giovedì 10 gennaio 2013

Lettera del 12 ottobre 1958 (2)

Sul lavoro va tutto bene, m'accorgo che faccio progressi, ogni giorno nel salone mi esercito nel camminare. Ieri e l'altro ieri è stata mostrata la collezione di questa casa ad alcuni clienti privati. Eravamo in sei mannequins. Il primo giorno sono andata dal parrucchiere e dato che i miei capelli sono lunghi ci è voluto del tempo per pettinarmi  dopodichè dovevo affrettarmi per arrivare in orario per lo show ma c'era il corteo funebre papale e molte strade erano bloccate, i bus seguivano un'altra rotta e mi è toccato camminare un bel pò. C'era tanta gente per strada che seguiva da vicino il corteo e mi meravigliavo nell'osservare che pur essendo praticamente tutti cattolici non sembravano tristi. Persino le suore ridevano. Credo che in quel momento ero io l'unica con la faccia rabbuiata perchè tutto andava storto. Meno male però che lo show è cominciato più tardi.
Ogni casa di moda ha nella sua collezione solo un abito da sposa e sono stata scelta io per indossarlo, perciò era la seconda volta che sfilavo da sposa. Questo défilée mi è piaciuto perchè mi sentivo molto più sicura di me. E anche perchè le altre ragazze stavano diventando più simpatiche. Tutto si svolgeva nel salone di questa casa, un evento intimo. La gente sta seduta ai lati (lungo le pareti) e al centro, sotto le luci camminano e girano le mannequins.  Le clienti sono per lo più principesse, contesse, baronesse, mogli di ambasciatori etc. Finito il tutto ero stanca e perciò oggi me la sono presa con calma. Ed è diventata una giornata gradevole e tranquilla, casareccia.
Ho cominciato un pullover a maglia e per vedere se ero arrivata alla lunghezza giusta l'ho misurato infilandomi un maglione di Bert. Mi sono messa sopra l'obenta con quel pullover più che abbondante e vedendo la mia immagine riflessa  nella finestra scura ho assunto tanti buffi atteggiamenti. Beh, adesso sai com'è stata la  mia domenica. Quando ho cominciato a scrivere pensavo di non avere niente da raccontare ma poi ho esternato  un fiume di parole.  Domani chiederò a Pino se può imbucare questa lettera alla posta vaticana.
Ciao bambina mia, con affetto."


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