giovedì 17 marzo 2011
E Gesù? E Plutarco.......
Uno studio dal greco originale dal Nuovo Testamento rivela che Gesù, avendo fame, non chiedeva "avete della carne?" La traduzione corretta della sua domanda sarebbe invece: "Avete qualcosa da mangiare?" In tutti i casi il greco originale parla di "cibo" in generale.
Il problema allora si sposta sull'interpretazione del materiale originale, sulle traduzioni e, a volte, sulle cattive traduzioni.
Che cosa dire del miracolo del pane e dei pesci?
Alcuni studiosi della Bibbia, tenendo conto della natura misericordiosa di Gesù, suggeriscono che i "pesci" fossero una sorte di polpette fatte con una pianta marina conosciuta come pianta del pesce. Un tipo di cibo difuso ancora oggi. Esiste una considerazione di carattere pratico: le polpette fatte al forno si conservavano, il pesce crudo, in quel clima caldo, andava a male molto rapidamente rovinando qualsiasi altro cibo contenuto nella stessa cesta.
Importante è che nei primi manoscritti del Vangelo non si fa menzione del pesce; il miracolo è descritto come pane e frutta.
Le giustificazioni cristiane del mangiare carne si basano su traduzioni inesatte o su interpretazioni letterali del simbolismo cristiano del tutto soggettive.
Genesi 1,29 E Dio disse: " Ecco, io vi do ogni erba che produce seme sulla superficie di tutta la terra ed ogni albero fruttifero che produce seme, questo vi servirà di nutrimento."
Plutarco (Cheronea, 46-127), scrive nel De esu carnium: "Tu chiedi in base a quale ragionamento Pitagora si sia astenuto dal mangiare carne; io invece domando, pieno di meraviglia, con quale disposizione, animo e pensiero il primo uomo abbia toccato con la bocca il sangue e sfiorato con le labbra la carne di un animale ucciso, imbandendo la tavola con cadaveri e simulacri senza vita; e abbia altresì chiamato "cibi prelibati" quelle membra che solo poco prima muggivano, gridavano e si muovevano e vedevano. Come potè la vista sopportare l'uccisione di esseri che venivano sgozzati, scorticati e fatti a pezzi, come l'olfatto resse il fetore? Come una tale contaminazione non ripugnò al gusto, nel toccare le piaghe di altri esseri viventi e nel bere gli umori e il sangue di ferite letali?"
Una volta Pino, mio marito, ci disse: "Con questa nostra dieta vegetariana mi sento moralmente veramente bene."
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