Museum in Harlem

Conjur Woman. 1964 - Photo Projection on Paper -Romare Bearden

Solo una settimana fa, domenica scorsa 2 ottobre che era il giorno della mia partenza, camminavo di mattina con Jan per la 125a Strada dove abbiamo visitato come ogni anno lo Studio Museum di Harlem che espone arte Afro Americana. Un bel piccolo museo. Come sempre c'era in mostra il lavoro del fotografo James Van Der Zee (1886- 1983). Colui ha documentato per immagini la storia  della gente di Harlem, celebrità e gente comune tra speranza, gioia e disperazione. Lavoro che copre oltre 60 anni. James Van Der Zee era il secondo figlio di sei. Eccelleva nel suonare il pianoforte e il violino. A 14 anni ha avuto in dono il suo primo apparecchio fotografico, un aggeggio molto semplice del valore di 8 dollari. E questo è stato l'avvio di una carriera durante la quale sarebbe divenuto uno dei grandi fotografi degli Stati Uniti. Fotografava la gente nera newyorchese per le strade di Harlem, nel loro ambiente, a matrimoni e funerali, con dignità, abilità artistica e compassione. Nel 1920 ha aperto uno studio nella 138a Strada ed è là che ha cominciato a fotografare Harlem, facendola diventare famosa. Fotografava la gente che da ogni dove veniva nel suo studio per farsi ritrarre nei propri vestiti domenicali o in costumi delle epoche vittoriana ed eduardiana, ogni volta architettando intorno ai personaggi la scenografia adatta. Solo nel 1969 quando superava gli 80 anni James Van Der Zee ha ricevuto un riconoscimento fuori Harlem. Il Metropolitan Museum ha allestito un'esibizione chiamata "Harlem on My Mind".  Il 90% del materiale in mostra consisteva dei lavori di Van Der Zee. Il suo libro "The Harlem Book of the Dead" è stato pubblicato nel 1978 e l'anno dopo è uscita la sua biografia "James Van Der Zee, The Picture Taking Man" Ha ricevuto 6 honorary doctorates ed è stato onorato dal Presidente Jimmy Carter.
Le sue foto ti avvolgono, ti fanno fare un tuffo in quell'epoca, vorresti conoscere le persone ritratte, gli vuoi bene, te le senti famigliari. Vedendo una foto di Van Der Zee senti anche per lui simpatia e tenerezza.
Al supermercato Best Yet ad Harlem le cassiere sul camice portano scritto il proprio nome. Una di loro esibiva un nome che non ho mai visto prima: Zee, che in olandese vuol dire Mare.
C'erano altri lavori in questo piccolo museo che ho guardato con attenzione: un dipinto di Norman Lewis dal titolo "Bonfire" (Falò), un titolo appropriato e poi mi ricordo di un grande collage di Romare Bearden (1911-1988) intitolato Prelude to Farewell e dello stesso autore una Photo Projection on paper intitolata Conjur Woman. Ho un debole per i collages, mi sono dilettata a farne diversi ed avrei voglia di farne ancora. Ma cosa aspetti? Non so cosa aspetto, faccio tante altre cose, ma un giorno ricomincerò con i collages. 
Nella 125a Strada siamo anche entrati nel Children's Place, dove Jan ha acquistato un ennesimo vestitino per Livia e per Flaminia.
Nel prossimo capitolo continuo a raccontare del 2 ottobre.
James Van Der Zee
Prelude to Farewell. 1969 - Romare Bearden
Bonfire - Norman Lewis

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