Il 23 marzo, era un lunedì, Pino è andato al lavoro ed io al mercato a fare la spesa. E' venuto Bert a portarci indietro la valigetta. Affinchè Bert potesse scattare ancora qualche foto ho indossato di nuovo il vestito bianco e il cappottino celeste e ci siamo avviato verso Via Asiago dove Pino ci ha raggiunto per strada. E là nelle vicinanze della RAI siamo stati immortalati vicino ad una grande macchina che stava lì per asfaltare la strada e che in qualche modo aveva le sembianze di una locomotiva e così sembra che Pino ed io stessimo per partire per un viaggio. In un'altra foto siamo circondati da piccoli scolari della scuola Ermenegildo Pistelli. Chi avrebbe mai immaginato che i nostri tre figli un giorno avrebbero frequentato quella scuola elementare? Bert ci ha lasciato e noi abbiamo distribuito dei confetti in diversi uffici della RAI. Alle Onde Corte i colleghi avevano pronta una bottiglia di champagne e un regalo: una busta con 14.000 lire. Nel pomeriggio mi sono messa un vestito grigio aderente e scarpe beige col tacco e siamo andati alla casa high fashion dove io lavoravo in Via del Babuino per portare anche là i nostri confetti, non dimenticando le sartine dell'atelier. Tutti affettuosi. Poi toccava ai colleghi della RAI in Via del Babuino (quel palazzo adesso è un albergo). Confetti a tutti e complimenti a Pino per la sua bella moglie. Abbiamo poi preso l'autobus e Pino si è fermato a Via Asiago perchè doveva lavorare fino a tardi, io sono tornata a casa. Ho fatto ordine e più tardi ho cucinato una saporita zuppa di verdure, a fianco c'era una bella mozzarella. Per noi la nostra stanza era bellissima con fiori in un vaso e arance in un grande cesto. Aspettando Pino ho fatto la maglia, una cosa che, insieme alla lettura, mi è sempre piaciuta. Perciò in ogni momento libero avevo e ho in mano un libro o un lavoro a maglia Spesso mi capita di leggere e contemporaneamente fare la maglia.
Il giorno dopo ho lavorato un paio d'ore, mostrando vestiti a dei clienti e poi sono andata a Via Sistina da Irene Brin nella sua galleria L'Obelisco che gestiva col marito Gaspero del Corso per portarle i nostri confetti. Lei in quel momento era assente e ho chiacchierato con il marito. Irene Brin era una giornalista che scriveva di moda, arte e costume. Veniva spesso da De Luca per dare un'occhiata alla collezione e si fermava a chiacchierare con me. Me la ricordo algida e gentile. Ci ha fatto avere un regalo, una cosa utile per la casa. (I signori De Luca ci hanno donato un servizio di piatti)
Il 25 marzo siamo andati per cinque giorni ad Avellino. Per due notti abbiamo dormito nel Jolly Hotel. Il direttore, un amico di Pino, ci ha offerto l'ospitalità. Le altre due notti le abbiamo passate nella casa di zia Michelina, la cognata di mia suocera, che andava via per Pasqua con i propri figli. I miei suoceri avevano ancora tre figli a casa e quindi c'era poco spazio per gli ospiti. Sul Corso nel pomeriggio c'era lo struscio e in continuazione si incontravano amici di Pino. Pino mi presentava: "Mia moglie." Un via vai di parenti a casa dei miei suoceri. La domenica di Pasqua ne sono venuti tanti e anche molti conoscenti. Hanno insistito che io mostrassi i miei vestiti nuziali (che in più di un'occasione ho continuato ad usare). Li ho indossati e per gioco ho fatto la mannequin sfilando davanti a tutti. Quel giorno, più tardi, a casa della famiglia Palumbo, si sono riuniti tanti vecchi amici di Pino.Walter, mio cognato ed un suo amico hanno scritto una poesia per Pino e me e l'hanno recitata cantando. Poi ognuno doveva esibirsi in qualche modo. Pino ha cantato ed anch'io: una canzone frisone. E' stata una riunione molto molto carina.
Lunedì 30 marzo ci hanno accompagnato in macchina alla stazione di Napoli. Pino dopo mi ha raccontato che c'erano due giovani uomini che fra loro dicevano: "Chissà se quella bella ragazza è libera." Pino l'ha sentito e ha replicato: "No, è sposata, è signora." "E lei come lo sa?" "Perchè è mia moglie."