sabato 25 febbraio 2012

1967 - Estate


Santuario di Montevergine
Dopo il nostro soggiorno balneare a Minori abbiamo passato qualche giorno ad Avellino dove Pino  si è informato sulla nuova operazione allo stomaco che di li a poco avrebbe dovuto affrontare. C'era ancora da stabilire la data esatta. Un giorno abbiamo preso la funicolare per Montevergine dove abbiamo visitato il famoso santuario. Dopodichè abbiamo camminato due ore per arrivare al Rifugio. Davanti a noi un'enorme prateria con un lago, e la vista di picchi di montagne a breve distanza. Un paesaggio così grandioso non me lo sarei aspettato. Abbiamo ripreso le forze mangiando i maccheroni e i panini che avevamo portato con noi, preparati da mia suocera. David e Jan hanno trovato altri bambini con cui giocare. E poi di nuovo due ore per tornare alla funicolare. Quando ci penso adesso mi meraviglio di come erano in gamba i nostri maschietti: camminavano chilometri. Meno male che uscendo dalla funicolare c'era Walter (il fratello di Pino) che ci aspettava con la sua macchina, ci risparmiava l'autobus e altre camminate. I ragazzini erano neri e perciò a casa subito nella vasca.
A Roma ho ripreso ad andare spesso al CAR con David e Jan. David ha cominciato un corso di nuoto.
All'inizio partecipava con riluttanza anche se era il migliore del suo gruppetto. Piangeva persino, finchè un pomeriggio l'allenatore gli ha gridato: "Bravissimo David, sei una cannonata!" Grazie a questa esclamazione la sua avversione per il corso di nuoto ha avuto termine. Poi, dopo ogni lezione, si tuffava e saltava come sempre nell'acqua alta.
Leggo che il 31 agosto era una giornata grigia. Sono andata al mercato con i bambini dove hanno ricevuto tanti complimenti. Nel pomeriggio c'è stato un forte temporale, perciò niente piscina. Quando Pino è tornato dal lavoro ha giocato con i bambini: tutti assieme a travestirsi con cappelli, lenzuola e coperte e i due maschietti si divertivano come matti. Io osservavo con tenerezza. Ho scritto nel mio diario: "come sono belli." Mi viene la nostalgia di quei tempi e come vorrei  stringerli forte quei due piccoli tesori.

venerdì 24 febbraio 2012

1967 - Avellino



Dopo aver avuto gli orecchioni, una malatia contagiosa, David non poteva frequentare la scuola per un pò di tempo. E così siamo andati ad Avellino affinchè Pino si riprendesse dall'operazione subita. Ci siamo stati due settimane abbondanti. Lì abbiamo condotta una vita tranquilla, facendo le solite gitarelle, visitando amici, anche i parenti di Italo Scelza Palumbo, la cui mamma ha preparato una torta in nostro onore che dagli adulti veniva accompagnata dallo champagne. I vecchi tempi venivano rievocati. Leggo che il 17 aprile noi quattro ci siamo incamminati verso il convento dei Cappuccini situato su una collina. Era una bellissima giornata. Pino si è sdraiato nell'erba ed io e i bambini  abbiamo raccolto dei fiori che formavano un bellissimo bouquet campestre. Specialmente David si godeva quest'uscita. Un altro giorno a Monte Vergine qui e là c'erano ancora dei mucchi di neve. Mia suocera era una brava cuoca. Era felice che a me piacessero tanto le verdure, così le preparava per me e per se stessa perchè anche lei le mangiava volentieri. Gli altri erano ghiotti di pasta in tutte le salse.
Tornati a Roma abbiamo ripreso la vita di sempre. David è tornato a scuola ed era felicissimo di potersi di nuovo arrampicare sul "nostro monte", anche Jan ne era contento e in cima a Monte Mario, al bar lo Zodiaco, si gustavano un gelato. Il 4 maggio è stato battezzato Carlos, io ero la madrina, Dante il padrino. Un pomeriggio abbiamo fatto una gita al lago di Bracciano con l'amico e collega di Pino, Fortunato Pasqualino e il suo nipotino. Poi, altre passeggiate lungo la Via Appia Antica, al Foro Italico, a Villa Pamphili, allo zoo. E un pomeriggio tutti quanti ad una festa molto divertente dalle suore olandesi in Via dell'Anima. A casa nostra c'erano sempre ospiti che venivano e ripartivano. Il 25 maggio Pino ha presentato, assieme ad un collega, lo spettacolo "Il Carosello" a Piazza di Siena, a Villa Borghese, dove gli alti pini formavano un bellissimo scenario. Siamo andati tutti ad assistere a questo evento annuale e sono venuti con noi Cristina, Julio (Giulio) e  Carlos. Quando sei elicotteri atterravano in mezzo al campo con un fracasso assordante, Jan aveva molta paura.
Frattanto Pino ha ripreso il suo lavoro e, il 28 Giugno, siamo tornati ad Avellino per il matrimonio di suo fratello Walter con Marisa. Dopo la ceremonia in chiesa si andava tutti, ed eravamo in tanti, a Mercogliano per cenare nel ristorante "Il Girarrosto". Era una bellissima giornata e si stava in buona compagnia. David, sei anni e mezzo, era seduto ad un tavolino con Steni, Rita e Angela Gabriella, i suoi cugini più grandi, e se la spassava. Dopo cena i ragazzini hanno giocato vivacemente nel giardino del ristorante. Quando il fotografo ha voluto farci delle foto abbiamo dovuto cercare David e Jan (tre anni appena) interrompendo i loro giochi.
Walter e Marisa non ci sono più da diversi anni. Le loro belle e simpatiche figlie, Ilaria e Lydia, abitano sempre ad Avellino. Con Sigrid sono in contatto via Face Book e si scambiano foto dei loro figli.


venerdì 17 febbraio 2012

1967 - continua

Già da ragazzo Pino soffriva di un'ulcera allo stomaco. Dopo il matrimonio, conducendo una vita regolare e mangiando pasti sani stava molto meglio. Gustava tutto quello che gli preparavo ma a volte aveva problemi con la digestione e prendeva un pò di bicarbinato di sodio. La notte del 16 marzo ha avuto mal di stomaco che, verso il mattino, è degenerato in forti attacchi di dolore. Il suo pigiama era fradicio di sudore. Ho chiamato i medici e alle 13,00 è stato trasportato con l'autoambulanza al policlinico Gemelli. Non riusciva più a stare in piedi e, dopo i necessari accertamenti è stato operato d'urgenza. L'ulcera si era perforata e c'era l'inizio di una peritonite. Ancora due ore e sarebbe morto. Il chirurgo ha chiuso l'emorragia, non poteva fare altro perchè per via della grande perdita di sangue il corpo di Pino s'era troppo indebolito. L'ulcera sarebbe stata tolta appena si fosse rinforzato. Ricordo che camminavo da sola per i corridoi del vasto ospedale seguendo Pino e sbrigando faccende burocratiche, una desolazione nel cuore. Nel mio diario leggo: una giornata terribile, terribile.
Con gli autobus alle 8 di sera stavo a casa, con un forte mal di testa e gli occhi così rossi che la vista si era annebbiata. La nostra bravissima portiera Elena si era presa cura dei bambini e l'ha fatto anche i giorni seguenti. Anche amici e colleghi di Pino mi hanno dato una mano.
Ho chiamato mio cognato Gino, medico chirurgo ad Avellino. La mattina dopo l'ho trovato vicino a Pino. Ha parlato con i medici e dopo un pò di ore è dovuto ripartire.
Pino è stato due settimane in ospedale. Io andavo e tornavo. Cucinavo per i bambini, facevo loro il bagno, li sistemavo e tornavo da Pino: era contento solo quando gli ero vicina.
Frattanto i nostri amici Cristina e Giulio hanno avuto un figlio, Carlos, che poi è diventato il mio figlioccio. Sono andata in clinica per dargli il benvenuto e portare un bouquet di fiori a Cristina.
Poi a David è venuta la febbre alta e un gonfiore sotto alle orecchie. Quella notte Jan è venuto da me nel letto, aveva sognato di serpenti e pesci. Mentre io andavo da Pino c'erano amiche che a turno stavano con David malato e Jan. Una sera una collega mi ha chiamato per avere notizie di Pino. Ha esclamato: "Ma dove ti trovi, per caso allo zoo?" Tanto chiasso facevano i ragazzini. Quando leggevo loro un libro ad alta voce si calmavano.
Il 31 marzo Pino è tornato a casa. Eravamo emozionati. Pino si è ripreso subito.

David, ed eventi nel 1967


Quando David era piccolino era un bebé paffutello: era di buon appetito. Crescendo è diventato snello e longilineo. Nei suoi anni scolastici a volte il pediatra lo giudicava troppo magro e gli prescriveva delle vitamine e, anche se giudicava Jan un piccolo toro, ma in forte crescita, prescriveva pure a lui una cura identica a base di vitamine, calcio e extra vitamina D. Una volta durante un controllo pediatrico abbiamo trovato un sostituto perchè il nostro medico era in vacanza. Costui, dopo aver visitato accuratamente David e Jan, ci ha detto che tutti e due erano sani e belli e di riempire, specialmente David, di vitamine. Allora non sapevo l'importanza di vitamine e minerali. Adesso ne so di più e un giorno ne scriverò.
Una domenica di febbraio abbiamo preso il treno e siamo andati a Frosinone per passare una giornata con l'amico d'infanzia di Pino, il pittore Italo Scelza Palumbo ed i suoi familiari. Siamo stati benissimo. Nel suo studio Italo ha fatto un veloce ritratto a matita di me e anche di David e Jan. Anni dopo ha voluto vedere i miei album di foto e dopo averne scelta una ne ha tratto un disegno. Nella nostra precedente abitazione Pino ha posto questo ritratto incorniciato sulla parete della nostra camera matrimoniale, sopra una cassettiera. Quella cassettiera si trova adesso nella mia stanza e il disegno ci è stato ricollocato sopra. Abbiamo anche dei bellissimi quadri ad olio di Italo. Il nostro preferito è quello di una bambina che guarda attraverso il vetro di una finestra. Negli anni le nostre famiglie si sono frequentate spesso ma nella vita ci sono delle circostanze che si intromettono e gli ultimi anni solo qualche volta mi sono sentita con la moglie Graziella. Abbiamo saputo che Italo è morto il mese scorso. Tutti noi siamo rimasti molto addolorati. Ho chiamato Graziella e ci rivedremo al più presto. Abbiamo sentito anche il figlio Sebastiano che era venuto in Italia per il funerale; vive e lavora a Barcellona. Da piccolo giocava con i nostri figli.



mercoledì 8 febbraio 2012

Segue - David 6 anni

A volte quando la giornata era bella portavo i bambini a giocare a Piazza Mazzini. Ci venivano tante altre mamme con i loro piccoli. David ci incontrava amici di scuola con cui sfogarsi, correvano tutt'intorno al laghetto con grida allegre. Jan giocava con il suo secchiello e i sassolini ma c'era l'acqua del laghetto che lo attirava con forza magnetica. Erano rare le volte che tornavamo a casa con Jan non fradicio. Era veloce come un lampo: quasi imprendibile.
A Villa Borghese andavano sui cavallini e c'era un cinema per i piccoli dove proiettavano cartoni animati. Si ritornava a piedi per Via Veneto e in un bar di Via Francesco Crispi i maschietti mangiavano delle pizzette ed era festa. Adesso c'è l'invasione di negozi con pizze al taglio ma allora bisognava trovare con un lume un bar dove poter mangiare pizzette. 
Leggo che il 7 marzo mia suocera e mia cognata Norma sono venute a trovarci per un pò di giorni. Un pomeriggio camminavamo per Via Veneto dove Pino e sua mamma hanno comprato una batmobile (la macchina di Batman) per i ragazzi. A casa la nonna raccontava ai nipotini storie drammatiche lette sui giornali. Mi ricordo che una volta che eravamo ospiti da lei e Norma, narrava ai bambini un fatto di cronaca come se fosse un bel racconto: la cosa mi ha impressionato molto. Parlava di un uomo che era sempre infedele alla propria moglie e per vendetta lei, una notte, mentre lui dormiva, gli ha tagliato il pene. Le sue "favole" io le sdrammatizzavo o le interrompevo quando erano troppo crude.
Pino andava ogni tanto dai suoi ad Avellino e portava in regalo un dolce preparato da me. I supermercati di adesso con la loro abbondanza e varietà di cose golose non c'erano ancora, e quindi preparavo spesso crostate, torte con mele, pesche o fragole, creme caramel e frittelle. Quando i ragazzi erano più grandi mettevo gli  ingredienti necessari in una ciotola e loro, e anche Pino, si divertivano a farne un impasto. I miei figli se lo ricordano ancora con piacere. Regolarmente andavamo anche insieme ad Avellino. Con mia suocera c'erano ancora Walter e Norma, fratello e sorella di Pino. Con i bambini andavamo spesso nella Villa Comunale dove prendevamo in affitto una bicicletta. Leggo che il 16 aprile, Jan, 2 anni 10 mesi, correva tanto veloce che non riuscivo a stargli vicino. A David piaceva molto la compagnia di suo cugino Diego e perciò l'invitavamo a venire con noi in Villa e a far visita agli amici d'infanzia di Pino. Grande era la felicità quando Walter ci portava in macchina, tutti insieme, all'Esca, il pezzo di terra che mia suocera possedeva fuori Avellino in mezzo alla campagna. Specialmente David gioiva quando era circondato dalla  bellissima natura. I contadini (i coloni) raccoglievano per noi delle ciligie dagli alberi e c'erano dei coniglietti da accarezzare, spighe di granturco appena bollite da smangiucchiare.



domenica 5 febbraio 2012

David a sei anni

David a sei anni e mezzo

In gennaio abbiamo passato un settimana ad Abetone. Per arrivarci è stato un viaggio interminabile. Il posto offriva paesaggi bellissimi, c'era molta neve e, prendendo in affitto slittini e sci, facendo lunghe passeggiate e prendendo anche lo skilift, la bella vacanza passava troppo velocemente. Leggo che un pomeriggio, mentre Pino e David scalavano una montagna, Jan ed io eravamo seduti su una slitta godendici il sole. Sentivo il vento sussurare dolcemente fra gli alberi e pensavo ai libri di Sigrid Undset. Questa scrittrice norvegese, premio Nobel per la letteratura nel 1928, scrive dell'eterno canto del vento tra gli alberi. Alla sera David disegnava. Tornando a Roma sul treno ci è capitato uno strano compagno di viaggio. Ci raccontava che era il capo di tutto l'universo, non mangiava, non beveva, non dormiva e godeva dell'eterna giovinezza.(aveva 39 anni e sembrava molto più vecchio). Stava andando a Roma per vendere il suo segreto.
David ha cominciato a disegnare da piccolissimo. Tanti suoi disegni li ho conservati incollandoli in un album, (la stessa cosa ho fatto poi con Jan e Sigrid). Disegnare era una sua necessità. A scuola disegnava mentre l'insegnante spiegava, in questo modo riusciva a concentrarsi meglio. Ma questo suo atteggiamento non veniva capito e perciò non tollerato e proibito. A volte ricadeva nell'errore, era più forte di lui, e veniva punito. Perciò suppongo che sia stato messo nel banco degli asini presente nella classe, e il bambino nel mio spot precedente l'indicava col dito alla mamma. David a casa non raccontava niente dei fatti di scuola, si immergeva subito nella vita domestica. Non mancava giorno che non disegnasse. Fatti i compiti andavo con i bambini all'aria aperta.  Un giorno è venuto il circo in Via Teulada, sul "terreno". Ogni giorno portavamo una mela al lama che era attaccato ad un palo fuori dall'ingresso. Un paio di volte siamo andati al circo con i bambini. A casa poi giocavano a fare gli acrobati e David disegnava i personaggi del circo nei minimi particolari. Aveva e ha un grande senso di osservazione. Tutti i films per bambini in circolazione li andavamo a vedere, e spesso nei cinema parrocchiali che adesso non esistono più. Quando Pino poteva veniva anche lui. In genere andavamo al cinema quando il tempo era brutto. Tutto il lasso di tempo della proiezione David era attentissimo. Jan, piccolino, dopo un pò si stufava e correva per tutto il cinema, finiva che io del cinema avevo visto gli angoli più remoti, del film ben poco. C'erano dei films che David gradiva rivedere per una seconda e persino una terza volta. E poi a casa disegnava. Pino ed io ci meravigliavamo di come si ricordasse sfumature che a noi erano sfuggite. I films e i cartoni animati che mi ricordo erano "Mary Poppins", "Tutti insieme appassionatamente", "Peter Pan", "La spada nella roccia", "Batman".  Col film "Incompreso" ho pianto molto e anche David.
Dai miei genitori in Canada arrivavano spesso dei pacchi con pensierini per noi quattro. Per David e Jan delle T shirts e pantaloni, d'inverno giacconi. In quei tempi c'era poca scelta nel vestire per i bambini , T shirts con le scritte  non esistevano ancora e i blue jeans per bambini neppure. Con le loro magliette con la scritta: "London Ontario Canada" e i blue jeans corti o lunghi suscitavano scalpore e ammirazione.

Jan a tre anni

sabato 4 febbraio 2012

Roma con la neve


Non ho finito di scrivere su David e i suoi sei anni, e sugli eventi del 1967, per fissare sul mio blog il fatto che Roma si è imbiancata di neve. E parecchia neve. Quella che è caduta ieri in poco tempo si è sciolta ma, quando stamattina alle sei ho guardato dalla finestra, ho visto un mondo fantastico, bianco e silenzioso. Di notte era caduta neve in abbondanza. Un panorama bellissimo. Mi sono messa di nuovo a letto, al calduccio sotto il piumino. Laura è uscita poco dopo; lavora all'AMA e le è stato assegnato un lavoro straordinario: spalare la neve a Piazza Vittorio. Quando alle nove e mezza David ha portato fuori Seila, la cagnolina di Laura, è andato a trovarla e ha scattato qualche foto di lei in azione. Già aveva fotografato lo spettacolo che si presentava dalla sua finestra. Dopo ho visto che nel piccolo parco sotto casa c'erano dei bambini intenti a costruire un pupazzo di neve. Quando poi ho acceso il computer e aperto la mia posta: ecco delle foto di Livia e Flaminia nella loro strada di Haarlem, bianca di neve. Non era ancora successo che simultaneamente ci fosse la neve a Haarlem e a Roma e perciò ne scrivo, illustrando questa pagina con immagini del Nord e del Sud.



  

David compie sei anni



Il 24 dicembre 1966 David ha compiuto sei anni. Al mattino ha ricevuto come regali una pistola da pirati, un libro e dei soldatini. Più di tutto gli piaceva la pistola. E poi il pomeriggio c'è stata la festa, sognata da giorni. Alle 4 è tornato Pino dal lavoro e dopo di lui sono arrivati, quasi contemporaneamente, gli invitati. Erano otto in tutto: Claudio, Matilde, Germana, Renzo, Stefania, Marco, Marcello e Mario, tutti del quartiere e circa della stessa età di David, due abitavano un pò più lontano e per questo la mamma di Mario e la nonna di Germana sono rimaste a festeggiare con noi.
Anche Jan conosceva bene questi amichetti grandi e si è buttato nella mischia dei giochi. I bambini si sono scatenati per un bel pò, dopodichè Pino ha preso le redini in mano e ha fatto degli indovinelli con premi, altri giochi divertenti e, alla fine, la solita pesca. Frattanto si mangiava e si beveva. La torta con le pesche fatta da me è scomparsa in un attimo. Le ore sono volate e dopo la torta con le candeline tutti andavano via a malincuore.
Il giorno dopo era Natale e i ragazzi hanno trovato sotto l'albero una bicicletta per Jan e un castello per David. Era una bellissima giornata e siamo andati con gli amici Cristina e Giulio a San Pietro per poi portare alla signora Raparelli un pacco con cose commestibili e dei soldi. Questa signora anziana l'avevamo conosciuta per caso, viveva in grandi ristrettezze economiche e l'abbiamo assistita negli ultimi anni della sua vita. L'abbiamo invitata a venire con noi per il pranzo, ma non se l'è sentita.
Cristina e Giulio hanno pranzato da noi e anche Dante, un amico spagnolo, il quale vedendo i disegni di David ha esclamato: "Sono fantastici."
La mattina dopo, mentre io sbrigavo le faccende di casa, Pino è uscito con i ragazzi. Pulendo il balcone, per caso i miei occhi andavano in sù e vedevano, sul versante del monte, Pino, David e Jan che si stagliavano contro il cielo. Come ero emozionata. Ci siamo salutati con le mani.
Durante le vacanze di Natale David era così carino, ubbidiente, di buon umore e l'appetito gli era tornato, come se un peso si fosse allontanato da lui adesso che per un pò non doveva andare a scuola.
David ha cominciato la scuola elementare il primo di ottobre. Era il più alto di statura ma di età il più piccolo della classe. Andava volentieri a scuola. Dopo pranzo lo aiutavo con i compiti. Un giorno è tornato a casa con gli occhi rossi. Non voleva raccontarci perchè aveva pianto. Due giorni dopo aveva di nuovo gli occhi rossi. Quel giorno, mentre Pino aspettava davanti alla scuola che David uscisse, un ragazzino diceva alla mamma indicando con un dito David: "Guarda mamma quel bambino è l'asino della classe." Pino indignatissimo ha parlato con la direttrice della scuola, la quale ha disapprovato il comportamento della maestra. Sono andati insieme dall'insegnante che ha detto: "Adesso che so che David è un bambino sensibile gli assegno un posto nei primi banchi". Da quel giorno David tornava a casa  di buon umore e nel suo quaderno fioccavano i "dieci". Ancora adesso non capisco come un adulto possa umiliare un bambino sensibile e intelligente in questo modo, e come possa svolgere questo delicato mestiere. Dopo appena una settimana questa donna aveva già un'opinione negativa su uno dei suoi scolari e si sentiva autorizzata a rivolgergli parole offensive. Parole che non si dovrebbero mai e poi mai indirizzare a nessun essere vivente. Per un bambino creativo come David la scuola più adatta sarebbe stata quella Steineriana. Livia la frequenta e anche Flaminia ci andrà. Questa scuola crea persone più felici. L'anno scorso su questo blog ho scritto tanto su Rudolf Steiner e il suo pensiero e sono convinta che quello sia il miglior metodo educativo. In quegli anni però ancora non sapevo che esistesse una simile scuola.

P.S. Apro una rivista del 28 gennaio e leggo che i figli dell'attrice inglese Tilda Swinton fequentano la scuola steineriana dove apprendono a essere persone autentiche e integrate: lì i bambini non sono costantemente schiacciati dalla pressione della performance e sono stimolati a una curiosità in salita.


mercoledì 1 febbraio 2012

Jan a tre anni


E' arrivata una e-mail di Jan che mi scrive da New York: "Mamma, ho appena letto i nuovi post su di me, che carini e quante storie e quanti particolari escono fuori grazie ai tuoi diari, che altrimenti sarebbero finiti nel dimenticatoio. Quella degli asinelli è proprio buffa. Un vero piacere leggerli."
Continuo a scrivere un pò di birichinate di Jan nel suo terzo anno di vita.
Prima di compiere tre anni Jan non ne voleva sapere più del passeggino, voleva camminare. E così  percorreva già lunghe distanze. Se non voleva più camminare per la stanchezza lo prendevo sulle spalle.
Una volta che mi sono affacciata dal balcone ho visto David e Jan che tornavano dopo aver giocato da un amichetto del quartiere: David, sei anni, che portava sulle spalle Jan di tre. I fratellini si volevano un gran bene. Una volta alla Standa è sparito Jan mentre io pagavo alla cassa. Era introvabile. David piangeva grosse lacrime. Hanno dato un annuncio al microfono ed è stato ritrovato. Questa non è stata l'unica volta. Dopo lunghe ricerche riuscivamo a trovarlo oppure era lui a ritrovare noi.
Andavo spesso coi bambini sul "terreno", un grande pezzo di terra con prati, stagno e torrente situato tra Via Teulada e Piazzale Clodio. Tanti bambini della zona ci andavano a giocare, i più grandi a pallone, i più piccoli si rincorrevano. Salivamo anche sul "nostro monte" Abitavamo alle pendici di Monte Mario e, non essendoci sentieri ci arrampicavamo sorreggendoci ai cespugli. Arrivati alla prima tappa, una pianura, io mi sedevo su un enorme sasso, scrivevo una lettera, cominciavo un pullover a maglia, rammendavo calzini. I bambini si sfogavano, giocavano anche con dei cani che si trovavano là con i loro padroni. A volte arrivavamo fino in cima al monte dove i ragazzini prendevano un gelato al bar "Lo Zodiaco". A volte portavamo con noi degli amichetti. Tornati a casa una doccia era più che necessaria. Spesso leggevo per David un libro ad alta voce. Anche Jan cominciava a prendere gusto alle storie che leggevo ed esigeva lui il posto sulle mie ginocchia. Allora li prendevo tutti e due, e quanto vorrei rivivere per un attimo quei momenti, sentire quei bei corpicini contro di me, quei due bei tesori, stringerli, baciarli.
Le vacanze estive del 1967 le abbiamo passate a Minori. Abbiamo fatto amicizia con  altri ospiti dell'albergo ed i loro figli giocavano con i nostri e tutti insieme facevamo anche delle gite nei dintorni. Per Pino e me era uno spasso giocare con David e Jan su un materassino nel mare.
Il giorno della partenza abbiamo salutato i nostri nuovi amici. Una mamma napoletana la cui bambina si chiamava Rosanna  ci diceva: "Ci mancherà Jan. Ricordatevi che lo abbiamo soprannominato "Tempestino".
Leggo nel mio diario che un pomeriggio sono uscita con Jan mentre David giocava a casa degli amichetti Sandrino e Marco. Vicino a casa c'era una piccola collinetta. Jan sulla sua bicicletta ci scendeva a tutta velocità, le gambe in aria. Arrivato giù metteva la bicicletta per terra e saltava sulle mani, gambe in su. Un uomo che era là col suo nipotino mi chiedeva: "Ma quanti anni ha suo figlio?", per poi esclamare: "Suo bambino è un terremoto."
Leggo che al CAR, la sera del 28 agosto, Jan era stanchissimo per tutti i salti che aveva fatto nella piscina profonda e per le lunghe "nuotate"  (a cagnolino), con me sempre presente.
La sera dell'otto settembre stavo raccontando una storia a David e Jan che stavano a letto e dovevano dormire. Jan sentendo la chiave di Pino che apriva la porta di casa diceva: "Mamma alzati, io posso dormire da solo, tu prepara da mangiare a papà." Janneman, piccolo uomo.
Il 9 gennaio del 1968 camminavo con Jan per strada quando lui mi chiedeva: "Il sole si divide su tutti i paesi?" Ed io che pensavo di non aver capito bene (Jan aveva solo tre anni e mezzo): "Quali paesi?" E lui: "Beh, tutti i paesi del mondo."