Nella lettera ad Anneke del 4 settembre 1958 racconto che ho imparato a ingrandire le foto: un lavoro di pazienza.
"Quando ho capito più o meno i trucchi del mestiere mi sono impegnata in camera oscura e mi divertivo. Il mio orologio si era fermato e non mi accorgevo del tempo che volava. In un attimo erano le tre di notte. Adesso ti posso accontentare e mandarti qualche foto e ne manderò anche a casa. Un'altra sera ho assistito Bert che aveva da sviluppare tanti rollini. La camera oscura era buissima. Tu sai che ho paura del buio e non avrei resistito a lungo se non fosse che per il gran caldo le persiane erano parzialmente aperte e un raggio di luna entrava attraverso le fessure. Non ho rivolto molta attenzione allo sviluppare ma più al raggio lunare. Perciò non ho imparato granchè.
Come tu vai in giro da sola a vedere posti belli, qui per una ragazza uscire da sola non è facile purtroppo. Incontri sguardi e commenti degli uomini, macchine che rallentano, fischi, osservazioni. Guardi davanti a te e dentro senti un gran fastidio e mandi tutti a quel paese. Sai che mi è capitato un pomeriggio? Dato che Bert andava a fotografare il Colosseo che si trova a pochi minuti da Via Ruggero Bonghi, l'ho accompagnato per scrivere là la lettera settimanale ai miei. Mi sono seduta in un angolo tranquillo di un androne ed ero intenta a scrivere quando all'improvviso, chissà venuto da dove, stava vicino a me un giovane, ansimando, la lingua fuori della bocca e il suo membro fuori dal pantalone. Mi guardava fisso. Non ero impaurita, più che altro sorpresa. Ho gridato: "Bert!" E come se fosse assorbito dalla terra l'uomo è scomparso. Quando mi sono alzata per guardare oltre la vicina colonna l'ho visto correre in lontananza per poi scomparire dietro l'angolo. Bert non ne ha visto neanche un barlume e quasi non mi credeva. E' anche una cosa inverosimile che qualcuno osa fare una scena del genere con i turisti che circolano. Anneke se tu fossi stata qui gli avremmo dato una bella lezione.
Per quel che concerne il mio vestito baby-doll, quando si presenta una nuova moda all'inizio la guardi con diffidenza, ma poi il tuo gusto si adegua e lo stile nuovo ti può persino piacere. Così è successo a me e sono sicura che se tu abitassi quà e abituandoti a questa moda anche tu la troveresti carina. Già m'immagino di vederti muovere in un vestito ampio. Tu dici che nasconde troppo la figura? Rimane qualcosa da indovinare: parole di Mike.
Quel senso di inquietudine che ti assale quando leggi le mie lettere, lo posso capire. Le tue lettere possono provocare in me lo stesso sentimento. Il fatto è che quando si scrive a intervalli c'è molto da raccontare e colui che riceve la lettera dimentica che tutti questi eventi sono da collocare in un periodo lungo, anche se evocati in una sola lettera. Io trovo che la mia vita sia piuttosto calma. Mi ha sfiorato anche il pensiero: "Mi piacerebbe lavorare di nuovo in un ufficio serio con uno stipendio fisso e gente onesta." Ma ho intrapreso questo sentiero tortuoso e continuo per adesso a percorrerlo. E' anche un fatto che mi piace l'Italia.
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