Ieri mattina nel dormiveglia sognavo. Mi trovavo in un grande loft. C'era una scala che scendeva. Qualcuno saliva. Con gioia mi sembrava che fosse Pino. La persona si avvicinava e m'accorgevo che non era lui. I pianti.
Il giorno prima David mi ha raccontato che mentre transitava sul suo motorino è stato assalito all'improviso da un senso di grande smarrimento, un senso di grande inutilità per qualsiasi cosa, per la vita. E ha pensato che fosse dovuto al fatto che quella mattina, ordinando le sue carte burocratiche nell'armadio che contiene tutte le nostre scartoffie, si è imbattuto in uno scritto di Pino. Si è seduto sul divano per rileggerlo, anche se lo sapeva a memoria. Era una lettera che Pino ci ha lasciato prima di andarsene con la quale ci consiglia come procedere nel caso lui avesse intrapreso il grande viaggio. Le ultime parole dicevano che ci avvolgeva tutti con grande amore. David si è sentito tremendamente commosso, come tutte le volte che ha letto questo foglio. Ha pensato che quel sentirsi momentaneamente completamente sperduto sia dovuto alle parole del suo papà. E penso che il mio sogno era una conseguenza del racconto di David.
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