martedì 18 luglio 2017

1966, prima anno scolastico di David

La mattina del 10 settembre il pediatra ha controllato i ragazzini. Ha trovato Jan cresciuto enormemente e tutti e due belli e sani. Ha prescritto vitamine per aiutarli nella crescita e per far superare a David la frequente inappetenza. Cristina ed io abbiamo preparato il pranzo. Giulio ha mangiato insieme a noi e poi ha portato me e i bambini alla piscina. Sono rimasta sorpresa quando ho visto che David nuotava! Jan, una volta nell'acqua, non aveva più voglia di uscirne. Eravamo tutti e tre belli e abbronzati. I maschietti trovavano compagnetti con cui giocare ed io parlavo con i loro genitori. Ci veniva anche una signora che sopra una gamba aveva una svastica incisa; David e Jan si divertivano con i suoi due maschietti. Quel giorno abbiamo avuto un passaggio fino a casa da un signore con la sua bambina. Pino era già a casa e gli ha offerto un drink. Poi io ho preso un autobus per stare un pò con la signora Raparelli che essendo sempre sola era felice della mia visita. Ho raccontato alla mia amica Olga di questa piscina e un paio di volte ci è venuta sua figlia Germana con la nonna. Olga stava divorziando e aveva trovato lavoro in una rinomata boutique. A volte lei e Germana venivano a trovarci la domenica. L'aiutavo a tradurre dei documenti dall'inglese che servivano per il suo lavoro.
Abbiamo comprato per David un grembiule blu e una borsa rossa per scuola.
Molte volte i bambini si alzavano prestissimo e venivano nel letto da noi. Capitava che David, per farci una sorpresa, fosse già completamente vestito.
Nel nostro quartiere c'erano molti bambini con cui giocare. Oltre Stefano, Maria e Marcello c'erano fra altro Claudia, Luisa, Matilde, Renzo e la sorellina Stefania. Andando con David e Jan in giro per il nostro quartiere abbiamo conosciuto Renzo e Stefania che abitavano alla fine della nostra strada nel sentiero che scende verso Via Gomenizza. All'inizio erano scorbutici, non c'era verso di trovare un dialogo tra di noi, non parlavano proprio e quando la loro mamma usciva in giardino, contentissima della nostra presenza, si nascondevano dietro a lei. La mamma ci diceva che le avrebbe fatto molto piacere se fossimo tornati. Ci è voluto del tempo prima che si sciogliessero e, fino ad allora, noi li abbiamo soprannominati bambini stupidelli. Poi, a volte, hanno giocato a casa nostra. Andavamo anche a far visita alla famiglia Bozzi a Via Teulada. E poi avevo da stirare, rammendare, cucinare, fare le spese, e fare la doccia a tutti i componenti della famiglia. E ogni settimana scrivevo una lettera ai miei genitori in Canada, inoltre corrispondevo con amiche e parenti all'estero.
Quando Cristina non si sentiva bene (era incinta) io le tenevo la fronte mentre vomitava. Ogni tanto continuava ad andare al cinema con David. Mi ha detto che le sarebbe piaciuto avere me come madrina per il figlio che doveva nascere e se fosse  stata femmina darle il mio nome.
1° ottobre, leggo nel mio diario: Davids eerste schooldag!! Il primo giorno di scuola di David!!
Pino, Jan ed io l'abbiamo accompagnato. Pino portava Jan sulle spalle perchè il giorno prima saltando dalla finestra sul balcone si era leggermente slogato un piede. Gli faceva male, ma secondo il medico della RAI, che l'aveva esaminato, non era niente di grave e sarebbe passato dopo pochi giorni. David, orgoglioso, camminava davanti a noi con la sua borsa rossa sulla schiena, ma, avvicinandoci alla scuola, i suoi occhi diventavano rossi. Che calca. Quanti genitori, nonni, bambini e maestre!  A David è stato assegnata una classe con solo maschi. Era il più alto ma sicuramente il più piccolo di età. Ha cominciato a piangere. La maestra l'ha preso per mano e gli ha carezzato la testa. Verso l'una è tornato a casa in macchina con il papà e la sua bambina abitanti nel nostro palazzo. Era silenzioso. Dopo pranzo ha voluto subito giocare con gli amichetti nella nostra strada.
Il nostro bellisimo, tenero primogenito. 



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