lunedì 19 giugno 2017

Cristina 1966

Il nuovo anno è cominciato con i raffreddori. Anche Cristina si è messa a letto con la febbre. Nel mio diario sta scritto che il 3 gennaio è venuto a farle una visita un "fratello" (l'ho scritto proprio così, con le virgolette). Con le nostre cure si è rimessa in pochi giorni.
Quando il 6 gennaio David ha trovato la calza della Befana era feliccissimo del contenuto: soldatini e caramelle. Faceva molto freddo, c'era ghiaccio sulle strade. Nel pomeriggio sono andata con i bambini alla festa di compleanno dell'amichetta Violetta. Jan divertiva tutti ballando mentre teneva in bocca il biberon tenendone il ciuccetto fra i denti. Il 10 gennaio è ricominciato l'asilo di David.
Abitavamo in cima a Via Teulada, ai piedi di Monte Mario e molto spesso mi arrampicavo con i bambini sul "nostro" monte. A volte venivano con noi anche Cristina e la mia amica Olga con la figlia Germana, dell'età di David.  In una palazzina isolata situata ai piedi del monte abitavano gli amichetti Stefano e Maria. Nell'orto di questa casa i bambini giocavano, attorniati da galli e galline. Se ci avanzava del pane lo portavo alle galline e zia Genoveffa (zia di Stefano e Maria) mi regalava una o due uova fresche.


Maria, Stefano e David 1964

Cristina s' era  molto affezionata a David e Jan. Jan era il suo cucciolo.
Di sera quando i maschietti dormivano io battevo a  macchina un radiodramma per bambini scritto da Pino e se lui stava al lavoro fino a tardi Cristina ed io chiacchieravamo. Mi raccontava che era nata e cresciuta a Cuba ma che aveva passato anche molto tempo in Messico dalla nonna materna. Si considerava più messicana che cubana. I suoi genitori si erano separati quando lei era bambina. Il padre, cantante di salsa, dopo aver viaggiato per il  mondo si era stabilito a Parigi. La madre si era risposata ed aveva avuto un'altra figlia sulla quale riversava tutto il suo affetto trascurando Cristina. Il suo papà invece non la dimenticava, le scriveva e le mandava dei piccoli regali. Perciò la figura paterna le era molto cara.  Eravamo diventate amiche.
Il 14 gennaio, tornati a casa dopo una passeggiata, sono venute tre "sorelle" a trovare Cristina. Ho offerto loro tè e biscotti. Abbiamo conversato, erano molto carine. Il "fratello" della scorsa volta è venuto a prenderle. Il 17 gennaio abbiamo ricambiato la visita. Il "fratello" ci è venuto a prendere in macchina. Le suore erano terribilmente carine. Ci hanno mostrato la loro bella cucina e nella sala di ricreazione ci hanno offerto del tè e squisiti biscotti fatti in casa. Poi sulla musica di un grammofono hanno ballato per noi dei balli messicani. Erano così pure e gioconde che mi facevano sentire felice. David era esuberante di gioia. A turno tenevano in braccio Jan. Poi ai bambini hanno regalato un sacchetto di caramelle e torrone. Dopo un grande addio insieme a Cristina siamo tornati a casa in taxi.
Il "fratello" Julio è venuto da noi altre volte. Il 3 febbraio, mentre Pino era al lavoro, è venuto a prendere Cristina e me con i bambini e ci ha portato a vedere le catacombe. Nei corridoi sotterranei con ossa e tombe, ognuno aveva in mano una candela. Una volta visto tutto per noi bastava stare là sotto, ma uscendo all'aria aperta David piangeva, non gli era bastato, voleva vedere molto di più. Questa passione per le spelonche gli è rimasta sempre. Gli piaceva anche tanto travestirsi, da cowboy ed altro, non solo a Carnevale. Andava al cinema con Cristina e a volte anche Julio veniva con loro.



Febbraio 1966


 Ad una festa della RAI per i bambini, all'Auditorium del Foro Italico, David ha visto per la terza volta il film La Spada nella Roccia. Tutti i bambini hanno avuto in regale il libro dal quale è stato tratto il film. Lo leggevo per lui ad alta voce e come gli piaceva. All'asilo adesso stava fino a tardi, tornava a casa alle 16,30, stanchissimo, tanto che aveva dei giorni in cui non ci voleva andare. Il 14 febbraio ci è andato con la promessa che sarei venuta a prenderlo. Dopo pranzo ho preso due mezzi per arrivare alla scuola Giacomo Leopardi verso le 14.00. David appena mi ha visto è corso verso di me e mi ha abbracciato, era tanto felice ed io ero tanto emozionata. La maestra mi ha detto che David si mostrava sempre contento ed era vivacissimo. Abbiamo preso un taxi per tornare a casa. David mi diceva: "Quei bambini sono solo bambini estranei ma tu sei la mia amata mamma". Due giorni dopo è andato Pino a prenderlo. La maestra, signora Giuliani, ha detto che David era molto carino, molto intelligente e indipendente, eccelleva nel disegno. Lo vedevamo pallidino e stanco, gli erano spuntati anche 4 nuovi molari. Il pediatra l'ha controllato e l'ha trovato tanto cresciuto e troppo magro. Ha detto: "Non diventerà mai un grassone." Gli ha prescritto una cura di vitamine e minerali. Alla fine di febbraio abbiamo deciso di non mandarlo più a scuola. La giornata scolastica era molto lunga, sommando anche il lungo viaggio nello scuolabus: era il primo ad essere prelevato e l'ultimo ad essere riportato a casa. A scuola aveva già consumato tanta energia nella sua vivacità. Aveva solo cinque anni appena compiuti.


Via Teulada

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