Dei racconti che ho scritto quando seguivo il corso di Scrittura Creativa ne mancano ancora quattro da trascrivere su questo blog e adesso ho deciso di adempiere a questa mancanza.
I quattro racconti hanno come tema gli elementi acqua, fuoco, terra, aria.
"Acqua pura acqua chiara talvolta ingannevole" è del 9 marzo 2004.
Oggi, camminando per strada, ho visto le pozzanghere che si erano formate dopo una notte di pioggia insistente. Mi è venuto in mente quando da bambini i miei fratelli ed io andavamo sotto la pioggia con indosso un mantello nero e degli stivali di gomma nera in cerca di tutte le pozzanghere del quartiere per passarci dentro pestando forte i piedi. Era un divertimento sublime.
Camminando rifletto su come l'acqua possa essere causa di gioia e di dolore. Tra me e me faccio un gioco, un esercizio mentale che consiste nel cercare frasi di uso comune che fanno riferimento all'acqua.
Dopo la passeggiata intorno al palazzo eccomi a casa per mettere per iscritto quello che dalla mia mente è venuto fuori.
Faccio entrare in scena un'amica immaginaria che a passo di danza è venuta a trovarmi, sarà la mia spalla. Quest'amica bussa alla porta e dopo il saluto dice: "Ho la bocca secca, solo un bel bicchiere d'acqua mi potrà dissetare." Raccontandomi le sue peripezie dice sconsolata: "Sai, io mi perdo in un bicchier d'acqua" e beve con gusto la tazza di tè che nel frattempo ho preparato. Ma la sua sete non è scomparsa e mi confida: "Ho una gran sete di sapere." Parlando di un suo collega di lavoro dice: "Sai, di lui non mi fido, è acqua cheta, ma mi raccommando: acqua in bocca." Dopo molti bla-bla-bla dice: "Sai, mi trovo in cattive acque, ho l'acqua alla gola, ormai vado avanti a pane e acqua." Le preparo subito qualcosa di buono da mangiare. Sentendo il buon profumo del sughetto sul fuoco dice: "Mi viene l'acquolina in bocca." E mentre io calo la pasta nell'acqua, lei si va a sciacquare le mani.
A tavola vuole l'acqua minerale. Mentre mangiamo un acquazzone batte contro le finestre e lei racconta di inondazioni, maremoti, affogamenti.
Quando quest'amica immaginaria finalmente se ne va sono esausta e per rimettermi in sesto mi siedo davanti alla TV. Il programma parla di paesi colpiti da siccità. Mi alzo, non ne posso più, ho l'acqua alle ginocchia, sono a pezzi. Mi chiudo per mezz'ora nel bagno e quando esco sono un'altra persona e canto:
Sfinita e stancamorta
Dopo una doccia
Sono di nuovo forte
Come una roccia
Stanca e affaticata
Dopo questa rinfrescata
Mi sento come rinata
Ho deciso: con questa canzone vado a Sanremo. Grazie acqua per avermi ispirata. Vedrai che vinco!
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