Anni fa ero in visita in una casa di suore. C'era un profumo di cucinato e la suora superiora mi ha detto che quel giorno mangiavano pollo al forno. Mi chiedeva che cosa avrei preparato io per i miei, quella domenica. Le ho esposto il nostro menu aggiungendo che eravamo vegetariani. Lei, meravigliata, mi ha detto: "Ma perchè non mangiate carne? Il Signore ha creato gli animali affinchè noi ce ne cibassimo." Il mio pensiero, ho replicato, è che se uno crea un capolavoro non proverebbe un gran piacere se qualcun'altro lo distruggesse, anzi si sentirebbe addolarato e offeso.
Nel mondo tanti altri la pensano come me e la mia famiglia. Eccone alcuni.
Thomas More (Londra 1478-1535), fu un umanista, scrittore e politico cattolico inglese; è venerato come santo dalla chiesa cattolica, canonizzato come martire da Pio XI nel 1935. Dal 1980 è commemorato dalla chiesa anglicana come martire della riforma protestante. Thomas More coniò il termine "utopia" con cui battezzò un'immaginaria isola dotata di una società ideale di cui descrisse il sistema politico nella sia opera più famosa: "L'Utopia", pubblicata nel 1516.
In lui non sfugge il nesso caccia=guerra, per cui il processo di imbarbaramento, che inizia con l'uccisione della selvaggina, procede con la macellazione dei miti e laboriosi animali domestici, e approda alla schiavitù e all'uccisione del'uomo. "Non può compiacersi del sangue e delle uccisioni quella clemenza divina che a tutti i viventi ha elargito la vita perchè la vivano,"
Tommaso Campanella (al secolo Giovan Domenico Campanella, Stilo 1568-Parigi 1639) è stato un filosofo, teologo, poeta e frate domenicano italiano, iniziatore della nuova filosofia della natura rinascimentale.
Subì 5 processi. Nell'aprile del 1595 fu sottoposto a tortura per eresia dall'Inquisizione. Poi sopravvisse ad un'altra terribile seduta di tortura nel 160l. Rimase tra la vita e la morte per sei mesi. Si era salvato fingendosi pazzo perchè un eretico insano di mente non potava essere condannato a morte dal Sant'Uffizio. Gli animali, per Campanella, hanno senso e memoria, possiedono «il
discorso», ragionano e sono in grado di distinguere. Anche gli animali,
dice, conoscono Dio.
Emile Zola (Parigi 1840-Parigi 1902), scrittore, saggista, giornalista, è considerato il creatore del filone naturalista. Sue le parole: "Il compito più alto di un uomo è di sottrarre gli animali alla crudeltà."
Publio Ovidio Nasone (Sulmona 43 a.C - Costanza, Romania, 17 d.C), celebre poeta romano tra i maggiori elegiaci: "La crudeltà verso gli animali induce alla crudeltà verso gli uomini."
Emile Zola (Parigi 1840-Parigi 1902), scrittore, saggista, giornalista, è considerato il creatore del filone naturalista. Sue le parole: "Il compito più alto di un uomo è di sottrarre gli animali alla crudeltà."
Publio Ovidio Nasone (Sulmona 43 a.C - Costanza, Romania, 17 d.C), celebre poeta romano tra i maggiori elegiaci: "La crudeltà verso gli animali induce alla crudeltà verso gli uomini."
Pierre Bayle annota: "L'anima delle bestie non ha peccato, e tuttora essa è soggetta al dolore e alla miseria della creatura che ha peccato. La creatura innocente è sottoposta a tutti i capricci della creatura colpevole. Non è forse crudele e ingiusto sottopore l'innocenza a tanti tormenti?" I filosofi scolastici, afferma Bayle, non possono provare che l'anima dell'uomo e quella degli animali sono di natura diversa.
Fedor Dostoevsky (Mosca 1821-San Pietroburgo 1881), romanziere, pensatore, giornalista, filosofo russo.
"Amate gli animali. Non inquietateli, non togliete loro la gioia: non opponetevi all'attenzione di Dio. Uomo, non portarti al di sopra degli animali: essi sono senza peccato mentre tu, nella tua grandezza, guasti la Terra al tuo solo apparire, lasciando dietro di te la tua lurida traccia."
Peter Albert David Singer (Melbourne 1946), definito il più influente filosofo vivente, direttore del Center for Human Bioethics presso l'Università di Melbourne, è tra i padri del movimento per i diritti animali. E' inventore dell'espressione liberazione animale. Con le sue tesi ha messo pericolosamente in crisi la "vecchia etica". La capacità di soffrire fa nascere in Singer la convinzione che ogni essere senziente, umano e non, abbia diritto ad un'equa considerazione morale, il non riconoscere ciò viene condannato come una forma di razzismo che il nostro filosofo definisce "specismo". Lo specismo, che viene posto da Singer sullo stesso piano del razzismo e del sessismo, è "un pregiudizio o atteggiamento di prevenzione a favore degli interessi dei membri della propria specie a sfavore di quelli dei membri di altre specie". Tutti gli esseri, maschi o femmine, bianchi o neri, umani o non umani, hanno il diritto di essere trattati nel rispetto dei loro interessi. Verrà il giorno in cui il resto degli esseri animali potrà acquisire quei diritti che gli sono stati negati dalla mano della tirannia, e quando questo giorno profeticamente annunciato da Singer arriverà, le attuali generazioni inorridiranno dinanzi allo specismo e lo condanneranno come noi oggi facciamo con le discriminazioni razziste e sessuali.
Le parole di Singer hanno convertito migliaia di persone al vegetarianismo.
Uno dei quattro assiomi del suo pensiero è: La specie umana non è l'unica in grado di provare sofferenza e dolore. E' innegabile che ciò succede anche a tutti gli animali di specie non-umana, molti dei quali sono in grado di provare anche forme di sofferenza che vanno al di là di quella fisica: l'angoscia di una madre separata dai suoi piccoli, la noia di essere rinchiusi in una gabbia senza avere nulla da fare. E' proprio questo che ci rende uguali agli animali non-umani e che porta a ritenere la sperimentazione scientifica sugli animali e il consumo di carne atti ingiustificabili, dettati unicamente dalla nostra concezione specista, profondamente radicata nella civiltà occidentale odierna.
Singer ha scritto tanti libri, il suo testo più famoso è "Liberazione Animale" (Animal Liberation) del 1975: porre fine alla disumanità dell'uomo verso gli animali. Le sue riflessioni non si fermano ai dirittti degli animali ma abbracciano ampie problematiche nel campo dell'etica.
Il pensatore, giurista e filosofo americano Gary L. Francioni, (1954), autore del libro Introduction to Animal Rights, sostiene, fra l'altro, che gli animali dovrebbero avere almeno il diritto fondamentale di non essere trattati come proprietà degli esseri umani. Sostiene che noi trattiamo gli animali in modi che sarebbero considerti come torture se fossero stati coinvolti gli essere umani. Francini osserva anche che una società che considera cani e gatti come "membri di famiglia" e contemporaneamente uccide mucche, galline e maiali per nutrirsene è "moralmente schizofrenica".
Lo scrittore sudafricano J.M.Coetzee, premio Nobel per la letteratura nell 2003 ha scritto un libro dal titolo "La vita degli animali". Argomenta la sistematica silenziosa uccisione quotidiana di milioni di animali, peccato originale che in ogni momento si rinnova intorno a noi. Senza che peraltro venga percepito come tale. Non si tratta forse di una necessità perchè l'umanità sopravviva? Così dicono anche i più illuminati, svelando la rozzezza di ogni etica che riguardi esclusivamente l'uomo. Sarà pure indubbia quella necessità. Ma l'uccisione rimane uccisione. E, se un occhio etico esiste, deve essere capace di osservarla e giudicarla.
Tom Regan (1938), filosofo statunitense, professore emerito di filosofia alla North Carolina University, ha dedicato i suoi studi alle tecniche relative ai diritti degli animali e all'animalismo. E' autore di quattro libri sull'argomento, tra cui The Case for Animal Rights, considerato uno dei testi chiave del movimento per la liberazione degli animali.
Regan scrive; "Gli animali sono trattati sistematicamente con mancanza di rispetto e i loro diritti vengono di routine sistematicamente violati. Ogni pratica che non rispetta i diritti degli animali: mangiarli, cacciarli, sperimentare su di essi, è sbagliata, a prescindere dal bisogno, contesto o cultura".
Nel suo libro Gabbie Vuote (Empty Cages) descrive le "metamorfosi" a cui l'essere umano riduce gli animali: cibo, abbigliamento, spettacoli, sport, strumenti musicali, ecc. La risposta etica a tutto ciò deve essere l'abolizione di tutte le pratiche di sfruttamento degli animali. "Dobbiamo svuotare le gabbie, non renderle più grandi." "Gli animali sono nostri pari. Esiste un unico e semplice messaggio morale: non dobbiamo fare loro quello che non vorremmo fosse fatto a noi."
Il terzo libro di Jonathan Safran Foer (1974), Professore di Bioetica presso il Centro di Ateneo per i Valori Umani all'Università di Princeton si intitola Eating Animals, pubblicato nel 2009. Si tratta di un lavoro "non fiction". Foer ha indagato di persona sulla vita degli animali da allevamento industriale scoprendola vergognosamente barbarica. Dice: "Quando mangiamo carne da allevamento, viviamo, letteralmente, di carne torturata."
In questo libro Frans Kafka è uno dei suoi eroi. Raconta che un giorno, a Berlino, Kafka si reca a visitare il famoso acquario della città. Guardando i serbatoi illuminati si indirizza direttamente ai pesci: "Ora finalmente vi posso guardare in pace. Io non vi mangio più." Da allora Kafka è diventato un rigoroso vegetariano.
UmbertoVeronesi (Milano 1925), chirurgo, politico, direttore scientifico dell'Istituto Europeo di Oncologia: "Gli animali vanno rispettati e non uccisi per mangiarli: Gli animali provano emozioni, dolori e paura. Che diritto abbiamo di strappare l'agnellino alla pecora per gustare un cosciotto di agnello, e il vitello alla mucca per avere "le fettine" che le mamme umane amano tanto per i propri figli? Ricordo ancora una sconvolgente inchiesta sul vero e proprio terrore che si impadronisce degli animali portati al macello, quando arrivano in prossimità del mattatoio. Smettiamolo di dire che gli animali "non capiscono."
UmbertoVeronesi (Milano 1925), chirurgo, politico, direttore scientifico dell'Istituto Europeo di Oncologia: "Gli animali vanno rispettati e non uccisi per mangiarli: Gli animali provano emozioni, dolori e paura. Che diritto abbiamo di strappare l'agnellino alla pecora per gustare un cosciotto di agnello, e il vitello alla mucca per avere "le fettine" che le mamme umane amano tanto per i propri figli? Ricordo ancora una sconvolgente inchiesta sul vero e proprio terrore che si impadronisce degli animali portati al macello, quando arrivano in prossimità del mattatoio. Smettiamolo di dire che gli animali "non capiscono."
Potrei andare avanti su questo tema all'infinito ma smetto citando qualche vegetariano famoso di una lunga lista, scomparso o nostro contemporaneo: Leonardo Da Vinci, Schweitzer, Gandhi, Goethe, Wagner, Shaw, Bismarck, Garibaldi, Victor Hugo, Terzani, Kafka, Einstein, Gustav Mahler, M.L.King, Charlie Chaplin, Kim Basinger, Brad Pitt, Penelope Cruz, Richard Gere, Dustin Hoffman, John Lenon, La Massari, Alec Baldwin, Brigitte Bardot, Leonardo Di Caprio.
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