Da sposati Cristina e Julio hanno preso in affitto un piccolo appartamento a Piazzale Clodio a due passi da noi. Julio che ormai era diventato Giulio ha continuato il suo lavoro da sarto per i religiosi. E Cristina veniva ogni giorno per un pò di tempo da noi. Nel pomeriggio del 30 giugno è andata con David al cinema mentre io preparavo le valigie, portavo fuori Jan e preparavo la cena. Il giorno dopo Cristina mi ha aiutato a prepare i panini ed ha voluto venire con noi in taxi alla stazione. Era un venerdì e, come ancora adesso succede spessissimo di venerdì, c'era una manifestazione in corso che ostacolava il traffico.
Siamo saliti sul treno alle 11.30 e dopo un viaggio interminabile siamo arrivati a Venezia alle 19.00. Un motoscafo ci ha portato al Lido di Venezia. Il nostro hotel era vicino al porto. Il Lido è una sottile isola, lunga circa 12,2 km e larga da un minimo di 196 m a un massimo di 1,7 km (internet). La spiaggia era molto bella. Jan si è appassionato al mare, una volta immerso nell'acqua era riluttante ad uscirne fuori, anche se spesso andava a testa sotto. L'aria marina poi l'ha reso extra vivace. Tutti noi ci siam goduti i bagni nel mare e i bambini si divertivano anche nel parco giochi con altri bambini dell'albergo i cui genitori sono rimasti sorpresi quando hanno saputo l'età di David e Jan. Di frequente abbiamo preso un traghetto per San Marco. Camminando per le calli David si è innamorato di una pistola giocattolo e l'abbiamo presa, per Jan dei soldatini. Durante una giornata piovigginosa i maschietti correvano in una Piazza San Marco quasi deserta; indossavano degli impermeabili gialli avuti in prestito da una famiglia americana del nostro albergo. Pino ed io eravamo incantati dallo spettacolo: quella grande, bellissima piazza, bagnata e luccicante, con quelle due figurine gialle che si spostavano avanti e indietro, come in un balletto fiabesco. Il 16 luglio era finita la nostra bella vacanza di quindici giorni. Abbiamo salutato con affetto tutti i nostri nuovi conoscenti e alle 8.30 siamo partiti.
Il viaggio in treno di 8 ore ci è sembrato di nuovo interminabile. Arrivati a Roma alle 18.30 con mezz'ora di ritardo, abbiamo preso un taxi. Eravamo stanchi ma che bello: la casa era pulita! Dopo aver fatto un pò di spese sotto casa ho preparato un minestrone. E sono venuti Cristina e Giulio. Hanno trovato David che camminava per casa in costume da bagno con ai piedi le pinne e sul viso la maschera. Appena arrivati a casa si era messo a piangere, voleva "Venezia, Venezia!".
Jan adesso dormiva, per la prima volta nella stanza con David. Cristina gli ha preparato il suo letto nuovo. Il giorno dopo, domenica, lei e Giulio avevano intenzione di andare in spiaggia e Cristina ha preparato il cibo per il loro picnic. Siamo andati presto a letto.
Quella notte ho avuto un momento di panico. Tornando a Roma, passando per un lungo tunnel, nel treno non si è accesa la luce, c'era un buio pesto ed io ho paura del buio. Ho rivissuto quei momenti spaventosi quando nel mio letto aprendo un attimo gli occhi c'era l'oscurità. Ho gridato: "Pino, Pino, un fiammifero." Pino mi ha accarezzato il viso per tranquillizzarmi, facendo così mi ha dato un pugno sugli occhi e invece di accendere la luce si è messo a cercare fiammiferi. Rileggendo questa pagina del 17 luglio sto ridendo.
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