sabato 5 marzo 2011

Pittura grottesca


Alla fine del XV secolo, un giovane romano cadde accidentalmente in una fessura sul versante del Colle Oppio, si ritrovò in una strana grotta, piena di figure dipinte. Ben presto i giovani artisti romani presero a farsi calare su assi appese a corde per poter vedere loro stessi.
Le sale sotterranee della Domus Aurea, ricoperte dal terreno erano simili a caverne e proprio per questo il popolo romano le definiva grotte. Alcuni affreschi scoperti allora sono ormai sbiaditi in pallide macchie grigie sul gesso, altri sono ancora in discrete condizioni. L'effetto di queste decorazioni "grottesche" furono elettrizzanti per l'intero Rinascimento.
Le grottesche sono un tipo di decorazione parietale che propone forme vegetali, figure umane, motivi geometrici, liberamente combinati tra loro, secondo ritmi leggeri e fantasiosi.


Tra i pittori dell'epoca che spesso si fecero calare per studiare le fantasiose pitture rinvenute ci furono il Pinturicchio, Raffaello, Giovanni da Udine, il Morto da Feltre (così chiamato perchè trascorse più tempo sotto che sopra la terra), Bernardo Poccetti, Marco Palmezzano (il primo a portare le grottesche a nord dell'Appennino), Gaudenzio Ferrari.
Il pittore Bernardino di Betto detto "Pinturicchio" fu uno dei primi ad utilizzare la decorazione grottesca nelle
sue pitture, tanto che essa diventò quasi l'elemento caratteristico e distintivo del suo stile.
Durante il Cinquecento molti teorici dell'arte disprezzavono questo tipo di decorazione, tra i quali il Vasari. Ma la loro diffusione fu inarrestabile.
La parola "grottesca" è passata poi a significare in italiano qualcosa di bizarro e inconsueto, assumendo la connotazione di "ridicolo", ironizzante e caricaturale.
Una volta, da noi in famiglia, la parola "grotta" era di casa, perchè David, i suoi fratelli ed amici andavano spesso ad esplorare le grotte nelle vicinanze di Roma. Tornati a casa, raccontavano con entusiasmo le loro avventure ed io ne rimanevo esterrefatta. Incuriosita sono andata con loro una volta e ne ho scritto una storia che trascriverò nel prossimo paragrafo.
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2 commenti:

  1. Arnaldo ---- Al Colle Oppio io, alla fine degli anni '40, ci andavo in villeggiatura......mi chiederete che vuol significare..... Orbene i miei genitori, finito l'anno scolastico, mi mandavano nella bella e grande casa antica di mia zia Bianca in via Cavour, a passare un periodo estivo per abbassare il livello del lavoro famigliare dato che eravamo quattro fratelli.Mia zia, all' epoca ultrasettantenne ma attivissima specie con impegni a favore dei poveri (non c'era la Caritas ma le "signore caritetevoli " ), si alzava prestissimo per essere presente alla Santa Messa delle ore 7 alla Chiesa di Santa Prassede e poi tornata a casa mi svegliava e dopo una ricca colazione mi portava al giardino del Colle Oppio. I r icordi giovanili sono per tutti pieni di luce e bei colori e così ricordo i giardini del Colle Oppio come un vero paradiso terrestre ( AVETE VISTO COME L' HANNO RIDOTTO ). Ricordo che gettavo dei sassolini in alcuni " pozzi ", misteriosi ed oscuri, per ascoltare il tonfo della caduta, spesso con risuono d' acqua, dopo lunghissimi secondi....... poi ho saputo immettevano negli ambienti della Domus Aurea neroniana ...................PICCOLA STORIA DI UN PARADISO PERDUTO !

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  2. Gentile Aukje, volevo chiederle se poteva gentilmente dirmi da dove proviene la seconda immagine di grottesca, quella un po' curiosa con il satiro che lancia una freccia sul sedere d'un vecchio uomo barbuto. La ringrazio molto

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