Palazzo Pitti |
Continuavo a cercare lavoro come modella o indossatrice, portando con me il book con le foto. Tornavo a casa spesso stanca e scoraggiata. Avevo cominciato a capire che qui era necessario avere amicizie e raccommandazioni. Coloro che erano interessati mi avrebbero assunta volentieri, ma avrei dovuto lavorare gratis. A casa ascoltavano i miei resoconti della giornata, mi consolavano e mi davano consigli. Bert, che era stonato, per farmi ridere mandava una canzone allegra piena di sbalzi di tonalità. Poi sono stata assunta come indossatrice nella casa di alta moda di Germana Marucelli.
In una mia lettera del 28 luglio 1958 racconto a Anneke quel che segue.
La settimana scorsa era la settimana in cui tutte le importanti case di moda andavano a Firenze per mostrare la loro collezione invernale. La settimana precedente è stata snervante, la collezione doveva essere pronta, tutti isterici, una situazione quasi insopportabile. Noi indossatrici dovevamo rimanere fino a circa le nove e mezza di sera. Oltre tutto questo sono venute due attrici, Mamie van Doren e Rosanna Schiaffino che volevano ampliare il loro guardaroba. Avresti dovuto vedere lo spettacolo. M.v.D. andava in giro nuda e toglieva dagli armadi tutti i vestiti che le piacevano. Si arrampicava persino su una scala per sbirciare nella parte alta degli armadi. Non è una bellezza, piuttosto volgare con i suoi capelli ossigenati; una bella figura, gambe così così.
Quel sabato ne ho combinata una grossa. Nella mia sfrontatezza ho chiesto direttamente alla signora Marucelli, che era venuta da Milano per ispezionare la collezione diretta a Firenze, quando pensava di cominciare a retribuirmi. Avresti dovuto sentire la direttrice, la sua rabbia, gli urli da matta: avrei dovuto chiedere a lei di parlarne con la signora Marucelli. Stanchissima dopo una giornata faticosa e anche di rabbia ho cominciato a piangere e le dicevo di tutto, anche che tante volte le avevo chiesto di parlare con la signora M. della questione del mio stipendio e dato che lei non lo aveva mai fatto avevo preso la decisione di farlo io. Giuliana, l'altra indossatrice si è fatta sentire anche lei e pure lei si è messa a piangere; si trovava nelle stesse condizioni. Così siamo tornate a casa. Piagnucolando camminavamo per strada, poi ridevamo di questa nostra situazione per ricominciare a smocciolare piene di sdegno, capelli all'aria, non ci avevamo dato il tempo per pettinarci e avevamo in continuazione sfilato vestiti dalle nostre teste. Giuly per qualche giorno è stata ospite a casa mia usando la stanza di Mike che era in vacanza.
Quando il lunedì sono tornata al lavoro tutti erano più che gentili. A casa dicevano: "Vedi che hai fatto bene?"
Il martedì di buon'ora sono partita per Firenze per sfilare a Palazzo Pitti. E' stata una settimana stancante e ci si metteva anche un tempo afoso. Ho sfilato solo per casa M. ma dovevo essere presente di continuo nello stand per mostrare vestiti agli eventuali buyers. Non ho guadagnato niente, mi è stato pagato il viaggio e la pensione.
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