lunedì 10 dicembre 2012

Ancora estate 1958 (3)

La lettera che ho scritto a Anneke il 28 luglio 1958 è a tappe perciò non so con precisione la data dei prossimi eventi. Qui viene il dopo Firenze.
Racconto a Anneke che per due volte ho partecipato ad un programma radiofonico. La prima volta quattro attori italiani dovevano insegnare frasi in un dialetto italiano a quattro ragazze straniere. Io avevo un attore di origini sarde. Leggendo questa mia lettera mi vengono in mente ricordi e immagini. E cioè che il marito della direttrice della casa di alta moda Marucelli lavorava in RAI e aveva l'incarico di trovare quattro ragazze straniere per la trasmissione "La ventiquattresima ora" con Mario Riva. La direttrice ha proposto me e così ero una delle quattro. Per diversi giorni l'attore Gianni Agus è venuto nella casa di moda per insegnarmi delle frasi in lingua sarda. L'attore era molto simpatico e ci siamo divertiti. Lo spettacolo si svolgeva in una sala con pubblico a Via Oslavia e veniva trasmesso per radio. Aspettando il nostro turno di salire sul palcoscenico, noi ragazze aspettavamo sedute in prima fila. Molto tempo dopo Pino mi ha raccontato che era là che mi ha visto per la prima volta. E' successo così: mentre nel suo ufficio stava scrivendo il testo di un programma radiofonico, un amico dell'ufficio personale l'ha chiamato per telefono: "Pino ti consiglio di dare un'occhiata nella sala X, c'è un'olandesina coi fiocchi." Pino è andato subito giù e  nella sala ha visto le ragazze che aspettavano che Mario Riva le chiamasse una alla volta. Ha capito immediatamente che ero io l'olandesina. Mi ha girato intorno per farsi notare ma io ero tutta presa dal mio compito e non mi guardavo intorno. Quella volta è finita così, il seguito lo racconterò nel prossimo futuro.
Nella lettera a Anneke continuo a raccontare che con questo lavoro avevo guadagnato 10.000 lire e 100 litri di benzina perchè il programma era sponsorizzato da Agipgas. Cibo per i motorini dei miei amici.
Della seconda avventura radiofonica non mi ricordo proprio niente ma nella lettera ad Anneke scrivo che ero una di due ragazze turiste che ricevevano consigli da quattro giornalisti stranieri su dove fare acquisti, dove mangiare etc.etc. A conclusione siamo andati fuori a cena in un grande gruppo. Ma prima noi sei siamo stati immortalati alchè uno dei giornalisti, un olandese mi ha detto: "Wat een verduveld leuke snoet heb je." (accidenti, che musetto carino che hai). Chiaro che nessuno lo capiva. E lui a rompermi le scatole per tutta la sera che voleva andare a letto con me. Era addiritura peggio di un italiano. Questa volta ho guadagnato la stessa cifra della volta precedente.
Sul lavoro una cliente americana ha comprato un vestito per 160 dollari ed io ho preso una percentuale.
Finalmente mi stanno entrando un pò di soldi; ultimamente regnava la povertà.




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