sabato 20 ottobre 2012

Prima impressione


La prima impressione quando David ed io siamo scesi dallo shuttle in Via Marsala non era gradevole: sporcizia per strada, una grande pozzanghera nella quale galleggiavano lattine e bottigliette, una forte puzza di urina, miseri, poveri uomini sperduti, dei perdenti, seduti su un basso muretto, per loro mi assaliva un senso di dispiacere. Bottiglie di birra vuote, cicche di sigarette, cartacce e buste di plastica ovunque. Le strade vengono pulite regolarmente ma in poco tempo lo sporco si ci sparpaglia come prima.
Ci sono i bei palazzi umbertini di Piazza Vittorio, ma sotto le loro arcate il pavimento a mosaico in molte parti è rotto e si sono formate delle buche. Ovunque buche, anche il marciapiede di  Piazza Dante si trova in uno stato disastroso.
Adesso è più di una settimana che sono tornata a Roma, vado spesso al mercato e diverse volte mi sono trattenuta nel Parco del Colle Oppio portando con me un libro e Seila, il cane di Laura. Il parco è bellissima ma anche qui c'è qualcosa da obiettare: le solite buche.
Un paio di giorni fa ho attraversato Piazza Re di Roma. La piazza è bella ma dopo un mese di piazze e parchi di New York l'ho trovata disadorna di verde e.....con enormi buche. Bambini che andavano in bicicletta, signori che chiaccheravano seduti sulle panchine circondati dalla bruttezza. Credo che non se ne accorgano neanche talmente sono abituati a vivere in questo squallore.
Si dice che il comune provvederà a riempire le buche di tutta la città, e mi ricordo di tanti anni fa quando la lira esalava il suo ultimo respiro; anche allora le buche venivano riempite, secondo i giornali spendendo un miliardo (o più) di lire. Arrivavano uomini con divise approssimative, con carretti primitivi, e le buche venivano livellate con una sostanza ibrida: dopo qualche mese di pioggia le buche si  riformavano. Una volta hanno aggiustato Via Prisciano levando tutto l'asfalto e ci  hanno impiegato tanti mesi. Un'estate che sono andata a trovare i miei in Canada ho visto una mattina, andando al mercato,  alcuni operai che avevano cominciato a rinovare una larga strada curva nel quartiere. Canadesi e Portoghesi in tute bianche impeccabili, un casco in testa, lavoravano cantando e fischiettando. I macchinari erano modernissimi (là ogni anno viene messa a nuovo una certa quantità di strade). Il secondo giorno pioveva forte e il lavoro era fermo. Il terzo giorno passando per questa strada nel tardo pomeriggio ho visto che i lavoratori stavano ultimando il manto stradale. Un lavoro fatto alla perfezione. Tornando a casa ci ho trovato uno dei miei fratelli in visita. Ho espresso la mia meraviglia che in solo due giorni la strada X fosse stata rimessa a nuovo. Mia madre e mio fratello si sono meravigliati della mia meraviglia. Per loro era una cosa normale.
Camminando un mese per New York in tantissime zone non ho visto neanche un marciapiede con crepe o buche. E i parchi sono bellissimi e curati con amore.

 

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