Sono arrivata la sera dell'11 settembre a New York e mi sono sentita immediatamente e familiarmente avvolta dalla calda atmosfera della casa di Jan e Jennifer. E il giorno dopo, facendo con Jan le spese al supermercato Best Market e prendendo in prestito dei films alla biblioteca comunale del quartiere, mi è sembrato impossibile che fosse passato un anno intero dalla mia ultima visita ad Harlem. I bambini di razza mista con le loro mamme o tate, le anatre canadesi e gli scoiattoli nel Morningside Park che si trova alla fine della nostra strada. I miei occhi hanno abbracciato il tutto non più con l'eccitazione del nuovo ma con l'affetto cresciuto nel tempo.
Dopo qualche giorno Jennifer è partita per la Giamaica dove lavora con impegno, migliorando nei dettagli la casa che ha costruito, dedicando anche molto tempo al giardino con bellissime piante esotiche. Ogni giorno comunica con noi al telefono o su SKYPE. Le ho chiesto qualche foto delle piante rigogliose nel suo giardino e sono arrivate già dopo un paio di giorni. Una parte della casa è avvinghiata da sopra a sotto da una folta coltre di fogliame meravigliosa e su un'altra immagine si vede uno strano ramo fiorito che sbuca orizzontalmente da un grande albero. E' come se la foto fosse da girare, ma uno scherzo della natura ha fatto uscire il ramo in questo modo, anzi vedo su Internet che è una sua caratteristica. Questo albero viene chiamato Christmas Palm perchè intorno a Natale le palme germogliano e i frutti prima di colore bianco-verde chiaro diventano rossi. Il nome scientifico di questa palma è Veitchia Merillii ed e' originaria delle piccole isole nelle Filippine. Un'altro suo nome è Manila Palm.
Spesso Jennifer va a fare bagni nel mare. Si sposta in motorino ed impiega solo un quarto d'ora. E fra un lavoro e un altro si riposa sull'amaca nel giardino. Fa sempre molto caldo ma questo clima Jennifer lo sopporta benissimo.
Già da subito un pomeriggio ho camminato fino al Marcus Garvey Park che mi era piaciuto molto l'anno scorso. Fuori del parco sono esposti, sullo spazioso marciapiede, grandi vasi con composizioni di varie piante che poi ho incontrato in tutta New York e Brooklyn. Nel parco i numerosi tavolini da gioco degli scacchi erano occupati. Uomini (niente donne) di tutte le età giocavano concentratissimi. Ad un tavolino un uomo di colore, capelli lunghi e barba grigi, un bellissimo personaggio, aveva come partner un ragazzino biondastro di circa 12 anni, tutti e due immersi nel gioco, non consci del mondo che li circondava. Tutti i parchi di questa città sono forniti di questi tavolini e ho visto degli uomini seduti da soli ad un tavolino chiedere ai passanti se per caso fossero interessati a giocare con loro. E in pochi minuti qualcuno si sedeva a giocare insieme. Ci sono tanti appassionati del gioco degli scacchi. Alcuni senzatetto, puliti e vestiti con molta decenza, passano ore e ore a questi tavolini, ammettendo a voce la loro passione per questo gioco intelligente. Uno di loro ha affermato: "This is my life."
Tanti bambini giocavano nei playgrounds e come l'anno scorso c'erano per loro libri disponibili, da leggere sul posto o da portare a casa. Questa volta ce'erano addiritura due casette da dove attingere. Ho intravisto un libro di Roald Dahl.
Ho preso la 125a Strada per tornare a casa e su una delle tante bancarelle sparse dappertutto ho preso le solite banane giornaliere: quattro per un dollaro.
Questo e NY dove si vede di tutto. Anche io ci ho passato un po di tempo dietro questi tavolini con le mie nipotine.
RispondiElimina