giovedì 26 marzo 2015

Acqua pura acqua chiara talvolta ingannevole





Dei racconti che ho scritto quando seguivo il corso di Scrittura Creativa ne mancano ancora quattro da trascrivere su questo blog e adesso ho deciso di adempiere a questa mancanza.
I quattro racconti hanno come tema gli elementi acqua, fuoco, terra, aria.

"Acqua pura acqua chiara talvolta ingannevole" è del 9 marzo 2004.

Oggi, camminando per strada, ho visto le pozzanghere che si erano formate dopo una notte di pioggia insistente. Mi è venuto in mente quando da bambini i miei fratelli ed io andavamo sotto la pioggia con indosso un mantello nero e degli stivali di gomma nera in cerca di tutte le pozzanghere del quartiere per passarci dentro pestando forte i piedi. Era un divertimento sublime.
Camminando rifletto su come l'acqua possa essere causa di gioia e di dolore. Tra me e me faccio un gioco, un esercizio mentale che consiste nel cercare frasi di uso comune che fanno riferimento all'acqua.
Dopo la passeggiata intorno al palazzo eccomi a casa per mettere per iscritto quello che dalla mia mente è venuto fuori.
Faccio entrare in scena un'amica immaginaria che a passo di danza è venuta a trovarmi, sarà la mia spalla. Quest'amica bussa alla porta e dopo il saluto dice: "Ho la bocca secca, solo un bel bicchiere d'acqua mi potrà dissetare." Raccontandomi le sue peripezie dice sconsolata: "Sai, io mi perdo in un bicchier d'acqua" e beve con gusto la tazza di tè che nel frattempo ho preparato. Ma la sua sete non è scomparsa e mi confida: "Ho una gran sete di sapere." Parlando di un suo collega di lavoro dice: "Sai, di lui non mi fido, è acqua cheta, ma mi raccommando: acqua in bocca." Dopo molti bla-bla-bla dice: "Sai, mi trovo in cattive acque, ho l'acqua alla gola, ormai vado avanti a pane e acqua." Le preparo subito qualcosa di buono da mangiare. Sentendo il buon profumo del sughetto sul fuoco dice: "Mi viene l'acquolina in bocca." E mentre io calo la pasta nell'acqua, lei si va a sciacquare le mani.
A tavola vuole l'acqua minerale. Mentre mangiamo un acquazzone batte contro le finestre e lei racconta di inondazioni, maremoti, affogamenti.
Quando quest'amica immaginaria finalmente se ne va sono esausta e per rimettermi in sesto mi siedo davanti alla TV. Il programma parla di paesi colpiti da siccità. Mi alzo, non ne posso più, ho l'acqua alle ginocchia, sono a pezzi. Mi chiudo per mezz'ora nel bagno e quando esco sono un'altra persona e canto:
                             Sfinita e stancamorta
                             Dopo una doccia
                             Sono di nuovo forte
                             Come una roccia
                             Stanca e affaticata
                             Dopo questa rinfrescata
                             Mi sento come rinata

Ho deciso: con questa canzone vado a Sanremo. Grazie acqua per avermi ispirata. Vedrai che vinco!

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