Un pò di tempo fa ho letto da qualche parte un'intervista allo stilista Ottavio Missoni, 90 anni, e ne trascrivo due frasi. "Anche lei pensa che con l'età si entra nel Paese degli Aneddoti? Cioè, viene una gran voglia di ricordare il passato?" "E' vero. Sono i ricordi che ti tengono in piedi. La vecchiaia è una brutta malattia. Si cura ma non si guarisce." Parzialmente trovo giuste queste parole, ma d'altra parte i ricordi ci sono sempre, anche da giovani. Basta delle volte sentire un certo profumo, ascoltare della musica. Oggi, il 16 dicembre 2012, mi è capitato di sentire in un negozio un potpourri di canzoni natalizie americane che solo da pochi anni vengono trasmesse anche qui. Mi facevano tornare in casa dei miei in Canada, l'ultimo Natale passato con loro prima della mia partenza. Che bel Natale! Con la neve, una casa accogliente, tutti noi uniti con affetto. Rivivendo per pochi secondi quei momenti di mezzo secolo fa ero così commossa che avevo le lacrime agli occhi e un cuore nostalgico in subbuglio.
Altre parole lette di recente sono "Il presente diventa passato e il passato si allontana sempre di più, scivolando via."
Un'altra massima dice:" La perdita è un atto inevitabile della nostra vita ed è proprio il tempo a renderlo inevitabile."
E il filosofo Roberto Peregalli osserva: "Trovo sbagliato guardare avanti senza voltarsi indietro nè tenere conto di dove veniamo."
Nella sua lettera del 23 settembre 1958 Anneke mi scrive dall'Argentina dove è tornata a vivere e dove lavora in ufficio da Goodyear a Hurlingham.
"In una giornata raggiante primaverile mi aspettava in mezzo alla posta la tua lettera. Per risponderti impiego dieci volte il tempo che sarebbe veramente necessario, per via dei ricordi. Adesso mi sorprendo di rivivere una domenica mattina nelle tua stanza all'Aia con quell'atmosfera speciale che è impossibile esprimere in parole. Posso usare parole a casaccio come: pane biscottato con marmellata, uno scialle che copre il disordine sul divano, un cavallino di corda, un coperchio-portacenere, tu con un pigiama rosso e peignoir celeste, un ventaglio sul camino di marmora nera. Ma no, quell'indefinibile profumo e quell'indefinito senso di felicità accompagnato da un leggero tocco di tristezza sono impossibili da descrivere. Ma tu non ti stanchi se in ogni lettera rievoco ricordi del nostro periodo olandese che forse tu non hai trovato bellissimo? Ragazza, spero tu ti sentirai spesso così felice come me quel sabato pomeriggio che sono venuta da te in bicicletta per poi insieme (tu lungona dietro di me sul portabagaglio) goderci il sole e il porto di Scheveningen scattando foto senza importanza. La stessa sera siamo andate al cinema, di nuovo in due sulla bicicletta, chiassose e ridacchiose come due ragazzacce." Poi Anneke continua descrivendo tutti gli aspetti della sua vita argentina.
Ero sempre molto felice quando arrivava una sua lettera. La mia risposta a questa sua epistola è nel prossimo spot.
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