La giornata del 26 era bellissima: sole e 16°. Tutti noi, suddivisi in vari gruppi, abbiamo fatto lunghe passeggiate. Io portavo Seila a spasso e, per caso, sulla strada di casa ho incontrato Sigrid, Kevin e le bambine, che bella sorpresa; Flaminia ha subito voluto portare la cagnolina al guinzaglio. Negli intervalli le bambine hanno visto un film, come sempre in italiano ed è una meraviglia come parlano bene la lingua della mamma, senza accento e con un vasto vocabolario. Hanno scoperto il film Pinocchio con Nino Manfredi nella parte di mastro Geppetto e Gina Lollobrigida in quella della Fata Turchina. Hanno visto tutte le puntate insieme a Kevin e anche lui se ne è appassionato. E pensare che i miei figli hanno visto lo stesso film da ragazzini e anche a loro e a noi genitori piaceva. Nel tardo pomeriggio le bambine hanno disegnato, Flaminia seduta sulle mie ginocchia. Come l'estate scorsa Livia ed io abbiamo cominciato a decorare segnalibri. Per questo in cartoleria, da grandi fogli di carta spessa e colorata, mi ritagliano le forme desiderate sulle quali poi incolliamo e disegnamo: è divertente. Livia ne fa di molto belli. Pure Flaminia ha espresso il desiderio di partecipare e si è sbizzarita: mica male. E' venuta a trovarci Virginia, l'amica di David e Laura che studia veterinaria. Ci ha portato una buona crostata. Mentre si chiacchierava ho fatto il sugo per la pasta. Un giorno felice.
Ma ho sentito un gran dispiacere quando Barbara mi ha telefonato per comunicarmi che il giorno prima. Silvano, suo marito, è deceduto. Poco prima di Natale l'avevo visto per l'ultima volta. Ormai stava a letto e la sua mente si era trasferita altrove. Era solo questione di aspettare che la spina si staccasse completamente. E quando questo succede è sempre un grande dolore, c'è un vuoto incolmabile. Anche se uno arriva, come Silvano, all'età di 92 anni c'è la consapevolezza della brevità della vita. La nostalgia per le persone care traslocate altrove rimane sempre, anche se il tempo aiuta a lenire il dolore.
Se in qualche parte leggo una frase che mi colpisce l'annoto. Eccone un paio: Freud disse: "Sappiamo" con la nostra testa che dobbiamo morire, ma la nostra psiche non lo "sente". E sempre Freud: "Tutti i popoli e le loro credenze (compresi i cristiani e la loro fede) hanno ipotizzato una vita dopo la morte, che equivale alla non accetazione della fine definitiva della propria vita."
Per caso tanti anni fa ho trovato un libro di Shirley MacLaine in un garage sale in Canada. Non sapevo che S.ML fosse anche scrittrice, oltre che attrice, ballerina e cantante. Il libro mi è piaciuto molto e ne ho cercati altri dei suoi, pregando Jan di portarne anche dall'America. "Nel suo libro "Out on a limb" (Là fuori su un ramo), l'attrice, al culmine della carriera, descrive la sua esigenza di penetrare in profondità la propria spiritualità, di raggiungere le radici dell'esistenza. Intraprende studi di cultura spirituale, dagli scritti dei mistici cristiani e quelli dei maestri indiani, e a poco a poco raggiunge una sempre maggiore consapevolezza che la spinge a cercare nuove dimensioni dell'esistenza. In un lungo viaggio nelle Ande peruviane, tra le solitarie cime innevate, prova un'esperienza extracorporea che le svela le immense potenzialità dello spirito unano, l'immortalità ed eternità dell'anima." Questa descrizione del libro l'ho trovata su Google dopo aver visto su You Tube il film a puntate tratto da questo libro bestseller.
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