sabato 10 marzo 2012

Autunno 1967

La bella estate è passata troppo velocemente. Il primo ottobre siamo andati ad Avellino. Abbiamo iscritto David alla scuola elementare più vicina. Pino ha fatto tutti gli accertamenti necessari, il 4 ottobre è stato ricoverato in clinica e il giorno dopo è stato operato. Gino, mio cognato, non se la sentiva di operare il proprio fratello e ha fatto venire un chirurgo di fama da Napoli. L'operazione è riuscita, l'ulcera asportata. Io non lasciavo mai Pino da solo e quando cominciava a stare meglio prendevo un bus verso l'ora di pranzo per andare a prendere David a scuola (di mattina lo accompagnava zia Norma), si pranzava e, mentre gli altri riposavano, facevo i compiti con David. In questa scuola David si trovava molto bene e in breve tempo si è fatto degli amichetti. Ogni giorno ad una certa ora andavo con i bambini da Pino in clinica e venivano anche Norma e mia suocera che poi tornavano a casa con David e Jan. Sembrava che Pino si stesse riprendendo bene, ma inaspettatamente gli sono venuti dei dolori nella schiena, sempre più forti, e una febbre che saliva sempre di più. Non si capiva a che cosa fosse dovuto. Quando il 15 ottobre assieme ai bambini sono arrivata in clinica ho preso un enorme spavento quando ho saputo che Pino stava in sala operatoria. Gino aveva capito che il chirurgo aveva commesso uno sbaglio. Normalmente con questa operazione si mette un tubicino nella ferita affinchè il liquido che si accumula possa fuoriuscire. Questo chirurgo aveva, a suo dire, un metodo nuovo che non prevedeva l'uso del tubicino. La situazione era diventata insopportabile e Gino ha deciso di rioperare suo fratello d'urgenza. Era domenica ma ha rintracciato un'anestisista disponibile. Operando ha trovato una quantità di liquido stagnante, colpevole del male. Questa volta ha applicato un tubicino e Pino ha cominciato a guarire.

Chiusano di San Domenico

Le pagine del mio diario di quasi tutto il tempo trascorso ad Avellino sono in bianco. Ricordo che spesso ero infelice. Quei giorni non avrò avuto nè voglia nè tempo di scrivere. Ho solo annotato due giorni luminosi: l'11 novembre siamo andati, Walter, mamma, Norma e noi quattro al santuario di Pompei per esaudire un voto fatto da Pino. Dopo il pellegrinaggio alla enorme chiesa siamo andati a Napoli, all'Edenlandia, dove i bambini si sono scatenati. Poi il 19 novembre abbiamo passato una giornata a Chiusano di San Domenico dalle tre sorelle di mia suocera e le loro famiglie. Ci siamo arrampicati sulla montagna che sovrasta il paese, fra alberi e cespugli: la natura in Irpinia è stupenda. Dopo un pranzo succulento i bambini hanno giocato con i cani di zio Emidio nel cortile di casa. Verso sera l'aria era fredda e ci siamo riuniti attorno al caminetto.
Il 23 novembre, dopo quasi due mesi siamo tornati a Roma. Leggo nel mio diario che la mattina della partenza ho fatto le valigie e preparato un dolce e anche delle frittelle delle quali la famiglia di mia suocera era ghiotta.
Una volta di ritorno a casa David e Jan hanno cominciato subito a giocare con i giocattoli nella loro stanza che non vedevano da tanto tempo. E' iniziata la nostra solita vita romana.
Il 24 novembre ho scritto nel mio diario: "Sono così felice di essere di nuovo a casa, mi sento come se fossi passata dal buio alla luce."

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