martedì 29 ottobre 2013

Sorelline

Dato che la loro casa era sottosopra per alcuni lavori in atto, e le scuole in Olanda avevano una vacanza autunnale Sigrid e Kevin hanno deciso di trascorrere questi giorni di festa da noi a Roma perchè esausti del caos che regna nella loro abitazione. Al loro ritorno avrebbero trovato che il peggio dei lavori era passato.
Sono arrivati qui il 17 ottobre e stamattina sono ripartiti. Sono volati questi dodici giorni. Giorni felici.
Stamattina a colazione Flaminia ha detto alla mamma: "Non voglio partire, non voglio lasciare nonna, zio David, Laura e Seila." Sigrid l'ha consolata dicendo che fra poco nonna sarebbe venuta da loro. Lei e Livia si sono messe a giocare e poi a disegnare. Livia mi ha fatto un ritratto. Anche Flaminia ha disegnato una faccia, ma di fantasia. Sigrid e Kevin frattanto hanno preparato le valigie. Quando mancava pochissimo alla partenza  Flaminia ha detto: "Non posso credere che partiamo." E' venuto il taxi ed io li ho accompagnati giù. Forti abbracci e tanti dolci baci. David li aveva già salutati di buon mattino, prima di andare a scuola. 
Rientrando in casa e vedendo dappertutto giocattoli e segni della loro permanenza mi ha, come al solito, invasa una lieve nostalgia. Mi sono messa ad ordinare ma poi, per distrarmi, ho preso Seila, la cagnetta, e sono andata a comprare il pane di Lariano al mercato e a camminare fin quasi a Colle Oppio. Il tempo era bello e Seila si godeva le sue annusatine. Fino ad ora siamo stati allietati dalle ottobrate romane. Sigrid e Kevin sono usciti qualche volta da soli lasciando a me le bambine. L'altroieri è rimasta solo Flaminia con me. Giocava e ha fatto merenda con mele e l'ultimo pezzetto del mio bread pudding. Flaminia: "Nonna questo dolce è squisito." Poi siamo andate a camminare nel giardino di Colle Oppio e per tutti i suoi piccoli vialetti. Flaminia contenta perchè lì non era mai stata. Salendo i tanti scalini mi dava una mano per aiutarmi. Abbiamo ammirato i bei disegni intarsiati nella pavimentazione. Flaminia raccoglieva con entusiasmo in un sacchetto le belle cose che trovava: moltissime ghiande color verde-marrone, piume di colombini e qualche piccola pigna. Ad un certo punto doveva andare al bagno e siamo tornate a casa di buon passo. Per distrarla ho intonato delle canzoncine olandesi che anche lei impara a scuola. Arrivate al nostro portone mi ha detto con serietà: "Nonna, per essere italiana tu parli bene l'olandese."

Flaminia, 5 anni

Flaminia: ritratto di anonima

Livia: ritratto di nonna

giovedì 17 ottobre 2013

Computer mania

Quando sono tornata dagli Stati Uniti mi sono venuti a prendere David e Laura che venivano direttamente da Barbarano. David con una, per me, nuova faccia: si era fatto crescere i baffi fin sopra il mento. E' stato un esperimento e due giorni fa si è rasato via tutto, per il mio gusto sta meglio adesso. A Barbarano si trovano a meraviglia, si sono fatti nuovi amici con i quali ogni tanto organizzzano una cena o un concertino in qualche giardino. Poi lunghe passeggiate, lavoro nell'orto. In casa leggono, David disegna e suona la chitarra. Là hanno un computer ma non internet. Purtroppo il pc di David a Roma si è guastato e lui lo ha portato a riparare. La diagnosi era che un pezzo era da sostituire. Quando dopo un pò di tempo questa parte di ricambio è arrivata non era della misura giusta. Di nuovo ad aspettare e adesso risulta che il guasto è più serio del previsto e il  lavoro da fare costerebbe sui 500 euro, perciò forse varrebbe la pena acquistare un computer nuovo. David, un pò perplesso, ha chiesto consigli al fratello: "Ciao Jan, dammi sto consiglio.  il mio mac è sempre rotto ed è piu grave di quello che si credeva: circa 500 euro per la riparazione visto che non è, me l'hanno detto 10 minuti fa, l'alimentatore, ma i circuiti interni. nuovo costa 1330 euro e loro, ovviamente, mi dicono di farmelo nuovo. tu che faresti? il tuo da quanto ce l'hai? ti ha mai dato problemi? che palle ste cose moderne ma fragili!!!"
Ecco la risposta di Jan:
"David purtroppo tutte le cose oggigiorno sono costruite nel nome della "obsolescenza programmata", cose costruite per durare solo qualche anno cosi' che il consumatore sia costretto a comprare il nuovo modello con regolarita' e frequenza.
Dicono che i computer della apple siano fatti per durare dai 3 ai 5 anni, te lo dicono i commessi stessi al loro negozio.
Si tratta di una vergogna del mondo consumista e della struttura capitalista che lo fomenta, ma questa e' la realta' dei fatti.
Io quindi direi, a denti stretti, di comprare un nuovo computer. 500 euro per una riparazione sono tanti e seguiranno inevitabilmente altri problemi. Io il mio portatile l'ho cambiato dopo 3 anni perche' cominciava a far cilecca. Quello grande sta durando, ma non ne facciamo l'uso che ne fai tu.
Fammi sapere,
Jan"
Al mio ritorno ho potuto usare il mio computer in piccole dosi perchè è stato preso d'assalto da David e Laura. Fra poco meno male si risolverà questa situazione.
I frutti dell'orto

David suona a Barbarano







Al lavoro in cucina (Barbarano, Settembre 2013)

mercoledì 16 ottobre 2013

Harlem

E' più di una settimana che sono tornata, il jet lag mi è passato ma i miei pensieri stanno ancora spesso ad Harlem. Mi manca la cadenza delle giornate passate insieme a Jan: le nostre uscite e cenette con dopo spesso un film. Le camminate durante le quali si parlava del passato e del presente. Mi divertivo a sorprendere Jan con piatti saporiti e quando ha espresso il desiderio di un dolce fatto in casa, ho cercato delle ricette semplici ma buone su Internet e quattro volte ho sfornato una torta mentre Jan osservava, controllava la temperatura del forno e con uno stuzzicadenti decideva la cottura giusta. A volte, andando via presto, ne portava con se una fetta per pranzo. Qualche giorno fa mi ha detto in una sua mail che si è avventurato anche lui a fare una torta con le mele che, sulla foto di accompagnamento, mi è sembrata gustosa. Oggi mi è arrivata un'altra mail con foto, di nuovo con una torta di mele, questa volta con mele Granny Smith. E, dice Jan, mi avrebbe fatto sapere come è riuscita questa volta dato che le mele del dolce precedente non erano aspre a sufficienza.
Un paio di giorni dopo la mia partenza Jan è andato a Philadelphia, viaggiando con il Grey Hound. Un giovane che è entusiasta dei vini che Jan importa dall'Italia vuole far conoscere e introdurre questi vini nella sua città. Jan ci è andato per un giorno di WineTasting ed è contento di avere questo nuovo collaboratore motivato. Mi ha mandato una bella foto di un davanzale col marchio di Halloween in una strada di Philadelphia. Ho visto nel corridoio della metro di Piazza Vittorio un manifesto di Halloween con immagini orripilanti.  Con passo lento ma sicuro anche in Italia ed in altri paesi si è intrufolata la festa di Halloween.
Questa festività si celebra la notte del 31 ottobre e rimanda a tradizioni antichi della cultura celtica. Tale festa si diffuse negli Stati Uniti a partire dalla metà dell'Ottocento per merito degli immigrati  irlandesi, fino a diventare nel secolo scorso una delle principali festività statunitensi. Si festeggia la fine dell'estate e la raccolta delle mele. Ci si maschera e i bambini vanno per le case per un dolcetto o scherzetto (trick or treat). Il simbolismo di Halloween include temi come la morte, il male, l'occulto e i mostri mitologici. Il nero e l'arancione sono i colori tradizionali di questa festa.


La seconda torta di mele

Porta a Philadelphia











sabato 5 ottobre 2013

Arrivederci Morningside Park


Stamattina Jan ed io abbiamo riportato alla biblioteca i films visti le ultime sere. Poi abbiamo continuato per la 125th Street, che è la principale di Harlem, prendendo poi il Frederick Douglas Boulevard fino alla 116th Street. In questa strada c'erano appoggiati, sui gradini d'entrata di una casa, tante zucche e teschi neri. Quest'anno le decorazioni di Halloween arrivano in ritardo. Di zucche ce ne sono poche in giro, solo nella nostra strada qualcuna davanti a due case e poi queste della 116a.






Nel Morningside Park ho salutato le oche, le anatre, i passeri e le tartarughe. Di gatti neanche una traccia ma tanta gente intorno ai tavoli da picnic e tanti palloncini arancioni attaccati ai rami degli alberi. C'è sempre qualcosa da festeggiare in allegria. Nel playground giocavano molti bambini e sul campo di pallacanestro i giovani si davano da fare.

Gli squirrels: onnipresenti. Vicino al cancello di una delle entrate c'e' scritto su una targa: " Love your pets. Love your parks. Clean after your dog."
Parto stasera dopo un mese di New York e mi mancherà questo bel quartiere e il suo parco dove spesso ho camminato e letto con piacere un libro seduta su una delle sue tante panchine. Ho guardato la gente, scambiando a volte un sorriso con qualcuno che mi passava vicino. E mi pesa lasciare Jan che è un grande tesoro. Siamo stati in sintonia. A Natale mi troverò ad Haarlem e Jan e Jennifer che in quel periodo stanno in Italia per lavoro faranno forse un salto in Olanda. Sarebbe bello.
Stamattina ho salutato Jennifer su SKYPE. In Giamaica fa sempre caldo, ma anche qui questi giorni fa un caldo da Indian Summer. Camminando nel parco avevo le gocce di sudore sul naso. Jan mi ha fotografato vicino alle rocce di Manhattan chist, che si ergono verso l'alto.



Davanti a casa



Bryant Park




La scorsa domenica Jan ed io abbiamo scelto di onorare il Bryant Park di una visita. Intorno e all'interno del parco solo per quel giorno c'erano tanti stands che rappresentavano la Francia. L'evento si intitolava The Taste of France. Si potevano assaggiare e comprare prodotti francesi e venivano mostrati depliants con le bellezze della Francia per invogliare il turismo. Una giovane maestra insegnava passi di danza a bambine in tutu, intente e deliziose. Scuole bilingue newyorchesi, private e pubbliche mostravano il loro programma. Su un palco una cantante bilingue molto brava si esibiva accompagnata da un chitarrista, in canzoni francesi e la loro versione in inglese. Ha richiamato la mia attenzione uno stand che diceva: "Rescue the French Bulldogs" con un piccolo bulldog seduto su un tavolo. Invitava la gente ad adottare dal canile municipale un bulldog dandogli una casa ed affetto. 
Il bulldog era originario dell'Inghilterra però ad un certo punto è diventato così popolare in Francia che fu chiamato French bulldog. E' piccolo ed ha una faccia molto simpatica.
 

Tutto l'anno il bellissimo parco è cosparso di sedie e tavolini. Molti turisti e anche gente del posto ci si riposano mangiando il loro lunch o un gelato che hanno comprato strada facendo, altri vengono a leggere un libro o una rivista nella parte del parco che viene chiamata Reading Room, dove tutti si possono servire di riviste e libri. Che idea originale! Le piante e i cespugli di questo spazio verde in mezzo ai grandi palazzi grigi sono stupendi. Regolarmente in questo parco vengono proiettati dei films e dati dei concerti, tutto gratis. D'inverno, su una parte del parco si può anche pattinare sul ghiaccio,  gratis.
 






venerdì 4 ottobre 2013

2005. Casa a Venezia addio


Avevamo una casetta a Venezia.


Nel 1991 David e Jan hanno fatto una mostra a Venezia nella galleria Il Traghetto. Prima David con i suoi quadri, poi Jan. Eravamo ospiti in una casa di suore che ci viziavano con piatti vegetariani squisiti. Erano giorni molto felici, noi cinque insieme in questa incantevole città. Jan per l'occasione era venuto  dall'America. Un giorno in galleria abbiamo conosciuto una signora che oltre ad essere intereressata all'arte era agente immobiliare e vendeva appartamenti a Venezia. Innamorati come eravamo di questa città siamo rimasti in contatto con lei. A Pino che ogni tanto andava alla RAI di Venezia per lavoro ha mostrato qualche appartamento fino a che uno l'ha convinto. Era nel Sestiere di Castello ed era parzialmente ammobiliato. L'abbiamo comprato. Quando Pino si trovava a Venezia acquistava i mobili che mancavano comprando quasi tutto da un rigattiere. Una volta che la casetta di 50 metri quadrati era a posto ci siamo andati tutti insieme per inaugurarla e l'abbiamo trovata un gioiello. La cucina era abitabile con i suoi mobili originali, nella stanza più piccola Pino aveva fatto sistemare un grande letto matrimoniale e nel soggiorno tre posti letto. Così che c'era da dormire per cinque persone. Il grande armadio a muro conteneva un mucchio di cose. Nel bagno non c'era niente da cambiare. Anche il quartiere ci piaveva molto, non ci passavano molti turisti e abbiamo trovato tutti i negozi necessari. La fermata del traghetto più vicina si chiamava La Celestia.
Per tanti anni ci siamo andati con grande piacere, a volte tutti insieme ma anche David e Jan con le loro compagne e Sigrid con amici. Il lettone Sigrid lo ha diviso persino con altre due ragazze. Due volte è venuta la mia amica Anneke dall'Olanda per stare con Pino e con me, e come era entusiasta di tutto. Anche Shirley è stata felicemente nostra ospite. Pino come giornalista aveva la tessera di accesso al Festival del Cinema e quanti films abbiamo visto parlando poi anche con attori e registi. Passato qualche anno Sigrid ci è' andata con Kevin che poi è diventato suo marito. Anche i genitori di Kevin  ci hanno trascorso una bella vacanza, ancora ne parlano.
Ho scritto tempo fa in un post che anni fa ci è arrivato lo sfratto esecutivo dall'appartamento a Monte Mario. Era la seconda volta in trent'anni che ci capitava uno sfratto ed è una cosa bruttissima e stresssante.
Abbiamo perciò dovuto vendere la casetta di Venezia e con tutti i risparmi dopo molti anni di ricerche, abbiamo acquistato una casa. E' più piccola di quella di Monte Mario ma ne siamo contentissimi. E anche il nuovo quartiere ci piace molto.
Nel 2005 David e Paola, la sua ragazza di allora, e Jan e Jennifer, ci hanno vissuto qualche giorno per l'ultima volta. Durante quei giorni l'atto di vendita è stato regolato con il notaio ed il nuovo proprietario.
Nell'archivio fotografico sul computer di Jennifer c'è una pagina dedicata a quei giorni. Quelle belle immagini non le avevo mai viste prima. E questo post è un pretesto per depositarle qui.






giovedì 3 ottobre 2013

MET Julia Margaret Cameron

Nel MET c'era anche in atto un'altra mostra, quella della fotografa inglese Julia Margaret Cameron (1815 - 1879), la sua prima in questo museo. Ci e' piaciuta moltissimo. Sembrano foto moderne mentre sono state scattate quasi due secoli fa. Era diventata conosciuta per i suoi ritratti di celebrita' del suo tempo ed i suoi temi leggendari ed eroici.
La mostra era illustrata da didascalie alle pareti sulla vita dell'artista e qualcosa la trascrivo perche' Julia Margaret mi ha colpito molto. In quei tempi mica si scattava un botoncino ed usciva una foto, era un impegno molto ma molto piu' complicato ed elaborato.
J.M.C. era nata in una famiglia di celebrate bellezze ed era considerata il brutto anatroccolo fra le sue sorelle. Virginia Woolf che era la sua pronipote ha descritto nel 1926 cosi' le tre sorelle: una la definisce Bellezza, l'altra Splendida e Julia Indubbio Talento.
J.M.C. ha cominciato a interessarsi di fotografia quando nel 1863, a 48 anni ha avuto in regalo da sua figlia ed il suo genero una macchina fotografica.  Scriveva: "Dal primo momento che ho impugnato il mio obiettivo con tenero ardore mi e' diventato come una cosa vivente con voce e memoria e un vigore creativo." Era madre di sei figli, molto religiosa, di buone letture e l'amica un po' eccentrica di molti noti artisti, poeti e intellettuali dell'epoca vittoriani.  I suoi modelli erano gli amici, la famiglia, i suoi domestici e conoscenti. E' diventata una delle piu' grandi ritrattiste nella storia della fotografia.







martedì 1 ottobre 2013

MET: Balthus

Jan e Jennifer possiedono un abonnamento che e' valido per diversi musei e che vale anche per uno o due ospiti. Vanno con regolarita' a vedere le mostre. Quando Jan ha un intervallo nel suo lavoro ferma il suo scooter ed entra in un museo, anche se e' solo per mezz'ora. In questi giorni c'e' al MET (Metropolitan Museum of Art) una mostra del pittore Balthus (Balthasar Klossowski de Rola, Parigi 1908 - Svizzera 2001) intitolata Cats and Girls. Paintings and Provocations.  Siamo andati a vederla.
C'era un grande pubblico che insieme a noi studiava i circa 35 dipinti che datano dagli anni '30 agli anni '50. Solo 4 appartengono al Met mentri gli altri vengono da altri musei negli USA e dalla Francia, l'Inghilterra, la Svizzera e l'Australia.
Gia' da bambino l'artista sentiva un'affinita' con gli altri bambini, come se fosse gia' conscio dell'importanza dell'infanzia. A 8 anni di eta', nel 1916, ha posato con il suo gatto per sua madre Elisabeth Dorothea, pittrice nota con il nome Baladine. I gatti sono rimasti una presenza fissa nella vita e nel lavoro dell'artista. Ed era infatuato di adolescenti.
Durante la seconda guerra mondiale Balthus visse in Svizzera trasformando il suo studio in un posto gioiso dove ninfee sognano. leggono e fanno un pisolino, l'opposto di quel che era il suo severo studio parigino. Balthus faceva posare adolescenti in pose con un ambiguo tocco di malizia. Un gatto faceva spesso parte della scena.
C'era anche una serie di 40 piccoli disegni ad inchiostro, eseguiti all'eta' di 11 anni, un libro per commemorare il suo gatto Mitsou. Il pittore tedesco Rainer Maria Rilke, l'amante della madre, entusiasta del talento del ragazzo, l'ha fatto pubblicare nel 1921.  E' la prima volta che questi disegni vengono mostrati al pubblico.
Balthus ha sempre voluto coltivare un alone di mistero accanto alla sua figura. Per la sua retrospettiva del 1986 nel Tate ha mandato questo telegramma: "Niente dettagli biografici. Balthus e' un pittore del quale non si sa nulla. Guardiamoci i suoi lavori. Saluti. Balthus."
La mostra comincia con un autoritratto dell'artista a 27 anni, intitolato Il Re dei Gatti, dove un gatto si strofina contro una sua gamba. In un Art Column il critico d'arte Lance Esplund dice che oltre al Re dei Gatti Balthus  era anche Re delle Ragazzine.


Lavori in corso: Giamaica

Prima di partire per la Giamaica Jennifer mi ha fatto vedere le foto della sua casa e del giardino. Aggiunge sempre nuovi particolari e il giardino e' sempre piu' ricco di vegetazione. Ha tante idee innovative e molti lavori li esegue con le sue mani, che sono d'oro. Quando Jan puo' lasciare il lavoro per una settimana la raggiunge. La casa ha gia' avuto i suoi primi ospiti e sicuramente ne seguiranno altri.


A me sembra un posto ideale per uno scrittore che vuole finire un libro in tutta tranquillita'.
Casa, dependance e giardino: tutto bellissimo.
Mi ha dato il permesso di pubblicare delle foto sul mio blog.

Doccia esterna
Interno bungalow



Ackee tree



Tavolo
da pranzo in cucina