martedì 24 aprile 2012

Emanuela Barbero

Le ricerche googliane mi hanno fatto incontrare a sorpresa il sito di Emanuela Barbero. Ecco quello che scrive:
Moltissimi gruppi religiosi attribuiscono da sempre, non a caso, un'essenziale importanza alla dieta vegetariana, proprio in quanto mezzo di purificazione ed elevazione spirituale: buddisti, induisti, jainisti, gandhiani, cristiani delle origini (e in seguito Catari e Valdesi, entrambi ferocemente perseguitati dalla Chiesa come eretici, Avventisti odierni ed altre minoranze cristiane), molti Padri della Chiesa e tanti santi cristiani (tra cui San Francesco), Esseni, sacerdoti dell'antico Egitto, filosofi dell'antica Grecia e molti altri. Senza contare molte grandi personalità che hanno contribuito enormemene all'evoluzione della civiltà umana e che hanno optato consapevolmente per questa scelta di vita, andando contro i luoghi comuni ed i dogmi da sempre un pò ovunque più diffusi.
Per tutti loro evitare la carne, ritenuto cibo spiritualmente impuro, significa accostarsi maggiormente al divino. In questo modo viene riconosciuto il diritto alla vita a tutte le creature viventi, in quanto differenti espressioni di vita, rispettandole consapevolmente anzichè sacrificarle ed ucciderle per farne il proprio cibo. Anche se non siamo noi ad uccidere in prima persona l'animale, quando lo mangiamo siamo  comunque direttamente responsabili della sua morte e di contribuire al mantenimento del terrificante mercato della carne.
Nella Bhagavad Gita, uno dei più antichi libri sacri ed uno dei principali testi vedici dell'induismo, viene attribuita agli animali un'anima, della stessa sostanza di quella umana ma con un differente grado di coscienza, capace anch'essa di raggiungere stati di spiritualità elevata. In base alla visione del Movimento per la Coscienza di Krishna, che si attiene fedelmente al testo originale, negare l'anima agli animali è un semplice artificio che giustifica il fatto di mangiarli liberamente, negando loro lo status che invee hanno nell'ordine dell'universo.
In questa accezione l'animale è ciò che è mosso dall'anima, dalla vita dell'anima. L'etimo stesso di "animale" deriva da "anemos", anima, spirito, il soffio di vita presente in tutte le creature viventi. Del resto anche l'uomo appartiene al regno animale e nutrirsi di animali è assai vicino al cannibalismo. Mangiare la carne degli altri animali anzichè quella umana è una differenza di grado ma non di genere e facendolo restiamo comunque molto prossimi al cannibalismo.
Dal punto di vista biologico e scientifico uomo e animali sono parte dello stesso regno ed hanno le stesse necessità fondamentali: mangiano, dormono, si accoppiano, si difendono. E soffrono. In questo non c'è  differenza. Nella Bibbia (Genesi, 1,30) Dio stesso afferma che anche gli animali hanno un'anima. Il quinto comandamento riporta testualmente: "Non uccidere", in senso generico, senza specificare "l'uomo". Perciò lo si deve intendere per quello che è, e cioè: "Non uccidere" e basta, senza eccezioni.

Tecnica mista su carta

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