Già da ragazzo Pino soffriva di un'ulcera allo stomaco. Dopo il matrimonio, conducendo una vita regolare e mangiando pasti sani stava molto meglio. Gustava tutto quello che gli preparavo ma a volte aveva problemi con la digestione e prendeva un pò di bicarbinato di sodio. La notte del 16 marzo ha avuto mal di stomaco che, verso il mattino, è degenerato in forti attacchi di dolore. Il suo pigiama era fradicio di sudore. Ho chiamato i medici e alle 13,00 è stato trasportato con l'autoambulanza al policlinico Gemelli. Non riusciva più a stare in piedi e, dopo i necessari accertamenti è stato operato d'urgenza. L'ulcera si era perforata e c'era l'inizio di una peritonite. Ancora due ore e sarebbe morto. Il chirurgo ha chiuso l'emorragia, non poteva fare altro perchè per via della grande perdita di sangue il corpo di Pino s'era troppo indebolito. L'ulcera sarebbe stata tolta appena si fosse rinforzato. Ricordo che camminavo da sola per i corridoi del vasto ospedale seguendo Pino e sbrigando faccende burocratiche, una desolazione nel cuore. Nel mio diario leggo: una giornata terribile, terribile.
Con gli autobus alle 8 di sera stavo a casa, con un forte mal di testa e gli occhi così rossi che la vista si era annebbiata. La nostra bravissima portiera Elena si era presa cura dei bambini e l'ha fatto anche i giorni seguenti. Anche amici e colleghi di Pino mi hanno dato una mano.
Ho chiamato mio cognato Gino, medico chirurgo ad Avellino. La mattina dopo l'ho trovato vicino a Pino. Ha parlato con i medici e dopo un pò di ore è dovuto ripartire.
Pino è stato due settimane in ospedale. Io andavo e tornavo. Cucinavo per i bambini, facevo loro il bagno, li sistemavo e tornavo da Pino: era contento solo quando gli ero vicina.
Frattanto i nostri amici Cristina e Giulio hanno avuto un figlio, Carlos, che poi è diventato il mio figlioccio. Sono andata in clinica per dargli il benvenuto e portare un bouquet di fiori a Cristina.
Poi a David è venuta la febbre alta e un gonfiore sotto alle orecchie. Quella notte Jan è venuto da me nel letto, aveva sognato di serpenti e pesci. Mentre io andavo da Pino c'erano amiche che a turno stavano con David malato e Jan. Una sera una collega mi ha chiamato per avere notizie di Pino. Ha esclamato: "Ma dove ti trovi, per caso allo zoo?" Tanto chiasso facevano i ragazzini. Quando leggevo loro un libro ad alta voce si calmavano.
Il 31 marzo Pino è tornato a casa. Eravamo emozionati. Pino si è ripreso subito.
Nessun commento:
Posta un commento