Katharina Rutschky 1941-2010 sociologa, scienziata dell'educazione e libera pubblicista a Berlino ha coniato il termine Schwarze Pedagogik ( Pedagogia Nera). Nel 1977 ha pubblicato un libro con questo titolo, denominando una patogenesi che da sempre affligge la nostra società: la violenza sui bambini. Questa studiosa ha identificato e denominato per la prima volta nella storia della pedagogia questo problema spesso ignorato e sottovalutato. Il libro parla di metodi educativi usati nei confronti dei bambini dalla fine del 1600 fino ai primi anni del secolo scorso.
La pedagogia nera sostiene un modello educativo in cui la violenza e le punizioni sono legittime.
Colui che da adulto esercita violenza è stato a sua volta vittima di violenza durante l'infanzia. Da bambino è stato istruito alla violenza e il contagio viene trasmesso di generazione in generazione.
Pedagogia Nera: abusi perpetrati in famiglia, nella società, nelle scuole, nelle chiese, abusi fisici, psicologici, abusi in molti casi sessuali commessi a danno dei bambini (dalla seconda guerra mondiale fino ai giorni nostri decine di migliaia di casi di stupri effettutati da ecclesiastici).
Ciò che distrugge la psiche di una persona è la proibizione di parlare dell'abuso subito.
Ciò che distrugge la psiche di una persona è la proibizione di parlare dell'abuso subito.
Alice Miller (1923-2010), psicologa e psicoanalista polacca/svizzera, uno dei principali studiosi della Pedagogia Nera era ovviamente contraria ad essa e ha scritto diversi libri di successo approfondendo questo argomento: "La fiducia tradita", "La persecuzione del bambino", "Il dramma del bambino dotato", "Il bambino inascoltato"
Il 70% delle prostitute e l'80% dei tossicodipendenti nella loro infanzia hanno subito gravi molestie sessuali e l'85% di tutti i crimini perpetrati contro i bambini sono di natura sessuale.
Dice la bibbia (Siracide 30,1) "Chi ama suo figlio gli fa spesso sentire la sferza, perché alla fine possa rallegrarsi di lui".
Il filosofo Seneca affermava che il bambino andasse costretto con la severità, in modo da allontanarne i cattivi impulsi.
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