Quando ero incinta di Jan, un giorno Pino è venuto a casa all'ora di pranzo portando con sè un ragazzo olandese di circa dodici anni di nome Peter Evenhuis che si era presentato alla portineria della RAI in Via Teulada dicendo di dover svolgere un tema sui lavori svolti nella RAI. Era olandese, frequentava la scuola tedesca a Roma, era trilingue. Uno degli uscieri si ricordava che Pino era sposato con un'olandese e lo ha chiamato. Pino con grande piacere si è offerto di fare da guida al simpatico ragazzino mostrandogli tutto quello che c'era da vedere come i magazzini con le scenografie, gli studi dove venivano registrati gli sceneggiati e da dove venivano trasmessi i telegiornali, la sartoria e il reparto costumi. Da questo incontro è nata un'amicizia con i genitori di Peter che ci hanno introdotto in una cerchia di olandesi residenti a Roma. Ci frequentavamo abbastanza spesso: per una cena, per un tè o per qualche festicciola. I nostri figli giocavano assieme. Per me era bello poter parlare ogni tanto la mia lingua. Fra questi nuovi amici c'era una coppia, Fred e Marjan, con due figlie della stessa età dei nostri maschietti: Marie Chantal e Marie Solange. Fred e Marjan avevano intenzione di andare a passare il Natale nella Mountain House a Caux in Svizzera, sulle alture di Montreux, insieme alle bambine. Un soggiorno organizzato dal Riarmo Morale, un movimento religioso internazionale che si prefigge di cambiare il mondo riavvicinando gli individui ai valori morali fondamentali. Fred e Marjan ci hanno chiesto di andarci insieme e abbiamo accettato l'invito.
Quando Robin, il padrino inglese di Jan ha saputo che saremmo andati in Svizzera ad un incontro del Riarmo Morale, è sbiancato in faccia. Ha detto che era un movimento cattivo e, bevendo in fretta l'ultimo sorso di tè ha detto che se ne doveva andare, aveva molto da fare. Pino l'ha accompagnato per un tratto di strada e Robin gli ha intimato che se noi fossimo andati in Svizzera lui non sarebbe più venuto da noi. Pino ha risposto: "Come vuoi." Già Robin si era inquietato per il fatto che Pino ed io eravamo andati alla sinagoga dove Pino ha chiesto al rabbino chiarificazioni su certe vicende ebraiche che gli servivano per il libro che stava scrivendo. La volta che io indossavo un pantalone Robin mi redarguiva: "Le donne devono usare solo la gonna". Meno male che Robin è rimasto nostro amico, ci era comunque caro, gli abbiamo voluto molto bene.
Il 23 dicembre siamo partiti col treno alle 10 meno 15 e il giorno dopo alle 12 meno 15 siamo arrivati a Montreux: un viaggio di 14 ore! Perdipiù estremamente disagevole perchè non ci hanno montato le cuccette: l'inserviente era rimasto inspiegabilmente a Roma! La notte ci siamo sdraiati sui sedili coprendoci con i cappotti. Jan ha dormito, David poco, noi niente. La mattina dopo nel treno abbiamo fatto gli auguri a David, compiva 7 anni. Fred ci è venuto a prendere alla stazione con la sua macchina. Nella Mountain House, un ex albergo con le sembianze di un castello da fiaba, ci aspettavano, oltre Marjan e le bambine, anche Peter, Ronnie e Christian Mulder, amici cari e tanta gente da tutte le parti del mondo. Quella sera c'era la festa natalizia con l'albero. Gente di diversa nazionalità partecipava recitando una poesia o declamando un breve racconto e si cantava tutti insieme. La mattina dopo un coro passava per tutti i corridoi, il loro canto era incantevole. Ogni giorno c'era un bell'evento: spettacoli teatrali, un concerto di sassofono di quattro minatori, conferenze, feste e cinema per i bambini, per loro c'era anche una grande stanza dove poter fare lavori manuali. C'era molta neve e di pomeriggio i bambini andavano sugli slittini. Un giorno Pino ed io con Marjan e Fred e Andrea, un ragazzo italiano, abbiamo preparato il pranzo: pasta alla bolognese. Per 450 persone! E' stato un successo, tanti dopo ci hanno chiesto la ricetta. Mentre noi cucinavamo Ronnie badava ai bambini e Peter scattava delle foto. David per qualche giorno non ha potuto uscire, aveva la tonsillite. C'è una foto di lui a letto con Jan che gli fa compagnia. Il 2 gennaio siamo tornati a Roma, arricchiti da un'esperienza unica.
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